Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché sempre più spesso mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante.
Stavolta metto insieme due film diretti dallo stesso regista. Li trovate nell'ordine in cui li ho visti, che è invertito rispetto all'ordine di uscita.
The Northman (2022)
Un film scritto dal regista dello stesso, Robert Eggers, con la collaborazione del poeta islandese Sjón (noto soprattutto per i testi delle canzoni di Björk, la quale ha a sua volta una piccola parte nel film): sembra quasi un esperimento, in tempi in cui i film sembrano sempre tratti da questo o da quello, e le sceneggiature originali sono rare come le volpi bianche. Ma non preoccupiamoci, in realtà anche The Northman è ispirato a qualcosa, e nello specifico alla leggenda di Amleth, personaggio della mitologia scandinava a cui anche Shakesperare si è ispirato per Amleto. Tutto nella norma, insomma.
Nonostante la storia sia decisamente diversa dalla versione più nota della vicenda di Amleto, basta il suo nome per farci capire le atmosfere che troveremo in questo film.
Tragedia, tragedia a palate, momenti onirici e surreali, eventi difficilmente spiegabili, sangue a secchi e un totale disprezzo per la vita di chiunque non abbia sangue nobile.
Wikipedia ci dice che il film è costato tra i 70 e i 90 milioni di dollari. Devo dire che durante la visione la mia impressione era che avesse dovuto costarne di meno, perché è sì una magnificenza visiva, ma mi sembrava quel tipo di magnificenza che si ottiene con una regia sapiente piuttosto che con un uso smodato degli effetti speciali.
Magnificenza visiva aiutata dalla verosimiglianza storica nella certosina ricostruzione di vestiti e ambienti, e dalla scelta di una fotografia livida in grado di cambiare anche la scelta dei colori a seconda dell'atto, per non parlare delle splendide scene surreali e/o oniriche, in grado di rimanere impresse a lungo nella memoria.
La storia non sarà particolarmente originale né complessa, ma ha il pregio di presentare un protagonista diverso da quello a cui i blockbuster degli ultimi anni ci hanno abituati: questo Amleth nemmeno per un momento finge di essere il "buono" della situazione, ammazza gente a carrettate senza farsi problemi e vive roso dall'odio e dalla vendetta fino a sfiorare la follia. Un film per adulti senza timore di esserlo, pur ambendo ad essere lo stesso un blockbuster, e senza che "per adulti" voglia dire solo tagliare qualche testa, dire qualche parolaccia e mostrare qualche chiappa. Piuttosto un viaggio in un periodo storico brutale, del quale qualcosa ho letto ma non ho mai studiato a fondo, quindi non saprei dire quanto sia preciso e quanto sia farina del sacco degli autori, in particolare per quanto riguarda gli svariati rituali sciamanici che vengono inscenati. Un viaggio pieno di simbolismi, di non facile lettura, ma nemmeno così criptici da togliere il piacere della visione. Sempre sul filo del rasoio tra realtà e illusione: le parti più surreali, sono successe davvero o sono solo nella testa del protagonista, tutt'altro che equilibrato? Decidete voi.
Altre considerazioni al di fuori dei meriti e difetti del film: Nicole Kidman è la maschera di sé stessa (ma niente da dire sulla sua capacità di recitare), sembra la sua versione ringiovanita dalla computer grafica vista in qualche altro film, e Ana-Taylor Joy non mi è mai piaciuta nemmeno un po', né come attrice né dal lato puramente estetico, continuo a chiedermi perché molti ne vadano pazzi.
Nel complesso comunque un gran bel film, bravi tutti.
The Lighthouse (2019)
Dopo The Northman mi sono deciso a recuperare anche la visione di The Lighthouse dello stesso regista, che avevo sempre rimandato. Ci è voluto un altro po', comunque finalmente ce l'ho fatta.
Anche qui oltre alla regia Eggers ha fatto anche la sceneggiatura, in collaborazione con il fratello Max.
Non che ci sia tutta questa gran storia. Siamo alla fine dell''800. Due uomini, tutti e due rudi, burberi, rozzi e facili alla rabbia, devono montare di guardia a un faro su un'isola. Il turno di quattro settimane viene prolungato di un tempo non quantificabile dall'arrivo di una tempesta, e i due sono costretti a prolungare la loro convivenza. Non serve che vi dica che, se già all'inizio proprio normali non sembrano, ci mettono poco ad andare completamente fuori di testa.
Questa è di base la trama del film, la convivenza forzata tra due uomini che iniziano ben presto a detestarsi a vicenda va a incidere sempre di più sulla loro psiche portandoli verso gesti sempre più estremi. La facilità con cui tracannano enormi quantità di pessimo alcool, poi, non fa che peggiorare la situazione. Non è chiaro se le visioni di cui uno dei due rimane spesso preda siano dovute all'alcool o a una sua predisposizione, ma portano quel tocco in più di surreale e onirico, come se l'impianto visivo non lo fosse già abbastanza.
Questa è l'interpretazione più "semplice" della trama, roba che potrebbe essere tranquillamente scritta sul retro di un francobollo lasciando pure lo spazio per i nomi degli attori (che tanto sono giusto due, più due comparse il cui tempo complessivo su schermo non credo superi il minuto). Gli indizi sparsi, però, contribuiscono a impreziosirla aggiungendo elementi intriganti, che potrebbero sfuggire a una visione superficiale. Come il gabbiano, che presumibilmente contiene l'anima del precedente inserviente del faro e la cui morte scatena la tempesta, e la sirena: già alla sua prima apparizione era una visione del protagonista, o piuttosto era una "vera" sirena ed è stato il suo grido a spingerlo ancora di più verso la follia e a causare le successive visioni?
Le simbologie e i sottotesti si sprecano, tra riferimenti sessuali e l'onnipresente materia liquida (acqua del mare, pioggia, alcool, e tutti i tipi di fluidi corporei che potete immaginare) che contribuisce ad aumentare l'impressione che la realtà stessa si stia sciogliendo.
Ma a caratterizzare maggiormente The Lighthouse sono l'aspetto visivo e le performance degli attori.
Robert Pattinson e Willem Dafoe danno prove di recitazione grandiose. Dafoe con i suoi monologhi teatrali riesce ad essere assolutamente spaventoso e ammaliante, ma anche Pattinson non è da meno per come riesce a esprimere la sua rabbia e la violenza sempre sul punto di esplodere.
Ma è soprattutto la parte visiva ad essere spettacolare, sempre che vi piaccia il genere. Il formato 1,19:1 impone enormi bande nere laterali negli schermi moderni, e insieme al bianco e nero ci riporta indietro nel tempo.
Ma è il "come" è stato usato questo bianco e nero a essere affascinante, ed è un modo che urla "cinema espressionista" a pieni polmoni. Le emozioni dei personaggi si possono leggere non solo nei loro corpi e nei loro volti, ma anche nelle ombre che li coprono e li scolpiscono. Willem Dafoe in particolare è spesso una vera e propria maschera teatrale.
Un altro film visivamente impressionante da parte di Robert Eggers, che difetta un po' in una trama tutto sommato prevedibile (ditemi che non si capisce come finisce entro i primi cinque minuti) ma arricchita da forti simbolismi.
Da vedere, e a questo punto non posso che sbavare nell'attesa del prossimo remake di Nosferatu, che sarà diretto sempre da lui.
Il Moro
Su Northman mi hai proprio incuriosito, sia perché sono appassionato di qualsiasi cosa ispirata o proveniente dalla penisola scandinava, sia perché amo i cattivi veramente cattivi (senza scusanti o moventi, come va tanto di moda ora). Lo devo recuperare.
RispondiEliminaPer l'altro, passo! Mi hai certamente incuriosito, soprattutto per la fotografia retro ma lo Scamarcio americano proprio non lo reggo! Magari recupero l'originale.
Ambientato su un faro, preferisco roba tipo The Vanishing... non ho capito se le sceneggiature sono entrambe ispirate allo stesso fatto accaduto realmente (ritrovarono solo i diari ma i guardiani non furono mai ritrovati).
Remake di Nosferatu? Grazie ma no grazie!
P.s. non mi arrivano più le notifiche per email, solo sul tuo blog... boh? 🤷♂️
Ah per le notifiche non saprei proprio, io per seguire i blog preferisco affidarmi a Feedly, un aggregatore di notizie in cui ho inserito tutti i blog che seguo e che mi mostra gli ultimi post pubblicati su ognuno.
EliminaPattinson è un bravo attore che ha avuto la sfiga di iniziare la carriera con una serie di film odiati da chiunque abbia un cervello. Ma all'inizio odiavamo tutti anche Di Caprio, quindi probabilmente anche Pattinson dovrà aspettare di diventare vecchio e grasso prima di avere il giusto riconoscimento! 😂
Non esiste un "originale", comunque, la storia è stata scritta dal regista.
Rivisto grazie all'arrivo su Prime Video (non so se c'è ancora) "Northman" l'ho apprezzato di più, soprattutto perché mi sono reso conto che è il remake scena per scena di "Conan il barbaro" ma fatto meglio: quello che John Milius aveva lasciato muto qui viene specificato e soprattutto le scene restituiscono molta più energia e vigore. Con la scusa di Amleth e trovate pubblicitarie varie, Eggers in realtà ha preso il meglio di Milius - la spada paterna, l'eroe che è una spada egli stesso, l'antico dio di pietra che passa all'eroe l'arma della riscossa, la rinascita dopo la crocifissione, ecc. - e l'ha reso in modo molto più spettacolare e potente.
RispondiEliminaOvviamente entrambi gli autori dovrebbero ringraziare Marlon Brando, il vero autore della storia originale, ma questa (come dice Re Conan) è un'altra storia :-P
E quando ce la racconti? ;-)
EliminaEccola ^_^ E' una storia di cinema puro che trovo splendida, per qualità dei nomi coinvolti ;-)
Eliminami ci fiondo!
EliminaPiaciuti entrambi, ma il primo molto di più ;)
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