Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Funziona così: spesso inizio a scrivere la recensione di un gioco o di un libro prima di averlo finito, per fissare su carta (virtuale) alcune impressioni che mi vengono in mente strada facendo.
Succede però anche che il gioco o romanzo mi venga a noia e lo abbandoni prima della fine. E cosa ne faccio della recensione che ho già iniziato a scrivere?
Alla fine ho deciso che alcune di queste le posso recuperare, dato che comunque illustrano il prodotto a sufficienza per dare un'idea a chi legge. E perché sono all'antica e non butto via niente.
Avrà poco senso, ma oh, il blog è mio e lo gestisco io. 😎
Terranigma comincia in modo abbastanza surreale: il protagonista trova uno scrigno, lo apre e lo scrigno si fonde con lui. Contemporaneamente tutti gli abitanti del suo villaggio vengono pietrificati. Tranne il saggio, perché lui è saggio. Il saggio gli dice che per salvare i suoi compaesani deve cercare le cinque torri e riportare alla luce il mondo di superficie. Lo sa, perché lui è saggio.
Il nostro eroe inizia quindi un viaggio fuori dal suo villaggio, in un paesaggio dove non sembrano esistere altro che il villaggio stesso e le suddette torri. Dopo aver raggiunto la cima di una torre accede a una specie di stanza magica, quindi uno dei continenti del mondo esterno (che è il nostro, quindi si parla di Europa, Africa, eccetera) ritorna alla luce.
Tutto chiaro?