martedì 30 aprile 2024

Zagor: Il passato di Jenny, Il cuore di Manito, Il creatore di mostri

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.

E' chiaro che siamo in un periodo di celebrazioni, visto che subito dopo il n. 700 è uscita la storia sul passato di Jenny, e poi quella lunghissima sul ritorno di Supermike. Un allaccio a due personaggi importanti nella mitologia dello spirito con la scure uno dietro l'altro e subito dopo il 700. "Coincidenze? Io non credo."



Zagor n. 701-702: Il passato di Jenny

Nel n. 22 della fanzine Zagorianità trovate un mio articolo di analisi sul personaggio di Jenny e sulle cosiddette "donne nel frigorifero" in narrativa, vale a dire quei personaggi femminili totalmente inutili prima e che assumono importanza solo nel momento della morte, solitamente per dare all'eroe un motivo per scatenare la vendetta. Jenny poteva essere allegramente fatta rientrare in questa categoria.
Senza riportare l'intero articolo, c'è un passaggio in particolare che vorrei citare: 

Jenny è caratterizzata in modo molto “semplice”. Una ragazza dei boschi, relativamente in gamba, indipendente, ma poco altro [...] Non ha fratelli vendicativi che possano a un certo punto saltare fuori ad accusare Zagor di averne causato la morte (almeno credo), non ha una storia familiare particolare, non ha traumi nel passato, una semplicità che non è sinonimo di cattiva o sbagliata scrittura, ma una scelta precisa.

Ovviamente sono stato subito smentito, ed ecco che arriva pure il trauma nel passato. A questo punto mi aspetto che il fratello vendicativo possa spuntare da un momento all'altro.

Jenny come Gwen Stacy per l'Uomo Ragno, personaggio secondario di scarsa importanza che diviene rilevante solo dopo la sua morte (senza contare tutti i cloni e le varie versioni di mondi paralleli che saltano fuori in tempi più moderni). 
Allo stesso modo si iniziano a narrare storie che vedono Jenny protagonista solo dopo che è schiattata (solo flashback, niente cloni. Per ora). Ma, io mi chiedo, non sarebbe stato meglio rendere Jenny un personaggio a tutto tondo, con un passato complesso e una personalità approfondita, prima di farla crepare con gli stivali ai piedi? Così da permettere al lettore di affezzionarsi e rendere la sua successiva morte un vero colpo, di scena ed emotivo? Ma io lo so cosa ha pensato Burattini: che poi troppa gente avrebbe protestato, prima perché ha inserito un elemento romantico non richiesto, poi perché l'ha tolto. Meglio una protesta sola.

In effetti è facile capire qual è lo scopo di Burattini, quando scrive le sue storie. In questa, è evidente che ha voluto trovare un modo di inserire tematiche delicate e poco prese in considerazione su Zagor (che, ricordiamolo, nasce come fumetti per un pubblico di ragazzini e tale è rimasto, anche se nel frattempo i ragazzini sono cresciuti e diventati dei vecchi barbogi), quali lo sfruttamento e lo stupro. Mi sembra che Burattini abbia la tendenza a scrivere le sue storie pensando già alle dichiarazioni che farà al riguardo, piuttosto che preoccuparsi di intrattenere. 


La storia di Jenny è drammatica, anche se di certo non originale. Se da una parte va apprezzato il voler parlare di tematiche un po' più adulte visto che il pubblico di Zagor è evidentemente cambiato, dall'altra hai una storia prevedibilissima, senza alcun guizzo di originalità.
Storia raccontata abbastanza bene. La mania di Burattini per spiegare ogni dettaglio, convinto com'è che altrimenti il lettore non sia in grado di arrivarci, ha colpito anche stavolta, ma siamo abituati ad eccessi ben peggiori.

Ho amato il tratto di Laurenti nelle sue precedenti storie Zagoriane, ma stavolta non ci siamo proprio, i disegni sembrano abbozzati. Leggo che ha dovuto lavorare in pessime condizioni con dei tempi molto ristretti, se è vero non è neanche colpa sua, ma comunque è colpa di qualcuno che non ha saputo organizzare bene il lavoro. E che in una storia dedicata a due splendide ragazze il disegnatore che ci ha regalato le donne più belle della saga Zagoriana non abbia potuto rendere al meglio è un peccato che grida vendetta al cielo.

Nel complesso una storia che si lascia leggere, ma che verrà dimenticata in fretta, quindi nella media della produzione zagoriana degli ultimi (e pure penultimi) anni. 


Zagor + n. 12 - Il cuore di manito, di Barbieri e Barison recensione

Zagor + n. 12 - Il cuore di manito, di Barbieri e Barison

Mi ha fatto piacere leggere questa storia, versione zagoriana di Cuore di tenebra. D'altronde abbiamo visto spesso nella serie citazioni quando non veri e propri rifacimenti di film, romanzi o altro.
Non ho mai letto Cuore di tenebra, ma è una di quelle opere talmente citate che è come se l'avessi fatto. Ed effettivamente la storia è quella, Zagor si inoltra su un fiume che si perde in una fitta e misteriosa foresta in cerca di vecchi amici. Qui un bianco ha radunato intorno a sé una banda di indiani spietati, intenzionato a fondare una nuova nazione indiana.


Non bisogna cercare l'originalità ne Il cuore di Manito, che è una di quelle storie del tipo Zagor contro... e lo dichiara dall'inizio. Certo che rispetto al materiale originale risulta molto più edulcorato, finendo così per assomigliare a molte altre storie simili già viste sia in Zagor che in Tex.
Quello che funziona è che è ben scritta e ben disegnata, capace di mantenere l'attenzione fino al fondo.
Non un granché le gag di Cico, ma almeno ci sono. 


Speciale Zagor n. 38 - Il creatore di mostri recensione

Speciale Zagor n. 38 - Il creatore di mostri, di Fantelli e Mangiantini

Basileo è un altro "mad doctor" della saga zagoriana, qui al suo primo "ritorno" dal 1980, una sorta di dottor Moreau ossessionato dall'antica grecia, tanto da costruirsi una sorta di cittadina con architetture e statue in stile greco e creare mostri che ricordano quelli dei miti greci, da far scontrare con Zagor.

La storia segue l'aurea regola dei sequel: come il primo, ma di più.
Stavolta con la parte "come il primo " abbiamo forse un po' esagerato. In effetti la trama è praticamente ideantica all'originale, ma più corta.
Ne La montagna degli dei c'era tutta una parte iniziale in cui Zagor indagava sulla scomparsa degli altri "forzuti" della regione, prima di finire nelle grinfie di Basileo, che lo obbliga ad affrontare i suoi mostri. Ma questo è uno speciale con foliazione limitata, quindi abbiamo un ottimo inizio in medias res con Zagor e Cico già cattturati, tra l'altro nello stesso modo dell'altra volta, frantumando bocce piene di gas narcotizzante. 
Basileo ovviamente vuole sottoporre di nuovo Zagor alle sue prove, stavolta per semplice vendetta. Dotato presumibilmente di fondi illimitati, ha ricostruito il suo "nuovo olimpo" più bello di prima, ottimamente reso dalla matita di Mangiantini (bravo negli sfondi ma meno nella resa di Zagor, ma ormai lo sappiamo), le cui architetture e statue greche sono tutte da ammirare. 

Speciale Zagor n. 38 - Il creatore di mostri recensione

Nella storia del 1980 Basileo non sembra in grado di ottenere esattamente ciò che vuole dai suoi esperimenti. Il suo leone di Nemea era un puma particolarmente grosso e feroce, la sua idra di Lerna era un anaconda particolarmente grosso e feroce, la sua cerva di Cerinea era un alce particolarmente grosso e feroce con in più gli zoccoli ferrati e le corna affilate, il cinghiale di Erimanto era, indovinate un po', un cinghiale particolarmente grosso e feroce, i suoi uccelli del lago Stinfalo erano dei falchi da caccia... no, questi mi sembra fossero normali. La sua scienza gli permetteva quindi per lo più di ottenere versioni un po' più grandi di animali già pericolosi per conto loro, e il suo più grande successo era Cerbero, che era effettivamente un cane a tre teste.

Per quanto riguarda il "ma di più" della regola aurea dei seguiti, la scienza di Basileo qui è migliorata. Continua per lo più a ingrandire animali già esistenti, ma stavolta li ingrandisce di un sacco! I nemici di Zagor infatti sono una lumaca gigante, un granchio gigante, una lucertola gigante, formiche giganti! Ma questa roba ha davvero un corrispondente nella mitologia greca?
Più interessanti sono i frutti dei suoi esperimenti alla Moreau, la sirena e il minotauro, e i vari orrori scaturiti dagli esperimenti più o meno falliti, tra cui uno che è chiaramente una citazione diretta di un Licker di Resident Evil nella posa del primo zombi della saga.



Una lettura valida, un volume che fa quello che dovrebbe fare, cioè intrattenere. E' vero che la storia è uguale alla prima, è anche vero che sono passati quarant'anni, la prima non l'abbiamo appena letta.
Magari avrei preferito un po' di spazio in più per introdurre i vari mostri, farli avvicinare lentamente magari nell'ombra, invece qui la maggior parte compare di colpo in piena luce.

Il finale non funziona molto bene. Considerate SPOILER le prossime righe.

Le due Moire rimaste, andandosene, commentano: "a volte il taglio del filo è solo simbolico e rappresenta una rinascita e non la morte... ma non c'è mai nascita senza dolore...", il che ha poco senso, perché l'avventura appena vissuta per Zagor è un lunedì qualunque, quale dolore dovrebbe aver provato? Quale rinascita, se se ne è andato esattamente come è arrivato? Avrebbe avuto più senso se quella che interpretava Cloto fosse morta. In effetti, farla rimanere viva sembra un atto di buonismo eccessivo, farla morire avrebbe reso la storia più interessante perché, appunto, Zagor avrebbe dovuto passare attraverso il dolore della morte dell'unica che lo aveva aiutato. 
Inoltre, anche che a pronunciare quella frase sia una semplice attrice appare fuori luogo. Sembra quasi che le Moire dovessero avere un ruolo più mistico e surreale nel finale, come se la questione fosse andata oltre le intenzioni di Basileo e loro avessero davvero per un momento incarnato i personaggi mitologici. Mi è venuto quasi spontaneo immaginare un "finale alternativo" in cui le Moire, compresa Cloto morta sotto forma di fantasma, commentavano la vicenda come avrebbero fatto le "vere" moire. Chissà se l'autore voleva davvero qualcosa del genere e poi non ha avuto abbastanza spazio? Altrimenti, quella frase è fuori luogo per due motivi e basta.

Il Moro

Articoli interessanti: 

Le mie fanfiction (gratuite) su Zagor:

Tutti i miei articoli su Zagor

martedì 23 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, terza parte

 Salve a tutti, è Il moro che vi parla!

Eccoci giunti alla terza e ultima parte di questo piccolo speciale sulle opere tratte dalla Divina Commedia. Come già detto, non c'è nessuna pretesa di completezza, solo che per caso mi sono ritrovato a leggere/giocare diverse opere derivate dagli scritti del Sommo Poeta nel giro di poco tempo, quindi ho raccolto le mie opinioni al riguardo in questi tre articoli. Qui trovate il primo e qui il secondo.


La divina commedia di Go Nagai

La divina commedia di Go Nagai recensione
Immagine presa di fianco per dare l'idea delle dimensioni.


Ho preso in biblioteca il volumone che raccoglie l'opera completa, e vi sfido a tenerlo appoggiato sullo stomaco seduti nel divano. Nel volumone in questione (che nonostante il peso è completamente privo di redazionali) Go Nagai traspone fedelmente i passi più rappresentativi dell'opera del sommo poeta, senza cambiare nulla, limitandosi a rendere più evidenti le allegorie grazie ai dialoghi e ai pensieri di Dante, probabilmente con lo scopo di facilitarne l'interpretazione. Questo fa sì che la figura del poeta risulti un po' diversa da quella dell'opera originale, che qui è un po' più attivo e si pone delle domande per indurre il lettore a fare lo stesso, mentre il "vero" Dante si limitava per lo più a fare da spettatore.

giovedì 18 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, seconda parte

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Benvenuti alla seconda parte di questo piccolo speciale sulle opere tratte dalla Divina Commedia. Come già detto, non c'è nessuna pretesa di completezza, solo che per caso mi sono ritrovato a leggere/giocare diverse opere derivate dagli scritti del Sommo Poeta nel giro di poco tempo, quindi ho raccolto le mie opinioni al riguardo in questi tre articoli. Qui trovate il primo. Per il terzo, dovrete aspettare fino a martedì.
Stavolta mi focalizzerò sui videogiochi.


Dante's Inferno (videogioco 2010) recensione

Dante's Inferno (2010)

L'inferno dantesco è anche l'ambientazione di questo gioco d'azione per PS3, PSP e Xbox 360. Il protagonista, però, non è il Dante poeta ma un altro tizio con lo stesso nome, un veterano della terza crociata che viene ucciso durante la stessa ma riesce a sconfiggere in duello la Morte (il primo combattimento è anche il primo boss) e quindi a tornare in vita.
Tornato a Firenze, scopre che la sua amata Beatrice è stata rapita da Lucifero in persona, per scopi misteriosi. Non esita dunque a gettarsi all'inseguimento del diavolo e della sua amata, potendo muoversi liberamente all'Inferno forte del fatto di aver già sconfitto la Morte, e armato della falce d'ossa che le ha strappato. Qui distrugge più o meno tutto quello che incontra, guidato da Virgilio che compare ogni tanto per accompagnarlo nel suo viaggio. Il poeta romano ha il compito di dare informazioni su quanto ci aspetta declamandolo in versi, e saltuariamente ci consegna dei potenziamenti.

martedì 16 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, prima parte

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Le opere tratte dalla Divina Commedia si sprecano, in ogni parte del mondo. Per puro caso però mi è capitato di usufruire di diverse di queste opere a poca distanza l'una dall'altra, quindi ho deciso di mettere le mie opinioni al riguardo tutte insieme. L'articolo però veniva troppo lungo, quindi ho deciso di dividerlo in tre parti, e pubblicare in via del tutto eccezionale due post in una settimana invece del solito post singolo. Stavolta parliamo della trilogia di romanzi L'ora dei dannati!


L'ora dei dannati, trilogia di Luca Tarenzi

L'ora dei dannati l'abisso Luca TArenzi recensione

Libro primo: L'abisso

Il canovaccio di questo romanzo appare classico: qualcuno ha un piano per un "colpo" grandioso, e per riuscirci ha bisogno di "mettere insieme una squadra". In questo caso il "colpo" è nientemeno che la fuga dall'inferno, e la squadra sarà composta da personaggi ben noti a chi conosce la storia e/o la Divina Commedia.
Sì perché, come una versione dannata del George Clooney di Ocenan's Eleven, in L'ora dei dannati - L'abisso è Virgilio, che dopo aver accompagnato Dante ha conservato la capacità di muoversi liberamente per l'inferno, ad andarsene in giro nel posto peggiore immaginabile a reclutare la gente giusta per il colpaccio.

martedì 9 aprile 2024

Opinioni in pillole, fumetti di Daniel Warren Johnson: Murder Falcon, Beta Ray Bill - Argent Star, Wonder Woman - Terra morta, Extremity, Space Mullet, Transformers

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo dei fumetti di Daniel Warren Johnson!

I disegni di Daniel Warren Johnson sono potenti, quasi sempre valorizzati dai colori di Mike Spicer, evocativi, ricchi di dettagli, ultradinamici. In essi si vede la plasticità del fumetto statunitense unita con suggestioni nell'impostazione delle pagine da quello francese e nelle scene d'azione con quello giapponese. Uno stile spesso sporco, quasi graffiato, che sembra vicino più al fumetto indipendente che a quello mainstream a cui comunque appartiene. 
Ma il vero salto Daniel Warren Johnson l'ha fatto quando ha iniziato a scrivere anche i testi, e da quel momento non ce n'é stato più per nessuno. 

Dopo aver letto quel capolavoro di Murder Falcon, come da saggio consiglio di Lucius, ho "dovuto" recupare qualsiasi cosa scritta e disegnata da lui su cui sono riuscito a mettere le mani. 

Ognuna delle opinioni seguenti è stata scritta subito dopo aver letto l'opera, e le trovate nell'ordine in cui le ho lette.


Murder Falcon (2018)

Murder Falcon recensione

Murder Falcon è il fumetto che ha messo Daniel Warren Johnson nel radar di tutti gli appassionati di fumetti e musica metal. Storia: una band metal si ritrova dotata del potere di evocare delle creature a cui far combattere un male proveniente da un'altra dimensione. 
Detto così sembra quasi una versione dei Pokemon dove gli allenatori invece di gridare il nome della mossa del loro mostriciattolo ci danno dentro di riff, ma attenzione: il livello di epicità raggiunto da Murder Falcon è qualcosa che raramente si è visto nel mondo del fumetto. Come si può rimanere indifferenti a un giro di basso che evoca un mammut?
Ma, per quanto sia immensamente figo evocare un guerriero falco con un braccio meccanico e una bandana alla Rambo da un mondo heavy metal e farlo combattere caricandolo di energia con uno shredding furibondo, questo fantastico fumetto ha ben altre frecce al suo arco.
Sì, perché da cosa deriva il potere del metal? Dalla volontà di gridare in faccia al vuoto quando minaccia di prenderci.

martedì 2 aprile 2024

Opinioni in pillole, film fantastici: Ghostbusters Legacy, Dungeons and Dragons - l'onore dei ladri, Godzilla e Kong - Il nuovo impero

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di tre film fantastici, non nel senso che sono particolarmente belli, ma che appartengono al genere del fantastico! Dato che scrivo questi commenti subito dopo aver visto il film e poi li lascio a macerare tra le bozze in attesa di averne abbastanza per riempire un articolo, alcuni potrei averli visti anche molto tempo fa.


Ghostbusters Legacy recensione

Ghostbusters Legacy

Ho sentito parlare solo male di questo film. In realtà non è poi così brutto. O meglio, non sarebbe così brutto se solo non...

Per il canovaccio di base, non si può nemmeno più parlare di già visto, talmente è un cliché trito e ritrito (ma di solito si usa nel fantasy): giovane (in questo caso giovani, sono due fratelli) normale o addirittura con problemi scopre di essere discendente di "qualcuno". In questo caso, i due fratelli in questione, figli di madre single e con problemi economici, scoprono di essere i nipoti di uno degli acchiappafantasmi che negli anni '80 salvarono New York e il mondo dalla distruzione (di quale non lo dirò, ma si capisce immediatamente). 
Gli episodi di fantasmi sono stati, a quanto pare, dei casi isolati limitati a quel periodo, quindi gli acchiappafantasmi si sono sciolti per mancanza di lavoro. Ma è un ciclo, e quindi i fantasmi stanno per tornare. Per fortuna i ragazzi trovano l'attrezzatura per affrontarli proprio al momento giusto...

martedì 26 marzo 2024

Chaos Rings III, tra il giochino per cellulari e il tripla A

Chaos Rings III recensione


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Chaos Rings III non è stato realizzato dalla solita Square Enix, regina (più o meno) indiscussa dei JRPG, che l'ha solo pubblicato. Le menti dietro il gioco sono invece della Media.Vision, già autori di Wild Arms.

Il gioco, uscito nel 2014, nonostante il 3 nel nome è il quarto episodio della saga Chaos Rings, saga sviluppata interamente per il mercato mobile. Ma tanto sono come i Final Fantasy, la trama non c'entra nulla con i predecessori con i quali ha probabilmente in comune solo alcuni aspetti del gameplay. 

Il fatto che sia uscita una versione di questo gioco anche per PSVita ci fa intuire la natura della produzione: nonostante si tratti di un gioco per smartphone e tablet, è tutt'altro che un "giochino per cellulari" come le migliaia che infestano il Play Store.
Si tratta piuttosto di un gioco fatto e finito, senza stupide microtransazioni (e ci mancherebbe pure, visto il prezzo notevole) che appunto non sfigura per nulla rispetto a un gioco per console, sia per quanto riguarda l'aspetto tecnico che quello narrativo.
La natura di gioco per dispositivi mobili si vede praticamente solo nell'implementazione dei comandi a touch screen, in particolare nei menu, in una certa tendenza a spingere per partite brevi con salvataggi frequentissimi, e premi giornalieri per ogni volta che si apre il gioco. E' possibile giocarci seduti sul cesso, insomma, anche se la lunghezza totale del gioco è paragonabile a quella di altri JRPG (io sono arrivato a una novantina di ore, completandolo al 90% o giù di lì), quindi vi serviranno MOLTE sessioni sulla tazza o una settimana di influenza intestinale.

martedì 19 marzo 2024

Dune 2. Forse non la miglior riduzione possibile del romanzo, ma sicuramente un bel film

Dune 2 recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Credo, anzi sono praticamente sicuro, che sia la prima volta che vado al cinema da solo. Eh, non sono riuscito a vederlo prima, e meno male che ho ancora trovato una sala che lo dava. Comunque, al cinema ci si va per guardare i film, e anche se mi è mancata un po' la possibilità di commentarlo con gli amici all'uscita non è che film per questo sia meno bello. Nè più bello, per carità.

Vi invito a rileggervi, se vi interessa, il mio articolo sulla prima parte, dato che valgono ancora le stesse considerazioni. Magari vi ricordate che ho più che altro criticato le scelte di design, che mi erano piaciute molto di più nell'adorabile pasticcio di David Lynch. Avevo trovato tutto troppo asettico, funzionale. In questo secondo episodio ho notato una certa attenzione in più a questo punto di vista, il design dei veicoli, delle tute, gli ambienti dove si muovono i Fremen e gli Harkonnen (si vede che l'austerità militare era un tratto caratteristico degli Atreides), e in generale tutto l'aspetto visivo. Preferisco ancora il design del film di Lynch, ma il divario non è più così grande.
Per il resto, in qualunque altra cosa Dune 2 è sicuramente superiore al film del 1984, anche perché siamo in altri tempi, con altri mezzi, e senza che un montaggio schizofrenico sia passato a piallare tutto (ricordiamo che i produttori imposero a Lynch di tagliare un'ora di film prima dell'uscita in sala. Purtroppo non si trova una versione "director's cut, la vedrei molto volentieri). Anche se bisogna dire che ci sono ancora alcuni passaggi, soprattutto nella prima metà, frettolosi e poco chiari, tipo quando Paul si inoltra nel deserto per fare il suo viaggio iniziatico e nella scena immediatamente successiva se ne sono già tutti dimenticati. In generale ho avuto la sensazione che chi non avesse letto il libro avrebbe potuto avere qualche difficoltà a seguire tutto, ma dovrebbero dircelo loro.

martedì 12 marzo 2024

Aquiliade e Il Ritorno Di Aquila, di S. P. Somtow

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Oggi parliamo di una saga, o almeno dell'inizio di una saga, composta da due libri pubblicati in Italia da Urania.

Aquiliade e Il Ritorno Di Aquila, di S. P. Somtow recensione


Aquiliade

Come forse alcuni sanno sono autore di una saga ucronico-fantascientifica autopubblicata su Amazon (prima che qualcuno inizi a denigrare, sappia che i soldi che guadagno con questi libri autopubblicati sono pur pochi, ma sempre MOLTO di più di quello che mi arriva da quelli pubblicati con case editrici). Le popolazioni coinvolte in questa ucronia sono l'impero romano, il Giappone degli shogun, l'impero Maya, i vichinghi, i Pitti, i mongoli di Gengis Khan, il califfato arabo e gli indiani d'America, più qualche altra comparsata. Per questo sono sempre interessato a qualsiasi altra ucronia che riguarda le stesse popolazioni, soprattutto se ha elementi fantascientifici, e questo Aquiliade riguarda impero romano, indiani d'America e popolazioni precolombiane. Direi che ci siamo.

martedì 5 marzo 2024

Opinioni in pillole, film animati: Wish, Strange World, Lego Batman

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo in un unico articolo i commenti che ho scritto per alcuni film che ho visto, commenti troppo corti per diventare post a sé stanti e che non avevo voglia di approfondire. In questo caso, sono tutti e tre film d'animazione.
Essendo che a volte questi commenti rimangono ad aleggiare tra le bozze del blog a lungo, potrebbe essere passato davvero parecchio tempo da quando ho visto questi film al momento della pubblicazione.



Wish (2023)

Film chiaramente realizzato tenendo come riferimento i classici, da Biancaneve alla Sirenetta, ma che non riesce minimamente a raggiungere quelle vette.

In un regno fatato un re-mago che per un trauma di gioventù ha visto infrangersi i suoi sogni, per impedire agli abitanti del suo regno di soffrire allo stesso modo toglie loro, attraverso una festosa cerimonia per il compimento del diciottesimo anno, il loro sogno più grande e lo conserva, togliendo loro al contempo il ricordo di quale fosse questo sogno. Una volta al mese ne esaudisce uno, ma sceglie lui quale dal suo enorme e scenografico archivio. Infatti molti aspettano da tutta una vita che il loro sogno venga esaudito...

Ok, il re è chiaramente psicopatico, e ancora più psicopatici sono i suoi cittadini che lo osannano come il miglior re di sempre. Prendiamola per buona in quanto dovrebbe essere una favola. Ovviamente le cose precipiteranno quando la protagonista scoprirà che il re sceglie i sogni da realizzare in base a parametri precisi, volti più che altro al mantenimento dello status quo, e in particolare che quello di suo nonno non è destinato a essere mai scelto.
Dopo, così, de botto, senza senso, con una canzone la protagonista evocherà una stella dal cielo, una creaturina dotata di poteri magici, che la aiuterà a ribaltare la situazione.

martedì 27 febbraio 2024

Videogiochi di Dragonball non di botte

Videogiochi di Dragonball non picchiaduro
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Dragonball sappiamo tutti cos'è, e sappiamo che è un brand legato strettamente al concetto di "botte"! Mazzate, combattimenti, chiamateli come volete, ma è questo quello a cui si pensa quando si pensa a Dragonball, giustamente, visto che anche nella parte iniziale, con Goku bambino, nonostante ci siano anche spunti narrativi diversi il concetto di risolvere i problemi a manate in faccia è sempre preponderante. Per la maggior parte del tempo, poi, l'abilità nel combattimento non è un mezzo per raggiungere un fine, ma il fine stesso.
Proprio per questo, la stragrande maggioranza dei numerosissimi videogiochi tratti dal brand (parliamo di più di 200 titoli!) sono picchiaduro, per lo più uno contro uno.

La stragrande maggioranza, appunto, visto che ne esistono alcuni che picchiaduro non sono. E proprio per questo quando li si prova risultano abbastabza stranianti!

Ho provato a raccoglierli qui. Per non rendere la lista troppo lunga ho escluso anche alcuni platform e RPG in cui comunque c'è una forte componente di combattimenti.

martedì 20 febbraio 2024

Opinioni in pillole. fumetti americani non di supereroi: Demon, Ghostbusters Legion, Caliban, Outer Darkness, Manifest destiny

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di fumetti americani NON di supereroi, perché anche in America c'è vita oltre le tutine. Visto che scrivo questi commentini subito dopo aver letto i fumetti e li tengo lì per accumularli in attesa di averne abbastanza, alcuni potrei averli letti davvero un sacco di tempo fa.


Demon, di Jason Shiga recensione
Demon, di Jason Shiga recensione

Demon, di Jason Shiga

Visto che la parte iniziale è molto intrigante, eviterò qualsiasi spoiler su questa serie in quattro volumi da 240 pagine l'uno.
Si tratta di una storia di genere action-horror-thriller, basata su un particolare potere di cui è dotato il protagonista e sull'ingegno dello stesso, che trova sempre modi nuovi e più intricati di usarlo. Ricorda in questo opere come Death Note o Code Geass: Lelouch of the Rebellion, nei quali appunto abbiamo personaggi dotati di intelletto superiore e poteri speciali. 
Altra cosa che accomuna queste opere è il carattere del protagonista: totalmente privo di empatia, non si ferma davanti a niente pur di raggiungere il suo scopo, compreso uccidere con assoluta indifferenza centinaia di persone.
La storia narrata contrasta prepotentemente con lo stile di disegno, che appare più adatto a un fumetto umoristico. Non sono sicuro di quanto mi piaccia questo contrasto, con tutte queste morti orribili che vengono mostrate in una grafica da cartone animato. Però se provo a immaginarlo con uno stile realistico quello che ne viene fuori ha semplicemente una caratteristica in meno che lo differenzi dalla massa, quindi alla fine è giusto così. Non si può comunque dire che i disegni siano il massimo in generale, nemmeno tenendo conto dello stile.
In generale il fumetto mi è piaciuto molto, lo stile di disegno diciamo che non mi ha dato fastidio, l'unica cosa che secondo me poteva essere migliorata sono alcuni dialoghi troppo lunghi che rendono psesante a momenti la lettura e che si potevano sforbiciare. Comunque assolutamente consigliato.
Se non avete problemi con l'ìinglese, potete leggervi l'opera integrale gratuitamente sul sito dell'autore.
Altrimenti, Qui potete acquistare i volumi su Amazon.

martedì 13 febbraio 2024

L'effetto He-Man, un saggio in forma di fumetto che ci spiega come è facile manipolarci

L'effetto He-Man: come i produttori americani di giocattoli ti vendono i ricordi della tua infanzia. recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ok, lo ammetto, sono stato attirato solo dal titolo:

L'effetto He-Man: come i produttori americani di giocattoli ti vendono i ricordi della tua infanzia.

Che sia uno degli appassionati dei Masters a cui i produttori di giocattoli continuano a vendere prodotti contando sull'effetto nostalgia penso sia chiaro da buona parte del contenuto di questo blog

Si tratta di un saggio in forma di fumetto. In pratica le didascalie che spiegano l'argomento sono accompagnate da immagini, un buon modo per far diventare lungo quanto un romanzo un argomento di discussione che avrebbe altrimenti occupato poche pagine.

La verità è che sapevo già alla perfezione che le varie riproposizioni, remake, reboot e quant'altro (merchandising in particolare) riguardanti prodotti risalenti a quando la fascia dei 40-50enni di oggi era bambina, fosse niente di più di un'astuta operazione di marketing che fa leva sui sentimenti. Da bambino eri appassionato a qualcosa, da grande cerchi di riprodurre quelle emozioni acquistando ancora gli stessi prodotti che un tempo ti compravano i tuoi genitori, sperando magari di condividere la stessa magia con i tuoi figli. Lo so, lo faccio anch'io, e non essendo scemo mi rendo perfettamente conto del vero scopo di queste riproposizioni: farci su dei soldi, da parte di chi sa perfettamente come funziona la psiche umana e come sfruttarla.

martedì 6 febbraio 2024

Masters of the Universe: Revolution. Stavolta ci è andata meglio.

Masters of the Universe: Revolution recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ehi! E che è successo?

Revolution è su un altro pianeta rispetto a Revelation!

Sarà che non avevo particolari aspettative, ma cavoli, giuro che non ho potuto non guardare gli episodi tutti di fila!

Cinque episodi, di 20-25 minuti l'uno, un centinaio di minuti che compongono in pratica la durata di un film e come un film funzionano. 

Si nota un effetto che era già presente in Revolution: pur essendo una serie di soli, cinque episodi, sembra molto più lunga. Non perché sia noiosa, ma perché in quegli episodi succede un mucchio di roba: praticamente a metà di ogni episodio ti viene da pensare "ma come, non è ancora finito? Eppure è già successo di tutto!"
Questo particolare effetto secondo me è dovuto a due fattori. Il primo è che, appunto, la storia è stata studiata come se fosse un film, senza alcun minuto perso, senza allungamenti di brodo per arrivare al minutaggio necessario. Pare, ho letto in giro, che il numero di episodi sia stato imposto da Netflix per la quale dieci erano troppi, e gli autori abbiano dovuto lavorare con lo spazio che avevano. Il risultato è episodi molto "pregni".
Il secondo è dovuto alla natura di quello che stiamo guardando, e da chi siamo noi mentre lo guardiamo.
Non è un mistero che io sia un appassionato dei Masters, da piccolo praticamente non avevo altri giocattoli e anche da grande ho continuato a seguire le vicende di He-Man e compagnia, come sa chi segue questo blog. Se mi chiedeste quali sono le, chiamiamole "opere di fantasia", che più mi hanno influenzato e sono state più importanti nella mia gioventù e oltre, risponderei senza il minimo dubbio: Zagor, Star Trek, e i Masters of the Universe. E questa serie, a differenza di quella in CGI che si rivolge prevalentemente ai bambini, e al reboot di She-Ra che cerca di tenere il piede in due scarpe, è stata fatta pensando esclusivamente a quelli come me, gli appassionati. E credetemi che al mondo c'è gente molto più impallinata di me, li conosco, sono iscritto ai loro stessi gruppi Facebook.
Così, mentre si guarda questa serie, tutti i vari rimandi, non solo le citazioni più banali, solo visive, ma anche quelle più importanti per la trama, vanno ad attivare quelle aree del nostro cervello che ci riportano alla mente le versioni precedenti di quelle stesse parti di storia. Certo, a patto che abbiate seguito anche le vicende più recenti, perché molte cose sono prese dal canone Masters Of The Universe Classics. Il mio cervello ha lavorato di più del normale, perché oltre a guardare la serie doveva anche fare i collegamenti, riempiva i buchi, e per questo mi è sembrato che la serie raccontasse più di quello che in realtà raccontava.
E dopo questa perla di psicologia da bar, torniamo a parlare della serie.

martedì 30 gennaio 2024

Opinioni brevi per libri troppo lunghi: Terra, Fuoco Freddo, Il soldato della nebbia, La sostanza del male

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di quattro romanzi che hanno una caratteristica in comune, sono troppo dannatamente lunghi rispetto alla storia che devono raccontare.


Terra, di David Brin recensione
Terra, di David Brin recensione
Terra, di David Brin recensione

Terra, di David Brin

E' un po' complicato parlare di questo Terra di David Brin, perché complicato è il libro stesso.
Partiamo con il plot principale: in un esperimento per la ricerca di nuove forme di energia viene creato un mini-buco nero, ma un incendio fa sì che questo sfugga alla sua gabbia di contenimento e si inabissi verso il centro della Terra. Bisogna quindi iniziare a scavare per andare a cercarlo e verificare che non possa ingoiarsi il pianeta.

Questo però è solo lo spunto principale, e si corre quasi il rischio di perderlo di vista nel diluvio di informazioni che ci butta addosso questo imponente volume. Vengono fatte decine di digressioni che ci raccontano i vari aspetti di questo mondo del 2036, quasi racconti a sé stanti. Spesso quando inizia l'ennesima digressione il lettore la accoglie con un po' di fastidio, perché tutti questi raccontini ci mettono del tempo a ingranare, ma quasi sempre portano poi ad appassionarsi verso la fine.

martedì 23 gennaio 2024

Fumetti dei Masters of the Universe: Masterverse e Forge of Destiny.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Già da un po' stiamo seguendo i nuovi fumetti dei Masters of the Universe, che stanno uscendo a gruppi di quattro, legati (anche solo dal marketing) alla serie animata Masters of the Universe: Revelation. Prima che esca la nuova serie, annunciata per il 25 gennaio, eccovi calde calde le mie opinioni sulle ultime uscite.

Questi sono gli articoli in cui ho parlato di Revelation, tra serie animata e fumetti, in ordine di pubblicazione, che poi è anche l'ordine di uscita:

Primo numero della serie a fumetti prequel
Primo gruppo di episodi della serie animata
secondoterzo e quarto numero della serie a fumetti prequel (eh, sono usciti dopo la serie, alla faccia del prequel...)
Secondo gruppo di episodi della serie animata

E ora partiamo con queste altre due miniserie. Per l'altra vi avevo riportato anche tutte le cover alternative, stavolta lascio perdere perché sono per lo più talmente brutte da far passare la voglia di leggere. Non solo questi fumetti, proprio di leggere in generale.

Masters Of The Universe: Masterverse recensione

martedì 16 gennaio 2024

Zagor: La perla misteriosa, Presagi di guerra, le storie di Drunky Duck

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.
Anche oggi prendiamo in esame tre tra le ultime uscite Zagoriane, e stavolta anche un po' Texiane.


Color Zagor n. 18: La perla misteriosa recensione

Color Zagor n. 18: La perla misteriosa

Poco dopo il capitano Nemo, ecco che un altro personaggio dell'immaginario fa capolino nella saga Zagoriana. Stavolta tocca ai pirati di Salgari della saga di Sandokan, che si stia preparando un pastiche zagoriano alla maniera de La lega degli straordinari gentleman?
Ma non è su di essi che è incentrata la vicenda, che invece ruota intorno alla ricerca della perla del titolo da parte di svariati personaggi provenienti da quelle terre.

martedì 9 gennaio 2024

Hades, il videogioco che ha vinto tutto.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Hades ha fatto molto parlare di sé grazie ai premi vinti: miglior indie e miglior gioco d'azione al "The Game Awards" del 2020, e candidato a tutti i premi principali; inoltre Game Developer Choice Awards, Game Of The Year secondo IGN e addirittura BAFTA, che è un premio inglese simile agli Oscar e che ha anche una categoria videogiochi. Nel 2021 vince anche il Premio Hugo, che da quell'anno ha pure lui a sua volta la categoria "videogiochi", che però è considerata "categoria speciale" e non c'è stata nella uccessiva edizione. Come abbia potuto vincere l'Hugo, premio comunque legato alla narrativa, con concorrenti come The Last Of Us II, non sono in grado di spiegarmelo.

Hades racconta la storia di Zagreus, figlio di Persefone e Zeus nella mitologia, di Ade e Nix nel gioco. Non mi risulta che Nix abbia generato figli con Ade nella mitologia, né che avesse a che fare con lui in qualunque modo. Già notiamo doscrepanze notevoli, comunque nel mito Zagreo è una divinità legata alla caccia, in particolare un cacciatore che cattura le sue prede per poi usarle in rituali dionisiaci. Anche questo c'entra ben poco con quello che vediamo nel gioco. Mi sa che la mitologia l'hanno buttata lì a caso.
Quindi, in questo gioco Zagreus vive negli inferi con il padre, ma è intenzionato ad uscirne per giungere all'Olimpo, dove gli altri dei lo stanno chiamando. Ade non ccrca di impedirglielo direttamente, ma di sicuro non lo aiuta: per uscire quindi Zagreus deve farsi strada nell'Averno dal fondo, dove abita, alla superficie. In pratica deve farsi largo tra tutte le anime dannate dell'inferno che sono ben desiderose di distruggerlo.

giovedì 4 gennaio 2024

Il meglio del 2023 (appendice): film e serie TV per bambini/ragazzi.


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come già accennato, mentre preparavo il classico post "il meglio del 2023" per la fine dell'anno, mi sono reso conto che nell'arco dell'anno non avevo pubblicato commenti per nessuna serie e per pochissimi film per ragazzi, che ho visto insieme a mio figlio, da aggiungere all'articolo. 
Di diversi non ho scritto nulla (pigrizia o dimenticanza), di alcuni ho parlato in modo più diffuso in articoli dedicati, e nella classifica sono finiti sotto i film. Di molti, però, ho lasciato nelle bozze del blog vari commentini a volte brevissimi. Le raccolgo tutte qui, in un articolo che raccoglie tutti questi commentini. Sono in ordine, dal migliore al peggiore.

martedì 2 gennaio 2024

Il meglio del 2023


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ogni anno dico che faccio una classifichina di quanto ho visto/letto/giocato quest'anno. Come ogni anno questa è una balla, in quanto spesso scrivo articoli poi li lascio lì a decantare per mesi quindi qui potrebbe finire roba che in realtà ho visto nel 2021 (o addirittura prima), e articoli su roba di cui ho usufruito nel 2023 verranno poi pubblicati nel 2024. Perciò, questa in realtà sarà una classifica di cose di cui ho parlato nell'arco del 2023! Sì così è più onesto. 
E, visto che ben poco di quanto parlerò è effettivamente uscito nel 2023, come sempre questa classifica lascia il tempo che trova per chiunque non sia io me stesso medesimo.

Ed ecco quindi le classifiche, dal peggiore al migliore, divise per categorie.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
;