Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di fumetti americani di supereroi. Visto che scrivo questi commenti subito dopo aver letto i fumetti e li tengo lì per accumularli in attesa di averne abbastanza, alcuni potrei averli letti davvero un sacco di tempo fa.
Superman: Su nel cielo, di Tom King e Andy Kubert (2020)
Tom King è ormai entrato nella cerchia degli autori da tenere d'occhio, grazie
soprattutto alla sua meravigliosa storia di Visione e al ciclo di Mr. Miracle. Anche questo Su nel cielo ha ricevuto recensioni entusiastiche, che mi sento di condividere in
buona parte.
Il fumetto si basa interamente su un punto: una bambina
viene rapita da una misteriosa forza aliena e portata nello spazio, e Superman
è l'unico che possa aiutarla. Per farlo, però, dovrebbe allontanarsi dalla
Terra, la qual cosa significa che le centinaia di persone a cui salva le
chiappe ogni giorno da disastri di varia natura non avrebbero nessuno a beh,
salvargli le chiappe.
E' quindi giusto che Superman parta per lo spazio
alla ricerca di una singola bambina che non è nemmeno sicuro di riuscire a
trovare, rinunciando ad aiutare migliaia di persone sul suo pianeta
d'adozione?
La logica dice di no, ma la logica del fumetto è diversa e
questo fumetto non vuole essere semplicemente la storia di un rocambolesco
salvataggio nello spazio, ma un viaggio nella psiche dell'azzurrone,
personaggio nient'affatto semplice da scrivere ma che nonostante la veneranda età dimostra continuamente di avere ancora qualcosa da dire, in mano agli
autori giusti.
Vediamo quindi l'angoscia dell'eroe che sente di non poter
lasciare la Terra indifesa ma allo stesso tempo non può smettere di pensare al
grido d'aiuto della bimba scomparsa, fino a prendere la difficile decisione. I
labili indizi che trova in giro per l'universo gli lasciano sempre più dubbi
sull'utilità della sua missione ma allo stesso tempo lo rendono sempre più
determinato. Vediamo anche la sua preoccupazione per il mondo che si è
lasciato alle spalle, ad esempio nel bizzarro volume interamente dedicato a
Superman che cerca di telefonare a casa da un assurdo centralino spaziale,
immaginandosi i mille modi in cui potrebbe essere morta Lois Lane mentre lui
non era lì a salvarla. Ci sono poi alcuni albi costituiti quasi integralmente
da introspezioni psicologiche un po' surreali, tipo quello in cui Superman e Clark
Kent si confrontano direttamente.
Plauso ulteriore per gli splendidi
disegni di Andy Kubert, nato per disegnare i supereroi.
Una storia splendida, degna di un posto tra le migliori storie di Superman... se non fosse per il finale. Il finale mi ha lasciato perplesso e deluso, ma ne parlo sotto spoiler.
Silver Surfer - Nuova alba, di Dan Slott e Michael Allred (2012)
Questa storia fa parte del rilancio della Marvel del 2012 chiamato Marvel Now!, uno di quei "rinnovamenti" che in realtà non cambiano nulla seguito a
qualche megacrossover di cui nulla m'interessa, una di quelle iniziative per
attrarre nuovi lettori con una serie di "numeri uno" per leggere i quali non
dovrebbe essere necessario aver letto millemila storie prima. Spoiler: tutte balle, magari non dovete averli letti tutti ma almeno una conoscenza sommaria sarà meglio che ce l'abbiate.
Questa storia in particolare è uscita raccolta in due volumi, il primo
intitolato Silver Surfer - Alba nuova, il secondo intitolato Silver Surfer - Un potere superiore a quello cosmico.
Ci presenta un Silver Surfer stranamente più umano del solito, incline
al riso e allo scherzo, che incontra una ragazza, Dawn Greenwood (Dawn si traduce come alba, da cui il titolo del primo volume). Una razza
aliena che vuole che Surfer faccia un lavoro per loro rapisce questa ragazza
per ricattarlo, dato che l'ha selezionata come la persona più importante
dell'universo per lui... peccato che lui non la conosca minimamente!
Seguono
varie avventure con l'ingenua ragazza, molte nelle profondità surreali e
psichedeliche del cosmo Marvel, alcune nella casa terrestre di lei. Il
confronto con l'infinito, l'avventura per il piacere dell'avventura, aiutare
chi è in difficoltà, e l'ineluttabilità dello scorrere del tempo sono alcune
delle tematiche affrontate.
Ora, forse i lettori americani non se ne sono accorti perché non seguono le serie TV inglesi, ma questa è né più e né meno che una storia del Dottor Who, con Surfer al posto del Dottore e Dawn Greenwood al posto delle varie "companion". Come con le compagne/i del Dottore, Dawn vive insieme a lui avventure pazzesche, rivelandosi spesso fondamentale per la sua umanità contrapposta alla mancanza della stessa di Silver Surfer. La differenza fondamentale sta che il Dottore non ha mai permesso che il rapporto con le compagne evolvesse sentimentalmente fino a trasformarsi in amore, cosa che invece fa Surfer, che però a questo punto si trova a confrontarsi con i problemi che il Dottore probabilmente ha sempre voluto evitare, tipo la propria immortalità. Viaggiano perfino nel tempo, quindi direi che l'ispirazione è palese!
Una storia bella ed emozionante, almeno per chi ha trovato belle ed emozionanti le storie del Dottor Who, come me. Quelli a cui il Dottor Who fa schifo stiano alla larga anche da questa. Quelli a cui piace, però, potrebbero sentire il forte sapore di "già visto".
TMNT - L'ultimo Ronin, di Kevin Eastman e Peter Laird (2020)
Come ho già detto altre volte, non sono mai stato un grande fan delle Tartarughe Ninja Mutanti
Adolescenti. Ho però sentito parlare parecchio di questo fumetto quindi
alla fine la curiosità mi ha spinto a leggerlo.
Kevin Eastman e Peter
Laird sono i due disegnatori che hanno creato le Tartarughe Ninja nel 1984.
Eastman e Laird hanno anche gli autori della storia di TMNT - L'ultimo Ronin, coadiuvati ai testi da Tom Waltz, disegni di Esau Isaac Escorza e Ben
Bishop, con alcuni inserti, relativi ai flashback dei viaggi del protagonista,
disegnati da Eastman.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Eastman nei
redazionali interni, l'idea per questo fumetto era nata già anni fa, come
ideale finale per la storia delle tartarughe .
La storia è uno dei grandi classici del fumetto supereroistico americano:
l'eroe si trova ad agire da vecchio o comunque dopo molti anni dal suo periodo
d'azione consueto, in un futuro distopico e/o post-apocalittico. In questo
caso gli eroi dovrebbero essere quattro ma in realtà è uno solo, l'unica
tartaruga sopravvissuta (inizialmente non sappiamo quale, indossa una maschera
nera e usa le armi tipiche di tutti e quattro) che torna in una New York
dominata con pugno di ferro dal Clan del Piede (pugno, piede, ah-ah, che fine umorista), intenzionato a vendicarsi.
Ovviamente entrerà in contatto con la resistenza, incontrando anche alcuni
vecchi amici.
Sì, non c'è niente di davvero originale, ci sono passati
molti supereroi. Dal Ritorno del cavaliere oscuro in avanti
sembra essere qualcosa che prima o poi devono fare tutti. Su queste pagine ad
esempio abbiamo parlato de Il regno di Spider-Man, di Old Man Logan, di Batman - Anno 100, di Batman - L'ultimo cavaliere sulla Terra, di Wonder Woman - Terra morta, magari pure di qualcun altro che non mi ricordo. Il solo Batman di 'sti
futuri ne avrà visti almeno cinque o sei. Chiarito insomma che da questa
storia non ci si deve aspettare alcun guizzo di novità, almeno dal punto di
vista della trama, passiamo oltre.
A lasciare un po' interdetti chi come
me ha giusto visto qualche episodio della serie animata classica, risulterà
piuttosto straniante il tono in cui L'ultimo Ronin è
raccontato. Non so come fossero i fumetti originali di Eastman, ho sentito che
erano molto più cupi e seri dei cartoni animati, non so se questo fumetto
rispecchi quello stile o se sia ancora più cupo e serio. Di sicuro so che
in L'ultimo Ronin non c'è alcuno spazio per l'ironia, è una
storia che si prende molto sul serio, drammatica per quanto riguarda la
perdita degli affetti, l'essere rimasto solo dell'unica tartaruga
sopravvissuta, e in cui non si risparmiano teste e arti mozzati, d'altronde
cosa ci si può aspettare da colossi verdi che vanno in giro agitando spade e
pugnali?
Al netto della sensazione di spaesamento dovuta alla differenza del tono,
della mia scarsa conoscenza del franchise per cui non ho riconosciuto metà dei
personaggi, e della scarsa affezione che provo per gli stessi, c'è da dire una
cosa: questo fumetto è scritto bene.
Pur non raccontando nulla di nuovo,
lo racconta bene, dosando alla perfezione le molte e ben coreografate scene
d'azione con i pochi momenti introspettivi, la cui carica emotiva riesce
comunque a raggiungere il lettore. I personaggi poi sono talmente iconici che
non c'è bisogno di conoscerli a fondo per comprendere la storia.
Un
ottimo fumetto d'intrattenimento e d'azione, quindi, che però riesce a fare
poco per distinguersi dalla massa di prodotti simili.
E' stato annunciato un videogioco tratto da questo fumetto, ma al momento in cui scrivo non si sa ancora nulla a riguardo. Quando uscirà, finirà giustamente nel mio articolo su tutti i videogiochi delle Tartarughe Ninja.
Il Moro
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