martedì 26 novembre 2024

Brothers: A Tale of Two Sons, due fratelli a spasso

Brothers: A tale of two sons recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Brothers: a tale of two sons è un gioco indipendente del 2013, che mi viene naturale paragonare a ICO, di cui abbiamo già  parlato qui
Questo perché anche qui abbiamo costantemente due personaggi, che devono collaborare continuamente per poter procedere. A differenza di Ico, però, in cui controllavamo uno dei due e dovevamo trascinarci dietro l'altra, qui dobbiamo controllare contemporaneamente entrambi i personaggi.

Ma iniziamo dalla trama: siamo in un'ambientazione fantasy-medievale e il padre di questi due fratelli si sente male. Viene loro spiegato che per curarlo devono procurarsi un'erba particolare che si trova solo a Vattelapesca, provincia di Sticazzus, e l'app di Glovo non funziona. Iniziano quindi il loro viaggio, che li porterà ad attraversare terre sconosciute, affascinanti e pericolose.

Sì, come trama non è un granché, si tratta in effetti solo di un pretesto come un altro per mettere in viaggio questi due e farli, appunto, attraversare diverse ambientazioni. Solo nel finale abbiamo di nuovo un po' di trama, anche abbastanza toccante.

Come dicevamo, la particolarità è che si devono guidare entrambi i personaggi contemporaneamente, uno per ogni levetta del joypad. I due grilletti del joypad sono i tasti "azione" dei due personaggi: la loro funzione cambierà a seconda della situazione. Se siamo davanti a una parete ci arrampichiamo, davanti a una leva la tiriamo, e così via. In pratica questo significa che con solo una levetta facciamo tutto. Cioè, una per personaggio.

Brothers: A tale of two sons recensione


Nonostante si comandi tutto usando solo due levette e due tasti, capita lo stesso di confondersi, anche dopo un po' che si gioca. Io non sono mai riuscito ad associare automaticamente levetta e tasto di sinistra con il fratello maggiore e quelli di destra con il minore, fino alla fine del gioco continuavo a cercare di comandare il personaggio che stava a destra con la levetta di destra e quello a sinistra con la levetta sinistra. Dovevo cercare in continuazione di tenere il fratello grande a sinistra e quello piccolo a destra o piantavo su un casino. Per fortuna non è possibile cadere in crepacci o roba simile, anzi, il gioco è molto facile, capita raramente di poter "morire" e in quel caso si respawna quasi immediatamente. 
C'è qualche enigma ambientale, ma il gioco è definibile per lo più un platform, visto che quello che fanno i fratelli è principalmente arrampicarsi e superare crepacci. Insomma, se non fosse che i comandi creano confusione sarebbe davvero semplicissimo.

Brothers: A tale of two sons recensione

Ma va bene così, il gioco è studiato per andare sempre avanti a vedere i nuovi scenari e i nuovi modi che il gameplay ci propone di far interagire i due fratelli, che sono davvero molti.
Il gameplay è quindi particolare e interessante, anche se spesso sembra di assistere a una serie di eventi scriptati su cui il nostro controllo è davvero limitato, e gli ambienti da attraversare sono carini, con dei begli scorci a volte, ma non raggiungono mai vette particolari. Cioè, si vede che il gioco cerca di affascinarti con la bellezza dell'ambiente che ti circonda, peccato che l'ambiente non sia poi così affascinante. E' fatto per lo più di campagna e strade montane, con alcune eccezioni intriganti come la fucina dei troll o la casa del gigante, intriganti ma troppo limitate.

Brothers: A tale of two sons recensione


Avendolo giocato poco dopo ICO, mi è venuto naturale fare un confronto, visto che anche qui abbiamo due personaggi da far interagire. Ma, nonostante la differenza d'età e conseguentemente di tecnologia, Brothers: A tale of two sons non è nemmeno da mettere vicino al capolavoro per PS2, che aveva tutta un'altra atmosfera e un'ambientazione, seppur limitata dal motore grafico oggi antiquato, ben più affascinante. Cercare una via di fuga in quell'enorme e misterioso castello aveva tutto un altro sapore rispetto al pur rischioso, almeno sulla carta, viaggio dei due fratelli.

Un buon gioco basato su una buona idea, quindi, ma che avrebbe avuto bisogno di un level design più ispirato o di una trama più articolata, o magari di una maggiore interazione, per poter davvero lasciare il segno.

Il Moro

Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.

5 commenti:

  1. Capolavoro!
    L''ambiente io l'ho trovato affascinante, immersivo e a tratti emozionante.
    Penso che a te piacerebbe di più il remake, che invece a me non attira per niente (preferisco la grafica "sempliciotta" di questo), dove si può giocare anche in co-op locale.
    A differenza tua non posso fare paragoni con Ico, che non ho mai giocato.

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    1. Non sapevo nemmeno che ci fosse un remake! MA ce n'era bisogno? Alla fine gli hanno solo pompato un po' la grafica, ma le stradine di montagna rimangono stradine di montagna anche in 4k, quello che manca sono degli ambienti più affascinanti.

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    2. No! Non ce ne era assolutamente bisogno! Anche perché il gioco funzionava alla grande in singolo con le due leve, non si sentiva lontanamente il bisogno dell'introduzione del il co-op!

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  2. Controlli un po' legnosi, alla fine ho lasciato perdere, peccato!

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    1. PEccato perché la parte migliore è sicuramente alla fine, ma può stancare prima di arrivarci.

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