martedì 27 dicembre 2022

Opinioni in pillole, fantastico italiano: Vilupera e The Italian Way of cooking

Salve a tutti, È il moro che vi parla!

Raccolgo in un unico articolo i commenti che ho scritto per alcuni libri che ho letto, commenti troppo corti per diventare post a sé stanti e che non ,mi andava di approfondire di più. In questo caso, vi parlo di due importanti esponenti della corrente del fantastico letterario italiano.



The Italian Way of cooking, di Marco Cardone recensione


The Italian Way of cooking, di Marco Cardone


Negli ultimi anni la letteratura italiana del fantastico mi ha dato grandi soddisfazioni.
Penso a My Little Moray Eel di Lucia Patrizi, Hydrostasis di Mirko Dadich, Poison fairies di Luca Tarenzi, la saga di Eternal War di Livio Gambarini, Riviera Napalm di Mazza e Sensolini, e altri di cui non ho parlato sul blog e di cui ora mi sfuggono i titoli. E ora si aggiunge anche questo Italian Way of cooking di Marco Cardone.

Trama: il proprietario e cuoco di un ristorante toscano si trova ad affrontare e uccidere un mostro. Come sbarazzarsi del cadavere? Beh, siamo in un ristorante...

Credo che queste due righe di sinossi ultra stringata siano sufficienti a stuzzicare la curiosità di molti di voi, e sono sicuro che lo faranno ancora di più quando vi dirò che a una buona idea corrisponde anche una trama che si sviluppa in modo intrigante e uno stile di scrittura frizzante e divertente.

Vorrei evitare di entrare più nel dettaglio della trama, visto che al protagonista succede un mucchio di roba e ogni ulteriore specifica sarebbe spoiler. Gli sviluppi non sono poi originalissimi, la tempesta di sfighe che si abbatte sul protagonista Nero sono una piega della trama abbastanza prevedibile, ma non fa niente quando hai un protagonista così simpatico. Nero è un personaggio meravigliosamente realistico e scritto benissimo, poco eroico, molto egoista, ma con dei valori che tutti possiamo condividere.

giovedì 22 dicembre 2022

Zagorianità n.22, con ben due miei articoli all'interno!


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

E' uscito il n. 22 di Zagorianità, rivista dedicata ovviamente a Zagor e legata al forum Zagor Te Nay, intitolato Chiamale anche emozioni.

Si tratta di una fanzine, cioè di una rivista redatta interamente dai fan, che contiene commenti e articoli di approfondimento sul mondo di Zagor. Da qualche tempo a questa parte anch'io collaboro con la rivista, che questa volta esce con ben due articoli a mia firma!

martedì 20 dicembre 2022

The Dig, una lavorazione travagliata per una delle migliori avventure grafiche di sempre


The Dig recension
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

C'è un asteroide in rotta di collisione verso la terra. L'unico modo di fermarlo senza spaccarlo in pezzi che andrebbero comunque a ricadere sul pianeta è montare su uno shuttle e andare a piazzare delle cariche in dei punti strategici dell'asteroide, per deviarne la rotta.
Se a qualcuno tutto questo fa venire in mente Armageddon o Deep impact, vi ricordo che entrambi questi film sono del 1998, il gioco è uscito nel 1995 ma la gestazione è iniziata addirittura nella seconda metà degli anni '80. Non escludo la presenza di fonti ispiratrici precedenti: così su due piedi mi viene in mente il film Meteor del 1979, con Sean Connery, nel quale però al meteorite sparavano missili da terra.

Il copione iniziale avrebbe dovuto essere un episodio della serie TV Amazing Stories, ideata e curata da Steven Spielberg, andata in onda negli USA tra il 1985 e il 1987. In seguito Spielberg decise di riutilizzare l'idea per un film, ma i costi di produzione lievitarono talmente che non se ne fece nulla. Spielberg pensò quindi di utilizzarla per un videogioco, e chiamò l'amico George Lucas che lo mise in contatto con i nomi più importanti della LucasArts. Il primo progetto era per un gioco action/adventure/RPG, un sistema troppo avanzato per l'epoca che avrebbe richiesto la creazione di un motore di gioco nuovo e apposito, e nessuno se la sentì di fare un investimento del genere.
Si passa quindi all'avventura grafica, ma i problemi sono tutt'altro che finiti. Steven Spielberg richiede una notevole spettacolarità per il gioco (oltre a un mucchio di scene splatter), tanto che sembra impossibile programmarla usando lo SCUMM.
Seguono ulteriori rimaneggiamenti, litigi, gente che rischia il posto, fino a che Spielberg non viene ridotto a più miti consigli (sia per la spettacolarità che per lo splatter) e si può finalmente iniziare a realizzare qualcosa con lo SCUMM, ma anche qui le cose continuano ad essere maledettamente complicate, le scene d'intermezzo (realizzate dalla Industrial Light&Magic) rimaneggiate più volte, eccetera.

martedì 13 dicembre 2022

Opinioni in pillole, Zagor: Il battello dei misteri, L'inarrestabile, La macchina del tempo

 Salve a tutti, È il moro che vi parla! 

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.



Zagor speciale n. 35, Il battello dei misteri

Trattasi di una raccolta di storie già edite ma al di fuori della serie regolare. Nella fattispecie, la più lunga e quella che da il titolo allo speciale è una storia pubblicata in formato a striscia qualche anno fa, imitando lo stile in cui erano pubblicate le prime storie di Zagor. L'imitazione continua anche nei disegni, Sedioli e Verni ci riportano ai tempi di Ferri, e nel ritmo della narrazione, che tiene conto del formato presentando una vicenda ben suddivisa in ogni albetto, con il ritorno alle didascalie, alcune delle quali illustrate. Una ventata di amarcord ben fatto perché invece di andare a ripescare argomenti e tematiche si è recuperata la modalità narrativa dei primi numeri, con tanto di didascalie (della cui scomparsa ancora mi dolgo).
Forse proprio grazie a questi vincoli Burattini qui è al suo meglio, orchestra una storia appassionante dal ritmo indiavolato priva degli spiegoni e dei cali di tensione che caratterizzano gran parte dei suoi ultimi lavori. 

martedì 6 dicembre 2022

Reborn, l'aldilà secondo Mark Millar

Reborn, l'aldilà secondo Mark Millar, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Mark Millar ha scritto dei grandi fumetti, quindi una possibilità gliela do sempre. Ma è anche un autore incostante, che viaggia spesso tra i diamanti e la cacca, quindi capita che molti suoi nuovi fumetti siano delle delusioni.
In questo caso non possiamo parlare proprio di cacca, ma di certo siamo lontani dai diamanti.
La tematica è: la vita dopo la morte.
In questo caso proprio di "vita" bisogna parlare, perché secondo Millar dopo la morte si finisce in un mondo fantasy reale quanto questo, in cui si può nuovamente invecchiare e morire.
Attenzione: per fare delle critiche puntuali a Reborn ho dovuto disseminare il testo che segue di SPOILER. Non è un fumetto di cui consiglio la lettura, ma se volete comunque leggerlo ripassate dopo che l'avete fatto.

Chi è stato "buono" in vita nel nuovo mondo si ritrova ad apparire con un'età diversa da quella in cui è morto, di solito più giovane ma non ci sono regole precise, e a volte con poteri magici. Chi è stato cattivo invece si ritrova in un corpo mostruoso, e a volte poteri magici anche lì.

C'è quindi questa eterna guerra tra il bene e il male, e la protagonista, morta da anziana, si ritrova nel suo corpo di vent'anni investita di un destino legato a una profezia, secondo la quale dovrà fermare i piani del cattivo cattivissimo di turno.

martedì 29 novembre 2022

The orville, seconda e terza stagione.

The orville, seconda e terza stagione, recensione


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

La prima stagione di The Orville era chiaramente un omaggio alle vecchie serie di Star Trek, TNG e DS9 in particolare, in cui venivano inseriti quasi a forza parolacce, gag sceme e argomenti scabrosi. 

Nella seconda stagione MacFarlane sembra essersi liberato dalla necessità di ricordare al mondo di essere l'autore dei Griffin e di American Dad, e cosa abbiamo quindi? Star Trek, preciso, in cui ogni tanto qualcuno fa una battuta scema ma senza mai arrivare ai livelli della prima stagione.

Se non fosse per la mancanza del teletrasporto e per il fatto che qui anche la Federazione ha la tecnologia di occultamento, potrebbero essere tranquillamente le avventure di un altro equipaggio della Flotta Stellare. Dopo le delusioni di Discovery Picard (Lower Decks non è niente male ma è una cosa diversa, e Strange New Worlds al momento in cui scrivo non l'ho ancora visto) rivediamo finalmente Star Trek, anche se in un'opera che non appartiene all'universo di Star Trek. Grazie, Seth. 

martedì 22 novembre 2022

Thor Love and Thunder: il peggior film del MCU?

Thor Love and Thunder
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Non serve essere un appassionato lettore di fumetti di Thor, cosa che in effetti non sono (non avevo nemmeno mai sentito parlare del macellatore di dei prima di questo film) per poter dire che Thor: love and Thunder è brutto

Non stiamo a parlare di quanto siamo lontani dall'epica dei fumetti, quello ormai lo dobbiamo dare per assodato. Il punto è che qui siamo lontani da qualsiasi epica.
Quando parliamo del dio del tuono, che ha a che fare con varie altre divinità da svariati phanteon e maneggia livelli di potere che i mortali si sognano (per quanto nei precedenti film l'impressione fosse che gli asgardiani più che vere divinità fossero solo alieni dotati di poteri notevoli), non si può prescindere dall'epica. 

Il protagonista che nel precedente Thor: Ragnarok (che pure non mi era dispiaciuto) e nei vari altri film in cui è apparso era un tipo simpatico e goliardico, qui è diventato un rincretinito totale, ai limiti del ritardo mentale, tanto che ci si chiede come faccia a piacere a una che oltre a essere una gnocca da competizione è anche un'astrofisica geniale. Legge di compensazione?
Gag infilate a forza, che per carità fanno anche abbastanza ridere, e ormai alla Marvel ci hanno abituati così. Ma il peggio è che anche nei momenti in cui le gag non ci sono, manca qualsiasi tipo di enfasi.
Succedono un sacco di cose, tutte troppo in fretta e tutte in modo piatto e banale. C'è una città di dei, e il massimo che ti viene in mente è il dio del ramen disegnato come un manga? Zues spaccone e interessato solo alle orge ci sta pure, d'altronde se ci ricordiamo la mitologia era quello disposto a imbrogliare, uccidere e trasformarsi in qualsiasi creatura pur di trombarsi qualche umana. Ma possibile che la città degli dei sia composta solo da Russel Crowe che recita tre metri sopra le righe e una manciata di comparse vestite d'oro? Non è un tema un po' troppo importante per essere relegato in una decina di minuti?

martedì 15 novembre 2022

Monsters, il film dove i mostri compaiono solo nel titolo

Monsters 2010 recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Altro post che aleggia tra le bozze del blog ormai da mesi, ogni tanto le passo al setaccio per vedere se riesco a evitare il lavoro di scrivere un articolo nuovo. Non è solo pigrizia, è anche scarsità di tempo

Monsters, del 2010, è il primo lungometraggio di Gareth Edwards, quello che gli ha permesso di balzare da un film basso budget alla regia di Godzilla e poi di Rogue One: a Star Wars Story (il quale, ricordiamolo, è il miglior film tra gli Star Wars moderni, anche se a me non è piaciuto). 

Non è neanche davvero un film di mostri. I mostri ci sono, ma non si vedono quasi mai .D'altronde, quello che non si vede fa molta più paura di quello che si vede, no? 

Ma in realtà non è neanche un film dell'orrore. 

La trama in due righe scarse: una zona del Messico è infestata da creature aliene. Due americani sono costretti dalle circostanze ad attraversarla per tornare in patria.

Sono evidenti gli echi dal film Stalker, ma la storia prende una piega diversa. Nel libro da cui è tratto StalkerPicnic sul ciglio della strada di Arkadij e Boris Strugackij, il focus non era tanto sulla zona infetta in sé, ma sulla vita di uno degli Stalker che fa dentro e fuori, rischiando la vita in modi bizzarri e inquietanti. Il film invece era incentrato sulle discussioni teologiche e filosofiche dei due protagonisti.
Anni fa ho provato anche il videogioco, ma mi sono stufato presto. Si tratta di un videogioco open world che ricorda molto Fallout, e quindi uno di quei giochi enormi dove in teoria dovresti perderti dietro a missioncine inutili. Quei giochi hanno smesso di fare per me da tempo.
 Il libro di Jeff VanderMeer Annientamento (il film non l'ho visto), anch'egli molto debitore nei confronti di Picnic sul ciglio della strada, preferisce concentrarsi più sulla bizzarria della Zona in sé. 
Vediamo come si pone allora Monsters con la sua zona infestata.

martedì 8 novembre 2022

Tex 738-744 Il trionfo di Mefisto

Tex 738-744 Il trionfo di Mefisto recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Parlo raramente di Tex sul blog, ma continuo a leggerlo, anche se non tutto. Ultimamente evito la serie regolare, colpevole di proporre eterne variazioni della stessa trama. Capisco che si rivolge a un pubblico che vuole quello, ma io non sono quel pubblico. 
Seguo ben più volentieri le storie nei volumi cartonati alla francese e la nuova serie Tex Willer con Tex da giovane, dove si seguono strade nuove. Ogni tanto qualche texone, toh.
Ma sono tornato alla serie regolare in occasione di questo "evento".

In realtà Il trionfo di Mefisto è il titolo dell'ultimo volume, non so quale sia il nome ufficiale di questa storia ma questo mi sembrava rappresentativo.
Non sono stato a contare in quante storie è apparso Mefisto (anche se le ho tutte in libreria), tanto c'è Wikipedia: questa è la decima apparizione di Mefisto, contando anche quattro storie di Yama in cui fa solo comparsate. Non mi risulta che ci siano anche storie di Yama in cui Mefisto non compare del tutto, lì Wikipedia non ci aiuta, ma non mi sembra. 

Il nuovo ritorno di Mefisto si articola in una quantità spropositata di albi. Non so se valga come storia più lunga di sempre (record che in precedenza apparteneva alla storia Gli uomini giaguaro di Guido Nolitta, se non sbaglio), visto che è divisa in due, la prima parte disegnata dai fratelli Cestaro e la seconda da Civitelli. La divisione ha senso anche dal punto di vista della trama visto che tra la prima e la seconda storia c'è uno stacco, passa qualche giorno e si cambia ambientazione.
Storia tanto strombazzata, con tanto di logo in copertina e numero di pagine maggiorato per l'ultimo volume, eppure alla fine sapete cos'è? Solo un'altra storia di Mefisto, niente di meno ma anche niente di più.

lunedì 31 ottobre 2022

The legend of Sleepy Hollow - iClassics collection

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Nel caso che qualcuno non se ne fosse accorto stasera è Halloween, e come chiunque altro abbia un blog, un canale Youtube o qualsiasi altro modo per comunicare in rete anch'io ho deciso di pubblicare un post a tema. Che originale, eh?
Addirittura, invece di fare semplicemente un articolo su qualcosa di horror, sono andato a recuperare La leggenda di Sleepy Hollow, racconto nel quale il terribile cavaliere senza testa usa lanciare nientepopodimeno che zucche intagliate in pieno stile Halloween. Cioè, più o meno.
Non ho però letto semplicemente il racconto, ma mi sono procurato una versione molto particolare.

iClassics Collection è una serie di app per Android e IOS che ripropongono dei classici della letteratura, da Poe a Lovecraft, da Dickens a Wilde, in una versione illustrata e interattiva, adattata alle possibilità degli smartphone.

Le storie sono accompagnate da musiche, effetti sonori, sfondi e disegni, spesso animati, che aumentano l'immersività della lettura. Buona parte dei disegni sono interattivi, il che significa che toccandoli si possono ottenere diversi effetti. Per esempio, gli occhi di un mostro potrebbero seguire il dito del lettore. Per interazione, chiaramente, si intende puramente grafica: non è un librogame in cui si può influenzare la storia.

Su questo blog trovate la recensione di un prodotto concettualmente identico a questo, l'app Lovecraft collection. Di quell'app al momento non si trova più traccia sul play store, ma questi iClassics sono talmente simili da farmi pensare che siano gli stessi sviluppatori che hanno cambiato nome (anche il fatto che entrambi i team siano spagnoli è un buon indizio). Quel racconto, però, non è al momento presente tra questi iClassics.

martedì 25 ottobre 2022

Snatcher, quasi una fanfiction di Blade Runner, ma scritta da Hideo Kojima.

Snatcher recensione
 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Snatcher è un videogioco del 1988, il secondo gioco di Hideo Kojima (ricopre qui il ruolo di sceneggiatore e designer) dopo il primissimo Metal Gear.

In una città presa di peso dal film Blade Runner, grosso palazzo a forma di piramide compreso, si sono scoperti dei robot umanoidi che hanno l'obiettivo di sostituirsi agli umani, in particolare a politici e personalità influenti di vario tipo. Nessuno sa da dove vengano, ma è stato formato un corpo speciale specializzato nella caccia a questi esseri. I membri di questo corpo sono chiamati junkers... e sembrano amare vestirsi con lunghi impermeabili. 

Il protagonista è uno di questi junkers, al suo primo giorno di lavoro. Sia lui che la sua ex moglie soffrono di amnesia, non ricordano nulla prima di pochi anni fa. Sanno solo che gli snatchers c'entrano qualcosa. Contro il parere della ex moglie lui è diventato un junker proprio per scoprire la verità. 

Sì, in pratica Hideo Kojima, l'uomo che ricopre d'oro tutto ciò che tocca, ha scritto la sua fanfiction di Blade Runner mettendoci anche qualcosa di L'invasione degli Ultracorpi (Invasion of the body snatcher), ma l'ha fatto sotto forma di videogioco.

martedì 18 ottobre 2022

Tutte le versioni di Hordak

Tutte le versioni di Hordak

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Dopo essermi sobbarcato l'allucinante compito di tenere conto di tutte le versioni di Skeletor esistenti, E quello un po' più semplice di tutte le versioni di She-Ra, ora ci provo di nuovo con tutte le versioni di Hordak.
Diciamo la verità, Skeletor è un figo ed è il simbolo dei MOTU quasi più di He-Man, ma Hordak non è da meno. Un design azzeccato per un cattivo che, come lo metti lo metti, è (quasi) sempre un bastardo malvagissimo e spacca in ogni variante. Mi è venuta quindi voglia di verificare quante versioni di Hordak siano uscite nel tempo, e anche quante versioni della sua storia, un po' come ho fatto per She-Ra. Perché, si sa, il canone è vago e nebuloso e cambia anche di molto nel giro di poco tempo.
Per le varie informazioni di questa biografia Hordakiana mi affido per lo più alla guida He-Man and the Masters of the Universe - A Character Guide and World Compendium vol. 1, integrandola con la mia memoria e con info trovate in rete su siti come battleramblog o he-man.fandom.com (il principale sito di riferimento per quanto riguarda i MOTU, he-man.org, attualmente è down, solo il forum è raggiungibile).

martedì 11 ottobre 2022

Opinioni in pillole, serie animate: Love, Death & Robots 3, Cowboy Bebop, Arcane, Pacific Rim - La zona oscura

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di serie animate di genere fantastico/fantascientifico. Visto che scrivo questi commentini dopo aver visto le serie e li tengo lì per accumularli, alcuni potrei averli visti davvero un sacco di tempo fa.


Love, Death & Robots terza stagione recensione

Love, Death & Robots terza stagione

La prima stagione non mi aveva fatto impazzire, e la seconda l'ho saltata del tutto. Ho deciso di riprovarci con la terza dato ne ho sentito parlare bene in rete. Chissà perché, poi.
Questa serie è fatta di cortometraggi brevissimi, tra 5 e 15 minuti, quindi anche le recensioni non possono che essere brevissime.

Tre robot: strategia d'uscita - carino, simpatico. Basta.
Un brutto viaggio - niente male, una storia di orrore marinaresco vecchio stile che sembra uscita dalle pagine di William Hope Hodgson, peccato per il design dei personaggi, resi in modo realistico ma con le proporzioni sballate. Fanno un effetto straniante, diciamo pure che siamo in piena "uncanny valley".
La pulsazione della macchina - carino anche questo, ma un po' troppo "onirico" per i miei gusti e sa tanto di già visto.
La notte dei minimorti - Ah ah, divertente. Ho già visto filmati realizzati in questo modo, e anche farlo con un'apocalisse zombi non è proprio l'idea più originale di sempre (date per esempio un'occhiata a questo simulatore di apocalisse zombi basato su Google Maps con visuale dall'alto). Però fa ridere.
Morte allo squadrone della morte - Boh, si spara un sacco, una di quelle cose che prende in giro la mentalità militare esasperandola, niente di che.
Sciame - Noioso, poco interessante, sicuramente il più debole della stagione.
Mason e i ratti - Ecco, questo mi è piaciuto abbastanza. Divertente, interessante, mi ricorda qualcosa che ho letto ma io di fantascienza ne ho letta un sacco, se è difficile sorprendermi è anche colpa mia.
Sepolti in sale a volta - Un corto dal sapore decisamente lovecraftiano, niente male anche questo.

Love, Death & Robots terza stagione recensione

Jibaro - Da solo vale tutti gli altri messi assieme, una specie di strega-sirena che si confronta con un conquistador sordomuto e reso folle dall'avidità, come erano per l'appunto i conquistadores (avidi, non sordi).

La stagione si attesta insomma su un livello discreto, seppur nessuno di questi episodi sia davvero memorabile, con l'unica eccezione dell'ultimo. 

martedì 4 ottobre 2022

High Rise - La rivolta

High Rise - La rivolta recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

High-Rise - La rivolta è un film del 2015 tratto dal romanzo Il condominio (High Rise) di J.B. Ballard, che invece è del 1976. Ci è voluto un po'.

Il film è ambientato negli anni '70, rispettando così la data di pubblicazione del romanzo. Infatti si vede molto sesso libero, droga ovunque, sballati di vario tipo a ogni livello.
Chissà se erano davvero così gli anni '70? Chi se li ricorda mi venga in aiuto, io sono del '78, non c'ero. 

Soprattutto, fumano tantissimo. Sembra che ogni personaggio fumi e lo faccia ovunque e in qualsiasi occasione. Questo mi sa che rispecchia abbastanza gli anni '70, perché più vado indietro con la memoria più ricordo gente che fuma.
Le ricerche volte a dimostrare che il fumo fa male sono iniziate già negli anni '50, ma sono sempre state combattute dalle campagne negazioniste dei produttori di sigarette. E' solo negli anni '80 che queste campagne negazioniste, ormai insostenibili, sono del tutto cessate, e sui pacchetti di sigarette sono apparsi quegli annunci di quanto il fumo fa male che vediamo ancora oggi. Possiamo quindi dire che negli anni '70 non era ancora proprio chiaro a tutti il legame tra il fumo e il cancro.
Anche l'aumento del costo delle sigarette, spropositato rispetto all'inflazione, fa parte della campagna contro il fumo, come le varie leggi restrittive che impediscono il fumo in alcuni luoghi (fortunatamente non ricordo quando si poteva fumare nei cinema, ma nei bar e nei locali ci ho fumato anch'io, quando ancora avevo questo vizio. Ancora mi chiedo come facevo a sopportare la puzza).
A metà degli anni '70 un pacchetto di Marlboro costava meno di 500 lire, corrispondenti a circa 2 euro e mezzo odierni, mentre oggi siamo intorno ai 6 euro. Negli Stati Uniti le cifre sono quasi le stesse. Se volete sapere quali sono i motivi che mi hanno spinto a smettere di fumare, sappiate che uno è sicuramente la scoperta che circa l'80% del costo delle sigarette sono tasse. Non l'unico, ma ha contribuito.
Ora, qualcuno mi spiega perché sono andato a perdermi in questa divagazione che non c'entra una mazza con il film?

mercoledì 28 settembre 2022

Trent'anni in Italia del Tagliaerbe: i videogiochi tratti dal film

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Oggi 28 settembre 2022 ricorrono i 30 anni dall'arrivo in Italia del film Il tagliaerbe (The Lawnmover Man), e Lucius mi ha coinvolto insieme a Cassidy e SamSimon per una celebrazione dell'evento.
Perchè un evento, effettivamente è stato. Un po' perché sfruttava immeritatamente il nome di Stephen King: il film porta lo stesso titolo di un racconto di Kink con il quale in realtà non ha praticamente alcuna similitudine, infatti il titolo iniziale, Stephen King's The Lawnmower Man, è stato rimosso dopo le proteste dello scrittore. E un po' per la novità dell'argomento, la realtà virtuale, la rete, il videogioco che diventa realtà, tutti argomenti "caldi" nel 1992.

Ovviamente, non potevano mancare delle trasposizioni videoludiche per un film che, già di suo, parlava evidentemente agli appassionati di videogiochi. E sarà proprio di questo che mi occuperò io oggi, lasciando ai miei illustri colleghi il compito di parlarvi del film.
Sì, perché negli anni '90 i videogiochi su licenza riguardavano di solito film dedicati ai teenagers, a parte casi particolari come quelli dove comparivano attori famosi quali Stallone o Schwarzenegger. Ma la ragione per cui venne fatto un videogioco per The Lawnmover Man è, chiaramente, solo il tema della realtà virtuale e le scene della stessa che si vedono nel film, già tremende da vedere all'epoca dell'uscita, figuriamoci oggi. 

Sebbene se ne parli come di un solo videogioco uscito in 6 diverse versioni per diverse piattaforme tra il 1993 e il 1995, alcune di queste versioni sono così diverse tra loro che difficilmente si possono considerare dei semplici "porting" tra l'una e l'altra console.

Quasi tutte queste versioni hanno un plot originale, che si configura come un "sequel" della storia del film (che, ricordiamo, ha effettivamente avuto un seguito, ma solo nel 1996).
Come finisce il film? Beh, se volete, chiamatelo SPOILER: sembra che Jobe, divenuto ormai totalmente virtuale, sia svanito nell'aria, ma ecco che tutti i telefoni del mondo iniziano a suonare contemporaneamente, come Jobe aveva detto che avrebbe fatto. Ha il futuro assicurato in una compagnia di telemarketing.
Chiaramente, nessuna delle idee viste in questi sequel videoludici è stata tenuta in considerazione per il secondo film della saga, uscito successivamente.

martedì 20 settembre 2022

Rachel Rising, di Terry Moore. L'originalità è sopravvalutata?

Rachel Rising, di Terry Moore recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Terry Moore è un autore completo, testi e disegni, che si muove principalmente nel cosiddetto fumetto indipendente. Terry Moore ha effettivamente fondato una sua etichetta personale per poter pubblicare Strangers in paradise, prima di passare alla Image, che non credo di poter considerare una casa editrice "indie", visto che al momento è il terzo editore di fumetti statunitense dopo Marvel e DC.

Comunque sia, Moore esordisce appunto con la lunga saga Strangers in paradise, seguita da Echo, Rachel RisingMotor Girl e al momento in cui scrivo sta pubblicando Five Years, che in pratica riunisce alcuni personaggi delle serie precedenti che risultano così collegate in un "Terryverso" (definizione sua).
Io tempo fa ho letto Echo. Ammetto che me lo ricordo poco, leggo un sacco e capita spesso che di un libro o un fumetto dopo un po' non ricordi più nulla della storia ma solo le sensazioni che mi ha lasciato, e Echo mi era piaciuto abbastanza.
Recentemente ho provato a leggere Strangers in paradise, ma l'ho mollato prima della fine del primo volume. Mentre Echo era una storia d'azione con elementi supereroistici, Strangers in paradise era una storia d'amore e basta, genere che non rientra esattamente nelle mie corde.
Non ero quindi molto convinto su Rachel Risingma quando ho saputo che si trattava di un horror-thriller ho capito che aveva buone probabilità di piacermi.

martedì 13 settembre 2022

Opinioni in pillole, Zagor: Acque Rosse, La Fratellanza Infernale, Una Ragazza in Pericolo

 Salve a tutti, È il moro che vi parla! 

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.


Color Zagor 15, Acque Rosse recensione

Color Zagor 15, Acque Rosse

Attenzione SPOILER!

Una storia discreta "poliziesca", con una buona idea di fondo ma un intreccio che poteva probabilmente essere reso meglio: la "pistola di Cechov" mostrata in quel punto permette di risolvere da soli metà del mistero, magari si poteva distribuire meglio gli indizi, anche se al momento non mi viene in mente come. Interessante il personaggio (che porta il volto di Boselli) così accecato dall'oro che non solo non capisce che potrebbe stare inseguendo solo un miraggio, ma non si rende nemmeno conto che la tuta da sommozzatore che ha inventato potrebbe fargli guadagnare molto di più. 

martedì 6 settembre 2022

Il risveglio dell'abisso (The Kraken Wakes), di John Wyndham

 

Il risveglio dell'abisso (The Kraken Wakes), di John Wyndham, recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

John Wyndham ha scritto uno dei miei romanzi preferiti di sempre, Il giorno dei trifidi. E' stato anche il primo suo romanzo che ho letto, quindi non dovrebbe sembrare strano se ho setacciato i banchi dei mercatini, quando ancora esistevano, in cerca di altre opere di questo autore.

Purtroppo, l'impressione è che Il giorno dei trifidi sia un unicum, un evento eccezionale, un colpo di genio che non si è più ripetuto. O forse è solo che quel romanzo ha toccato in me alcune corde particolari e in realtà non è poi tanto meglio degli altri. 
Fatto sta che dopo ho letto un paio di altri romanzi di Wyndham, senza più ritrovare la stessa magia. Non fa eccezione questo Il risveglio dell'abisso.

Si prega di notare la foto qui sopra, che è dell'edizione in mio possesso: 130 lire, 20 febbraio 1954. Niente, non è che valga nulla, l'ho pagato uno o due euro al mercatino, ma ormai abituato all'ebook reader come sono fa un po' specie tenere in mano un libro così vecchio, con le pagine scollate e ingiallite dal tempo.

giovedì 1 settembre 2022

Zagorianità n. 21, con un mio articolo sul rapporto tra Zagor e Lovecraft


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Solo una breve comunicazione di servizio, per ricordare a chiunque sia interessato che è disponibile il numero 21 di Zagorianità, fanzine dedicata al mondo di Zagor e strettamente legata al forum Zagortenay.

martedì 30 agosto 2022

I personaggi di Ucrònia disegnati da Midjourney

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

La mia bacheca Facebbok in questi giorni è intasata di disegni realizzati con Midjourney, la nuova intelligenza artificiale in grado di creare immagini. Mi è venuta quindi la curiosità di provarla, con una mezza idea di ricavarne copertine o illustrazioni per i miei ebook.

Per usare Midjourney bisogna darli un "prompt" con quello che si vuole ottenere, e guardando quelli degli altri e un paio di tutorial su Youtube ho avuto l'impressione di dover essere più dettagliato e specifico possibile. Quindi ho provato a creare un'immagine del protagonista del primo volume di UcròniaGladiator Kibernetes, che è appunto un gladiatore romano cibernetico con arti bionici.

prompt: Cybernetic gladiator standing in front with threatening posture, with bionic right arm and bionic left leg, normal left arm and normal right leg with sandalwood, with sword in left hand, with myrmillone helmet, illuminated from behind, inside the colosseum, highly detailed , --w 1600 --h 2560 --quality 2

I personaggi di Ucrònia disegnati da Midjourney

ARGH! Non esiste Photoshop che possa salvare 'sta roba. Forse ho esagerato con i dettagli, proviamo di nuovo.

martedì 23 agosto 2022

Prey, che non ha la parola "predator" nel titolo perché si vergogna

prey film predator recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Predator è un pezzo della mia giovinezza, quindi immaginate come aspettavo un seguito moderno? Esatto, come una martellata nelle parti basse, visti i risultati del 99,9% di questo tipo di operazioni. Ma l'hanno fatto lo stesso, e proprio perché è un pezzo della mia giovinezza ho "dovuto" vederlo, nonostante la puzza di boiata che continuavo a sentire nonostante tutte le recensioni entusiastiche che lo descrivevano come il migliore dei seguiti di Predator. Mi piacerebbe sapere che film hanno visto, così lo guardo anch'io.

Come in Legion, anche in Prey Amber Midthunder si ritrova a fare la parte della guerriera che mena tutti. Il che è abbastanza incomprensibile, visto che non ne ha né il fisico né le capacità, non mi risulta abbia nessuna preparazione marziale, al massimo qualche esperienza come ballerina [EDIT per i commentatori compulsivi di Facebook: rileggete la parte qui sopra e assicuratevi di averla capita prima di accusarmi di essere un maschio bianco col pisello piccolo spaventato dalle donne. Non che non siano creature spaventose]. Va beh, comunque è di etnia Sioux, quindi è più o meno giusto che interpreti una comanche, no? Sono lontani i tempi in cui Burt Lancaster poteva interpretare un apache nel film omonimo, e meno male perché faceva abbastanza ridere già all'epoca.
Ho lo stesso dei dubbi su questa donna comanche che si pitta la faccia anche per andare a dormire e a raccogliere la verdura, credevo lo facessero solo in occasioni particolari, ma visto che gli attori sono tutti indiani ne sapranno di sicuro più di me.

martedì 16 agosto 2022

Opinioni in Pillole, Zagor: Le storie di Guitar Jim, La foresta incantata, La vendicatrice

Salve a tutti, È il moro che vi parla! 

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.


Zagor le storie di Guitar Jim recensione

Zagor + n. 5: Le storiedi Guitar Jim

Un'altra raccolta di racconti brevi uniti da una cornice, che in questo caso vede Guitar Jim prendere tempo con dei banditi presentandosi loro come un menestrello intenzionato a raccontare storie in cambio di una cena.
Dopo lo Zagor+ n.3 in cui le storie erano tutte incentrate sul soprannaturale, abbiamo qui a fare da contraltare un volume in cui le storie sono tutte rigorosamente western. Per me ci può stare. Anzi, facessero una volta una raccolta di western, un'altra una raccolta di horror, un'altra una raccolta di thriller, un'altra una raccolta di fantasy e così via, insomma creare delle raccolte più o meno tematiche, per me sarebbe perfetto.

Zagor le storie di Guitar Jim recensione

La prima storia di questo speciale, Fuga nella foresta di Perniola e Laurenti, appare essere una semplice storia interlocutoria, un riempitivo se vogliamo. Uno scontro un po' banale tra Zagor è un gruppo di indiani feroci, quello che in una storia "normale" potrebbe fare al massimo da introduzione per una trama più complessa.

La prima è anche l'unica che non mi è piaciuta, le altre storie sono tutte dei discreti western, in cui Zagor spara molto e lascia dietro di sé un sacco di cadaveri. Burattini conferma la sua tendenza a mettere in bocca a Zagor e agli altri personaggi un sacco di spiegoni, come se si dovessero vantare della loro intelligenza. Buoni in generale i disegni, menzione particolare per Fabrizio de Fabritiis alla sua prima prova su Zagor, la storia da lui disegnata e scritta da Secchi è anche la migliore dell'albo. Tutte storie abbastanza classiche senza particolari guizzi d'inventiva o colpi di scena, ma che si lasciano leggere con piacere.
Si nota come il morigerato Zagor accetti un paio di volte di bere alcolici (oltre ad ammazzare un mucchio di gente, beninteso).

venerdì 29 luglio 2022

Pausa estiva!

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Solo una piccola comunicazione di servizio: il blog va in vacanza, quindi per due settimane non usciranno nuovi articoli. Cercherò comunque di rispondere ai commenti.

Ciao e buone ferie, sia che le abbiate già fatte sia che dobbiate ancora farle!


Il Moro


martedì 26 luglio 2022

Opinioni in pillole, film d'azione: Fast & Furious 9, Io sono Nessuno, RRR

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di film prevalentemente action.


Fast & Furious 9 recensione


Fast & Furious 9

Fate un gioco: guardate questo film e ogni volta che succede qualcosa di totalmente implausibile e che viola ogni legge della fisica, della logica e del buon senso, bevete un sorso. Potete scegliere la bevanda che preferite, ma vi suggerisco una birra leggerissima o non supererete sobri nemmeno il primo quarto d'ora.
Fast & Furious 9 sembra quasi indeciso tra essere un film di supereroi (perché nessun essere umano può uscire indenne da delle cose del genere) e una parodia, ma non ci sono supereroi e non si prende abbastanza in giro. Sì, c'è un momento in cui loro stessi ironizzano sul loro essere apparentemente indistruttibili, ma non basta. 

Non ricordo abbastanza bene i film precedenti (non li ricordo quasi per niente, in effetti) per sapere come questi tizi siano passati dal fare le gare clandestine con le macchine a missioni da superspie in giro per il mondo. Ma tanto non importa, la trama è quella parte fastidiosa e così stupida e senza senso da risultare incomprensibile che sta tra una scena d'azione e l'altra. Purtroppo queste parti dove c'è gente che parla di cose che non interessano a nessuno è decisamente troppo lunga, e delle due ore e venti di durata del film, anche al netto dei dieci minuti dei titoli di di coda, io ne avrei tagliati tranquillamente almeno tre quarti d'ora. 

martedì 19 luglio 2022

Future Man

Future man recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla

Serie statunitense del 2017, attualmente disponibile su Prime, Future Man è una storia di fantascienza con per tema principale il viaggio nel tempo, ma non aspettiamoci pipponi alla Dark: il tono di Future Man è decisamente ironico, per non dire quasi demenziale. 
Un ragazzo che lavora come inserviente in un laboratorio chimico di una casa farmaceutica sfoga le sue frustrazioni sui videogiochi, su uno in particolare, un videogioco di combattimenti in terza persona la cui ambientazione ricorda il futuro di Terminator. E' il primo a riuscire a terminarlo (ah ah, ha fatto la battuta!), e un istante dopo (in un momento leggermente imbarazzante) ecco che compaiono dal nulla due personaggi del videogioco, che gli dicono di provenire dal futuro e che hanno mandato quel videogioco nel passato per trovare l'eroe che possa aiutarli a impedire l'avverarsi del futuro raccontato nel gioco stesso.
Questo spassoso inizio è l'incipit di Future Man, una storia di viaggi nel tempo e gente che muore malissimo.

Siamo dalle parti della commedia nera, quel tipo di commedia dove l'esplosione di una testa fa ridere quasi quanto un ufficio pieno di gente che vomita. E fa ridere un sacco!

martedì 12 luglio 2022

Opinioni in pillole, film per ragazzi: Sonic - Il film, Luca, Jungle Cruise, Red, Cip e Ciop Agenti Speciali, Il Mostro dei Mari

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo riassuntivo, in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di film per bambini/ragazzi. 
Capita che scriva queste opinioni subito dopo aver visto il film, e le tenga lì a sobbollire ginché non ne ho accumulate abbastanza da farci un articolo. Trovate quindi qui sia film che ho visto settimana scorsa che film visti più di un anno fa, con relativi commenti scritti poco dopo aver visto il film, quindi se questo articolo vi sembra un collage è perché lo è.


Sonic - Il film 

Sonic - Il film  recensione

Non ho mai amato granché il gioco di sonic, ma all'epoca ci ho giocato un sacco lo stesso... Perché avevo solo quello! Ho provato negli ultimi anni qualcuna delle ultime edizioni, mollandole tutte dopo tre/quattro minuti al massimo. Effetto nostalgia un paio di...
 Il film è divertente e, ovviamente, velocissimo, con un fantastico Jim Carrey che al suo ruolo classico da matto. Mio figlio seienne qualche partita ai giochi l'ha fatta ma anche lui non è che abbia apprezzato molto,  gli è piaciuto di più il film.
Alla fine ci è piaciuto abbastanza, anche se probabilmente verrà ricordato di più per la campagna pubblicitaria con il primo orribile look di Sonic e i produttori che fingono di rimandare il film per rivederlo secondo le indicazioni dei fan. Sì, certo.

martedì 5 luglio 2022

L'isola dei liombruni, di Giovanni De Feo

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

L'isola dei liombruni, del 2011, se non sbaglio è il secondo romanzo di Giovanni De Feo, dopo l'ottimo Il mangianomi che lessi anni fa. Si inserisce in quel filone di storie con i ragazzini che rimangono da soli, senza gli adulti, solitamente su un'isola.

Vengono subito in mente Peter Pan e Il signore delle mosche, ma mi ha ricordato anche un romanzo che lessi una decina di anni fa intitolato Gone, di Michael Grant, primo di una saga della quale all'epoca esisteva in italiano solo il primo volume, quindi nemmeno finiva (la saga completa è poi stata ripubblicata l'anno scorso, a distanza oltre dieci anni).

Le storie di questo sottogenere possono differire per il motivo per cui gli adulti sono assenti, e qui possiamo dividerle in due ulteriori tronconi: gli adulti esistono ma sono altrove e non possono raggiungere i ragazzi (Peter Pan, Il signore delle mosche), oppure gli adulti non esistono più, scomparsi per un qualche motivo variabile, che può essere una malattia , un misterioso evento magico, o altro ancora (il già citato Gone, Anna di Niccolò Ammaniti, la serie TV The society, il fumetto Sacred Earth di Liz Suburbia, la serie di romanzi Berlin di Fabio Geda e Marco Magnone o, appunto, L'isola dei liombruni. Sentitevi liberi di segnalarmene altri esempi...).

martedì 28 giugno 2022

Opinioni in pillole, videogiochi d'azione 3D: Saints Row IV, Warhammer 40.000 - Space Marine

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Di nuovo un articolo di "opinioni in pillole", perché a volte mi riesce difficile scrivere articoli di una lunghezza accettabile su quello che guardo/gioco/leggo. Magari sono cose su cui ho poco da dire, oppure mi sta un po' passando la voglia di sbattermi per fare articoli lunghi e circostanziati, chi lo sa. Comunque sia, questa volta parlerò di due videogiochi che ho giocato nel primo trimestre del 2021 (che quindi non è l'anno di uscita del gioco, ma il momento in cui io li ho giocati! Ormai potrebbero essere quasi considerati retrogames... Sì, questo è uno di quegli articoli che aleggiano da un sacco di tempo tra i fantasmi del blog), due giochi d'azione con prospettiva in terza persona, giusto per dare un "tema" all'articolo.

Saints Row IV recensione

Il primo è Saints Row IV, del 2013 per PC. Un gioco davvero cretino.

I Saints, protagonisti degli episodi precedenti, dopo aver preso il controllo della città e altre amenità simili hanno salvato gli Stati Uniti dalla distruzione, e per qualche strana catena di conseguenze il loro capo è stato nominato presidente. Ma un'invasione aliena distrugge la terra e rinchiude i superstiti nel Matrix. Sì, è proprio uguale a quello del film. Il capo dei Saints riesce a liberarsi e a dominare la simulazione, acquisendo superpoteri, e lotta per liberare i suoi amici e vendicare la Terra.

Saints Row IV recensione
Armi non convenzionali

Il gioco è puro divertimento, il capo e gli altri Saints sono dei cazzoni incorreggibili e non mancheranno di dire e fare un mucchio di stupidaggini. Avete mai usato come arma in un videogioco una sonda rettale? Ecco.

La città simulata di Steelport è molto grande, anche se esistono free roaming molto più vasti, e costellata di missioni secondarie. Queste spesso prevedono di giocare in modo molto diverso dal gioco principale, A volte cambiando addirittura la grafica (mitica la sessione simil beat 'em up 2d in grafica 16 bit). Tonnellate di citazioni cinematografiche e videoludiche, soprattutto dagli anni '90, e un mucchio di piccole prelibatezze sparse qua e là per l'area di gioco, come i punti in cui la simulazione scazza e ambiente e persone si deformano e fanno cose strane. Punto più importante, l'editor del personaggio mi ha permesso di crearne uno molto somigliante a Bud Spencer, e così si vince facile.

Saints Row IV recensione
Ci sono anche armi normali, eh. Quella che fa ballare i bersagli non è tra quelle.


Difetti: alcune cose che si porta dietro dai capitoli precedenti risultano ora inutili, come le missioni coi veicoli. Perché andare in macchina quando a piedi si va molto più in fretta?
I poteri, poi, a volte sono così esagerati da creare confusione. Si corre talmente in fretta che non si vede più la strada, e a volte lo schermo si riempie talmente di esplosioni che non ci si capisce più niente. Inoltre c'è da dire che dopo un po' le missioni secondarie vengono a noia, per cui il consiglio è di fare solo quelle che vi danno delle effettive ricompense (difetto, questo, tipico di qualsiasi open world abbia mai giocato). Comunque un bel gioco, divertente, da provare.

martedì 21 giugno 2022

Freaks Out, i mostri del grande cinema italiano

Freaks Out recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Pur non essendo esattamente un film di supereroi, i protagonisti di Freaks Out sono persone con superpoteri, per quanto scarsi. Un po' come molti dei mutanti che compaiono nei fumetti degli X-Men, hanno dei poteri e devono conviverci, senza per questo diventare "eroi".
Ultimamente ho fatto un recupero degli ultimi film Marvel che non avevo visto, guardando a breve distanza Shang-ChiEternals e Spider-Man: No way home, e poco dopo ho guardato questo. Boh, sarò campanilista, ma mi sembra che non siano nemmeno da mettere vicino. I freak di Mainetti a parer mio asfaltano senza difficoltà la maggior parte dei film delle tutine Marvel, è vero che il tono è diverso, è vero che questo è un film "per adulti" che negli Stati Uniti non potrebbe vedere il PG13 neanche con il binocolo, ma comunque sempre di superesseri parla, quindi un confronto è possibile, seppur con tutti i distinguo del caso.

Il precedente film di Mainetti, Lo chiamavano Jeeg Robot, era un bel film. All'epoca ho scritto una recensione entusiastica, dovuta più che altro al fatto che si trattava di un film italiano. Ora, non so se sto subendo lo stesso effetto, ma francamente non credo che per Freaks Out valga la stessa cosa: questo film è bello a prescindere.

martedì 14 giugno 2022

Se mi ami, non morire

Se mi ami, non morire - Bury me, my love
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Anche questo post è tra quelli che aleggia tra i fantasmi delle bozze del blog da un po', in questo caso "solo" da tre anni. L'ho ripreso dopo aver fatto un terzo gameplay, e ora ve lo ripresento.

Abbiamo già analizzato un paio di videogiochi di questo tipo, per la precisione la saga dedicata a Taylor all'interno della serie di Lifeline e Zarya-1. In entrambi i casi si tratta di avventure di ambientazione fantascientifica, in cui bisogna dare consigli tramite chat a personaggi dispersi su pianeti alieni.

Nel caso di questo gioco del 2017 l'ambientazione non ha niente di fantascientifico, anche se agli occhi di molti può sembrare aliena quanto LV-486, e la chat non avviene tramite qualche strano sistema ultratecnologico: viene simulata una semplice chat di Whatsapp o app simili.

La storia prende l'avvio in Siria. Nour inizia la sua fuga dal paese natale in cerca di miglior fortuna in occidente, con l'intenzione di farsi successivamente raggiungere dal marito Majd.
Stiamo parlando, evidentemente, di immigrazione clandestina.
Nei panni (e nel cellulare) di Majd seguiamo quindi il viaggio di Nour attraverso la Siria, la Turchia, la Grecia, eccetera, tramite i messaggi e le foto che lei ci manda e una mappa che traccia la sua posizione.

martedì 7 giugno 2022

Opinioni in pillole, film russi da tempi non sospetti: T-34, Coma, The Blackout

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

In realtà questo articolo è già pronto dalla fine dell'anno scorso, ma per varie decisioni logistiche è slittato un bel po'. Poi la Russia ha fatto quello che ha fatto, e non mi osavo più tanto a pubblicarlo.
Ma, d'altronde, I film di cui parliamo sono tutti antecedenti alle ultime decisioni del governo russo, e probabilmente la maggior parte di quelli che ci hanno lavorato non hanno niente a che vedere con il governo stesso o le sue decisioni.
Oltretutto, due su tre sono film di guerra... Magari è il momento sbagliato per vedere dei film con dei russi che sparano, ma tant'è, io ormai l'articolo l'ho scritto e voi ve lo beccate. Al massimo evitate di guardarli.


T-34

T-34 recensione


Spinto dall'interessantissimo articolo al riguardo del Zinefilo, ho visto questo spettacolare film di guerra russo del 2018, e non posso che concordare con Lucius: a me i film di guerra hanno sempre fatto addormentare, ma questo ti tiene incollato alla sedia dall'inizio alla fine.
Non è di sicuro il primo film di guerra che non parla della guerra, ma delle persone che la combattono. In questo caso, è la storia di un comandante carrista russo impegnato a combattere contro i nazisti.
Il film si apre con uno scontro tra carri armati semplicemente spettacolare, nonostante i carri coinvolti siano relativamente pochi. Segno che non è necessario moltiplicare i fattori per ottenere risultati grandiosi. Insomma, stiamo parlando di carri armati: bestioni enormi e pesantissimi, difficilissimi da guidare ma dotati di una potenza di fuoco devastante, che fanno sentire i loro piloti contemporaneamente come divinità scese in terra e come topi in trappola. Questa è l'epica della guerra, faccenda sporca e schifosa ma che ha davvero regalato pagine epiche e materiale per film e romanzi per il resto dell'eternità. L'epica di pochi uomini per i quali è difficile dire se a muovere i loro passi sia il coraggio o la disperazione.
I carri si muovono con la lentezza e l'ineluttabilità di giganti, e ogni colpo sparato è come un fulmine divino. Non è uno di quei film dove si sprecano centinaia di proiettili per non colpire nulla, qui ogni colpo conta e viene seguito dalla regia con scene al rallentatore che Snyder dovrebbe studiare un po', per poi terminare con il suo effetto devastante.

T-34 recensione


Dopo la lunga battaglia iniziale c'è uno stacco dopo il quale troviamo il protagonista prigioniero in un campo di concentramento, nel quale gli viene data la possibilità di guidare di nuovo un carro armato T-34 per fare da bersaglio in delle esercitazioni dell'esercito nazista.
Un compito tutt'altro che piacevole, ma è anche un'occasione troppo ghiotta. Una volta messa insieme una squadra (e dopo aver avuto un bel colpo di fortuna) ecco che il piano di fuga prende forma.
Questo film non pretende certo di essere realistico, tra botte di fortuna che si possono accettare solo in un film, nazisti macchiettistici e nemici che non riescono mai a colpire un bersaglio grosso come una casa, ma l'abilità con cui il tutto viene messo in scena e grazie anche alle musiche che sottolineano in modo perfetto gli eventi questo film scorre in modo fantastico. Certo, c'è un po' di apologia filo-russa, ma è più blanda di quel che si potrebbe pensare e non da nessun fastidio [almeno, questo è quello che pensavo quando ho scritto questo post, prima che la Russia iniziasse a mandare davvero carri armati ingiro, NdMeStessoDelPresente).

Ok, forse ci sono film di guerra, e ci sono film d'azione ambientati durante la guerra, film in cui non si perde troppo tempo a riflettere su quanto la guerra sia barbara e ingiusta e a piangere sul destino dei giovani che combattendo hanno perso la vita, preferendo usare quel setting per mostrare grandiose scene d'azione. Questo appartiene alla seconda categoria, e tra quelli è sicuramente tra i migliori.

martedì 31 maggio 2022

Alle montagne della follia, di H.P. Lovecraft

Le montagne della follia, di H.P. Lovecraft
Salve a tutti, È il moro che vi parla!

Vi presento qui di seguito un manuale per farsi detestare in qualsiasi circolo di narrativa, non solo del fantastico. Un metodo infallibile, che può essere riassunto agevolmente in una sola frase: parlare male di Lovecraft..

Ora, io non intendo parlar male di lovecraft in, in realtà. Intendo parlar male di una sua opera che, guarda caso, è anche una delle sue opere più famose: Alle montagne della follia, o, più spesso, Le montagne della follia.

Ora, sarà che io vivo nel 2022 e ho letto centinaia di libri e racconti fantastici, horror e fantascientifici, molti dei quali derivativi dalle opere dello stesso Lovecraft, ed è probabilmente per questo che non riesco a mettermi nei panni di un lettore del 1936 e che si trova davanti un'opera, per l'epoca, innovativa sotto diversi punti di vista (viene anche considerata la prima opera riguardante storie di spedizioni in regioni polari).

Sia come sia, ho trovato Alle montagne della follia di una noia mortale.

giovedì 26 maggio 2022

Dottor Strange nel multiverso della follia

Dottor Strange nel multiverso della follia recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ammettiamolo, eravamo tutti curiosi di vedere questo film, ma mica per il Dottor Stefano Strano, o perché è l'ennesima puntata dell'enorme telenovela cinematografica che ha cambiato il modo di fare cinema negli ultimi 10 anni. No, tutti aspettavamo solo Sam Raimi. 

Cosa farà Sam Raimi? Si piegherà alle richieste del carrozzone Marvel e dell'onnipotente Disney oppure riuscirà a farsi valere e a produrre qualcosa degno del suo nome? Sarà come i primi film dell'Uomo Ragno? Beh, impossibile che sia come La Casa, no?

Ebbene, il nostro Sam ce l'ha fatta: ha portato nella Marvel quello che è il suo modo di fare cinema e quello che i suoi fans amano di più. Per la prima volta non ho dovuto limitarmi a prendere atto di tutte le citazioni che i fan della Marvel riuscivano a beccare e che a me sfuggivano completamente: stavolta ho beccato io tutte le citazioni agli horror di Raimi! Dalle più evidenti, come quel cameo, a quelle più vaghe, come alcuni tipici movimenti di macchina, per non parlare di quello che si configura ormai come un certo feticismo per i libri maledetti. 

martedì 24 maggio 2022

Opinioni in pillole, film Marvel: Shang-Chi, Eternals, Spider-Man: No Way Home

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso ho raccolto qui i commenti per tre degli ultimi film Marvel, tutti da me visti sul divano. E' un po' che la Marvel non riesce più ad attirarmi al cinema, lo ammetto.


Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli

Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli recensione

Non so un accidente di questo personaggio, so che esiste ma non ho idea nemmeno di come sia fatto il suo costume. E non ho nemmeno letto nulla a riguardo del film, né recensioni, né approfondimenti né niente, quindi quanto segue è tutto legato esclusivamente alle mie impressioni durante la visione.

Shang-Chi si rifa chiaramente ai film di arti marziali cinesi. Non sono uno studioso del genere, quindi magari a questo punto dirò qualche castroneria, mi aspetto di essere pesantemente redarguito nei commenti.
La parte iniziale nel passato sembra, e probabilmente è, la fedele riproduzione live-action di un Dinasty Warriors a caso o altro videogioco di genere musou ("colui che non ha rivali"), cioè quei giochi dove singoli guerrieri potentissimi menano centinaia di nemici contemporaneamente su campi di battaglia, anche questi quasi sempre di ambientazione cinese o giapponese. In questo senso, mi è anche piaciuto.
La parte successiva, poi, appare ispirata ai film di genere gogfu, a cui noi di solito ci riferiamo semplicemente come ai "film di menare cinesi". Quelli di Bruce Lee, per dire, di enorme successo sia nel paese d'origine che nell'Italia degli anni '60 e '70, come ben ci racconta il Zinefilo nel suo ciclo dedicato.
Ci sono poi delle parti che sembrano rifarsi invece al wuxiapian, genere identificabile con quello che noi chiameremmo "cappa e spada", ambientato quasi sempre nel medioevo cinese. Storie di guerra e/o di vendetta, con la caratteristica di poggiare le loro fondamenta sui combattimenti realizzati con l'ausilio di cavi. I personaggi dei wuxiapian svolazzano qua e là scambiandosi colpi in quelli che sembrano più balletti aerei che duelli, con movimenti aggraziati e vestiti svolazzanti. Il film più famoso di questo genere in occidente è probabilmente La tigre e il dragone, l'unico film di arti marziali ad aver vinto un oscar (nel suo caso addirittura quattro, oltre a una paccata di altri premi), ma il genere è popolarissimo in Cina e i film prodotti sono centinaia.
Mi piacciono molto i combattimenti dei wuxia, ma ammetto che mi risulta più facile guardare gli spezzoni relativi su Youtube. I film di questo tipo hanno la tendenza ad essere mortalmente noiosi quando non combattono, e a volte anche quando combattono. Quindi alla fine ne ho visti pochi, e di quei pochi devo dire che il mio preferito è Hero.

martedì 17 maggio 2022

Opinioni in pillole su Zagor: L'acqua che urla, Da un antico passato, Vulture Peak

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.


Zagor+ n. 4, L'acqua che urla, di Luca Barbieri ed Emanuele Barison, recensione


Zagor+ n. 4, L'acqua che urla, di Luca Barbieri ed Emanuele Barison

Leggo solo pareri positivi su questa storia, ma a me ha lasciato ben poco.
Il punto è che è una storia che sarà pure ben scritta, ma è già sentita e strasentita. Una classica rivolta indiana con i coloni da salvare e la giustizia che non sta mai da una parte sola. Se esistesse un "manuale su come scrivere Zagor", l'autore in questo caso l'avrebbe seguito punto per punto.
Il risultato è una storia di Zagor che, pur non essendo né brutta né deludente in nessun aspetto, non ha nemmeno nessuna caratteristica che le permetta di rimanere nella memoria, risultanto troppo simile a molte altre. Sono sicuro che me la sarà completamente dimenticata nel giro di una settimana.
Sembra una storia scritta apposta per far ritrovare il gusto delle "belle storie di una volta", visto che contiene tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna di storie molto amate. Però visto che io quelle storie le ho già lette tutte (e più volte), questa mi da l'impressione di minestra riscaldata.
Se, invece, l'obbiettivo fosse far conoscere ai lettori "giovani" quella che è una "tipica storia western dello Spirito Con La Scure", allora è stato completamente centrato.

martedì 10 maggio 2022

Autonomous, di Annalee Newitz, l'audiolibro

Autonomous, di Annalee Newitz, l'audiolibro, recensione
 Salve a tutti, È il moro che vi parla!

Autonomous è un romanzo di fantascienza del 2017, da me ascoltato sotto forma di audiolibro scaricato dalla piattaforma Audible di Amazon.

Due sono i principali spunti fantascientifici di questo romanzo. Il più evidente sono i BOT, che altro non sono che dei robot senzienti, alcuni di forma praticamente identica agli umani, altri macchine solo vagamente umanoidi, utilizzati nei modi più disparati similmente a degli schiavi, e come gli schiavi possono essere liberati.
Ma la storia ruota principalmente intorno ai brevetti farmaceutici, detenuti dalle solite multinazionali farmaceutiche malvagie.

Una droga legale che aumenta l'efficienza nel lavoro provoca un tremendo effetto collaterale: chi ne abusa diventa dipendente dal lavoro, al punto di scordarsi di mangiare e dormire per continuare a lavorare in modo ossessivo. Il problema pare legato a una partita di medicinale fallato, diffuso nel mercato nero da un pirata dei brevetti.
Il pirata dei brevetti in questione, una scienziata clandestina di nome Jack, fa ingegneria inversa sulle medicine creando così delle copie perfette da diffondere a prezzi molto inferiori a quelli delle medicine ufficiali. Jack sa che la medicina da lei creata non è per nulla fallata: era l'originale ad avere il problema, ma la multinazionale farmaceutica malvagia in questione trova ovviamente molto più comodo usare lei come capro espiatorio, costringendola alla fuga e a mettersi alla ricerca delle prove per sostenere la sua innocenza.
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