martedì 18 giugno 2024

Opinioni in pillole: Barbie, Povere Creature

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. 
In quest caso due film che hanno come tematica l'emancipazione femmile, tematica che comunque trattano in modo molto diverso.


Barbie recensione

Barbie

Il film evento del 2023, con cui ci hanno sfranto gli zebedei per mezza estate, in coppia con Oppenheimer. Chissà perché ha avuto tutto questo successo, poi. Probabilmente grazie al trailer.
Il trailer mostra tutte le parti migliori del film, cioè quelle iniziali ambientate nel mondo delle Barbie, e faceva pensare a una commedia musicale surreale e divertente. Invece poi Barbie e Ken vanno nel mondo reale e il tutto si addormenta un po', diventando una commedia che si distingue da quelle più classiche solo per la prepotente aggiunta di tematiche femministe.

Barbie recensione

Ed ecco il vero problema di questo film, che prima si preoccupa di gridare il più forte possibile il suo messaggio, e solo dopo si ricorda di montarci sopra una storia. Continuare a urlare PATRIARCATO! a pieni polmoni non rende un film bello né interessante, solo fastidioso. E giuro che io ho guardato il film in religioso silenzio apposta per non rischiare di dire qualcosa di sbagliato, è stata mia moglie la prima a sbottare "mi sembra un po' esagerato con tutte 'ste fisime sul patriarcato".
C'è una scena (che si vede anche nel trailer) in cui Ken, in virtù di tutti i "mestieri" che fa nella linea di giocattoli, chiede di poter fare il chirurgo in un ospedale. Quando gli viene negato e chiede "Non basta essere un uomo?" gli viene risposto "Ora è quasi vero il contrario". Questo poteva far pensare che questo film volesse fare dell'ironia anche nella direzione opposta, sull'esagerazione verso cui si sta muovendo il mondo dell'intrattenimento (e non solo quello, negli USA), ma inizia e finisce lì, detto sottovoce. Uno spezzone da inserire nel trailer giusto per non far capire subito che film si sarebbe andati a vedere.

Il ribaltamento di ruolo che vede Ken nella parte di quello che viene trattato come troppe donne sono state trattate per troppo tempo, praticamente inesistenti se non in funzione del proprio marito, sarebbe stato valido se non si fosse sentito il bisogno di gridare i messaggi in caso non avessimo capito. Comunque Ken di gran lunga personaggio migliore del film, intrepretato da un Ryan Gosling che ci si è chiaramente divertito molto.

Barbie recensione

Fa strano vedere la bambola Barbie, un simbolo odiato dalle femministe da sempre, trasformarsi nell'esatto opposto ora che la Mattel ha deciso di saltare sul carro del vincitore.
Fa anche più strano vedere che nel mondo reale del film succedono cose strane come nel mondo di Barbie, tra cattivi che corrono come se fossero in una puntata di Scooby Doo e stereotipi uno dietro l'altro, ma non utilizzati per ironia, solo per gridare PATRIARCATO!. E fa più strano ancora rivedere Will Ferrel praticamente nella stessa parte dopo Lego Movie, un altro film dove i giocattoli finiscono nel mondo reale, sarà sempre lo stesso personaggio?

Da maschietto ho trovato questo film abbastanza fastidioso, e mia moglie si è detta d'accordo almeno sul fatto che le storie devono trasmettere dei messaggi, non essere dei messaggi con un po' di storia intorno. Se provo a uscire dai miei panni maschili per un momento, posso dire lo stesso che il film è divertente solo per la parte iniziale nel mondo di Barbie, poi diventa noiosetto e pure un po' stupido quando compare Will Ferrel e la Mattel.

Quanto rumore per così poco.

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Povere creature recensione

Povere creature

Rivisitazione di Frankenstein, con un po' de L'isola del dottor Moreau, insomma una di quelle storie con gli scienziati pazzi che fanno esperimenti pazzi sulla gente che diventa pazza.

Ambientato più o meno nell'epoca pioneristica della chirurgia, quando le lezioni di medicina all'università contemplavano cadaveri dissezionati su un tavolo al centro di un anfiteatro pieno di studenti in giacca e cravatta, ha però svariati anacronismi. Inoltre particolari scelte cromatiche, fondali dipinti, e anche il modo di recitare, danno al tutto un'aspetto surreale e teatrale.

Povere creature recensione

E' una storia di emancipazione femminile, di una donna ingenua che scopre la sessualità in forte contrasto con le regole sociali, che la vorrebbero casta e dimessa. Regole sociali che lei non capisce e a cui non intende sottostare, poiché essendo una creatura di puro istinto che non è stata indottrinata dall'educazione non ha le inibizioni che hanno gli altri.

Molti hanno paragonato questo film a Barbie, perché ha tematiche simili ed è uscito più o meno nello stesso periodo, ma i due film non potrebbero essere più diversi: laddove Barbie fa una becera propaganda degna di un qualsiasi leone da tastiera, Povere Creature ha un approccio decisamente più autoriale e con qualità artistica decisamente su un altro livello, a partire dalla messa in scena e dalla bravura degli attori, Emma Stone e Mark Ruffalo su tutti. Abituati a vederlo interpretare uno scialbo Bruce Banner nel MCU, ci dimentichiamo di quanto possa essere bravo. 

La mancanza totale di un'educazione, per una donna con un cervello da bambina e che ha come unica figura paterna un uomo privo di qualsiasi morale o empatia, che mostra all'esterno cicatrici probabilmente meno profonde di quelle che ha dentro, non si manifestano però solo in un'insaziabile appetito sessuale (e non solo sessuale: Bella mangia come un maiale, perché anche quello è uno dei piaceri istintivi che l'etichetta impone di contenere), ma anche in una tendenza alla violenza, visto che nessuno ha mai spiegato a Bella che pestare o addirittura uccidere la gente per appagare i propri desideri, eh, non va bene.

Povere creature recensione

Il regista greco Yorgos Lanthimos ricorda a Hollywood che il cinema può andare oltre alla mera riproduzione di quello che succede, e sceglie per il suo film effetti visivi che possono andare da inquadrature distorte all'uso meticoloso dei colori (o della loro assenza), alle già accennate scenografie che non hanno nulla di realistico preferendo assomigliare a dipinti.

Per tornare a Barbie, non è che i messaggi qui non siano gridati. Lo sono, sono evidenti e nessuno può evitare di coglierli, ma lo sono in modo diverso, sono mostrati invece che semplicemente pronunciati, sono giustificati e offrono più spunti di riflessione, invece che mere proteste. Non ci sono semplici moralismi, e la protagonista non è mai del tutto positiva (anzi). E soprattutto sono immersi in una cornice artistica ben diversa, che permette di far arrivare il messaggio con tutt'altra forza.

Il Moro

4 commenti:

  1. Non potrei essere più d'accordo con te. Barbie è un film sfilacciato che butta a caso degli elementi in un calderone da cui ogni tanto esce un messaggio gridato e scomposto. Lanthimos ha fatto un film come si deve, con un messaggio che forse a vilte si fa pure troppo forte (l'unico uomo buono è quello sottomesso a lei per amore), ma che fa riflettere e pensare. Non c'è paragone!

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    1. Davvero, sono film di due livelli completamente diversi, eppure quello dei due che ha avuto più successo è quello che lo meritava di meno, come sempre.

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  2. Per l'analisi fatta sono d'accordo, perché tutto dipende da come li esponi i messaggi.

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    1. Esatto, la differenza tra chi presenta una verità da prendere a scatola chiusa e chi te la spiega.

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