Ok, già le prime due stagioni di Discovery non erano "Star Trek". Star Trek, da The Next Generation in avanti, ha tutta una serie di sottotesti sociologici e filosofici. Sottotesti che già in Enterprise cominciavano a latitare, ma erano ancora presenti. Nelle prime due stagioni di Discovery mancano del tutto.
Ho già parlato del mio rapporto con Star Trek nell'articolo su Picard e gli elfi di Dune. Le nuove incarnazioni di Star Trek non sembrano in grado di riprendere quel tipo di tematiche e di filosofia. Parlai qui del film Into Darkness, e un altro discorso sui film lo feci tempo fa qui.
Come già dissi per Picard, la mancanza delle tematiche in questione mi dispiace ma non ne faccio un dramma, perché io ho un amore anche verso l'ambientazione in sé. Parliamo di phaser, di teletrasporto, di velocità di curvatura, di ponti ologrammi e compagnia cantante, e io sono già contento. Sì, è un effetto nostalgia evidente. Che volete farci, sono diversamente giovane.
Le prime due stagioni di Discovery mi accontentavano in questo, perché era una buona serie di fantascienza ambientata nell'universo di Star Trek. Non era perfetta, la sceneggiatura a volte faceva acqua e non riesco a sopportare il nuovo, ingiustificato aspetto dei Klingon, ma l'ho comunque guardata con piacere (molto più di quel buco di sceneggiatura con buoni attori e messa in scena intorno che è Picard).
La terza stagione di Discovery cerca di essere più "Star Trek" delle prime due, inserendo alcune delle tematiche care ai vecchi fan e proponendo una struttura più episodica, ma fallisce miseramente. Semplicemente, gli spunti sparsi sono pochi e trattati superficialmente.
Cercherò qui di non fare spoiler sulla terza stagione, ma devo per forza di cose rivelare come finiva la seconda.
Il salto di 900 anni nel futuro mi faceva ben sperare. Era un'ottima chiusura, che permetteva di spiegare perché nelle serie precedenti, ambientate in epoca successiva, nessuno avesse mai sentito parlare della Discovery e del suo motore a spore. Pensavo che sarebbe stato interessante vedere un futuro così lontano di quell'universo.
La resa finale è stata deludente.
Dal punto di vista tecnologico, è cambiato pochissimo. Le comunicazioni invece che tramite schermo gigante avvengono tramite proiezioni olografiche direttamente sul ponte, cosa che poteva essere benissimo fatta anche con la tecnologia di 900 anni prima. Non sembra esserci stata alcuna evoluzione nei motori spaziali né nelle armi e né nelle comunicazioni, interfaccia a parte. Anzi, le armi portatili sembrano essere diventate meno potenti, ci voglio armi grosse come fucili per fare meno danni di quelli che Kirk faceva con pistoline minuscole (ma con le armi portatili Star Trek ha sempre avuto un rapporto difficoltoso). Ci sono i teletrasportatori personali, che mi inducono a chiedermi come impostano le coordinate visto che sembra sufficiente battere sul comunicatore per essere teletrasportati ovunque. Teletrasportatori che però vengono dimenticati quando sono d'intralcio alla sceneggiatura. Ci sono gli schermi olografici proiettati direttamente dal comunicatore, che sono forse l'evoluzione tecnologica più interessante e meglio usata, e se questo è il meglio pensa il resto. Anche le astronavi "a pezzi" tenuti insieme, presumo, da raggi traenti (altra tecnologia già esistente 900 anni prima) sono carine e permettono di fare belle scene con la navetta di Book che cambia forma in continuazione. Non ha molto senso ma è carino da vedere, mi chiedo solo come facciano ad andare da una sezione all'altra quando non funziona il teletrasporto (e lo fanno).
L'unica vera novità sembra essere la "materia programmabile", che però viene utilizzata quasi esclusivamente come orpello grafico e non ha nessuna vera utilità nella trama.
Che non sia cambiato nulla è reso evidente dal fatto che bastano pochi "aggiornamenti", principalmente al software e alle interfacce, per rendere una nave vecchia di 900 anni perfettamente al passo con i tempi.
Ponte ologrammi, poi, grande assente. Gli ologrammi esistono ancora e se ne ha un notevole esempio nelle ultime due puntate, ma la Discovery sembra essere sprovvista di un ponte.
Gli spunti più interessanti sono quelli che vengono da una frase detta da Tilly quando arrivano per la prima volta nella base della Federazione, quando con due parole descrive una nave organica e una nave in cui tutti gli apparati interni sono costrutti olografici (idea quest'ultima comunque già vista nella saga di romanzi scritti da William Shatner). Peccato che tutto finisca in quella frase.
Anche la moda sembra non essere cambiata di una virgola: le divise della Federazione sono praticamente uguali a quelle di 900 anni prima, e i banditi spaziali continuano a vestirsi con giacche e pantaloni di pelle e spolverini lunghi fino alle ginocchia come buzzurri degli anni '80.
Cos'ha che non va il mio spolverino da cattivo? E' vintage! |
Ha pure gli occhioni! |
Come dicevamo già nell'articolo su Picard, le più moderne incarnazioni di Star Trek non sembrano in grado di rappresentare l'utopia galattica che era la Federazione nelle serie precedenti. In Picard la Federazione è corrotta e ha perso i valori che l'hanno sempre contraddistinta. Le prime due stagioni di Discovery erano ambientate durante la guerra con i Klingon, periodo che ha ben poco di utopico. La terza vede una Federazione futura ridotta ai minimi termini, sulla soglia dell'estinzione, schiacciata da forze preponderanti che non sono nemmeno rappresentate da un terribile impero spaziale o da qualche altra minaccia di altissimo livello come succedeva a volte nelle serie precedenti, ma da una banalissima organizzazione criminale.
E anche qui, ovviamente, niente "strani, nuovi mondi". A me piacevano, i nuovi mondi.
Ma a tutto questo potrei anche passare sopra, se mi dessi una serie con una storia decente. La terza stagione di Discovery, però, commette l'imperdonabile errore di accentuare invece di mitigare quello che, ammettiamolo, era il principale difetto delle due stagioni precedenti: il Burnham-centrismo.
Michael Burnham è la figlia illegittima di Gesù e Batman, e Doc Savage le ha fatto da padrino. Michael Burnham sa tutto, risolve tutto, è in grado di convincere chiunque a fare qualunque cosa con tre paroline e inclinando la testa di lato, tutti la amano, tutti pendono dalle sue labbra. Va pure in giro per i condotti di aerazione a piedi scalzi come John McClane.
Le manca giusto l'aureola. O il mantello, fate voi. |
Già nelle prime due stagioni questa cosa era fastidiosa, ora raggiunge vette imbarazzanti. Star Trek è sempre stata una serie corale, dove ogni episodio aveva un diverso protagonista. Nemmeno ai tempi della TOS il focus era sempre e irreversibilmente su Kirk.
Qui, invece, gli altri personaggi sembrano essere messi lì solo per guardare Burnham con occhi adoranti e ripetere a lei e a tutti quelli che incontrano quanto lei sia in gamba. Mentre nelle serie precedenti gli altri personaggi riuscivano a ritagliarsi almeno cinque minuti ogni tanto, qui l'unico che a volte riesce a rimanere sullo schermo senza l'ombra di Burnham proiettata addosso è Saru. Ma poco. Molto poco. Gli altri è come se non ci fossero, compresa Tilly.
Il protagonista infallibile e superiore a tutti quelli che lo circondano è un classico della letteratura. Doc Savage, Tarzan, D'Artagnan, Kit Carson (quelle delle Dime Novels, non quello di Tex), Tex Willer (sì, questo è quello di Tex), sono quelli che mi vengono in mente così su due piedi. E, parliamoci chiaro, anche la versione del capitano Kirk raccontata nei romanzi scritti da Shatner appartiene a questa categoria.
In questi casi, però, la cosa risulta essere divertente. Un effetto il più delle volte non voluto, ma c'è.
Michael Burnham, invece, è solo antipatica e insopportabile. Ma essendo donna e nera se lo dici fai la doppietta passando sia per razzista che per sessista.
Oltretutto, ha vissuto gran parte della vita su Vulcano, fin da piccola. Già nelle stagioni precedenti l'influenza vulcaniana si vedeva poco, qui è scomparsa del tutto, anzi, è sempre lì a piangere e sghignazzare e a fare tutte quelle cose che un vulcaniano non farebbe neanche sotto tortura. Oltre a essere antipatica, questa protagonista è pure scritta male.
Non si capisce se è un grido di paura o uno sbadiglio, in entrambi i casi è la mia faccia mentre viene inquadrata Michael Burnham, quindi sempre. |
Mi dispiace perché il finale della seconda stagione mi aveva fatto ben sperare per la terza, quindi la delusione è stata ancora maggiore. Volevo vedere il futuro della Federazione, e ho finito per scoprire che preferivo il passato.
Il Moro
Sottoscrivo tutto, in special modo l'enorme problema della protagonista unica della serie: unico elemento positivo che ho trovato su Burnham in questa terza stagione è che finalmente ha una bella pettinatura... :D
RispondiEliminaRispetto al ferro da stiro di prima, ci voleva poco! 😁
EliminaAnche per noi è stata un pò deludente..bella l'idea di ambientarla in un futuro remotissimo rispetto a quello a cui eravamo abituati, bella l'idea di un evento scatenante che ha provocato la caduta della Federazione, ma glissiamo sulla causa dell'evento, veramente molto tirata via!
RispondiEliminaPiù che tirata via è stata totalmente anticlimatica: un evento epocale con una causa così "banale" da rovinare tutte le premesse portate avanti per un'intera stagione.
RispondiEliminaSì, l'evento scatenante è davvero banale, si poteva trovare decisamente di meglio. Ma almeno l'ambientazione nel ponte ologrammi delle ultime puntate è carina da vedere.
EliminaDopo aver sofferto parecchio con le prime due stagioni, viste unicamente per catturare schermate di armi e supporti di lettura per le mie ricerche, scoprire l'uscita della terza è stata un tuffo al cuore: "è per completezza" mi ripetevo, mentre già al primo secondo del primo episodio avevo forti conati. Non sono andato oltre i primi tre o quattro minuti, ormai ho finito la "spinta" e non posso più guardare 'sta roba, mi fa troppo male a livello fisico.
RispondiEliminaIl pensiero che dietro le quinte ci sia una delle più fulgide Conservatrici del Canone Trek rende il tutto ancora più assurdo :-D
Quindi non avremo altri approfondimenti sulle armi di Star Trek presenti in discovery? Peccato, avrei voluto sapere cosa avresti pensato di questi fucili che diventano più scrausi man mano che la tecnologia avanza, 900 anni nel futuro e vanno ancora in giro con dei fuciloni enormi che fanno meno danni di uno schiacciamosche... 😅
EliminaEcco, ora m'hai rovinato: come faccio a resistere al richiamo dei fanta-fucili??? Ora dovrò per forza dargli almeno un'occhiata :-P
EliminaAzz spiacente, ma guarda, posso dirti io che quelli dell'organizzazione pirata hanno questi affari che sembrano dei fucili senza calcio con l'impugnatura pieghevole e che hanno lo stesso effetto di qualsiasi altro fucile laser, e si vedono anche dei classicissimi phaser uguali a quelli che la Federazione aveva 900 anni prima... addirittura, in una delle ultime puntate, Santa Burnham durante la sua scampagnata alla McClane nei condotti spara con uno di questi phaser e deve tenere il raggio fermo per non so quanto tempo per riuscire a rompere la serratura di un pannello. Altro non mi sembra che si veda.
EliminaE pensare che kirk con i phaser faceva esplodere le rocce...