venerdì 30 giugno 2023

Vacanza!

 


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Breve post di servizio per avvisare che sarò in vacanza per due settimane, per cui niente articoli nuovi fino al mio ritorno!

Che poi ormai ne pubblico solo più uno a settimana, quindi saltate giusto un paio di articoli, non ve ne accorgete nemmeno.

Ciao a tutti e buone vacanze a me!

martedì 27 giugno 2023

Opinioni in pillole, Star Trek: Lower Decks, Strange New World, Picard.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi e meno brevi su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di Star Trek!
I commenti qui sotto sono stati scritti in momenti diversi, dopo aver visto la serie relativa, e li trovate nell'ordine in cui li ho scritti e in cui ho visto le serie.



Star Trek Lower Decks (fino alla terza stagione)

Star Trek: Lower Decks si conferma con la terza stagione la miglior serie che omaggia ironicamente Star Trek, superando il suo diretto concorrente, The Orville
Lo spirito è lo stesso: non una parodia o una presa in giro, ma una visione ironica dell'universo creato da Gene Roddemberry. Laddove però The Orville prende l'universo e le storie di Star Trek e ci infila qualche gag qua e là, spesso in modo forzato, Lower Decks va a prendere in giro proprio gli stereotipi trekkiani, cavando le gag dal tessuto stesso della narrazione trek piuttosto che inserire elementi nuovi per far ridere. Si va a prendere in giro bonariamente Star Trek, piuttosto che rifare Star Trek con degli spunti comici.

Per questo risulta una serie meglio riuscita di The Orville, che aveva il difetto di non sapere bene da che parte stare, se essere una serie comica o "solo" una nuova stagione di Star Trek con i nomi cambiati.
Star Trek: Lower Decks invece sceglie rigorosamente il campo dell'animazione comico-fantascientifica, ma così facendo incorre in una trappola: andare a giocare nel territorio dei grandi. E' innegabile, infatti, che per quanto sia ben riuscita Lower Decks non regga il confronto con capolavori quali FuturamaRick and Morty o anche solo Solar Opposites, serie poco conosciuta ma che è realizzata dagli stessi autori di Rick and Morty e si vede, tre stagioni disponibili su Disney Plus.
Da confronti di questo tipo non si può che uscire con le ossa rotte, ma Lower Decks ha dalla sua proprio l'essere una serie di Star Trek: gli appassionati coglieranno e adoreranno le citazioni e le prese in giro.
Consigliatissima a tutti i trekker dotati di senso dell'umorismo, quindi, ma ha poco senso per chi non ha Star Trek nel cuore.



Star Trek -  Strange new Worlds prima stagione

Finalmente, dopo Picard Discovery, una serie che è riuscita a farmi ricordare perché amo Star Trek.
Strange New Worlds si pone in modo simile a The Next Generation, cioè a metà strada tra TOS e DS9: c'è la minaccia della settimana, ci sono gli "strani, nuovi mondi" (sebbene in misura minore di quanto farebbe pensare il titolo), e ci sono anche i rapporti tra i personaggi, che solo per la brevità della stagione non hanno tempo di prendere la piega da telenovela che abbiamo visto sulla stazione comandata da Ben Sisko. 
Il ritorno alla formula episodica non può che lsciarmi soddisfatto: chi ne può più dei film stiracchiati per portare una storia da due-tre ore fino alla decina?
Star Trek è una serie molto attaccata ai suoi attori (basti guardare le centinaia di fumetti usciti negli anni), e risulta strano vedere volti nuovi nei ruoli di personaggi che abbiamo amato in altra forma. Passi per Pike, Una e l'infermiera Chapel, che si erano visti poco ai tempi della TOS, altra storia per Uhura, Spock e Kirk, che fanno un effetto straniante. Soprattutto l'ultimo, potevano almeno prendere uno che avesse un minimo di somiglianza con William Shatner (so che nella serie ritornano altri personaggi dalla TOS, ma nell'una o nell'altra sono comparse o poco più. E nemmeno sono così geek da ricordami tutti i personaggi secondari di Star Trek). Ammetto di non essere mai riuscito a superare del tutto questo straniamento, e questi mi sono sempre sembrati più tizi somiglianti che gli stessi personaggi a cui ero affezionato. Ma è un limite mio.
Non sono neanche tanto convinto della caratterizzazione di Uhura, più simile al personaggio di Hoshi di Enterprise che alla Uhura classica.

Essendo episodi per lo più staccati l'uno dall'altro andrebbero esaminati uno per uno, ma non ne ho voglia. Direi che si attestano comunque su una buona media senza particolari eccellenze né particolari schifezze. L'unica cosa, nell'altrimenti ottimo episodio Portaci dove la sofferenza non arriva, nel finale vengono rivelate nuove informazioni al dottore per una cura per la figlia, che però risultano totalmente inutili visto cosa succede alla figlia pochi episodi dopo. Cioè, con quel poco di trama orizzontale che metti sei riuscito pure a sbagliarla!
In generale comunque posso dire di essermi affezionato ai personaggi e interessato alle loro vicende. Ora, sarebbe bello sapere se questa serie mi è piaciuta perché effettivamente merita, o solo in contrasto con gli orrobri della terribile terza stagione di Discovery e con la poco riuscita prima di Picard. Magari mi farò un'idea migliore con la seconda stagione, una volta esaurito l'effetto novità.


Star Trek - Picard, seconda stagione

Ho già avuto modo di parlare (abbastanza male) della prima stagione di Picard, che pure aveva le sue buone idee. Fortunatamente, la seconda si rivela decisamente migliore, in effetti l'ho detto già da subito: sarebbe bastato togliere quel cavolo di elfo Bene Gesserit e tutto sarebbe andato meglio! E infatti l'odioso Elnor è quasi del tutto assente, mi hanno dato retta, era ora!

Valgono alcune delle lamentele che ho già fatto a proposito della prima stagione. Niente esplorazione e "strani nuovi mondi", ma a questo punto va bene, perché per quello c'è Strange New Wolrds. Questa stagione, e l'intera serie, si rifanno piuttosto ai film di Star Trek, quelli vecchi (quelli belli), e infatti anche stavolta è un'unica storia lunga dieci ore. E poi continuano a non mostrarmi nulla né del futuro rispetto alla data "base" di Star Trek (il futuro della terza stagione di Discovery era meglio perderlo che trovarlo) né dell'universo narrativo al di fuori della Flotta Stellare, sono spariti anche gli sporadici  accenni a questi argomenti fatti nella prima stagione. Per non sbagliare, si sceglie addirittura di replicare Rotta verso la Terra e spedire i nostri nel passato, cioè nel presente, per la maggior parte della serie.

Abbiamo poi svariate forzature di trama, allungamenti di brodo per portare il minutaggio a 10 puntate (a che diavolo serviva l'intera parte dell'interrogatorio di Picard?), dialoghi troppo lunghi (soprattutto quelli romantichelli di Rios), tecnologia spesso simile a tecnomagia (il teletrasporto portatile di Tallin sembra funzionare più o meno come il cacciavite sonico del Doctor Who: basta agitarlo a caso per ottenere esattamente l'effetto desiderato), cose poco chiare (il ruolo degli Osservatori è a dir poco oscuro, e secondo me piuttosto buttato lì), e altre un po' imbarazzanti (Picard che a ottant'anni suonati non solo ha una mezza storia d'amore con una che avrà la metà dei suoi anni [non è vero: ho controllato e Orla Brady ha la bellezza di 62 anni, complimenti, non li dimostra per niente! Comunque vent'anni in meno di Picard], ma si scoprono pure problematiche psicologiche irrisolte con la madre. Ottant'anni). 
Insomma, le cose che non funzionano non mancano di certo.


Eppure, come anche per la prima serie, non sono riuscito a staccarmi finché non l'ho finita. La trama non è eccezionale ma è intrigante, i personaggi non sono perfetti ma viene voglia di sapere loro cosa succede dopo. L'utilizzo della regina Borg e di Q come avversari, uniti al solito Brent Spiner nel solito ruolo dello scienziato pazzo (se ho contato bene, i membri della famiglia Soong interpretati negli anni da Brent Spiner sono quattro e sono tutti scienziati pazzi, a dimostrazione che in quella famiglia hanno dei geni lunghi così, visto che oltre al genio e alla follia perpetuano all'infinito anche l'aspetto fisico), invece di essere una banale riproposizione di vecchi avversari risulta gradita, molto di più dei nemici riciclati da Mass Effect della prima stagione, dato che stiamo comunque parlando di un sequel di vecchie avventure. A questo proposito, è gradito anche il non indugiare troppo nell'autocitazione e nel far ricomparire vecchi personaggi, cosa che comunque avviene ma meno che nella prima stagione.
Insomma, c'è una qualche strana alchimia per cui il totale è maggiore della somma delle parti. Suppongo che c'entri molto anche la passione per un universo narrativo che mi ha accompagnato dall'infanzia. Se vedo un borg sono contento, fa niente se i loro puntatori laser verdi, stavolta montati sulle armi, vengono usati tipo venti volte per avvisare i protagonisti della loro presenza. Li avessero spenti la storia sarebbe finita in dieci minuti.

A questo punto mi toccherà guardarmi anche la terza stagione.


Il Moro

Altri articoli trekkosi:

martedì 20 giugno 2023

The Flash: nessun film riesce a fartele girare più in fretta.

The flash recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Con Thor Love and Thunder e Black Panther: Wakanda Forever credevo che i film di supereroi avessero toccato il fondo, meno male che The Flash mi ha ricordato che al peggio non c'è mai limite.

Questo film è così brutto da riuscire quasi a fare il giro e diventare bello, se lo si va a vedere con la giusta compagnia e insieme si sghignazza per tutte le stupidaggini che si susseguono sullo schermo. Comico, sì, ma involontariamente. L'unico suo merito è che da un sacco di splendidi argomenti con cui prenderlo in giro.

La prima cosa che salta all'occhio è la computer grafica, che a momenti sembra uscita da un gioco per la PlayStation 2. Ed essendo un film di supereroi, quindi basato in gran parte sugli effetti speciali, non è che si possa proprio far finta di niente. La scena iniziale, con Flash che salva dei bambini che cadono da un palazzo che sta crollando, è una cosa di una bruttezza rara. Questi bambini sembrano quei bambolotti inquietanti che ogni tanto il Signor Distruggere tira fuori dai gruppi Facebook delle mammine pancine. E oltre a essere una schifezza graficamente è anche coreografata da un ubriaco. Una vera porcheria. E, come se non bastasse, durante i titoli di coda viene ripresa quella stessa scena, come se gli autori fossero convinti di aver realizzato chissà che figata. Mamma mia.

martedì 13 giugno 2023

Opinioni in pillole, film Marvel: Black Panther: Wakanda Forever e I Guardiani Della Galassia Vol. 3

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi e meno brevi su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di due degli ultimi film Marvel, almeno gli ultimi che ho visto io. 


Black Panther: Wakanda Forever recensione

Black Panther: Wakanda Forever

Non volevo vederlo questo film, ormai l'universo cinematografico Marvel ha davvero sfrangiato i marroni. Ma alla fine ci sono cascato ancora, anche se certo non mi ha attirato in sala. E meno male!
Due ore e mezza di film, esclusi i titoli di coda, di cui percepite almeno il triplo. Come avrei potuto resistere alla visione in sala? Già mi immagino alla fine del primo tempo, sorpreso dall'accensione delle luci a martellarmi le parti basse con una bottiglia come Tafazzi. Almeno a casa ho potuto guardarlo in tre comode sessioni. Giuro, quando ho guardato l'orologio dopo aver interrotto la seconda sessione ho esclamato: "ma come, è passata solo mezz'ora?!"
Incredibile la capacità degli autori di prolungare per due ore e mezza una trama che tranquillamente ci stava in metà del tempo, e comunque non sarebbe stata 'sto granché nemmeno così. Personaggi secondari inutili e che sembrano (e probabilmente sono) inseriti solo per mettere dentro carne giovane a cui dedicare nuovi spin-off, o uomini-gag senza nessuna utilità nella trama (Martin Freeman, sto parlando con te). Verso la fine l'unica mia speranza era che Namor facesse fuori tutti e poi radesse al suolo l'intera civiltà della superficie, come era sua intenzione. E invece niente, questa vita non regala nessuna soddisfazione.

martedì 6 giugno 2023

Due classici romanzi horror sulle case stregate: L'incubo di Hill House e La casa d'inferno

Sue classici romanzi horror sulle case stregate: L'incubo di Hill House e La casa d'inferno

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Riunisco qui i miei commenti a due classici che più classici non si può sulle case stregate, due libri che hanno fatto storia e creato degli stilemi e dei topos narrativi che nessuno di coloro che ha scritto di case infestate dopo di loro ha potuto ignorare.


La casa d'inferno, di Richard Matheson

Intendiamoci, io adoro Richard Matheson, trovo strepitosi i suoi racconti e Tre millimietri al giorno è uno dei miei libri preferiti di sempre. Ma La casa d'inferno è una noia mortale. 

Si tratta di una classicissima storia di case infestate, classica che più classica non si può. Tutto avviene come da manuale, l'unico elemento intrigante è lo scontro tra lo spiritismo dei medium e la razionalità scientifica dello scienziato, convinto che le manifestazioni spiritiche siano in realtà dovute a residui di energia elettromagnetica che i medium riescono a dirigere inconsciamente.

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