High-Rise - La rivolta è un film del 2015 tratto dal romanzo Il condominio (High Rise) di J.B. Ballard, che invece è del 1976. Ci è voluto un po'.
Il film è ambientato negli anni '70, rispettando così la data di pubblicazione
del romanzo. Infatti si vede molto sesso libero, droga ovunque, sballati di
vario tipo a ogni livello.
Chissà se erano davvero così gli anni '70?
Chi se li ricorda mi venga in aiuto, io sono del '78, non c'ero.
Soprattutto, fumano tantissimo. Sembra che ogni personaggio fumi e lo faccia
ovunque e in qualsiasi occasione. Questo mi sa che rispecchia abbastanza gli
anni '70, perché più vado indietro con la memoria più ricordo gente che
fuma.
Le ricerche volte a dimostrare che il fumo fa male sono iniziate
già negli anni '50, ma sono sempre state combattute dalle campagne
negazioniste dei produttori di sigarette. E' solo negli anni '80 che queste
campagne negazioniste, ormai insostenibili, sono del tutto cessate, e sui
pacchetti di sigarette sono apparsi quegli annunci di quanto il fumo fa male
che vediamo ancora oggi. Possiamo quindi dire che negli anni '70 non era
ancora proprio chiaro a tutti il legame tra il fumo e il cancro.
Anche
l'aumento del costo delle sigarette, spropositato rispetto all'inflazione, fa
parte della campagna contro il fumo, come le varie leggi restrittive che
impediscono il fumo in alcuni luoghi (fortunatamente non ricordo quando si
poteva fumare nei cinema, ma nei bar e nei locali ci ho fumato anch'io, quando
ancora avevo questo vizio. Ancora mi chiedo come facevo a sopportare la
puzza).
A metà degli anni '70 un pacchetto di Marlboro costava meno di
500 lire, corrispondenti a circa 2 euro e mezzo odierni, mentre oggi siamo
intorno ai 6 euro. Negli Stati Uniti le cifre sono quasi le stesse. Se volete
sapere quali sono i motivi che mi hanno spinto a smettere di fumare, sappiate
che uno è sicuramente la scoperta che circa l'80% del costo delle sigarette
sono tasse. Non l'unico, ma ha contribuito.
Ora, qualcuno mi spiega
perché sono andato a perdermi in questa divagazione che non c'entra una mazza
con il film?
High-Rise - La rivolta è interpretato da
volti noti quali Tom Hiddleston, Jeremy Irons, Luke Evans, Elizabeth
Moss, James Purefoy. Si ambienta in un condominio isolato in periferia, un
edificio nuovo e squadrato, con appartamenti di lusso ai piani alti, e quelli
più bassi comunque sono occupati da persone di ceto abbastanza alto.
L'architetto vive nell'attico.
L'edificio offre tutte le comodità,
supermercato, palestra, piscina, al punto che la maggior parte degli inquilini
ne esce solo per andare al lavoro. Quelli che un lavoro non ce l'hanno, stanno
eternamente all'interno.
Il condominio quindi si trasforma lentamente in
una sorta di comunità indipendente, isolata dal resto del mondo. Non è
autosifficiente, ovvio, ma è comunque un isolamento sociale e culturale che ne
fa una specie di realtà separata, nella quale le notizie dal mondo arrivano
ovattate, lontane, considerabili di scarso interesse, come se non potessero
davvero riguardare gli abitanti del condominio.
La prima metà del film è la migliore. Qui cresce questo senso di alienazione,
si formano questi bizzarri rapporti tra gli abitanti del palazzo, nascono le
differenze tra chi abita ai piani alti e chi ai piani bassi. Questo perché gli
eventi si susseguono con la giusta velocità, e sebbene abbia già tutto un'aria
surreale risulta comunque credibile.
Poco dopo la metà del film, però,
tutto precipita di colpo.
Il condominio, complici alcune mancanze di
corrente elettrica, precipita nel caos. Come se davvero fossero isolati dal
resto del mondo o se lo scenario fosse diventato postapocalittico, gli
inquilini regrediscono a uno stato primitivo, con tanto di lotta per il cibo e
divisione in tribù, con la perdita di qualsiasi regola sociale e
l'esasperazione delle differenze.
Non ho letto il romanzo di Ballard, ma
posso presumere che lì tutto funzionasse meglio, come sempre quando la carta
stampata ti mette a disposizione tutto lo spazio che ti serve per raccontare
la tua storia. Qui, probabilmente per problemi di minutaggio, a un certo punto
si decide per un montaggio che in pochi minuti fa passare qualche mese, così
che si ha la sensazione che tutto nel condominio vada a carte quarant'otto in
poco tempo e senza una vera ragione. Il passaggio dalla prima alla seconda
parte avviene in maniera semplicemente troppo repentina, così che ci si
ritrova a chiedersi come diavolo hanno fatto a ridursi così questi condomini,
visto che il condominio non è "davvero" isolato dal resto del mondo. Anzi, per
diverso tempo molti continuano a recarsi al lavoro.
Peccato perché era
un'idea valida, ma questa seconda parte arrivata troppo repentinamente ammazza
il risultato finale.
Su Amazon Prime è disponibile solo con il doppiaggio italiano. Peccato, avrei apprezzato di più vederlo in lingua originale visti gli attori coinvolti.
Il Moro
A me non convinse, solo a metà, ma ecco la tua divagazione m'interessava di più ;)
RispondiEliminaAh ah, allora ho fatto bene a inserirla!
EliminaIl romanzo di Ballard è qualcosa che va letto. Lo spaccato di società e degenerazione tribale che viene messo in atto è unico nel suo genere. Forse la vera natura di quella narrazione la puoi percepire in Shivers di Cronenberg. Questo film è ben diretto e pure con un grande cast. Solo che la visione d'insieme viene persa a favore dell'estetica della direzione. Resta comunque un buon film.
RispondiEliminaForse prima o poi mi deciderò a leggere il libro.
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