martedì 13 maggio 2025

Opinioni in pillole, film per bambini ma anche no: Ozzy - Cucciolo Coraggioso, Il regno dei bravi bambini, Soul, Uno Rosso

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Nell'articolo di oggi andiamo a parlare di alcuni film che dovrebbero essere per bambini, ma il cui target non è proprio a fuoco.
Essendo che accumulo questi commenti tra le bozze per raccoglierli in articoli tematici, alcuni potrei averli visti davvero parecchio tempo fa.


Ozzy - Cucciolo Coraggioso (2016) recensione

Ozzy - Cucciolo Coraggioso (2016)

I proprietari di un cane vanno in vacanza per un mese, e lo lasciano in quello che sembra un resort per cani. Questo però invece che lo splendido albergo che sembrava si rivela essere ne più e né meno che una prigione, in cui i cani vengono obbligati a costruire cose tipo giocattoli per animali e simili. E, proprio come nella tipica prigione che avete visto in tutti i film carcerari, ci sono i secondini sadici, il direttore spietato, il mafioso con relativi scagnozzi, e tutto il solito campionario di cliché da film carcerari. Però sono cani.

La storia prende un po' da Fuga da Alcatraz, un po' da Le ali della libertà, parecchio da Fuga per la Libertà, ma sono sicuro che potrete riconoscerne altri. Se siete appassionati di film carcerari siete nel posto giusto. Se siete anche dei cinofili, avete trovato il paradiso. 

Ozzy - Cucciolo Coraggioso (2016) recensione

Rimane però un film per bambini. Come lo facciamo un film per bambini mantenendo però tutti i cliche carcerari di questo sottogenere? Semplice, non cambiamo una virgola della trama e dell'ambientazione ma facciamo i salti mortali tripli e carpiati per non mostrare la violenza tipica del genere carcerario. E questo a volte diventa abbastanza surreale, come quando per "torturare" il protagonista lo prendono a cuscinate, ma con aria mortalmente seria!

Sarebbe un film nella media, godibile come tutti i cartoni per bambini degli ultimi anni, se non fosse per questi strani contrasti che ti fanno fare strane smorfie mentre lo guardi, cercando di anticipare cosa si inventeranno nella prossima scena per non far vedere il protagonita pestato a sangue dagli scagnozzi del mafioso o altre cose del genere.



Il regno dei bravi bambini (2013) recensione


Il regno dei bravi bambini (2013)

Appena ho visto l'immagine su Amazon Prime mentre cercavamo un film da guardare ho detto: questo film fa paura di sicuro, guarda che faccia 'sto tizio! E mio figlio subito: guardiamolo, guardiamolo!
Vedendo la locandina qui sopra, potete darmi torto?

Film russo del 2013, c'è una bambina pestifera (almeno nelle intenzioni degli autori o comunque nei giudizi della sua famiglia, a me non sembra che faccia nulla di terribile), tanto che i suoi famigliari l'ultimo dell'anno (giorno in cui in Russia passa Babbo Natale a portare i doni) desiderano che al suo posto ci sia una brava bambina. Detto fatto, suonano alla porta e in un bel pacco ecco una bambina perfetta, ordinata, studiosa, rispettosa, diligente e chi più ne ha più ne metta. E la pestifera di prima? Semplice, dopo essere stata cancellata dalla memoria della sua famiglia viene portata via per finire in quello che ha tutta l'aria di un campo di rieducazione, in cui si insegna ai bambini a essere, appunto, bravi bambini. Tutti i metodi sono validi, lavaggio del cervello compreso.
Per fortuna il suo cane e il suo gatto non l'hanno dimenticata, e si ingegnano per andare a riprenderla.

Il regno dei bravi bambini (2013) recensione

Narrato come una favola nera, colpisce per la crudeltà che traspare in molti momenti. Ci sono parecchi passagi spaventosi, sia per gli automi-orologio pieni di lame e spuntoni, sia per i pesanti metodi di rieducazione che per gli inquietanti "bravi bambini", per non parlare del tizio sul poster, che appare parecchio schizofrenico. 

Niente male per un film televisivo per bambini le scenografie e gli effetti speciali in CGI, peccato per delle prove recitative che fanno gridare vendetta al cielo, in un film in cui l'unico che non sembri essere stato raccattato dalla strada subito prima dell'inizio delle riprese è proprio il cattivo. Non che sia De Niro neanche lui, comunque.
Consigliato ai bambini coraggiosi. Gli adulti potranno comunque apprezzare gli evidenti riferimenti ai regimi totalitari retti da governanti con personalità infantili, che spiano i loro cittadini e reprimono la protesta con il lavaggio del cervello (film russo, ricordo). Non roba che si trova spesso nei film per bambini. 


Soul (2020) recensione

Soul (2020)

Film della Pixar che si insinua nel solco di cose come Inside Out, con argomenti più "seri" di quelli che compaiono nella maggior parte dei film per bambini. Poche gag in favore di una storia fiabesca, e che non si risparmia qualche colpetto al cuore. Mio figlio ci è rimasto male quando, all'inizio, il protagonista muore...
Muore proprio nel momento in cui, finalmente, sembra che tutto stia per iniziare a girare nel verso giusto in una vita fin'ora inutile. Chiaro che non abbia nessuna voglia di raggiungere la "luce", quindi fa e disfa finché va a finire nel luogo dove si raccolgono le anime prima di incarnarsi. Nei suoi tentativi di tornare sulla Terra prima che i medici stacchino la spina al suo corpo si finge "mentore" di un'anima problematica...

La Pixar ci mostra qui la sua versione dell'aldilà, mettendo insieme un'anima che non si rassegna alla morte e un'altra che non ha nessuna intenzione di iniziare a vivere, doppiati molto bene in italiano da Neri Marcorè e Paola Cortellesi. 

Soul (2020) recensione

Da una parte Soul è un film stupendo, in grado di suscitare forti emozioni grazie anche alle splendide musiche (sempre che vi piaccia il jazz, ovviamente) e al magnifico lavoro grafico, in grado di presentarci una New York così viva e vitale da sembrare più vera del vero e un mondo dell'aldilà fatto di poetici colori pastello ma che non disdegna paesaggi e momenti inquietanti.
Il punto è che queste emozioni le suscita negli adulti. E' chiaro che, come anche per Inside OutSoul si rivolge agli adulti, perché è necessario avere un certo bagaglio di esperienze per cogliere le varie sfumature e farsi coinvolgere nel modo giusto. E forse anche per accettare un protagonista che per buona parte del film ha ben poco di positivo.
Comunque a mio figlio è piaciuto lo stesso, anche se non ha colto proprio tutto, quindi direi che il film è più che promosso.


Uno Rosso (2024) recensione

Uno Rosso (2024)

Questo film funziona al contrario degli altri presentati fin'ora in questo articolo: sul catalogo Prime è indicato come inadatto ai minori di 16 anni. Un film dove The Rock e Capitan America devono salvare Babbo Natale. Ma perché? Boh, forse per tutelare le loro giovani menti dalla spazzatura...
Quindi, mentre gli altri film di cui parlo in questo articolo sono film teoricamente per bambini ma che in realtà parlano agli adulti, vuoi per le citazioni o per le tematiche trattate, spesso incomprensibili a dei bambini, questo è un film per bambini fatto e finito. Ma inadatto ai minori di 16 anni sul catalogo della piattaforma online che lo distribuisce in Italia. Cioè, la stessa classificazione di Bone Tomahawk. Ma l'avete visto Bone Tomahawk? Ma che cazz...

Uno Rosso (2024) recensione

A parte queste considerazioni, devo dire comunque che nonostante abbia sentito parlare molto ma molto male di questo film io non l'ho trovato così pessimo. Alla fine è una commedia/action natalizia, che utilizza tutti gli stilemi tipici dei film di supereroi ma li applica a Babbo Natale, Polo Nord, Krampus e compagnia cantante. Lo guardi e te ne dimentichi immediatamente dopo, puro e banale intrattenimento per famiglie che non fa né più e né meno di quello che si propone.
Ma non fatelo vedere ai vostri figli che vi arrestano.

Il Moro

martedì 6 maggio 2025

Opinioni in pillole, libri di fantascienza mai finiti: Universi, Inverso, Central Station, Guerra per l'eternità.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!  

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di quattro libri che NON ho letto per intero, tendenzialmente perché mi sono rotto le balle prima.


Universi, di Stanislav Lem recensione


Universi, di Stanislav Lem

Universi, pubblicato da Mondadori nella collana Oscar Moderni - Baobab, è una raccolta di racconti dell'autore polacco, noto in particolar modo per il romanzo Solaris.
Dovrebbe essere una raccolta integrale o quasi, sicuramente è un volume abnorme, 1500 pagine, non l'ho pesato ma credetemi che tenerlo in mano mentre si è seduti sul water non è proprio comodo.
Ho preso questo libro in biblioteca, ma devo dire di non essermelo goduto granché. I racconti più belli li avevo già letti tutti (in particolare ho adorato quelli del ciclo Fiabe per robot), ma gli altri mi hanno un po' stufato, in paricolar modo quelli degli altri due cicli, Cyberiade e I viaggi del pilota Prix. Il primo ciclo parla di due inventori in grado di inventare qualsiasi cosa, alle prese con re e personaggi da fiaba. Le atmosfere sono in effetti quelle fiabesche già tipiche di Fiabe per robot, ma i racconti risultano spesso troppo lunghi e tutti abbastanza simili tra loro. Stesso difetto per I viaggi del pilota Prix, che abbandona l'atmosfera fiabesca in favore delle avventure di un pilota spaziale, avventure di stampo abbastanza realistico, Prisx è in effetti un astronauta e non un pilota di razzi alla Dan Dare, impegnato più a fare calcoli su rotte tangenti e campi gravitazionali che a sparacchiare contro alieni con la pistola a raggi, come invece mi aspettavo dopo aver letto i volumi precedenti. Interessanti, ma anche qui un po' noiosi e ripetitivi, alla fine ho letto solo i primi tre o quattro. I restanti racconti non sono tematici, ma ormai mi ero stancato e non sono andato avanti molto (non sono arrivato a pagina mille, per dire).
A parte quelli di Fiabe per robot che ho amato alla follia, i racconti di Stanislav Lem mi sono sembrati tutti buoni, ma nessuno davvero eccezionale (opinione mia, ci tengo a sottolinearlo prima di essere sommerso di insulti, che questo è uno di quegli autori che è meglio non toccare). Credo che il modo migliore di consultare questo volume, chiaramente un'edizione da collezione, sia di tenerlo lì e leggere un racconto ogni tanto, alternandolo con altro. Io invece dovevo restituirlo alla biblioteca pena l'invio di esattori nerboruti, quindi così ho fatto, senza troppi rimpianti, prima di portarlo a termine. I miei polsi ringraziano, le mie sedute sul water saranno meno faticose.

martedì 29 aprile 2025

JRPG per console portatili retrò: Shin Megami Tensei: Strange Journey e Half-minute Hero

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Stavolta parliamo di due JRPG, che non c'entrano nulla l'uno con l'altro se non per il fatto di essere usciti per due console portatili ormai vecchiotte e di essere appunto due JRPG. E anche per quello ho dei dubbi. 


Shin Megami Tensei: Strange Journey recensione

Shin Megami Tensei: Strange Journey

Gioco uscito nel 2009 per il Nintendo DS, facente parte dell'infinita saga di Shin Megami Tensei (qualcosa tipo 50 o 60 giochi). 
Ad avermi attirato verso questo gioco particolare, (oltre al fatto che possiedo un Nintendo DS che non mostra ancora intenzione di mollarmi) è l'ambientazione fantascientifica. Si sa infatti che la stragrande maggioranza dei JRPG ha ambientazioni fantasy o al massimo ibride. In Strange Journey, invece, la componente fantascientifica risulta preponderante, anche se ci sono i demoni.
Caratteristica di tutta la saga è infatti la possibilità di evocare dei demoni come alleati per combattere al nostro fianco... ma andiamo con ordine.

martedì 22 aprile 2025

Zagor: La figlia di Dharma, Wyandot, Manitoba Pearl

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla! 

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.

La figlia di Dharma, Zagor N. 714-716 recensione

La figlia di Dharma, Zagor N. 714-716, di Jacopo Rauch e Esposito Bros

Dharma la strega è personaggio secondario di una storia di una vita fa (1976, per l'esattezza). La stessa Dharma è tornata come antagonista principale in una storia del 2002, insieme alla figlia Nayana, e la stessa figlia ritorna ulteriormente in solitario in una storia del 2018. Almeno credo, queste informazioni le ho prese da una ricerca sul sito della Bonelli, ma la verità è che l'unica di queste storie che ricordo davvero è la prima. E' perché era anche la più bella, o perché l'ho letta quando ero giovane e non avevo letto altri millemila fumetti prima? Probabilmente entrambe le cose. E mi sa che anche in Bonelli pensino che io non sia l'unico, visto che il titolo della storia è La figlia di Dharma, mica Nayana, nonostante di Dharma quasi non si parli.

martedì 15 aprile 2025

Opinioni in pillole: Deadpool & Wolverine e Star Trek - Section 31

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni più o meno brevi, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. 
Di solito cerco di mettere insieme le opinioni in modo che ci sia almeno un "tema". Stavolta semplicemente butto lì la mia su due film abbastanza recenti, proprio perché se faccio passare troppo tempo poi qualsiasi discussione al riguardo muore (anche perché non è che si meritino di essere discussi a lungo).


Deadpool & Wolverine (2024)

Deadpool & Wolverine (2024)

Deadpool & Wolverine è in pratica lo Scary Movie della Marvel.

Non so se sia l'ingresso nella Disney o semplicemente una mancanza di idee, ma il punto è che questo invece di essere un film con dignità di film è una continua corsa alla citazione e al cameo in cui ogni tanto fa capolino un tentativo abbozzato di trama, ma timidamente, senza farsi notare troppo, altrimenti gli spettatori si distraggono dalle stupidaggini. Una quantità di rimandi, parodie e prese in giro di tutto l'universo cinematografico Marvel, indietro agli albori fino addirittura a Blade, degna appunto di quei film nati apposta per sbeffeggiarne altri, solitamente prendendo di mira un intero genere. Da Scary Movie a Hot Shots a L'aereo più pazzo del mondo (stiamo andando MOLTO più indietro di Blade!) e chi più ne ha più ne metta. Si vede che i produttori del MCU pensano di fare ormai genere a sé.

martedì 8 aprile 2025

Opinioni in pillole, fumetti di supereroi: Rorshach, Batman Reptilian, TMNT: The Last Ronin - Lost Years, Superman and the men of steel

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Stavolta (di nuovo) una manciata di fumetti di supereroi.


Rorshach, di Tom King, Jorge Fornes, Dave Stewart (2020) recensione

Rorshach, di Tom King, Jorge Fornes, Dave Stewart (2020)

Ho schivato senza nemmeno prenderlo in considerazione l'evento Doomsday Clock, che vedeva i personaggi di Watchmen in crossover con la DC. Un po' di più mi incuriosisce Before Watchmen, una serie di prequel dedicati ai vari personaggi, ma sono troppi numeri perché mi venga davvero voglia di leggerli.
Cosa c'è quindi in questo Rorshach, miniserie in 12 numeri, che mi ha spinto a leggerlo? Facile, il nome dell'autore: Tom King.
Negli ultimi anni Tom King è diventato uno di quegli autori di cui è imperativo leggere tutto. Alcune cose sono meravigliosealtre meno, ma sempre meritano di essere lette.
E come se la sarà cavata uno degli autori di punta della DC alle prese con il mito costruito da Alan Moore?
Davvero niente male è la risposta breve, ma possiamo spendere qualche parola in più.

martedì 1 aprile 2025

The Electric State: il racconto illustrato di Simon Stålenhag e il film Netflix, e già che ci siamo pure il videogioco

The Electric state, di Simon Stålenhag (2018) recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Si fa un gran parlare (male, per lo più) del film Netflix The Electric State, noto più che altro per la cifra folle che è costato. Giusto per dare qualcosa in più alla mia opinione rispetto a quella degli altri, ho deciso di leggermi prima il fumetto (che in realtà non è un fumetto) e parlarvene qui.
Quindi:

The Electric state, di Simon Stålenhag (2018)

Simon Stålenhag è un artista svedese, specializzato in arte digitale di genere retro-futuristico. In particolare il suo soggetto preferito sono edifici o macchinari in rovina in mezzo alla campagna, che danno un'idea di malinconia e di un mondo che è andato in una direzione diversa. Si tratta né più e né meno che di arte ucronica, che immagina un passato in cui la tecnologia si è evoluta più in fretta rispetto a quello che è successo nel nostro mondo, e in cui però a un certo punto tutto è collassato. Molte delle sue illustrazioni sono state pubblicate in raccolte, alcune unite solo da una certa continuità tematica, altre raccontano proprio una storia, per quanto vaga e senza parole. Almeno credo, in realtà non ho mai preso in mano una sua raccolta a parte The electric state, quindi non so dire se anche le altre avevano una storia scritta ad accompagnarle, ma da quel che ho capito per lo più no, erano solo raccolte di illustrazioni che in qualche caso, viste in sequenza, davano l'idea di una trama. Da una di queste raccolte di illustrazioni digitali, Tales From The Loop, è stata tratta l'omonima serie televisiva, che incorpora anche elementi dal gioco da tavolo tratto dallo stesso libro. Non l'ho vista.

Sul sito di Simon Stålenhag potete trovare una gran quantità di illustrazioni, comprese tutte o quasi quelle di The Electric State, senza però la storia che le accompagna. Vi metto qui una manciata di sue illustrazioni scelte a caso prese proprio da quel sito.

martedì 25 marzo 2025

La città proibita, l'urlo di Chen ritorna a terrorizzare l'occidente


La città proibita Mainetti recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Temevo di non riuscire a vedere questo film al cinema, ma per fortuna una sala dalle mie parti alla fine ha deciso di metterlo, anche se una settimana in ritardo. Già, perché ci tenevo, perché a volte si devono sostenere i film anche solo per il coraggio che hanno, il coraggio di fare "cose che normalmente in Italia non si fanno", ma che solo se hanno successo possono sperare di inaugurare un trend che possa tirare il cinema italiano fuori dal pantano in cui si trova.
Fortunatamente, non ho bisogno di consigliarvi di andare a vedere La Città Proibita perché così sostenete un certo modo di fare cinema in Italia: posso permettermi di consigliarvelo perché è davvero un bel film. Farò di più, sprecando per La Città Proibita il più grande complimento che si può fare a un film italiano: non sembra un film italiano. Non c'è praticamente una sola inquadratura che sembri il tipico film italiano, basti dire che nemmeno per un momento mi è venuto in mente René Ferretti che grida "Biascica, apri tutto", cosa che mi succede quasi sempre.

martedì 18 marzo 2025

Film di fantascienza: Automata, Prospect, Terminator - Destino Oscuro

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni più o meno brevi, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Stavolta parliamo di tre film che in realtà non hanno niente in comune se non essere tutti e tre di fantascienza. Come quasi sempre, i commenti sono stati scritti in tempi diversi, subito dopo aver visto il relativo film, quindi qualcuno potrebbe essere anche di un bel po' di tempo fa.


Automata recensione

Automata (2014)

Automata è un film di fantascienza del 2014 diretto da Gabe Ibáñez. Io però l'ho visto nel 2020, almeno credo perché è da allora questo pezzo aleggia tra le bozze del blog. Visto che sono solo quattro righe pensavo di allungarlo, ma non ricordo più una mazza del film e ho troppo poco tempo libero per riguardare qualsiasi film che abbia già visto, quindi vi beccate il commento così come l'ho trovato.

Antonio Banderas interpreta un agente assicurativo in forze a una società sussidiaria della ROC, l'unica compagnia che produce e ripara i pilgrim, robot umanoidi tuttofare governati da due leggi evidentemente derivate da quelle di Asimov.
I Pilgrim sono diventati l'asse su cui si regge la società, dopo che una catastrofe nucleare ha trasformato in deserto gran parte del pianeta e ucciso il 90% della popolazione. Ma questi schiavi meccanizzati possono a loro volta evolversi, come l'uomo dalla scimmia?

martedì 11 marzo 2025

Bioshock Infinite, per me un gioco davvero infinito!

BioShock Infinite (2013) recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ho avuto svariate difficoltà a finire questo gioco del 2013.

Bioshock Infinite è stato criticato perché troppo breve rispetto ad altri giochi dello stesso genere: una quindicina di ore in tutto.
Mi sento di dissentire: con il tempo che ho a disposizione per i videogiochi, in particolare per giocare al PC (mi riesce molto più facile giocare con il tablet o con il Nintendo DS, che permettono sessioni di gioco anche di pochi minuti per volta), e alternandolo ad altri giochi (su tablet e NDS, appunto) ad arrivare alla fine di Bioshock Infinite ci ho messo quasi un anno! Roba da pazzi! Ho capito perché si intitola così!

Tutta questa fatica, e ora non ho nemmeno voglia di scrivere una recensione. Comunque, facciamo questo sforzo. Ho amato i primi due Bioshock, un sacco. L'unico loro difetto era che erano troppo simili tra loro, il secondo sembrava un'espansione del primo più che un sequel.
Ho trovato quindi un'ottima idea per il terzo episodio quella di mantenere le tematiche, ma cambiare l'ambientazione: siamo sempre in un inizio '900 retrofuturistico, ma invece della città subacquea abbiamo una città tra le nuvole. Anche qui la città è stata fondata da un magnate visionario che ha attirato a sé molti cittadini benestanti che volevano staccarsi dagli Stati Uniti, in disaccordo con la loro politica. Anche qui ovviamente dietro ci sono strani magheggi politici e tecnologici e altra roba molto poco chiara.

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