In occasione dell'annuncio che Netflix produrrà una serie basata su L'eternauta, mi sembra giusto tirare fuori questi articoli che ho scritto un po' di tempo fa ma mai pubblicati, in attesa forse dell'occasione giusta, che è puntualmente arrivata. Iniziamo quindi a parlare della saga di fumetti de L'eternauta con questo ciclo di post che vi terrà compagnia per ben sette settimane! Prendetelo come una scaramanzia: se riuscirò ad arrivare alla fine vorrà dire che sono sopravvissuto al coronavirus!
Iniziamo a dire che L'eternauta è il fumetto più bello che io abbia mai letto, punto e a capo.
Ma non ho intenzione di parlare dell'Eternauta, che su quell'opera sono già stati scritti fiumi di parole e io non sarei in grado di aggiungere niente che non sia già stato detto.
Mi va quindi di dedicare un po' di tempo a ciò che ha fatto seguito a quel capolavoro. Sì, perché anche se pochi lo sanno L'eternauta, che vi piaccia o no, ha avuto una discreta quantità di seguiti (tendenzialmente, non vi piacerà. Scusate lo spoiler).
Iniziamo quindi dal "remake" del 1969: L'Eternauta di H. G. Oesterheld e Alberto Breccia.
Trattasi a tutti gli effetti di un rifacimento dell'opera originale, con lo stesso autore ma con diverso disegnatore.
Venne commissionato a Oesterheld dal settimanale argentino "Gente", affiancando all'autore stavolta non più l'ottimo artigiano Lopez, ma un vero e proprio artista: Alberto Breccia, che nonostante il nome sembri italiano era argentino fin nel midollo.
L'idea di una nuova versione di un vecchio fumetto, con disegni più belli, di per sé mi intriga anche abbastanza. Soprattutto considerando che i disegni di Lopez, pur tutt'altro che brutti, non sono nemmeno eccezionali. Alberto Breccia, poi, è un'artista con i cosiddetti. Cosa potrebbe andare storto, quindi?
Boh, più o meno tutto.
Mi va quindi di dedicare un po' di tempo a ciò che ha fatto seguito a quel capolavoro. Sì, perché anche se pochi lo sanno L'eternauta, che vi piaccia o no, ha avuto una discreta quantità di seguiti (tendenzialmente, non vi piacerà. Scusate lo spoiler).
Iniziamo quindi dal "remake" del 1969: L'Eternauta di H. G. Oesterheld e Alberto Breccia.
Trattasi a tutti gli effetti di un rifacimento dell'opera originale, con lo stesso autore ma con diverso disegnatore.
Venne commissionato a Oesterheld dal settimanale argentino "Gente", affiancando all'autore stavolta non più l'ottimo artigiano Lopez, ma un vero e proprio artista: Alberto Breccia, che nonostante il nome sembri italiano era argentino fin nel midollo.
L'idea di una nuova versione di un vecchio fumetto, con disegni più belli, di per sé mi intriga anche abbastanza. Soprattutto considerando che i disegni di Lopez, pur tutt'altro che brutti, non sono nemmeno eccezionali. Alberto Breccia, poi, è un'artista con i cosiddetti. Cosa potrebbe andare storto, quindi?
Boh, più o meno tutto.