Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Stavolta metto insieme le mie opinioni su due storie di Zagor molto particolari: una perché è uno dei team-up più assurdi e improbabili si possa immaginare, oltre che uno dei meno voluti dai fan, l'altra perché è il ritorno di un personaggio amatissimo a cui sono particolarmente legato, questo invece molto richiesto dai fan, o almeno da una parte di essi. Di sicuro si tratta dei più grossi "eventi" riguardanti Zagor avvenuti ultimamente.
Zagor e Flash: La scure e il fulmine - Quando i mondi si scontrano
Parlai qui del primo capitolo della storia La scure e il fulmine, contenuto nel volume da edicola insieme ad altre storie di Zagor e Flash. Mi dicevo anche curioso per la storia che sarebbe potuto venir fuori da premesse così bislacche, ed ecco che grazie alla versione da edicola posso leggere quella storia e vedere com'é. Sì, la versione da libreria costava di gran lunga troppo per 'sta roba.
Giustamente il primo capitolo lo ritroviamo pari pari all'inizio del primo dei due volumi. Andando avanti, lo stile rimane lo stesso.
Flash è uno dei supereroi per il quale si chiede maggiore sospensione
dell'incredulità, perché è uno dei fumetti in cui le leggi della fisica
vengono infrante con maggiore leggerezza. I suoi poteri possono cambiare
moltissimo non solo da un autore all'altro, ma anche all'interno della stessa
storia. Prendiamo ad esempio il primo capitolo di questa, già presente nella
precedente raccolta da edicola: se con uno schiocco di dita può causare un
boom sonico che frantuma tutti i vetri, perché non lo fa ogni volta che si
muove ad alta velocità? Le leggi della fisica intorno a flash cambiano a
seconda delle necessità della sceneggiatura, a volte così tanto che il
risultato fa digrignare i denti. Pur non essendo in genere considerato uno tra
i membri più potenti della Justice League, se ci si ferma a pensarci un attimo
dovrebbe avere una potenza devastante: se forza uguale massa per
accelerazione, gli basterebbe lanciare un sasso per creare un impatto di
potenza tale da radere al suolo una città.
Questa cosa degli atomi che
vibrano, poi, è già stata usata come pretesto per farlo arrivare praticamente
ovunque con facilità disarmante, compreso, come in questo caso, un altro
universo narrativo. Lui vibra, e vibrando attraversa muri fisici e metafisici,
come queli tra le realtà parallele.
Il fatto che riesca a prendersi un
paio di cazzotti da zagor, con queste premesse, è semplicemente assurdo, anche
calcolando che al momento del primo, ovvio scontro (in questi team-up al loro
primo incontro i personaggi si scazzottano sempre), stava già
cominciando a perdere i poteri.
Sì, perché per portare tutto a un livello
un po' più terra terra e non far fare tanto a Zagor la figura dello zerbino
(figura che comunque fa) si è deciso di depotenziare Flash. Peccato che non
duri molto, e la forza della velocità vada e venga a seconda di come gira il
vento.
La copertina variant di Gabriele Dell'Otto per il volume da fumetteria. |
Fino a un certo punto la storia procede in modo tutto sommato accettabile, pur sembrando spesso uscita da un "manuale di sceneggiatura per team-up/crossover", dato vengono replicate moltissime dinamiche tipiche (e spesso stucchevoli) di questo genere di eventi. Più si va avanti, però, più peggiora.
I dialoghi tra i due cattivi sono abbastanza imbarazzanti, soprattutto per il
livello di spiegazionismo. Ancora più imbarazzanti alcuni passaggi di
sceneggiatura, come l'anti-Flash che compare "perché sì", ma soprattutto il
finale, che è davvero tremendo. Il tamarrissimo King Titan mi è anche
piaciuto, sebbene sia stato abbastanza deludente dopo tutti i deliri di
onnipotenza di Hellingen e Grood (e quindi vogliono uccidere gli eroi con King
Titan o creare due universi in cui gli eroi non esistono? Un po' l'uno e un
po' l'altro?), ma la comparsa senza alcuna ragione di manciate di altri
cattivi buttati in mezzo per far numero è roba che fa gridare vendetta al
cielo. Avevo pensato a una specie di materializzazione spiritica (ho dei dubbi
che queste due parole abbiano senso insieme) degli stessi, creati dalle paure
degli eroi dalla forza della velocità o dal fatto che gli universi stanno
collassando, tanto più che molti dpvrebbero essere allegramente morti, ma poi
questi si alleano agli eroi per fermare King Titan, dimostrando di avere una
loro volontà e coscienza! Ma che senso ha?
Poco si salva della sceneggiatura quindi, soprattutto nella parte finale, oltretutto si svolge tutto a una velocità assurda, tutto di fretta, con nemici sbaragliati in pochissime vignette con un ritmo sincopato da discoteca, per risolvere la vicenda in un numero di pagine adeguato. Nemmeno nelle (poche) storie di Flash che ho letto si svolge tutto così di corsa, e sono storie di Flash!
Se l'intenzione era davvero quella di far conoscere Zagor ai lettori americani (e io non credo che fosse questa), poi, forse avrebbero dovuto evitare di far parlare Zagor come un "eroe senza macchia e senza paura" apparentemente in grado di sparare solo frasi da supereroe tutto d'un pezzo, frasi che i supereroi stessi non usano più da anni, visto che ora va di moda il supereroe fragile e umano.
A salvare dalla defenestrazione questi albi rimangono i disegni e i colori, perfettamente in linea con il mercato del fumetto supereroistico americano. Di solito per le serie regolari dei supereroi si preferiscono tratti più realistici e cinematografici, ma ci sono anche disegnatori che si ricordano di stare disegnando un fumetto e non ricreando un film, e in questa falsariga si inseriscono i disegni di Davide Gianfelice e i colori di Giovanni Masi e Mario Uzzeo. I fulmini, in particolare, sono molto belli e in una storia che vede agire ben due velocisti e Thunderman direi che sono importanti.
Quello che rimane per me è una storia ben disegnata, a tratti divertente (oh, a me il trashissimo King Titan è piaciuto!), ma in altri tratti addirittura fastidiosa. Dato le premesse pensavo anche peggio, ma rimane un'operazione di marketing fine a sé stessa, non di certo un "fumetto" degno di questo nome.
Zagor 702 - 709: Supermike!
La prima parte di questo pezzo, fino al prossimo avviso, l'ho scritta subito prima di iniziare a leggere la storia in questione.
Ho aspettato mesi per leggere questa storia. Sì, sono uno di quelli che accumulano i fumetti fino a che non hanno la storia completa, prima di iniziare a leggerli, ed essendo questa la storia più lunga mai scritta fin'ora per Zagor, c'è voluto un po'.
Questa storia è un evento di per sé, con il ritorno di un nemico che era stato
amato da moltissimi lettori alla sua prima apparizione, nel 1975, in una
storia a di Guido Nolitta e Gallieno Ferri, alla quale è stato dato un seguito
di gran lunga meno incisivo nel 1984 con stavolta Alfredo Castelli ai
testi.
Più niente per decenni, nonostante il personaggio sia
rimasto nel cuore dei lettori che hanno continuato a chiedere un ulteriore
ritorno, magari anche un po' per rimediare a quello deludente del 1984. C'è
addirittura un gruppo Facebook dedicato solo a lui. Ma Nolitta non ha mai
amato particolarmente la sua stessa creatura, e non c'è stato verso di
rivedere questo personaggio odioso e irresistibile allo stesso tempo fino a
che Moreno Burattini non ha deciso di affrontare l'impresa, e approfittarne
per scrivere la storia più lunga di sempre, superando Incubi di Tiziano
Sclavi. A sentire lui, l'intenzione iniziale non era di battere il record, ma
durante la prima stesura continuavano ad aggiungersi idee, quindi è andata
così.
Io poi sono particolarmente legato a Supermike, al punto da scrivere di mio
pugno ben due fanfiction che lo vedono protagonista, per contribuire nel mio
piccolo a far sentire di meno la sua mancanza, soprattutto a me stesso.
La prima si intitola
Una notte a New York, uscita a puntate in rete, nella quale al termine di ogni capitolo ho
proposto alla comunità zagoriana due o tre possibilità di prosecuzione della
storia, quindi possiamo dire che l'ho scritta con la collaborazione della
comunità zagoriana su Facebook (composta al momento da ben quattro gruppi
diversi, se li ho contati tutti). La seconda è Supermike contro il Tessitore, per la quale mi sono addirittura cimentato in un esperimento che non avevo
mai tentato prima: una storia a bivi. Potete leggerle entrambe gratuitamente,
seguendo i link relativi.
Come se non bastasse, nel n. 26 della fanzine
Zagorianità trovate un mio articolo nel quale parlo di personaggi della narrativa
che somigliano a Mike Gordon e potrebbero esserne tra le fonti di ispirazione,
magari inconscie.
Giusto per gradire, vi metto qui le copertine di Una notte a New York, ne realizzai (molto artigianalmente) una per ogni capitolo. Si prega di notare lo somiglianza con la copertina ufficiale della storia.
Ora, dato che ho lavorato con questo personaggio, è ovvio che mi sia
creato in mente una "mia" idea dello stesso. Per quanto abbia cercato di
mantenermi fedele al suo spirito originale, quello che abbiamo visto nelle
uniche due storie in cui era comparso all'epoca in cui ho scritto i miei
racconti, volendo farne il protagonista assoluto ho dovuto attuare un lavoro
di approfondimento della sua personalità e della sua biografia. Ho quindi
aggiunto dei particolari alla sua vita, e l'ho caratterizzato in un modo
particolare, così che potesse sostenere il ruolo principale. Ho approfondito
la sua personalità e il suo carattere, cercando di far sì che le mie aggiunte
non solo non andassero in contrasto, ma addirittura giustificassero il suo
comportamento nelle due storie ufficiali. Ci sono riuscito? Ditemelo voi dopo
aver letto i racconti, sono gratis.
Giocoforza, tutto ciò che io ho
aggiunto a Supermike è tutt'altro che "canonico", ma è il modo in cui
io vedo questo personaggio. Ora, prima di leggere la nuova storia
di Supermike, mi sono chiesto: come prenderò le inevitabili differenze tra la
"mia" versione di Supermike e quella ufficiale? Anche perché è ovvio che la
mia, visto che è mia, mi piacerà sicuramente di più!
E vediamo com'è quindi, questa storia, ora che finalmente posso leggerla, dopo aver passato mesi a schivare di misura qualsiasi anche vago spoiler dal forum o da Facebook con l'agilità di un ballerino consumato. E che fatica, gente.
Ovviamente, non posso che soffermarmi sulla caratterizzazione di Supermike. Giuro che sto facendo di tutto per non prendere in considerazione la caratterizzazione che gli ho dato io nei miei racconti, ma quella che gli avevano dato Nolitta e Castelli. Anche così, sempre che ci stia riuscendo davvero, mi sembra che ci sia qualcosa che non va.
Ma voi ce lo vedete Supermike a lanciarsi in piani complicati e a servirsi di scagnozzi? Io l'ho sempre visto come un tipo dominato dagli istinti, impulsivo, una pianificazione così accurata non mi sembra da lui, l'unico precedente è la creazione stessa del personaggio di Supermike dopo averle prese da Zagor quando era ancora solo Mike Gordon. Non quello che si dice una vendetta elaborata, piuttosto la ripicca di una mente geniale ma infantile, seguita in tempi stretti all'offesa subita, con l'animo ancora caldo. E anche lì a parte imitare e ridicolizzare Zagor non è che avesse intenzioni particolarmente elaborate. Un ritorno spontaneo da parte di Gordon, dopo anni di assenza, con una vendetta elaborata, non mi sembra da lui, è piuttosto uno che reagisce subito o comunque a stretto giro, non uno che pianifica per anni. Ed è anche tendenzialmente solitario, anche perché chi potrebbe sopportarlo? Forse giusto i membri della setta dei super penitenti, i quali probabilmente lo vedono come parte della loro super penitenza. Il personaggio di Nestor potrebbe anche avere senso, visto che ci era stato detto che Gordon fosse ricco di famiglia, ma che si sia rivolto a degli indiani sanguinari creandosi di fatto una banda di scagnozzi , mi suona strano.
Le prove scelte da Supermike per il suo ritorno sono tendenzialmente più crudeli delle precedenti. Ci sta, dato che ha già in passato dimostrato di essere un sociopatico che da ben poco valore alla vita e alla salute altrui. In questo modo, però, sì accentua l'impressione di un Supermike come cattivo a tutto tondo, per quello che prima sembrava più uno sbruffone privo di scrupoli piuttosto che un "cattivo". Comunque, come ho già avuto occasione di dire in passato, sono d'accordo con lui quando dice che Zagor ha barato nella scelta delle prove, scegliendone appositamente due in cui Supermike aveva ben poche possibilità di batterlo!
Poi ci sarebbe anche da parlare del nuovo episodio di riscrittura burattiniana. È vero che per i supereroi rinarrare le origini o fare remake di vecchie storie è abbastanza normale, perché ci sono in continuazione nuovi lettori che entrano. I lettori di Zagor invece sono più o meno sempre gli stessi, quindi andare a toccare le vecchie storie ha per loro, e un po' anche per me, un'aura quasi sacrilega. In questo caso Burattini non si fa troppi problemi a ritrattare la vicenda del super penitente, trasformandola in una specie di truffa da parte di Supermike. Questo non mi è andato tanto a genio, perché a me l'idea del super penitente era piaciuta. Mi sembrava in linea con un personaggio così volubile. Burattini recupera punti inserendo in Supermike l'interesse per svariati argomenti e la facilità nello studio e nell'apprendimento, in questo caso dell'archeologia, ma a questo punto sembra un po' forzato.
Ma passiamo a parlare delle altre caratteristiche della storia. Da una parte, l'ampio respiro della storia, l'indugiare su aspetti di importanza secondaria, ricorda il modo Nolittiano di narrare, dato che il creatore di Zagor non si è mai fatto problemi a prendersi tutto lo spazio di cui aveva bisogno. D'altra parte, in alcuni spezzoni si vede proprio che si stava mirando a battere il record della storia più lunga di Zagor, pur cercando sempre di non farli sembrare semplici allungamenti di brodo. Mi basta fare un rapido confronto con la storia che deteneva il record in precedenza, Incubi di Sclavi e Ferri: provate a pensare a quante cose succedevano in quella storia e quante ne succedono in questa. Il confronto è quasi imbarazzante.
E l'ultimo difetto, poi basta, di questa storia è la mancanza di ironia. Non si tratta di qualche gag di Cico qua e là: sia la storia di Nolitta che quella di Castelli avevano forti connotati ironici. La prima storia si leggeva tutta con il sorriso sulle labbra. Nella storia di Castelli l'ironia era limitata alla parte di Supermike, perché il resto tentava invece di essere inquietante, ma c'era. Qui mi sembra che ci si prenda un po' troppo sul serio.
Poteva andare peggio, certo, ma poteva anche andare meglio.
Sono contento
comunque di aver potuto leggere una nuova storia del mio nemico preferito.
Zagor 708: La piccola ombra
A completare l'ultimo volume che contiene la storia di Supermike, abbiamo una
storia breve, probabilmente destinata a uno Zagor+ e poi riciclata come
tappabuchi.
La storia scritta da Burattini e disegnata da Fabrizio
De Fabriitis, detto "Il fumettista esplosivo" (soprannome che probabilmente si
è dato da solo, e che comunque è diverso dal "disegnatore esplosivo" indicato
da Burattini nell'editoriale dell'albo) ha una trama intrigante e perfetta per
una storia breve, pure ben scritta e con un ottimo ritmo, il che è una prova
ulteriore del fatto che Burattini scriva meglio quando ha dei paletti da
rispettare, in questo caso la lunghezza. Ho provato a cercare "apicilnic" in
rete e quello che ne è uscito è esattamente quello raccontato nella storia.
La scelta di una storia disegnata in questo modo subito dopo una disegnata da Verni sembra voluta per creare il maggior effetto di contrasto possibile. Io non ho mai apprezzato particolarmente Verni, che mi sembra sempre essere solo un "imitatore di Ferri" o poco più, adatto in una collana come Zagor che punta spesso sull'"effetto nostalgia" ma privo di uno stile proprio, anche se mi sembra che il suo disegno stia migliorando con il tempo. Verni, dicevamo, ha uno stile classico che più classico non si può, pulito, chiaro, essenziale, a momenti pure troppo, in particolare nelle pagine dell'ultimo albo della storia di Supermike in cui alcuni fondali risultano un po' scarni (si vede che era stanco per la maratona della storia più lunga di sempre). A questi seguono immediatamente i disegni di De Fabriitis, moderni, dinamici, stracarichi di particolari, calati in fondali che mostrano una foresta addirittura opprimente, tanto è cupa e carica di dettagli. L'abbandono della gabbia bonelliana permette di creare tavole completamente piene di disegno, che sembrano, come per giustificare il nome dell'autore, "esplodere" fuori dalla pagina. Il contrasto è enorme, e risalta molto di più così che se la storia fosse stata inserita in uno Zagor +.
Dopo la tirata di Supermike, per me non da buttare ma comunque deludente, ho adorato questa storiella di alleggerimento e spero che disegnatori come De Fabriitis possano lavorare più spesso su Zagor.
Il Moro
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Ero curioso di sapere cosa ne pensasse di questo ritorno di SuperMike non solo un lettore storico ma anche un fan-autore del personaggio, cioè uno che se lo è studiato tanto da assimilarlo: in effetti poteva andare molto peggio, non ti ho sentito "animoso" nei confronti della storia, oppure sei stato particolarmente abile a mascherare la "rabbia da fan" ^_^
RispondiEliminaDiciamo che ho cercato di essere imparziale e non mettermi a gridare "le storie che ho scritto io sono molto megliooo!" 😁
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