martedì 16 luglio 2024

Zagor: Il ritorno di Supermike, La scure e il fulmine, La piccola Ombra

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Stavolta metto insieme le mie opinioni su due storie di Zagor molto particolari: una perché è uno dei team-up più assurdi e improbabili si possa immaginare, oltre che uno dei meno voluti dai fan, l'altra perché è il ritorno di un personaggio amatissimo a cui sono particolarmente legato, questo invece molto richiesto dai fan, o almeno da una parte di essi. Di sicuro si tratta dei più grossi "eventi" riguardanti Zagor avvenuti ultimamente.


Zagor e Flash: La scure e il fulmine - Quando i mondi si scontrano recensione

Zagor e Flash: La scure e il fulmine - Quando i mondi si scontrano

Parlai qui del primo capitolo della storia La scure e il fulmine, contenuto nel volume da edicola insieme ad altre storie di Zagor e Flash. Mi dicevo anche curioso per la storia che sarebbe potuto venir fuori da premesse così bislacche, ed ecco che grazie alla versione da edicola posso leggere quella storia e vedere com'é. Sì, la versione da libreria costava di gran lunga troppo per 'sta roba. 

Giustamente il primo capitolo lo ritroviamo pari pari all'inizio del primo dei due volumi. Andando avanti, lo stile rimane lo stesso.

Flash è uno dei supereroi per il quale si chiede maggiore sospensione dell'incredulità, perché è uno dei fumetti in cui le leggi della fisica vengono infrante con maggiore leggerezza. I suoi poteri possono cambiare moltissimo non solo da un autore all'altro, ma anche all'interno della stessa storia. Prendiamo ad esempio il primo capitolo di questa, già presente nella precedente raccolta da edicola: se con uno schiocco di dita può causare un boom sonico che frantuma tutti i vetri, perché non lo fa ogni volta che si muove ad alta velocità? Le leggi della fisica intorno a flash cambiano a seconda delle necessità della sceneggiatura, a volte così tanto che il risultato fa digrignare i denti. Pur non essendo in genere considerato uno tra i membri più potenti della Justice League, se ci si ferma a pensarci un attimo dovrebbe avere una potenza devastante: se forza uguale massa per accelerazione, gli basterebbe lanciare un sasso per creare un impatto di potenza tale da radere al suolo una città.
Questa cosa degli atomi che vibrano, poi, è già stata usata come pretesto per farlo arrivare praticamente ovunque con facilità disarmante, compreso, come in questo caso, un altro universo narrativo. Lui vibra, e vibrando attraversa muri fisici e metafisici, come queli tra le realtà parallele.
Il fatto che riesca a prendersi un paio di cazzotti da zagor, con queste premesse, è semplicemente assurdo, anche calcolando che al momento del primo, ovvio scontro (in questi team-up al loro primo incontro i personaggi si scazzottano sempre), stava già cominciando a perdere i poteri.
Sì, perché per portare tutto a un livello un po' più terra terra e non far fare tanto a Zagor la figura dello zerbino (figura che comunque fa) si è deciso di depotenziare Flash. Peccato che non duri molto, e la forza della velocità vada e venga a seconda di come gira il vento.

Zagor e Flash: La scure e il fulmine - Quando i mondi si scontrano recensione
La copertina variant di Gabriele Dell'Otto per il volume da fumetteria.

Fino a un certo punto la storia procede in modo tutto sommato accettabile, pur sembrando spesso uscita da un "manuale di sceneggiatura per team-up/crossover", dato vengono replicate moltissime dinamiche tipiche (e spesso stucchevoli) di questo genere di eventi. Più si va avanti, però, più peggiora.

I dialoghi tra i due cattivi sono abbastanza imbarazzanti, soprattutto per il livello di spiegazionismo. Ancora più imbarazzanti alcuni passaggi di sceneggiatura, come l'anti-Flash che compare "perché sì", ma soprattutto il finale, che è davvero tremendo. Il tamarrissimo King Titan mi è anche piaciuto, sebbene sia stato abbastanza deludente dopo tutti i deliri di onnipotenza di Hellingen e Grood (e quindi vogliono uccidere gli eroi con King Titan o creare due universi in cui gli eroi non esistono? Un po' l'uno e un po' l'altro?), ma la comparsa senza alcuna ragione di manciate di altri cattivi buttati in mezzo per far numero è roba che fa gridare vendetta al cielo. Avevo pensato a una specie di materializzazione spiritica (ho dei dubbi che queste due parole abbiano senso insieme) degli stessi, creati dalle paure degli eroi dalla forza della velocità o dal fatto che gli universi stanno collassando, tanto più che molti dpvrebbero essere allegramente morti, ma poi questi si alleano agli eroi per fermare King Titan, dimostrando di avere una loro volontà e coscienza! Ma che senso ha? 

Zagor e Flash: La scure e il fulmine - Quando i mondi si scontrano recensione

Poco si salva della sceneggiatura quindi, soprattutto nella parte finale, oltretutto si svolge tutto a una velocità assurda, tutto di fretta, con nemici sbaragliati in pochissime vignette con un ritmo sincopato da discoteca, per risolvere la vicenda in un numero di pagine adeguato. Nemmeno nelle (poche) storie di Flash che ho letto si svolge tutto così di corsa, e sono storie di Flash!

Se l'intenzione era davvero quella di far conoscere Zagor ai lettori americani (e io non credo che fosse questa), poi, forse avrebbero dovuto evitare di far parlare Zagor come un "eroe senza macchia e senza paura" apparentemente in grado di sparare solo frasi da supereroe tutto d'un pezzo, frasi che i supereroi stessi non usano più da anni, visto che ora va di moda il supereroe fragile e umano.

Zagor e Flash: La scure e il fulmine - Quando i mondi si scontrano recensione

A salvare dalla defenestrazione questi albi rimangono i disegni e i colori, perfettamente in linea con il mercato del fumetto supereroistico americano. Di solito per le serie regolari dei supereroi si preferiscono tratti più realistici e cinematografici, ma ci sono anche disegnatori che si ricordano di stare disegnando un fumetto e non ricreando un film, e in questa falsariga si inseriscono i disegni di Davide Gianfelice e i colori di Giovanni Masi e Mario Uzzeo. I fulmini, in particolare, sono molto belli e in una storia che vede agire ben due velocisti e Thunderman direi che sono importanti.

Quello che rimane per me è una storia ben disegnata, a tratti divertente (oh, a me il trashissimo King Titan è piaciuto!), ma in altri tratti addirittura fastidiosa. Dato le premesse pensavo anche peggio, ma rimane un'operazione di marketing fine a sé stessa, non di certo un "fumetto" degno di questo nome.



Zagor 702 - 709: Supermike! recensione

Zagor 702 - 709: Supermike!

La prima parte di questo pezzo, fino al prossimo avviso, l'ho scritta subito prima di iniziare a leggere la storia in questione.

Ho aspettato mesi per leggere questa storia. Sì, sono uno di quelli che accumulano i fumetti fino a che non hanno la storia completa, prima di iniziare a leggerli, ed essendo questa la storia più lunga mai scritta fin'ora per Zagor, c'è voluto un po'.

Questa storia è un evento di per sé, con il ritorno di un nemico che era stato amato da moltissimi lettori alla sua prima apparizione, nel 1975, in una storia a di Guido Nolitta e Gallieno Ferri, alla quale è stato dato un seguito di gran lunga meno incisivo nel 1984 con stavolta Alfredo Castelli ai testi. 
Più niente per decenni, nonostante il personaggio sia rimasto nel cuore dei lettori che hanno continuato a chiedere un ulteriore ritorno, magari anche un po' per rimediare a quello deludente del 1984. C'è addirittura un gruppo Facebook dedicato solo a lui. Ma Nolitta non ha mai amato particolarmente la sua stessa creatura, e non c'è stato verso di rivedere questo personaggio odioso e irresistibile allo stesso tempo fino a che Moreno Burattini non ha deciso di affrontare l'impresa, e approfittarne per scrivere la storia più lunga di sempre, superando Incubi di Tiziano Sclavi. A sentire lui, l'intenzione iniziale non era di battere il record, ma durante la prima stesura continuavano ad aggiungersi idee, quindi è andata così. 

Io poi sono particolarmente legato a Supermike, al punto da scrivere di mio pugno ben due fanfiction che lo vedono protagonista, per contribuire nel mio piccolo a far sentire di meno la sua mancanza, soprattutto a me stesso.
La prima si intitola Una notte a New York, uscita a puntate in rete, nella quale al termine di ogni capitolo ho proposto alla comunità zagoriana due o tre possibilità di prosecuzione della storia, quindi possiamo dire che l'ho scritta con la collaborazione della comunità zagoriana su Facebook (composta al momento da ben quattro gruppi diversi, se li ho contati tutti). La seconda è Supermike contro il Tessitore, per la quale mi sono addirittura cimentato in un esperimento che non avevo mai tentato prima: una storia a bivi. Potete leggerle entrambe gratuitamente, seguendo i link relativi.
Come se non bastasse, nel n. 26 della fanzine Zagorianità trovate un mio articolo nel quale parlo di personaggi della narrativa che somigliano a Mike Gordon e potrebbero esserne tra le fonti di ispirazione, magari inconscie.

Giusto per gradire, vi metto qui le copertine di Una notte a New York, ne realizzai (molto artigianalmente) una per ogni capitolo. Si prega di notare lo somiglianza con la copertina ufficiale della storia. 


Ora, dato che ho lavorato con questo personaggio, è ovvio che mi sia creato in mente una "mia" idea dello stesso. Per quanto abbia cercato di mantenermi fedele al suo spirito originale, quello che abbiamo visto nelle uniche due storie in cui era comparso all'epoca in cui ho scritto i miei racconti, volendo farne il protagonista assoluto ho dovuto attuare un lavoro di approfondimento della sua personalità e della sua biografia. Ho quindi aggiunto dei particolari alla sua vita, e l'ho caratterizzato in un modo particolare, così che potesse sostenere il ruolo principale. Ho approfondito la sua personalità e il suo carattere, cercando di far sì che le mie aggiunte non solo non andassero in contrasto, ma addirittura giustificassero il suo comportamento nelle due storie ufficiali. Ci sono riuscito? Ditemelo voi dopo aver letto i racconti, sono gratis.
Giocoforza, tutto ciò che io ho aggiunto a Supermike è tutt'altro che "canonico", ma è il modo in cui io vedo questo personaggio. Ora, prima di leggere la nuova storia di Supermike, mi sono chiesto: come prenderò le inevitabili differenze tra la "mia" versione di Supermike e quella ufficiale? Anche perché è ovvio che la mia, visto che è mia, mi piacerà sicuramente di più!

E vediamo com'è quindi, questa storia, ora che finalmente posso leggerla, dopo aver passato mesi a schivare di misura qualsiasi anche vago spoiler dal forum o da Facebook con l'agilità di un ballerino consumato. E che fatica, gente.

Zagor 702 - 709: Supermike! recensione

Ovviamente, non posso che soffermarmi sulla caratterizzazione di Supermike. Giuro che sto facendo di tutto per non prendere in considerazione la caratterizzazione che gli ho dato io nei miei racconti, ma quella che gli avevano dato Nolitta e Castelli. Anche così, sempre che ci stia riuscendo davvero, mi sembra che ci sia qualcosa che non va.

Ma voi ce lo vedete Supermike a lanciarsi in piani complicati e a servirsi di scagnozzi? Io l'ho sempre visto come un tipo dominato dagli istinti, impulsivo, una pianificazione così accurata non mi sembra da lui, l'unico precedente è la creazione stessa del personaggio di Supermike dopo averle prese da Zagor quando era ancora solo Mike Gordon. Non quello che si dice una vendetta elaborata, piuttosto la ripicca di una mente geniale ma infantile, seguita in tempi stretti all'offesa subita, con l'animo ancora caldo. E anche lì a parte imitare e ridicolizzare Zagor non è che avesse intenzioni particolarmente elaborate. Un ritorno spontaneo da parte di Gordon, dopo anni di assenza, con una vendetta elaborata, non mi sembra da lui, è piuttosto uno che reagisce subito o comunque a stretto giro, non uno che pianifica per anni. Ed è anche tendenzialmente solitario, anche perché chi potrebbe sopportarlo? Forse giusto i membri della setta dei super penitenti, i quali probabilmente lo vedono come parte della loro super penitenza. Il personaggio di Nestor potrebbe anche avere senso, visto che ci era stato detto che Gordon fosse ricco di famiglia, ma che si sia rivolto a degli indiani sanguinari creandosi di fatto una banda di scagnozzi , mi suona strano.

Zagor 702 - 709: Supermike! recensione


Le prove scelte da Supermike per il suo ritorno sono tendenzialmente più crudeli delle precedenti. Ci sta, dato che ha già in passato dimostrato di essere un sociopatico che da ben poco valore alla vita e alla salute altrui. In questo modo, però, sì accentua l'impressione di un Supermike come cattivo a tutto tondo, per quello che prima sembrava più uno sbruffone privo di scrupoli piuttosto che un "cattivo". Comunque, come ho già avuto occasione di dire in passato, sono d'accordo con lui quando dice che Zagor ha barato nella scelta delle prove, scegliendone appositamente due in cui Supermike aveva ben poche possibilità di batterlo!

Poi ci sarebbe anche da parlare del nuovo episodio di riscrittura burattiniana. È vero che per i supereroi rinarrare le origini o fare remake di vecchie storie è abbastanza normale, perché ci sono in continuazione nuovi lettori che entrano. I lettori di Zagor invece sono più o meno sempre gli stessi, quindi andare a toccare le vecchie storie ha per loro, e un po' anche per me, un'aura quasi sacrilega. In questo caso Burattini non si fa troppi problemi a ritrattare la vicenda del super penitente, trasformandola in una specie di truffa da parte di Supermike. Questo non mi è andato tanto a genio, perché a me l'idea del super penitente era piaciuta. Mi sembrava in linea con un personaggio così volubile. Burattini recupera punti inserendo in Supermike l'interesse per svariati argomenti e la facilità nello studio e nell'apprendimento, in questo caso dell'archeologia, ma a questo punto sembra un po' forzato.


Ma passiamo a parlare delle altre caratteristiche della storia. Da una parte, l'ampio respiro della storia, l'indugiare su aspetti di importanza secondaria, ricorda il modo Nolittiano di narrare, dato che il creatore di Zagor non si è mai fatto problemi a prendersi tutto lo spazio di cui aveva bisogno. D'altra parte, in alcuni spezzoni si vede proprio che si stava mirando a battere il record della storia più lunga di Zagor, pur cercando sempre di non farli sembrare semplici allungamenti di brodo. Mi basta fare un rapido confronto con la storia che deteneva il record in precedenza, Incubi di Sclavi e Ferri: provate a pensare a quante cose succedevano in quella storia e quante ne succedono in questa. Il confronto è quasi imbarazzante.

E l'ultimo difetto, poi basta, di questa storia è la mancanza di ironia. Non si tratta di qualche gag di Cico qua e là: sia la storia di Nolitta che quella di Castelli avevano forti connotati ironici. La prima storia si leggeva tutta con il sorriso sulle labbra. Nella storia di Castelli l'ironia era limitata alla parte di Supermike, perché il resto tentava invece di essere inquietante, ma c'era. Qui mi sembra che ci si prenda un po' troppo sul serio.

Poteva andare peggio, certo, ma poteva anche andare meglio.
Sono contento comunque di aver potuto leggere una nuova storia del mio nemico preferito.


Zagor 708: La piccola ombra

Zagor 708: La piccola ombra

A completare l'ultimo volume che contiene la storia di Supermike, abbiamo una storia breve, probabilmente destinata a uno Zagor+ e poi riciclata come tappabuchi. 
La storia scritta da Burattini e disegnata da Fabrizio De Fabriitis, detto "Il fumettista esplosivo" (soprannome che probabilmente si è dato da solo, e che comunque è diverso dal "disegnatore esplosivo" indicato da Burattini nell'editoriale dell'albo) ha una trama intrigante e perfetta per una storia breve, pure ben scritta e con un ottimo ritmo, il che è una prova ulteriore del fatto che Burattini scriva meglio quando ha dei paletti da rispettare, in questo caso la lunghezza. Ho provato a cercare "apicilnic" in rete e quello che ne è uscito è esattamente quello raccontato nella storia.

Zagor 708: La piccola ombra

La scelta di una storia disegnata in questo modo subito dopo una disegnata da Verni sembra voluta per creare il maggior effetto di contrasto possibile. Io non ho mai apprezzato particolarmente Verni, che mi sembra sempre essere solo un "imitatore di Ferri" o poco più, adatto in una collana come Zagor che punta spesso sull'"effetto nostalgia" ma privo di uno stile proprio, anche se mi sembra che il suo disegno stia migliorando con il tempo. Verni, dicevamo, ha uno stile classico che più classico non si può, pulito, chiaro, essenziale, a momenti pure troppo, in particolare nelle pagine dell'ultimo albo della storia di Supermike in cui alcuni fondali risultano un po' scarni (si vede che era stanco per la maratona della storia più lunga di sempre). A questi seguono immediatamente i disegni di De Fabriitis, moderni, dinamici, stracarichi di particolari, calati in fondali che mostrano una foresta addirittura opprimente, tanto è cupa e carica di dettagli. L'abbandono della gabbia bonelliana permette di creare tavole completamente piene di disegno, che sembrano, come per giustificare il nome dell'autore, "esplodere" fuori dalla pagina. Il contrasto è enorme, e risalta molto di più così che se la storia fosse stata inserita in uno Zagor +.

Dopo la tirata di Supermike, per me non da buttare ma comunque deludente, ho adorato questa storiella di alleggerimento e spero che disegnatori come De Fabriitis possano lavorare più spesso su Zagor.

Il Moro 

Articoli interessanti: 

Le mie fanfiction (gratuite) su Zagor:

Tutti i miei articoli su Zagor


martedì 9 luglio 2024

Opinioni in pillole, fumetti americani senza supereroi: Kill or be killed, Rasl, Stray Dogs, God Country, L'impero dei morti

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di fumetti americani NON di supereroi, perché anche in America c'è vita oltre le tutine. Visto che scrivo questi commentini subito dopo aver letto i fumetti e li tengo lì per accumularli in attesa di averne abbastanza, alcuni potrei averli letti davvero un sacco di tempo fa.


Kill or be killed, di Ed Brubaker e Sean Phillips recensione

Kill or be killed, di Ed Brubaker e Sean Phillips

Il sodalizio tra questi due autori ci ha già regalato ottime storie noir, e anche in questo caso non si discostano dalle loro abitudini.
Il protagonista, Dylan, dopo un tentativo di suicidio viene visitato da un demone, che dice che gli ha salvato la vita ma se la riprenderà se non ucciderà una persona al mese. Persone cattive, in particolare.
O forse Dylan è solo matto ed è tutto nella sua testa.
Questo è l'inizio della storia, e da qui il seguito è perfettamente intuibile. In effetti non ho avuto nessuna sorpresa dall'inizio alla fine di questa storia, che però ha il pregio di essere narrata da un maestro del noir a fumetti che ha trovato una trama che si adatta perfettamente alle sue corde.

martedì 2 luglio 2024

Opinioni in pillole: avventure grafiche vecchie e nuove. The longest Journey, Samorost 3, Thimbleweed Park

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo qui un po' di commenti che ho scritto per alcune avventure grafiche che ho giocato di recente, commenti troppo corti per diventare articoli a sé stanti.
Le avventure grafiche sono per me un genere abbastanza nuovo, grazie allo SCUMMVM sto recuperando molti antichi capolavori che all'epoca avevo snobbato, (anche perché la maggior parte girava su macchine che non ho mai avuto). Contemporaneamente, sto anche giocando ad avventure più moderne. In questo articolo parlo delle ultime tre che ho affrontato.



The Longest Journey recensione

The Longest Journey

The Longest Journey è un'avventura grafica punta e clicca del 1999, creata dalla casa norvegese FunCom (storia e design di Ragnar Tørnquist)
Ho affrontato questo gioco nel modo sbagliato: si tratta di un gioco estremamente statico in cui bisogna leggere un sacco di dialoghi, buona parte dei quali sono solo chiacchiere che non servono a mandare avanti la storia. Giocarci di sera dopo aver messo il bambino a dormire è il modo migliore per addormentarsi sulla tastiera (ed è successo). Ma, oh, quello è il momento in cui posso giocare col computer... 😅

martedì 25 giugno 2024

Opinioni in pillole, tre libri di Arthur C. Clarke: La città e le stelle, Incontro con Rama, Le fontane del paradiso

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di tre romanzi di Arthur C. Clarke.


Arthur G. Clarke la città e le stelle recensione
Arthur G. Clarke la città e le stelle recensione
Arthur G. Clarke la città e le stelle recensione
Arthur G. Clarke la città e le stelle recensione
Arthur G. Clarke la città e le stelle recensione
Arthur G. Clarke la città e le stelle recensione

La città e le stelle (1956)

Non sono mai stato un appassionato di Clarke, ma devo dire che ho trovato questo libro intrigante, anche se non posso dire appassionante.

Ambientato in un futuro estremamente lontano, vede ciò che resta dell'umanità vivere in un'immensa città circondata dal deserto. Nella città c'è ogni genere di confort, grazie alla scienza talmente avanzata da sembrare magia, tematica cara a Clarke, gli abitanti della città sono tutti immortali e possono spendere la loro lunghissima vita nel modo che preferiscono. L'unica cosa che non possono fare e uscire dalla città, ma nemmeno lo vogliono. Perché dovrebbero?
La storia di questo mondo futuro parla di un immenso Impero galattico, che però è finito quando l'umanità ha incontrato i terribili invasori che li hanno ricacciati nel loro mondo natale e infine all'interno di quest'ultima città. All'interno della città c'è non solo tutto ciò che è un uomo potrebbe desiderare ma molto di più, e da ormai miliardi di anni la civiltà umana ristagna dentro quelle mura. Ma ecco giungere un nuovo nato, un'anima non reincarnata da un'esistenza precedente, per la prima volta da migliaia di anni un volto nuovo si affaccia al mondo, e e questo nuovo uomo non si accontenta. Questa è la storia di Alvin, dei suoi tentativi di lasciare la meravigliosa città di Diaspar e di ciò che trova oltre le sue mura.

È una storia che non prevede un "cattivo", o degli ostacoli da superare particolarmente insidiosi. Alvin non si trova mai davvero in pericolo. La sua ricerca di una via d'uscita è difficile, ma non particolarmente pericolosa. E anche dopo che sarà riuscito a uscire (non ditemi che è spoiler perché era ovvio che ci sarebbe riuscito no?), anche dopo niente sarà veramente in grado davvero di nuocergli.

Non è di certo quella che può essere definita una storia appassionante, Eppure ho letto molto volentieri questo libro attratto forse dal fascino di questa civiltà decadente, di questo futuro spaventosamente lontano, in cui la tecnologia rende possibile qualsiasi cosa eppure ha annichilito lo spirito umano, che è lo spirito degli esploratori, degli scienziati, degli scopritori di cose nuove.

Un libro non appassionante, quindi, Eppure affascinante.

martedì 18 giugno 2024

Opinioni in pillole: Barbie, Povere Creature

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. 
In quest caso due film che hanno come tematica l'emancipazione femmile, tematica che comunque trattano in modo molto diverso.


Barbie recensione

Barbie

Il film evento del 2023, con cui ci hanno sfranto gli zebedei per mezza estate, in coppia con Oppenheimer. Chissà perché ha avuto tutto questo successo, poi. Probabilmente grazie al trailer.
Il trailer mostra tutte le parti migliori del film, cioè quelle iniziali ambientate nel mondo delle Barbie, e faceva pensare a una commedia musicale surreale e divertente. Invece poi Barbie e Ken vanno nel mondo reale e il tutto si addormenta un po', diventando una commedia che si distingue da quelle più classiche solo per la prepotente aggiunta di tematiche femministe.

martedì 11 giugno 2024

Opinioni in pillole, serie animate per adulti: Solar Opposites, Zerocalcare: Questo mondo non mi renderà cattivo, Psycho - pass stagione 2

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. 
Questa volta ho messo insieme tre serie animate destinate a un pubblico adulto, che sia per il tono, per le tematiche, per la violenza o per le tre cose insieme. Questa non è roba per bambini!


Solar Opposites, stagioni 1-4 recensione

Solar Opposites, stagioni 1-4

Che questa serie sia stata creata dagli stessi autori di Rick and Morty è evidente. Lo stile è esattamente quello, anche di disegno, i personaggi parlano nello stesso modo e fanno un sacco di cazzate con le loro tecnologie fantascientifiche. A differenziarla da Rick and Morty è l'approccio che ricorda i cartoni delle "famiglie assurde" quali Simpson, Griffin, American Dad. In effetti anche qui i protagonisti sono una specie di famiglia, nel senso che sono un gruppo di alieni che scimmiotta in qualche modo una famiglia americana. Sono volgari, cattivi, osceni, non hanno nessun rispetto per la vita umana e hanno accesso a tecnologie di livello deus ex machina, nel senso che Korvo non solo può tranquillamente inventare un raggio per risolvere qualsiasi problema (problema che sarà sempre e comunque causato da loro stessi), ma probabilmente l'ha già fatto e casualmente ce l'ha in tasca.
Rick and Morty rimane migliore, per diversi motivi. Uno potrebbe essere che questi alieni sono davvero troppo stupidi e cattivi, un altro che Rick and Morty presenta in continuazione situazioni e ambientazioni nuove mentre i Solar opposites sono comunque sempre confinati sul pianeta Terra. Inoltre, è meno presente quell'approccio da "ti faccio ridere ma quando avrai smesso di ridere e ripenserai al perché hai riso ti sentirai una merda" tipico di Rick and Morty, anche se Solar opposites cerca di migliorarsi in tal senso con il procedere delle stagioni. Invece di mischiare il comico e il drammatico, però, anche andando avanti le cose tenderanno a rimanere separate, con gli alieni che si comportano male con tutti usando la loro fantascienza che sono la linea comica, e il Muro (idea geniale) che diventa l'ambientazione della linea narrativa cupa e drammatica.
No, pur essendo molto simile a Rick and Morty, non è altrettanto bello. Ma questo non vuol dire che sia brutto, anzi! Visione consigliatissima, a patto che non siate deboli di stomaco. Lo trovate su Disney Plus e ne vale davvero la pena.

martedì 4 giugno 2024

Furiosa - A Mad Max Saga: non come il primo, purtroppo

Furiosa - A Mad Max Saga recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Sì, mi dispiace dirlo, ma Furiosa - A Mad Max Saga non è bello come il primo, e non ci va nemmeno molto vicino.
Ricordo distintamente come, uscendo dal cinema dopo la visione di Mad Max - Fury Road, pensavo "è il film più maledettamente figo che ho visto negli ultimi, oh, almeno dieci anni!". Dato che dopo di più fighi non ne sono usciti, e quello è del 2015,  posso dire che è il più bel film almeno degli ultimi vent'anni!
Furiosa, invece, pur essendo comunque un bel film, non mi ha fatto provare nemmeno lontanamente le stesse sensazioni. E questo per svariati motivi che ora andiamo a illustrare, siore e siori. Avviso: seguono spoiler, quindi andate prima a vederlo, perché comunque è meglio di molta altra roba in giro in questo periodo, poi tornate qui a dirmi quanto mi sbaglio.

martedì 28 maggio 2024

Gli ultimi film su Godzilla: Shin Godzilla, i film animati su Netflix, Godzilla Minus One



Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

La prima parte di questo articolo è stata scritta circa tre mesi fa. Come ho fatto già svariate volte, ho scritto la mia opinione su ciò che ho visto subito dopo averlo visto, per poi tenerlo lì a macerare un po' tra le bozze.

Stavo curiosando in rete su Godzilla Minus One, chiedendomi se mai sarei riuscito ad andare a vederlo in sala (spoiler: no), e mi sono imbattuto nella pagina di Wikipedia che dice che nel film ci sono alcuni riferimenti a Shin Godzilla e ai tre film di Netflix. Ed ecco che mi è scattata la scimmia di vederli tutti.
Non avevo mai visto un film giapponese su Godzilla, se non a pezzi. Ho visto quelli americani, quello di Emmerich, quello del 2014quello del 2019il primo e il secondo con King Kong (e anche quello in solitario di King Kong, ancora il migliore del "monsterverse"). Non ditelo a nessuno, ma secondo me il migliore è ancora quello di Emmerich.
Non ho nessuna intenzione di sciropparmi tutta la trentina di film giapponesi del bestione, mi farò bastare gli ultimi, cominciando da 

martedì 21 maggio 2024

Post Mortem - Gli orrori di Golden Falls, di Paolo la Paglia

Post mortem Paolo la Paglia recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Post Mortem è un libro del 2020, che ho ascoltato in forma di audiolibro, letto da Rosanna Lia. 

E' il romanzo d'esordio del genovese Paolo la Paglia, che però ambienta la storia nei soliti Stati Uniti. Dite che sono campanilista, ma preferisco quando gli autori non americani non ambientano le loro storie in America. Siamo già sommersi di storie ambientate negli Stati Uniti. A volte ho la sensazione che molti autori lo trovino più facile: grazie a tutti i film e telefilm polizieschi, conosciamo le procedure di polizia americane (o meglio, crediamo di conoscerle) meglio di quelle nostrane, quindi dobbiamo fare meno ricerche.

Nel mio piccolo, ho scritto storie ambientate in Italia e all'estero, andando in America solo per Chaveyo, ma ho una scusa: è un western! Sì, ne faccio un vanto, mi accontento di poco, che volete farci.
Scusate la digressione, non c'entra nulla con la qualità del romanzo in oggetto, solo un piccolo puntiglio campanilistico personale.

E' un horror con una storia che sa molto di già visto, popolato di personaggi che definire stereotipati è dire poco. Abbiamo il poliziotto divorziato, il giornalista, la psicologa e tutto il campionario, e già dalla prima apparizione puoi dire chi si innamora di chi.
Alla scarsa originalità si sopperisce con una scrittura che riesce a momenti a essere molto d'atmosfera, creando momenti inquietanti e spaventosi. Non sempre, purtroppo, perché anche qui ho notato un dilungarsi eccessivo in alcuni passaggi che avrebbero potuto essere tranquillamente sforbiciati, soprattutto nella parte iniziale.

martedì 14 maggio 2024

Opinioni in pillole, videogiochi in 2D che non sono riuscito a finire: Teslagrad, Lucky Luna, Slain - Brack from Hell, Rising Hell

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. In questo caso parliamo di 4 videogiochi in 2D, che non sono riuscito a finire.


Teslagrad  recensione

Teslagrad (2013, giocato da me nella versione per Android)

Teslagrad è un puzzle-platform ambientato apparentemente al tempo della seconda guerra mondiale. In realtà siamo nel regno di Elektopia, governato da un re crudele, che ha ottenuto il potere distruggendo una setta di tecnomaghi che dominavano il potere dell'elettricità. Un giorno un bambino, inseguito dalle guardie del re per motivi inizialmente misteriosi, scappa entrando nella torre dei tecnomaghi, e qui inizia la sua scalata verso la cima.

Il gioco ha qualche elemento da metroidvania, ci sono delle sezioni inizialmente non raggiungibili che diventano disponibili dopo aver sbloccato nuovi poteri. Poca roba comunque, per la maggior parte è un platform abbastanza lineare diviso in quadri nei quali per proseguire oltre a saltare da una piattaforma all'altra bisognerà risolvere degli enigmi ambientali basati sul magnetismo. Poli uguali si respingono e poli uguali si attraggono, usando un guanto speciale potremo cambiare di polarità ad alcuni elementi dello scenario per ottenere vari effetti, e usando un particolare mantello con cappuccio potremo magnetizzare anche il protagonista. Esempio, maghetizzando positivamente il mantello potremo saltare e appenderci a un soffitto magnetizzato negativamente.

giovedì 9 maggio 2024

Gioco da tavolo: Light Speed Arena

Light Speed Arena kickstarter

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Non ho mai trattato prima l'argomento su questo blog, ma sono sempre stato moderatamente appassionato di giochi da tavolo. Negli ultimi mesi la mia passione si è acuita, complici due fattori: il primo è che mio figlio ha raggiunto l'età giusta per riuscire a giocare a molti giochi, il secondo è l'esistenza di un enorme numero di giochi cosiddetti "print and play", cioè giochi per i quali si scarica semplicemente il PDF e li si stampa poi per conto proprio. Ce ne sono molti a pagamento, e ovviamente i costi sono molto minori rispetto ai giochi acquistati in negozio (possono andare tra i 2 e i 6 euro, all'incirca), ma ce ne sono anche un sacco gratuiti, che non richiedono altro che una stampante e la voglia di mettersi a lavorare con forbici, colla e cartone.
Ma parleremo un'altra volta delle decine di giochi che ho già stampato e montato da me. Quello di cui voglio parlarvi oggi è Light Speed Arena, del quale è recentemente partita la campagna Kickstarter.

martedì 7 maggio 2024

Opinioni in pillole, film di Robert Eggers: The Northman, The Lighthouse

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché sempre più spesso mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. 
Stavolta metto insieme due film diretti dallo stesso regista. Li trovate nell'ordine in cui li ho visti, che è invertito rispetto all'ordine di uscita.

The Northman recensione

The Northman (2022)

Un film scritto dal regista dello stesso, Robert Eggers, con la collaborazione del poeta islandese Sjón (noto soprattutto per i testi delle canzoni di Björk, la quale ha a sua volta una piccola parte nel film): sembra quasi un esperimento, in tempi in cui i film sembrano sempre tratti da questo o da quello, e le sceneggiature originali sono rare come le volpi bianche. Ma non preoccupiamoci, in realtà anche The Northman è ispirato a qualcosa, e nello specifico alla leggenda di Amleth, personaggio della mitologia scandinava a cui anche Shakesperare si è ispirato per Amleto. Tutto nella norma, insomma.

Nonostante la storia sia decisamente diversa dalla versione più nota della vicenda di Amleto, basta il suo nome per farci capire le atmosfere che troveremo in questo film.
Tragedia, tragedia a palate, momenti onirici e surreali, eventi difficilmente spiegabili, sangue a secchi e un totale disprezzo per la vita di chiunque non abbia sangue nobile.

martedì 30 aprile 2024

Zagor: Il passato di Jenny, Il cuore di Manito, Il creatore di mostri

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.

E' chiaro che siamo in un periodo di celebrazioni, visto che subito dopo il n. 700 è uscita la storia sul passato di Jenny, e poi quella lunghissima sul ritorno di Supermike. Un allaccio a due personaggi importanti nella mitologia dello spirito con la scure uno dietro l'altro e subito dopo il 700. "Coincidenze? Io non credo."



Zagor n. 701-702: Il passato di Jenny

Nel n. 22 della fanzine Zagorianità trovate un mio articolo di analisi sul personaggio di Jenny e sulle cosiddette "donne nel frigorifero" in narrativa, vale a dire quei personaggi femminili totalmente inutili prima e che assumono importanza solo nel momento della morte, solitamente per dare all'eroe un motivo per scatenare la vendetta. Jenny poteva essere allegramente fatta rientrare in questa categoria.
Senza riportare l'intero articolo, c'è un passaggio in particolare che vorrei citare: 

Jenny è caratterizzata in modo molto “semplice”. Una ragazza dei boschi, relativamente in gamba, indipendente, ma poco altro [...] Non ha fratelli vendicativi che possano a un certo punto saltare fuori ad accusare Zagor di averne causato la morte (almeno credo), non ha una storia familiare particolare, non ha traumi nel passato, una semplicità che non è sinonimo di cattiva o sbagliata scrittura, ma una scelta precisa.

Ovviamente sono stato subito smentito, ed ecco che arriva pure il trauma nel passato. A questo punto mi aspetto che il fratello vendicativo possa spuntare da un momento all'altro.

martedì 23 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, terza parte

 Salve a tutti, è Il moro che vi parla!

Eccoci giunti alla terza e ultima parte di questo piccolo speciale sulle opere tratte dalla Divina Commedia. Come già detto, non c'è nessuna pretesa di completezza, solo che per caso mi sono ritrovato a leggere/giocare diverse opere derivate dagli scritti del Sommo Poeta nel giro di poco tempo, quindi ho raccolto le mie opinioni al riguardo in questi tre articoli. Qui trovate il primo e qui il secondo.


La divina commedia di Go Nagai

La divina commedia di Go Nagai recensione
Immagine presa di fianco per dare l'idea delle dimensioni.


Ho preso in biblioteca il volumone che raccoglie l'opera completa, e vi sfido a tenerlo appoggiato sullo stomaco seduti nel divano. Nel volumone in questione (che nonostante il peso è completamente privo di redazionali) Go Nagai traspone fedelmente i passi più rappresentativi dell'opera del sommo poeta, senza cambiare nulla, limitandosi a rendere più evidenti le allegorie grazie ai dialoghi e ai pensieri di Dante, probabilmente con lo scopo di facilitarne l'interpretazione. Questo fa sì che la figura del poeta risulti un po' diversa da quella dell'opera originale, che qui è un po' più attivo e si pone delle domande per indurre il lettore a fare lo stesso, mentre il "vero" Dante si limitava per lo più a fare da spettatore.

giovedì 18 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, seconda parte

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Benvenuti alla seconda parte di questo piccolo speciale sulle opere tratte dalla Divina Commedia. Come già detto, non c'è nessuna pretesa di completezza, solo che per caso mi sono ritrovato a leggere/giocare diverse opere derivate dagli scritti del Sommo Poeta nel giro di poco tempo, quindi ho raccolto le mie opinioni al riguardo in questi tre articoli. Qui trovate il primo. Per il terzo, dovrete aspettare fino a martedì.
Stavolta mi focalizzerò sui videogiochi.


Dante's Inferno (videogioco 2010) recensione

Dante's Inferno (2010)

L'inferno dantesco è anche l'ambientazione di questo gioco d'azione per PS3, PSP e Xbox 360. Il protagonista, però, non è il Dante poeta ma un altro tizio con lo stesso nome, un veterano della terza crociata che viene ucciso durante la stessa ma riesce a sconfiggere in duello la Morte (il primo combattimento è anche il primo boss) e quindi a tornare in vita.
Tornato a Firenze, scopre che la sua amata Beatrice è stata rapita da Lucifero in persona, per scopi misteriosi. Non esita dunque a gettarsi all'inseguimento del diavolo e della sua amata, potendo muoversi liberamente all'Inferno forte del fatto di aver già sconfitto la Morte, e armato della falce d'ossa che le ha strappato. Qui distrugge più o meno tutto quello che incontra, guidato da Virgilio che compare ogni tanto per accompagnarlo nel suo viaggio. Il poeta romano ha il compito di dare informazioni su quanto ci aspetta declamandolo in versi, e saltuariamente ci consegna dei potenziamenti.

martedì 16 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, prima parte

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Le opere tratte dalla Divina Commedia si sprecano, in ogni parte del mondo. Per puro caso però mi è capitato di usufruire di diverse di queste opere a poca distanza l'una dall'altra, quindi ho deciso di mettere le mie opinioni al riguardo tutte insieme. L'articolo però veniva troppo lungo, quindi ho deciso di dividerlo in tre parti, e pubblicare in via del tutto eccezionale due post in una settimana invece del solito post singolo. Stavolta parliamo della trilogia di romanzi L'ora dei dannati!


L'ora dei dannati, trilogia di Luca Tarenzi

L'ora dei dannati l'abisso Luca TArenzi recensione

Libro primo: L'abisso

Il canovaccio di questo romanzo appare classico: qualcuno ha un piano per un "colpo" grandioso, e per riuscirci ha bisogno di "mettere insieme una squadra". In questo caso il "colpo" è nientemeno che la fuga dall'inferno, e la squadra sarà composta da personaggi ben noti a chi conosce la storia e/o la Divina Commedia.
Sì perché, come una versione dannata del George Clooney di Ocenan's Eleven, in L'ora dei dannati - L'abisso è Virgilio, che dopo aver accompagnato Dante ha conservato la capacità di muoversi liberamente per l'inferno, ad andarsene in giro nel posto peggiore immaginabile a reclutare la gente giusta per il colpaccio.

martedì 9 aprile 2024

Opinioni in pillole, fumetti di Daniel Warren Johnson: Murder Falcon, Beta Ray Bill - Argent Star, Wonder Woman - Terra morta, Extremity, Space Mullet, Transformers

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo dei fumetti di Daniel Warren Johnson!

I disegni di Daniel Warren Johnson sono potenti, quasi sempre valorizzati dai colori di Mike Spicer, evocativi, ricchi di dettagli, ultradinamici. In essi si vede la plasticità del fumetto statunitense unita con suggestioni nell'impostazione delle pagine da quello francese e nelle scene d'azione con quello giapponese. Uno stile spesso sporco, quasi graffiato, che sembra vicino più al fumetto indipendente che a quello mainstream a cui comunque appartiene. 
Ma il vero salto Daniel Warren Johnson l'ha fatto quando ha iniziato a scrivere anche i testi, e da quel momento non ce n'é stato più per nessuno. 

Dopo aver letto quel capolavoro di Murder Falcon, come da saggio consiglio di Lucius, ho "dovuto" recupare qualsiasi cosa scritta e disegnata da lui su cui sono riuscito a mettere le mani. 

Ognuna delle opinioni seguenti è stata scritta subito dopo aver letto l'opera, e le trovate nell'ordine in cui le ho lette.


Murder Falcon (2018)

Murder Falcon recensione

Murder Falcon è il fumetto che ha messo Daniel Warren Johnson nel radar di tutti gli appassionati di fumetti e musica metal. Storia: una band metal si ritrova dotata del potere di evocare delle creature a cui far combattere un male proveniente da un'altra dimensione. 
Detto così sembra quasi una versione dei Pokemon dove gli allenatori invece di gridare il nome della mossa del loro mostriciattolo ci danno dentro di riff, ma attenzione: il livello di epicità raggiunto da Murder Falcon è qualcosa che raramente si è visto nel mondo del fumetto. Come si può rimanere indifferenti a un giro di basso che evoca un mammut?
Ma, per quanto sia immensamente figo evocare un guerriero falco con un braccio meccanico e una bandana alla Rambo da un mondo heavy metal e farlo combattere caricandolo di energia con uno shredding furibondo, questo fantastico fumetto ha ben altre frecce al suo arco.
Sì, perché da cosa deriva il potere del metal? Dalla volontà di gridare in faccia al vuoto quando minaccia di prenderci.

martedì 2 aprile 2024

Opinioni in pillole, film fantastici: Ghostbusters Legacy, Dungeons and Dragons - l'onore dei ladri, Godzilla e Kong - Il nuovo impero

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di tre film fantastici, non nel senso che sono particolarmente belli, ma che appartengono al genere del fantastico! Dato che scrivo questi commenti subito dopo aver visto il film e poi li lascio a macerare tra le bozze in attesa di averne abbastanza per riempire un articolo, alcuni potrei averli visti anche molto tempo fa.


Ghostbusters Legacy recensione

Ghostbusters Legacy

Ho sentito parlare solo male di questo film. In realtà non è poi così brutto. O meglio, non sarebbe così brutto se solo non...

Per il canovaccio di base, non si può nemmeno più parlare di già visto, talmente è un cliché trito e ritrito (ma di solito si usa nel fantasy): giovane (in questo caso giovani, sono due fratelli) normale o addirittura con problemi scopre di essere discendente di "qualcuno". In questo caso, i due fratelli in questione, figli di madre single e con problemi economici, scoprono di essere i nipoti di uno degli acchiappafantasmi che negli anni '80 salvarono New York e il mondo dalla distruzione (di quale non lo dirò, ma si capisce immediatamente). 
Gli episodi di fantasmi sono stati, a quanto pare, dei casi isolati limitati a quel periodo, quindi gli acchiappafantasmi si sono sciolti per mancanza di lavoro. Ma è un ciclo, e quindi i fantasmi stanno per tornare. Per fortuna i ragazzi trovano l'attrezzatura per affrontarli proprio al momento giusto...

martedì 26 marzo 2024

Chaos Rings III, tra il giochino per cellulari e il tripla A

Chaos Rings III recensione


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Chaos Rings III non è stato realizzato dalla solita Square Enix, regina (più o meno) indiscussa dei JRPG, che l'ha solo pubblicato. Le menti dietro il gioco sono invece della Media.Vision, già autori di Wild Arms.

Il gioco, uscito nel 2014, nonostante il 3 nel nome è il quarto episodio della saga Chaos Rings, saga sviluppata interamente per il mercato mobile. Ma tanto sono come i Final Fantasy, la trama non c'entra nulla con i predecessori con i quali ha probabilmente in comune solo alcuni aspetti del gameplay. 

Il fatto che sia uscita una versione di questo gioco anche per PSVita ci fa intuire la natura della produzione: nonostante si tratti di un gioco per smartphone e tablet, è tutt'altro che un "giochino per cellulari" come le migliaia che infestano il Play Store.
Si tratta piuttosto di un gioco fatto e finito, senza stupide microtransazioni (e ci mancherebbe pure, visto il prezzo notevole) che appunto non sfigura per nulla rispetto a un gioco per console, sia per quanto riguarda l'aspetto tecnico che quello narrativo.
La natura di gioco per dispositivi mobili si vede praticamente solo nell'implementazione dei comandi a touch screen, in particolare nei menu, in una certa tendenza a spingere per partite brevi con salvataggi frequentissimi, e premi giornalieri per ogni volta che si apre il gioco. E' possibile giocarci seduti sul cesso, insomma, anche se la lunghezza totale del gioco è paragonabile a quella di altri JRPG (io sono arrivato a una novantina di ore, completandolo al 90% o giù di lì), quindi vi serviranno MOLTE sessioni sulla tazza o una settimana di influenza intestinale.

martedì 19 marzo 2024

Dune 2. Forse non la miglior riduzione possibile del romanzo, ma sicuramente un bel film

Dune 2 recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Credo, anzi sono praticamente sicuro, che sia la prima volta che vado al cinema da solo. Eh, non sono riuscito a vederlo prima, e meno male che ho ancora trovato una sala che lo dava. Comunque, al cinema ci si va per guardare i film, e anche se mi è mancata un po' la possibilità di commentarlo con gli amici all'uscita non è che film per questo sia meno bello. Nè più bello, per carità.

Vi invito a rileggervi, se vi interessa, il mio articolo sulla prima parte, dato che valgono ancora le stesse considerazioni. Magari vi ricordate che ho più che altro criticato le scelte di design, che mi erano piaciute molto di più nell'adorabile pasticcio di David Lynch. Avevo trovato tutto troppo asettico, funzionale. In questo secondo episodio ho notato una certa attenzione in più a questo punto di vista, il design dei veicoli, delle tute, gli ambienti dove si muovono i Fremen e gli Harkonnen (si vede che l'austerità militare era un tratto caratteristico degli Atreides), e in generale tutto l'aspetto visivo. Preferisco ancora il design del film di Lynch, ma il divario non è più così grande.
Per il resto, in qualunque altra cosa Dune 2 è sicuramente superiore al film del 1984, anche perché siamo in altri tempi, con altri mezzi, e senza che un montaggio schizofrenico sia passato a piallare tutto (ricordiamo che i produttori imposero a Lynch di tagliare un'ora di film prima dell'uscita in sala. Purtroppo non si trova una versione "director's cut, la vedrei molto volentieri). Anche se bisogna dire che ci sono ancora alcuni passaggi, soprattutto nella prima metà, frettolosi e poco chiari, tipo quando Paul si inoltra nel deserto per fare il suo viaggio iniziatico e nella scena immediatamente successiva se ne sono già tutti dimenticati. In generale ho avuto la sensazione che chi non avesse letto il libro avrebbe potuto avere qualche difficoltà a seguire tutto, ma dovrebbero dircelo loro.

martedì 12 marzo 2024

Aquiliade e Il Ritorno Di Aquila, di S. P. Somtow

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Oggi parliamo di una saga, o almeno dell'inizio di una saga, composta da due libri pubblicati in Italia da Urania.

Aquiliade e Il Ritorno Di Aquila, di S. P. Somtow recensione


Aquiliade

Come forse alcuni sanno sono autore di una saga ucronico-fantascientifica autopubblicata su Amazon (prima che qualcuno inizi a denigrare, sappia che i soldi che guadagno con questi libri autopubblicati sono pur pochi, ma sempre MOLTO di più di quello che mi arriva da quelli pubblicati con case editrici). Le popolazioni coinvolte in questa ucronia sono l'impero romano, il Giappone degli shogun, l'impero Maya, i vichinghi, i Pitti, i mongoli di Gengis Khan, il califfato arabo e gli indiani d'America, più qualche altra comparsata. Per questo sono sempre interessato a qualsiasi altra ucronia che riguarda le stesse popolazioni, soprattutto se ha elementi fantascientifici, e questo Aquiliade riguarda impero romano, indiani d'America e popolazioni precolombiane. Direi che ci siamo.

martedì 5 marzo 2024

Opinioni in pillole, film animati: Wish, Strange World, Lego Batman

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo in un unico articolo i commenti che ho scritto per alcuni film che ho visto, commenti troppo corti per diventare post a sé stanti e che non avevo voglia di approfondire. In questo caso, sono tutti e tre film d'animazione.
Essendo che a volte questi commenti rimangono ad aleggiare tra le bozze del blog a lungo, potrebbe essere passato davvero parecchio tempo da quando ho visto questi film al momento della pubblicazione.



Wish (2023)

Film chiaramente realizzato tenendo come riferimento i classici, da Biancaneve alla Sirenetta, ma che non riesce minimamente a raggiungere quelle vette.

In un regno fatato un re-mago che per un trauma di gioventù ha visto infrangersi i suoi sogni, per impedire agli abitanti del suo regno di soffrire allo stesso modo toglie loro, attraverso una festosa cerimonia per il compimento del diciottesimo anno, il loro sogno più grande e lo conserva, togliendo loro al contempo il ricordo di quale fosse questo sogno. Una volta al mese ne esaudisce uno, ma sceglie lui quale dal suo enorme e scenografico archivio. Infatti molti aspettano da tutta una vita che il loro sogno venga esaudito...

Ok, il re è chiaramente psicopatico, e ancora più psicopatici sono i suoi cittadini che lo osannano come il miglior re di sempre. Prendiamola per buona in quanto dovrebbe essere una favola. Ovviamente le cose precipiteranno quando la protagonista scoprirà che il re sceglie i sogni da realizzare in base a parametri precisi, volti più che altro al mantenimento dello status quo, e in particolare che quello di suo nonno non è destinato a essere mai scelto.
Dopo, così, de botto, senza senso, con una canzone la protagonista evocherà una stella dal cielo, una creaturina dotata di poteri magici, che la aiuterà a ribaltare la situazione.

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