Salve a tutti, è Il Moro che vi parla
Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi e meno brevi su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di Star Trek!
I commenti qui sotto sono stati scritti in momenti diversi, dopo aver visto la serie relativa, e li trovate nell'ordine in cui li ho scritti e in cui ho visto le serie.
Star Trek Lower Decks (fino alla terza stagione)
Star Trek: Lower Decks si conferma con la terza stagione la miglior serie che omaggia ironicamente Star Trek, superando il suo diretto concorrente, The Orville.
Lo spirito è lo stesso: non una parodia o una presa in giro, ma una visione ironica dell'universo creato da Gene Roddemberry. Laddove però The Orville prende l'universo e le storie di Star Trek e ci infila qualche gag qua e là, spesso in modo forzato, Lower Decks va a prendere in giro proprio gli stereotipi trekkiani, cavando le gag dal tessuto stesso della narrazione trek piuttosto che inserire elementi nuovi per far ridere. Si va a prendere in giro bonariamente Star Trek, piuttosto che rifare Star Trek con degli spunti comici.
Per questo risulta una serie meglio riuscita di The Orville, che aveva il difetto di non sapere bene da che parte stare, se essere una serie comica o "solo" una nuova stagione di Star Trek con i nomi cambiati.
Star Trek: Lower Decks invece sceglie rigorosamente il campo dell'animazione comico-fantascientifica, ma così facendo incorre in una trappola: andare a giocare nel territorio dei grandi. E' innegabile, infatti, che per quanto sia ben riuscita Lower Decks non regga il confronto con capolavori quali Futurama, Rick and Morty o anche solo Solar Opposites, serie poco conosciuta ma che è realizzata dagli stessi autori di Rick and Morty e si vede, tre stagioni disponibili su Disney Plus.
Da confronti di questo tipo non si può che uscire con le ossa rotte, ma Lower Decks ha dalla sua proprio l'essere una serie di Star Trek: gli appassionati coglieranno e adoreranno le citazioni e le prese in giro.
Consigliatissima a tutti i trekker dotati di senso dell'umorismo, quindi, ma ha poco senso per chi non ha Star Trek nel cuore.
Star Trek - Strange new Worlds prima stagione
Finalmente, dopo Picard e Discovery, una serie che è riuscita a farmi ricordare perché amo Star Trek.
Strange New Worlds si pone in modo simile a The Next Generation, cioè a metà strada tra TOS e DS9: c'è la minaccia della settimana, ci sono gli "strani, nuovi mondi" (sebbene in misura minore di quanto farebbe pensare il titolo), e ci sono anche i rapporti tra i personaggi, che solo per la brevità della stagione non hanno tempo di prendere la piega da telenovela che abbiamo visto sulla stazione comandata da Ben Sisko.
Il ritorno alla formula episodica non può che lsciarmi soddisfatto: chi ne può più dei film stiracchiati per portare una storia da due-tre ore fino alla decina?
Star Trek è una serie molto attaccata ai suoi attori (basti guardare le centinaia di fumetti usciti negli anni), e risulta strano vedere volti nuovi nei ruoli di personaggi che abbiamo amato in altra forma. Passi per Pike, Una e l'infermiera Chapel, che si erano visti poco ai tempi della TOS, altra storia per Uhura, Spock e Kirk, che fanno un effetto straniante. Soprattutto l'ultimo, potevano almeno prendere uno che avesse un minimo di somiglianza con William Shatner (so che nella serie ritornano altri personaggi dalla TOS, ma nell'una o nell'altra sono comparse o poco più. E nemmeno sono così geek da ricordami tutti i personaggi secondari di Star Trek). Ammetto di non essere mai riuscito a superare del tutto questo straniamento, e questi mi sono sempre sembrati più tizi somiglianti che gli stessi personaggi a cui ero affezionato. Ma è un limite mio.
Non sono neanche tanto convinto della caratterizzazione di Uhura, più simile al personaggio di Hoshi di Enterprise che alla Uhura classica.
Essendo episodi per lo più staccati l'uno dall'altro andrebbero esaminati uno per uno, ma non ne ho voglia. Direi che si attestano comunque su una buona media senza particolari eccellenze né particolari schifezze. L'unica cosa, nell'altrimenti ottimo episodio Portaci dove la sofferenza non arriva, nel finale vengono rivelate nuove informazioni al dottore per una cura per la figlia, che però risultano totalmente inutili visto cosa succede alla figlia pochi episodi dopo. Cioè, con quel poco di trama orizzontale che metti sei riuscito pure a sbagliarla!
In generale comunque posso dire di essermi affezionato ai personaggi e interessato alle loro vicende. Ora, sarebbe bello sapere se questa serie mi è piaciuta perché effettivamente merita, o solo in contrasto con gli orrobri della terribile terza stagione di Discovery e con la poco riuscita prima di Picard. Magari mi farò un'idea migliore con la seconda stagione, una volta esaurito l'effetto novità.
Star Trek - Picard, seconda stagione
Ho già avuto modo di parlare (abbastanza male) della prima stagione di Picard, che pure aveva le sue buone idee. Fortunatamente, la seconda si rivela decisamente migliore, in effetti l'ho detto già da subito: sarebbe bastato togliere quel cavolo di elfo Bene Gesserit e tutto sarebbe andato meglio! E infatti l'odioso Elnor è quasi del tutto assente, mi hanno dato retta, era ora!
Valgono alcune delle lamentele che ho già fatto a proposito della prima stagione. Niente esplorazione e "strani nuovi mondi", ma a questo punto va bene, perché per quello c'è Strange New Wolrds. Questa stagione, e l'intera serie, si rifanno piuttosto ai film di Star Trek, quelli vecchi (quelli belli), e infatti anche stavolta è un'unica storia lunga dieci ore. E poi continuano a non mostrarmi nulla né del futuro rispetto alla data "base" di Star Trek (il futuro della terza stagione di Discovery era meglio perderlo che trovarlo) né dell'universo narrativo al di fuori della Flotta Stellare, sono spariti anche gli sporadici accenni a questi argomenti fatti nella prima stagione. Per non sbagliare, si sceglie addirittura di replicare Rotta verso la Terra e spedire i nostri nel passato, cioè nel presente, per la maggior parte della serie.
Abbiamo poi svariate forzature di trama, allungamenti di brodo per portare il minutaggio a 10 puntate (a che diavolo serviva l'intera parte dell'interrogatorio di Picard?), dialoghi troppo lunghi (soprattutto quelli romantichelli di Rios), tecnologia spesso simile a tecnomagia (il teletrasporto portatile di Tallin sembra funzionare più o meno come il cacciavite sonico del Doctor Who: basta agitarlo a caso per ottenere esattamente l'effetto desiderato), cose poco chiare (il ruolo degli Osservatori è a dir poco oscuro, e secondo me piuttosto buttato lì), e altre un po' imbarazzanti (Picard che a ottant'anni suonati non solo ha una mezza storia d'amore con una che avrà la metà dei suoi anni [non è vero: ho controllato e Orla Brady ha la bellezza di 62 anni, complimenti, non li dimostra per niente! Comunque vent'anni in meno di Picard], ma si scoprono pure problematiche psicologiche irrisolte con la madre. Ottant'anni).
Insomma, le cose che non funzionano non mancano di certo.
Eppure, come anche per la prima serie, non sono riuscito a staccarmi finché non l'ho finita. La trama non è eccezionale ma è intrigante, i personaggi non sono perfetti ma viene voglia di sapere loro cosa succede dopo. L'utilizzo della regina Borg e di Q come avversari, uniti al solito Brent Spiner nel solito ruolo dello scienziato pazzo (se ho contato bene, i membri della famiglia Soong interpretati negli anni da Brent Spiner sono quattro e sono tutti scienziati pazzi, a dimostrazione che in quella famiglia hanno dei geni lunghi così, visto che oltre al genio e alla follia perpetuano all'infinito anche l'aspetto fisico), invece di essere una banale riproposizione di vecchi avversari risulta gradita, molto di più dei nemici riciclati da Mass Effect della prima stagione, dato che stiamo comunque parlando di un sequel di vecchie avventure. A questo proposito, è gradito anche il non indugiare troppo nell'autocitazione e nel far ricomparire vecchi personaggi, cosa che comunque avviene ma meno che nella prima stagione.
Insomma, c'è una qualche strana alchimia per cui il totale è maggiore della somma delle parti. Suppongo che c'entri molto anche la passione per un universo narrativo che mi ha accompagnato dall'infanzia. Se vedo un borg sono contento, fa niente se i loro puntatori laser verdi, stavolta montati sulle armi, vengono usati tipo venti volte per avvisare i protagonisti della loro presenza. Li avessero spenti la storia sarebbe finita in dieci minuti.
A questo punto mi toccherà guardarmi anche la terza stagione.
Il Moro
Altri articoli trekkosi:
- The Orville, seconda e terza stagione
- Star Trek - La serie animata
- Picard e gli elfi di Dune
- La trilogia della totalità, e gli altri libri di Star Trek scritti da William Shatner
- Star Trek Discovery, la terza stagione
- L'episodio speciale di halloween della geek league: Catspaw, episodio 2x07 di Start Trek TOS!
- Star Trek - Into Darkness
- Cosa avrei voluto vedere nei nuovi film su Star Trek
- Star Trek: Of gods and men
D'accordissimo con "Lower Decks", mentre sono decisamente più estremo su "Picard": di sicuro se hai trovato anche solo vagamente sopportabile la seconda di sicuro ti piacerà la terza, o almeno non ti dispiacerà, io invece ho trovato la serie un andare spavaldamente là dove il peggio non ha mai fine :-D
RispondiEliminaE sì che la seconda inizia col botto, la Regina è spettacolare e per un attimo si ha addirittura la sensazione che questa sia una serie Trek, che però purtroppo scompare subito, vista quanta energia si impiega nel raccontare l'amore saffico e l'immigrazione americane, due tipicissimi temi Trek...
"Strange New Worlds" mi ha fatto male a pelle, se non avessi dovuto cercare la citazione aliena alla penultima puntata non avrei neanche degnato di uno sguardo la serie. Finirà mai il senso di colpa per Kirk maschilista? Addirittura un equipaggio di cinquanta sfumature di gender e il capitano che cucina e fa i piatti per le sue donne, così su twitter non possono accusarlo di maschilismo? Smetterò di avere i conati Trek quando i produttori smetteranno di leggere i social.
Beh, l'integrazione razziale e sessuale non è che sia un tema così nuovo in Star Trek, solo che una volta era Star Trek ad andare coraggiosamente là dove gli sceneggiatori degli show popolari avevano paura di infilare le dita, adesso è Star Trek che si accoda alle tematiche del momento e non lo fa neanche molto bene, finendo per costruire la storia intorno a un messaggio che viene urlato a pieni polmoni, invece che inserire il messaggio nella storia e lasciare che sia lo spettatore a trarre le sue conclusioni.
EliminaSe hai apprezzato che nella seconda di Picard non hanno fatto ricomparire troppo vecchi personaggi, la terza ti darà un'overdose di TNG, visto che vi tornano praticamente tutti :D
RispondiEliminabeh, dipende anche da come li fanno tornare, immagino... Creare un seguito non è necessariamente la stessa cosa che riempire una storia di nostalgia. Nella prima stagione i "ritorni" avevano tanto l'aria di strizzate d'occhio fini a sé stesse. Boh, guarderò e ti farò sapere!
Elimina