martedì 28 febbraio 2023

Opinioni in pillole, fumetti americani senza supereroi: Robot 13, Maleficio, Flintstones Beyond, Motor Girl, Cinque anni

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo qui un po' di commenti che ho scritto per fumetti che ho letto di recente, commenti troppo corti per diventare articoli a sé stanti. Questa volta ho messo assieme una manciata di fumetti americani ma che non contemplano i soliti supereroi.


Robot 13, di Thomas Hall e Daniel Bredford

Robot 13 recensione

Un fumetto scritto come l'avrebbe scritto Mike Mignola, disegnato come l'avrebbe disegnato Mike Mignola, ma con un argomento più "cool" e "pop" di quelli utilizzati da Mignola di solito: i miti greci al posto di quelli celtici. L'avesse fatto Mignola direi che è niente male, ma visto che non l'ha fatto lui cosa devo pensare di quest'opera che copia spudoratamente il suo stile? Sarei comunque abbastanza curioso di andare avanti, ma non ho mai visto i volumi successivi... 

Robot 13 recensione

martedì 21 febbraio 2023

Indiani d'america nei picchiaduro

Indiani d'america nei picchiaduro t.hawk
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un po' di tempo fa mi è balenata l'idea di fare una ricerca sui personaggi nativi americani nei videogiochi. Ci ho messo poco però a capire che ce ne sono un fottio, spesso relegati al ruolo di comparse o di antagonisti secondari, raramente protagonisti, comunque sono "tanti", e le ricerche mi avrebbero portato via troppo tempo, oltre ad ottenere un articolo esageratamente lungo.
Ho quindi deciso di limitare la ricerca a un genere videoludico che, tempo fa, era quello da me più giocato in assoluto: i picchiaduro uno contro uno (genere a cui in realtà ultimamente sono diventato abbastanza allergico). Questo perché, a differenza che in molti altri giochi, come ad esempio gli strategici, in cui ci sono degli "indiani" molto generici, qui i personaggi sono precisi e definiti e hanno storie e caratteristiche ben note.

Andiamo quindi a cominciare con le prime apparizioni di dei pellerossa nei beat'em up!

martedì 14 febbraio 2023

Athena: la vitaccia nelle banlieu francesi

Athena Netflix recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Esistono diversi film francesi che raccontano delle "banlieu" come di quartieri degradati sempre sull'orlo della ribellione contro il potere costituito, quindi mi è venuta voglia di informarmi un pochino.

"Banlieu" è un termine che indica in modo generico tutte le periferie cittadine francesi, vale a dire quella cintura di comuni che circonda le grandi città e che da esse dipende in gran misuta per la propria economia. Parlando in modo generico, spesso questi comuni non hanno quasi ragion d'essere se non quella di costituire una sorta di appendice alla città stessa, e i suoi cittadini non si sentono tanto appartenenti al loro comune quanto alla periferia della città. E la periferia di una grande città può essere uno strano posto, dove si concentrano quelli che hanno degli interessi lavorativi nella città ma non guadagnano abbastanza per andare a vivere più vicino al centro. Le periferie sono i luoghi dove nascono condomini fatti in serie, a volte anche di lusso, ma più spesso destinati a coloro che hanno una scarsa disponibilità economica. Ed essendo lontani dal centro e quindi nascosti alla vista, spesso gli edifici vengono lasciati a sé stessi fino a diventare fatiscenti, vi si concentrano i cittadini più poveri e la criminalità vi trova terreno fertile.
In Francia, in particolare, dagli anni '70 il termine "banlieu" viene usato, citando Wikipedia, anche come eufemismo per indicare i grandi progetti residenziali a basso costo per gli immigrati stranieri. La questione dell'immigrazione si può far risalire a dopo la fine della seconda guerra mondiale, con le città francesi distrutte dal conflitto e l'immenso impero coloniale che si disfaceva rapidamente (per lo più il disfacimento avvenne tra gli anni '50 e '60, anche se la fine dell'impero viene sancita formalmente nel 1980; al momento permangono cinque cosiddetti "dipartimenti d'oltremare", cioè regioni facenti parte dell'ex impero che si considerano a tutti gli effetti parte del territorio francese, un po' come l'Alaska per gli Stati Uniti). Durante questo disfacimento milioni di migranti dalle colonie, sfruttando la cittadinanza data loro dal fatto di essere nati sotto il dominio dell'impero francese, si riversarono in Francia, ed essendo per la grande maggioranza poveracci si concentrarono proprio nelle banlieu, per precisa volontà della classe politica che non voleva sconvolgere troppo le città. Vennero costruiti veri e propri quartieri dormitorio, che si trasformarono presto in ghetti, i cui abitanti erano mal tollerati dalla classe politica che attuò delle vere e proprie politiche razziste nei loro confronti. L'argomento richiederebbe ben più di questo stralcio di articoletto su un blog malandato per un vero approfondimento.

martedì 7 febbraio 2023

Cyberpunk: Edgerunners

Cyberpunk: Edgerunners recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

In origine era Cyberpunk (meglio noto come Cyberpunk 2020, che in realtà è il nome della seconda edizione), gioco di ruolo cartaceo che ha avuto diverse edizioni ed aggiornamenti nel tempo, compresa un'espansione dedicata a Nathan Never. Il gioco era a sua volta basato sulle prime opere di fantascienza "cyberpunk" a opera di autori come William Gibson o Bruce Sterling. 

Il termine "cyberpunk" si può utilizzare per indicare qualsiasi opera di fantascienza ambientata in un futuro cupo con tecnologia avanzata, che veda tra i suoi elementi una "disumanizzazione" legata all'uso smodato della tecnologia, spesso con veri e propri innesti cibernetici sugli umani, e/o la presenza di un mondo virtuale (o "cyberspazio") a cui accedere e tramite cui scambiare e, principalmente, rubare dati. 
Molte sono le opere con queste caratteristiche e possono essere anche molto diverse tra di loro, ma al giorno d'oggi quando si dice "cyberpunk" il pensiero va subito a quello fissato nell'immaginario da William Gibson e da Cyberpunk 2020, dove anche l'ultimo dei barboni si può permettere un braccio o un occhio bionico e l'unico sfondo possibile è la tentacolare città sempre buia di Blade Runner. Questa è l'ambientazione che ritroviamo, ovviamente, anche nel recente videogioco di successo Cyberpunk 2077. Almeno credo.

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