martedì 27 febbraio 2024

Videogiochi di Dragonball non di botte

Videogiochi di Dragonball non picchiaduro
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Dragonball sappiamo tutti cos'è, e sappiamo che è un brand legato strettamente al concetto di "botte"! Mazzate, combattimenti, chiamateli come volete, ma è questo quello a cui si pensa quando si pensa a Dragonball, giustamente, visto che anche nella parte iniziale, con Goku bambino, nonostante ci siano anche spunti narrativi diversi il concetto di risolvere i problemi a manate in faccia è sempre preponderante. Per la maggior parte del tempo, poi, l'abilità nel combattimento non è un mezzo per raggiungere un fine, ma il fine stesso.
Proprio per questo, la stragrande maggioranza dei numerosissimi videogiochi tratti dal brand (parliamo di più di 200 titoli!) sono picchiaduro, per lo più uno contro uno.

La stragrande maggioranza, appunto, visto che ne esistono alcuni che picchiaduro non sono. E proprio per questo quando li si prova risultano abbastabza stranianti!

Ho provato a raccoglierli qui. Per non rendere la lista troppo lunga ho escluso anche alcuni platform e RPG in cui comunque c'è una forte componente di combattimenti.

martedì 20 febbraio 2024

Opinioni in pillole. fumetti americani non di supereroi: Demon, Ghostbusters Legion, Caliban, Outer Darkness, Manifest destiny

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di fumetti americani NON di supereroi, perché anche in America c'è vita oltre le tutine. Visto che scrivo questi commentini subito dopo aver letto i fumetti e li tengo lì per accumularli in attesa di averne abbastanza, alcuni potrei averli letti davvero un sacco di tempo fa.


Demon, di Jason Shiga recensione
Demon, di Jason Shiga recensione

Demon, di Jason Shiga

Visto che la parte iniziale è molto intrigante, eviterò qualsiasi spoiler su questa serie in quattro volumi da 240 pagine l'uno.
Si tratta di una storia di genere action-horror-thriller, basata su un particolare potere di cui è dotato il protagonista e sull'ingegno dello stesso, che trova sempre modi nuovi e più intricati di usarlo. Ricorda in questo opere come Death Note o Code Geass: Lelouch of the Rebellion, nei quali appunto abbiamo personaggi dotati di intelletto superiore e poteri speciali. 
Altra cosa che accomuna queste opere è il carattere del protagonista: totalmente privo di empatia, non si ferma davanti a niente pur di raggiungere il suo scopo, compreso uccidere con assoluta indifferenza centinaia di persone.
La storia narrata contrasta prepotentemente con lo stile di disegno, che appare più adatto a un fumetto umoristico. Non sono sicuro di quanto mi piaccia questo contrasto, con tutte queste morti orribili che vengono mostrate in una grafica da cartone animato. Però se provo a immaginarlo con uno stile realistico quello che ne viene fuori ha semplicemente una caratteristica in meno che lo differenzi dalla massa, quindi alla fine è giusto così. Non si può comunque dire che i disegni siano il massimo in generale, nemmeno tenendo conto dello stile.
In generale il fumetto mi è piaciuto molto, lo stile di disegno diciamo che non mi ha dato fastidio, l'unica cosa che secondo me poteva essere migliorata sono alcuni dialoghi troppo lunghi che rendono psesante a momenti la lettura e che si potevano sforbiciare. Comunque assolutamente consigliato.
Se non avete problemi con l'ìinglese, potete leggervi l'opera integrale gratuitamente sul sito dell'autore.
Altrimenti, Qui potete acquistare i volumi su Amazon.

martedì 13 febbraio 2024

L'effetto He-Man, un saggio in forma di fumetto che ci spiega come è facile manipolarci

L'effetto He-Man: come i produttori americani di giocattoli ti vendono i ricordi della tua infanzia. recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ok, lo ammetto, sono stato attirato solo dal titolo:

L'effetto He-Man: come i produttori americani di giocattoli ti vendono i ricordi della tua infanzia.

Che sia uno degli appassionati dei Masters a cui i produttori di giocattoli continuano a vendere prodotti contando sull'effetto nostalgia penso sia chiaro da buona parte del contenuto di questo blog

Si tratta di un saggio in forma di fumetto. In pratica le didascalie che spiegano l'argomento sono accompagnate da immagini, un buon modo per far diventare lungo quanto un romanzo un argomento di discussione che avrebbe altrimenti occupato poche pagine.

La verità è che sapevo già alla perfezione che le varie riproposizioni, remake, reboot e quant'altro (merchandising in particolare) riguardanti prodotti risalenti a quando la fascia dei 40-50enni di oggi era bambina, fosse niente di più di un'astuta operazione di marketing che fa leva sui sentimenti. Da bambino eri appassionato a qualcosa, da grande cerchi di riprodurre quelle emozioni acquistando ancora gli stessi prodotti che un tempo ti compravano i tuoi genitori, sperando magari di condividere la stessa magia con i tuoi figli. Lo so, lo faccio anch'io, e non essendo scemo mi rendo perfettamente conto del vero scopo di queste riproposizioni: farci su dei soldi, da parte di chi sa perfettamente come funziona la psiche umana e come sfruttarla.

martedì 6 febbraio 2024

Masters of the Universe: Revolution. Stavolta ci è andata meglio.

Masters of the Universe: Revolution recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ehi! E che è successo?

Revolution è su un altro pianeta rispetto a Revelation!

Sarà che non avevo particolari aspettative, ma cavoli, giuro che non ho potuto non guardare gli episodi tutti di fila!

Cinque episodi, di 20-25 minuti l'uno, un centinaio di minuti che compongono in pratica la durata di un film e come un film funzionano. 

Si nota un effetto che era già presente in Revolution: pur essendo una serie di soli, cinque episodi, sembra molto più lunga. Non perché sia noiosa, ma perché in quegli episodi succede un mucchio di roba: praticamente a metà di ogni episodio ti viene da pensare "ma come, non è ancora finito? Eppure è già successo di tutto!"
Questo particolare effetto secondo me è dovuto a due fattori. Il primo è che, appunto, la storia è stata studiata come se fosse un film, senza alcun minuto perso, senza allungamenti di brodo per arrivare al minutaggio necessario. Pare, ho letto in giro, che il numero di episodi sia stato imposto da Netflix per la quale dieci erano troppi, e gli autori abbiano dovuto lavorare con lo spazio che avevano. Il risultato è episodi molto "pregni".
Il secondo è dovuto alla natura di quello che stiamo guardando, e da chi siamo noi mentre lo guardiamo.
Non è un mistero che io sia un appassionato dei Masters, da piccolo praticamente non avevo altri giocattoli e anche da grande ho continuato a seguire le vicende di He-Man e compagnia, come sa chi segue questo blog. Se mi chiedeste quali sono le, chiamiamole "opere di fantasia", che più mi hanno influenzato e sono state più importanti nella mia gioventù e oltre, risponderei senza il minimo dubbio: Zagor, Star Trek, e i Masters of the Universe. E questa serie, a differenza di quella in CGI che si rivolge prevalentemente ai bambini, e al reboot di She-Ra che cerca di tenere il piede in due scarpe, è stata fatta pensando esclusivamente a quelli come me, gli appassionati. E credetemi che al mondo c'è gente molto più impallinata di me, li conosco, sono iscritto ai loro stessi gruppi Facebook.
Così, mentre si guarda questa serie, tutti i vari rimandi, non solo le citazioni più banali, solo visive, ma anche quelle più importanti per la trama, vanno ad attivare quelle aree del nostro cervello che ci riportano alla mente le versioni precedenti di quelle stesse parti di storia. Certo, a patto che abbiate seguito anche le vicende più recenti, perché molte cose sono prese dal canone Masters Of The Universe Classics. Il mio cervello ha lavorato di più del normale, perché oltre a guardare la serie doveva anche fare i collegamenti, riempiva i buchi, e per questo mi è sembrato che la serie raccontasse più di quello che in realtà raccontava.
E dopo questa perla di psicologia da bar, torniamo a parlare della serie.

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