Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Avendo solo da poco ho iniziato ad interessarmi al mondo dei librogame, gli strumenti a mia disposizione per recensire un libro di questo tipo sono abbastanza limitati.
L'unico libro game "fisico" che ho giocato (andavo ancora a scuola, quindi si parla di ere geologiche fa) era una storia di vampiri di cui non ricordo il titolo. Più di recente ho giocato su Android i primi due capitoli della serie Sorcery! di Steve Jackson, e ho iniziato più volte Fra tenebra e abisso.
Quello che è un po' mi blocca nei libro game (nonché il motivo per cui continuo a riiniziare Fra tenebra e abisso e non lo finisco mai) è questa cosa di doversi segnare statistiche e punteggi e fare calcoli. È una cosa che, semplicemente, non ho voglia di fare, per questo preferisco giocare con app che si memorizzano questi dati per conto loro.
Invece gioco volentieri alle avventure testuali, di alcune delle quali ho già parlato in passato su questo blog, e alle storie a bivi (sempre tutto sul cellulare o sul tablet). Per i precedenti articoli sul blog a riguardo seguite questo link. Beh, poi ci sono le storie a bivi di Topolino, naturalmente.
Steam Romance di Mala Spina appartiene a quest'ultima categoria, infatti si tratta di una storia a bivi, che non richiede di memorizzare statistiche, vincere combattimenti o risolvere enigmi. Senza Topolino, però.
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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giovedì 27 giugno 2019
lunedì 24 giugno 2019
A normal lost phone
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Può non essere immediato inquadrare A normal lost phone in un genere videoludico.
È un'avventura testuale, ma con una parte grafica e sonora. Ma forse sarebbe meglio parlare di storia interattiva, visto che non è propriamente un'"avventura" e che gli enigmi proposti sono pochi e abbastanza banali. Comunque con grafica, per quanto statica, e musica, quella niente male.
Il gioco è da giocare su cellulare, e simula un cellulare: una volta aperto, è come se teneste in mano un telefonino trovato per caso. Inizialmente si può accedere solo alla sezione dei messaggi, leggendo i quali si può iniziare a raggranellare un po' di informazioni sul proprietario del telefono, tra cui anche il fatto che è scomparso.
Sempre leggendo i messaggi si può intuire la password per accedere alla casella mail, e da lì la password per accedere ad un'altra sezione, da qui a una chat, e così via.
Può non essere immediato inquadrare A normal lost phone in un genere videoludico.
È un'avventura testuale, ma con una parte grafica e sonora. Ma forse sarebbe meglio parlare di storia interattiva, visto che non è propriamente un'"avventura" e che gli enigmi proposti sono pochi e abbastanza banali. Comunque con grafica, per quanto statica, e musica, quella niente male.
Il gioco è da giocare su cellulare, e simula un cellulare: una volta aperto, è come se teneste in mano un telefonino trovato per caso. Inizialmente si può accedere solo alla sezione dei messaggi, leggendo i quali si può iniziare a raggranellare un po' di informazioni sul proprietario del telefono, tra cui anche il fatto che è scomparso.
Sempre leggendo i messaggi si può intuire la password per accedere alla casella mail, e da lì la password per accedere ad un'altra sezione, da qui a una chat, e così via.
giovedì 20 giugno 2019
The expanse 2: Caliban, la guerra, di James S. A. Corey
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ho già parlato del primo volume della saga di The expanse, della coppia di scrittori che si nasconde sotto lo pseudonimo di James S.A. Corey. Anche in questo caso, non l'ho "letto" ma ho ascoltato la versione audiolibro, scaricabile tramite la piattaforma Audible di Amazon.
Ancora una volta gli attriti tra le potenze in gioco nel sistema solare, cioè la Terra, Marte e l'Alleanza dei Pianeti Esterni, sfociano in una guerra interplanetaria tra la Terra e Marte, guerra iniziata su Ganimede, il più grande dei satelliti di Giove, nonché il granaio del sistema solare. L'evento scatenante, però, non è dovuto a una di queste superpotenze, ma all'apparizione di un vero e proprio mostro, chiaramente un derivato della protomolecola del primo libro, che devasta gli avamposti della Terra e di Marte su Ganimede, prima di esplodere. I governi si accusano a vicenda, e le macchinazioni di alcuni politici fanno precipitare il tutto in un altro atto di quella guerra di cui abbiamo già avuto un assaggio nel primo libro.
In pratica nel sistema solare scoppia una guerra interplanetaria ogni tre anni, visto che questo è il tempo che è passato dal primo libro. E ogni volta James Holden e il suo equipaggio vengono coinvolti, praticamente per caso, e la vicenda in cui finiscono tirati dentro, in apparenza collegata alla guerra solo marginalmente, li porterà a scoprire la verità su ciò che sta dietro al mostro e alla guerra, fino a dare un contributo fondamentale per la sua fine. Tutto come da copione.
Ho già parlato del primo volume della saga di The expanse, della coppia di scrittori che si nasconde sotto lo pseudonimo di James S.A. Corey. Anche in questo caso, non l'ho "letto" ma ho ascoltato la versione audiolibro, scaricabile tramite la piattaforma Audible di Amazon.
Ancora una volta gli attriti tra le potenze in gioco nel sistema solare, cioè la Terra, Marte e l'Alleanza dei Pianeti Esterni, sfociano in una guerra interplanetaria tra la Terra e Marte, guerra iniziata su Ganimede, il più grande dei satelliti di Giove, nonché il granaio del sistema solare. L'evento scatenante, però, non è dovuto a una di queste superpotenze, ma all'apparizione di un vero e proprio mostro, chiaramente un derivato della protomolecola del primo libro, che devasta gli avamposti della Terra e di Marte su Ganimede, prima di esplodere. I governi si accusano a vicenda, e le macchinazioni di alcuni politici fanno precipitare il tutto in un altro atto di quella guerra di cui abbiamo già avuto un assaggio nel primo libro.
In pratica nel sistema solare scoppia una guerra interplanetaria ogni tre anni, visto che questo è il tempo che è passato dal primo libro. E ogni volta James Holden e il suo equipaggio vengono coinvolti, praticamente per caso, e la vicenda in cui finiscono tirati dentro, in apparenza collegata alla guerra solo marginalmente, li porterà a scoprire la verità su ciò che sta dietro al mostro e alla guerra, fino a dare un contributo fondamentale per la sua fine. Tutto come da copione.
giovedì 13 giugno 2019
Antonio de Luca e Dave Rapoza per i Masters Of The Universe!
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Questa volta due illustratori in una sola gallery per i MOTU, visto che hanno disegnato giusto cinque o sei figure ciascuno. Entrambi sono già apparsi in questo blog, ma visto che sto riorganizzando le gallery li rimetto qui e poi cancellerò l'altro post, più disordinato.
Sia l'italiano Antonio de Luca che l'americano Dave Rapoza propongono ritratti in primo piano dei nostri beniamini, con l'aspetto classico e disegnati da dio. Godeteveli.
Questa volta due illustratori in una sola gallery per i MOTU, visto che hanno disegnato giusto cinque o sei figure ciascuno. Entrambi sono già apparsi in questo blog, ma visto che sto riorganizzando le gallery li rimetto qui e poi cancellerò l'altro post, più disordinato.
Sia l'italiano Antonio de Luca che l'americano Dave Rapoza propongono ritratti in primo piano dei nostri beniamini, con l'aspetto classico e disegnati da dio. Godeteveli.
lunedì 10 giugno 2019
L'alba della notte, di Peter Hamilton
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ho tenuto per un bel po' a fare polvere in libreria i (molti) volumi che compongono la saga de L'alba della notte: approcciarsi a un compito così mastodontico non è cosa da decidere a cuor leggero.
L'alba della notte (The Night's Dawn Trilogy) è una trilogia di fantascienza pubblicata originariamente tra il 1996 e il 1999 dall'inglese Peter F. Hamilton.
I diritti per la pubblicazione italiana sono stati acquistati da Urania, ma i volumi di Urania di solito sono notoriamente degli agili volumetti da portare anche in giro. Come risolvere la questione di ripubblicare i mastodonti da circa 1200 pagine l'uno dell'edizione originale? L'unica soluzione era spezzettare.
Ecco quindi la suddivisione italiana dei libri originali:
The Reality Dysfunction (1996):
- La crisi della realtà 1 - Emergenza!
- La crisi della realtà 2 - Attacco!
- La crisi della realtà 3 - Potere totale
- La crisi della realtà 4 - Contrattacco
The Neutronium Alchemist (1997):
- L'alchimista delle stelle 1 - I morti contro i vivi
- L'alchimista delle stelle 2 - Il nemico
- L'alchimista delle stelle 3 - Collasso
- L'alchimista delle stelle 4 - Il grande conflitto
The Naked God (1999):
- Il dio nudo: prima parte
- Il dio nudo: seconda parte
Per un totale di dieci volumi (a 3.55 euro l'uno i primi 8 e 5.10 gli ultimi due, lunghi il doppio, nei primi anni 2000, che alla fine non è neanche tanto diverso rispetto a tre volumi a 15 euro l'uno).
giovedì 6 giugno 2019
Zagor le origini - Clear water
Salve a tutti, è il Moro che vi parla!
Non è possibile per me fare una recensione oggettiva di una miniserie che porta come titolo "Zagor le origini".
Non mi è possibile restare indifferente di fronte all'ingresso nell'era moderna di un personaggio che più di ogni altro mi ha accompagnato nella mia crescita, dall'infanzia fino adesso.
Da un po' di anni ho diversificato le mie letture quel tanto che basta da non aver più tempo di rileggere gli stessi albi, Ma fino al numero, boh, 400 o giù di lì, i miei albi di Zagor sono consumati per tutte le volte che li ho riletti.
Questo primo primo volume della miniserie che racconta nuovamente le origini dell'eroe ha, finalmente, un taglio talmente moderno da colpire come un cazzotto, confrontato con la tradizionale e ormai superata gabbia bonelliana. La disposizione delle vignette e il taglio delle inquadrature hanno finalmente recepito la lezione della scuola francese, ancor prima che americana. E il meraviglioso uso dei colori, che diventa anche espressivo con il forte contrasto tra rossi e verdi, e il modo in cui gli oggetti sullo sfondo sfumano nel colore per rendere l'idea della profondità, così lontano da decenni di "numeri cento" dalle colorazioni piatte e appiccicate su disegni che non tenevano conto del fatto che sarebbero stati colorati. Benvenuto Zagor, vecchio amico mio, nell'era moderna. Era ora.
Mentre lo leggevo l'occhio di mio figlio quattrenne è caduto sulla splash page con la sagoma di Zagor sullo sfondo nella capanna in fiamme, e mi ha chiesto: "è Batman?" (personaggio del quale peraltro per ora conosce solo i giocattoli). Ragazzo, tra un paio d'anni ti darò qualcosa da studiare...
Non è possibile per me fare una recensione oggettiva di una miniserie che porta come titolo "Zagor le origini".
Non mi è possibile restare indifferente di fronte all'ingresso nell'era moderna di un personaggio che più di ogni altro mi ha accompagnato nella mia crescita, dall'infanzia fino adesso.
Da un po' di anni ho diversificato le mie letture quel tanto che basta da non aver più tempo di rileggere gli stessi albi, Ma fino al numero, boh, 400 o giù di lì, i miei albi di Zagor sono consumati per tutte le volte che li ho riletti.
Questo primo primo volume della miniserie che racconta nuovamente le origini dell'eroe ha, finalmente, un taglio talmente moderno da colpire come un cazzotto, confrontato con la tradizionale e ormai superata gabbia bonelliana. La disposizione delle vignette e il taglio delle inquadrature hanno finalmente recepito la lezione della scuola francese, ancor prima che americana. E il meraviglioso uso dei colori, che diventa anche espressivo con il forte contrasto tra rossi e verdi, e il modo in cui gli oggetti sullo sfondo sfumano nel colore per rendere l'idea della profondità, così lontano da decenni di "numeri cento" dalle colorazioni piatte e appiccicate su disegni che non tenevano conto del fatto che sarebbero stati colorati. Benvenuto Zagor, vecchio amico mio, nell'era moderna. Era ora.
Mentre lo leggevo l'occhio di mio figlio quattrenne è caduto sulla splash page con la sagoma di Zagor sullo sfondo nella capanna in fiamme, e mi ha chiesto: "è Batman?" (personaggio del quale peraltro per ora conosce solo i giocattoli). Ragazzo, tra un paio d'anni ti darò qualcosa da studiare...
lunedì 3 giugno 2019
Il nuovo attore per Batman.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
La notizia ormai è di un paio di giorni fa: Robert Pattinson è stato selezionato come nuovo Batman cinematografico. L'ha spuntata dopo un lungo testa a testa di provini, a quanto pare anche piuttosto apprfonditi, con tanto di prove costume, con Nicholas Hoult.
Ora, a me di chi interpreta Batman fondamentalmente frega poco, non è mica Zagor.
La questione però mi ha portato a chiedermi come vengono scelti gli attori (senza avere nulla contro l'ex vampiro [non possiamo nemmeno dire che torna a indossare i panni di un pipistrello, visto che in Twilight nemmeno si trasformava... :-D ]).
Pattinson, nato a Londra nel 1986, che i più ricordano solo per Twilight, in realtà dopo quei filmacci ha fatto un po' di film di minor richiamo, lavorando perfino con Cronenberg, mica pizza e fichi. E nel tempo si è dimostrato un bravo attore.
Anche Nicholas Hoult, pure lui inglese, del 1989, ha come ruolo per il quale è principalmente ricordato quello di protagonista di Warm Bodies, storia nata proprio sfruttando l'onda lunga di Twilight (ma decisamente superiore), con gli zombi al posto dei vampiri. Poi ha fatto tra le altre cose anche la parte di Bestia negli ultimi tre film degli X-Men e di Nux in Mad Max: Fury Road.
La notizia ormai è di un paio di giorni fa: Robert Pattinson è stato selezionato come nuovo Batman cinematografico. L'ha spuntata dopo un lungo testa a testa di provini, a quanto pare anche piuttosto apprfonditi, con tanto di prove costume, con Nicholas Hoult.
Ora, a me di chi interpreta Batman fondamentalmente frega poco, non è mica Zagor.
La questione però mi ha portato a chiedermi come vengono scelti gli attori (senza avere nulla contro l'ex vampiro [non possiamo nemmeno dire che torna a indossare i panni di un pipistrello, visto che in Twilight nemmeno si trasformava... :-D ]).
Pattinson, nato a Londra nel 1986, che i più ricordano solo per Twilight, in realtà dopo quei filmacci ha fatto un po' di film di minor richiamo, lavorando perfino con Cronenberg, mica pizza e fichi. E nel tempo si è dimostrato un bravo attore.
Anche Nicholas Hoult, pure lui inglese, del 1989, ha come ruolo per il quale è principalmente ricordato quello di protagonista di Warm Bodies, storia nata proprio sfruttando l'onda lunga di Twilight (ma decisamente superiore), con gli zombi al posto dei vampiri. Poi ha fatto tra le altre cose anche la parte di Bestia negli ultimi tre film degli X-Men e di Nux in Mad Max: Fury Road.
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