martedì 24 giugno 2025

Predator - Killer of killers

Predator - Killer of killers recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ehi gente, un nuovo film su Predator! Alcuni franchise sono come i loro protagonisti, o meglio come i loro cattivi: Terminator, Alien, Predator, per quanto spari loro addosso usando infimi sequel come proiettili, ritornano sempre!

Per quanto io sia un amante dell'alieno cacciatore, e abbia adorato i primi due film (sì, sono uno dei pochi a cui è piaciuto un sacco anche Predator 2, mai capito perché sia così maltrattato), non posso certo definirmi un "esperto", dato che per esserlo dovrei conoscere bene anche lo sterminato universo espanso, tra libri, fumetti e videogiochi, che è derivato da quei film. Ma d'altronde non tutti sono Il Zinefilo, anzi mi sa che non lo è quasi nessuno, visto che ben pochi dei sedicenti esperti hanno mai letto uno di questi fumetti, nonostante sia proprio grazie a loro che un franchise come quello di Predator è ancora così fiorente. Io libri non ne ho letto nessuno, ma almeno di fumetti e videogiochi qualcosa so. Tutto questo per dire che gli episodi di cui è composto questo film mi sono sembrati più vicini all'universo fumettistico dei Predator che a quello cinematografico, universo nel quale i Predator si sono già trovati più volte ad affrontare prede sparse nel tempo. Ma visto che i fumetti li leggono in quattro (beh, in Italia ne sono arrivati ben pochi, quindi gli italiani sono in parte giustificati), questa roba sembrerà una novità a chi conosce i Predator solo dai film. 
Da notare anche quello che credo sia il primo utilizzo del termine "Yautja" in un film, termine fin'ora appartenente solo all'universo espanso, peccato che sia una delle poche cose che questo film ha mantenuto dal "canone" stabilito dai fumetti stessi, se di canone si può parlare per qualcosa di così fumoso (l'altra, beh sarebbe spoiler quindi se preferite saltate oltre, è la camera di criostasi con tutti i guerrieri congelati, ripresa da un fumetto Marvel).

martedì 17 giugno 2025

Fantastico italiano: Il diario dell'estinzione, Livido

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di due libri di autori italiani del fantastico.


Il diario dell'estinzione, di Maico Morellini recensione

Il diario dell'estinzione, di Maico Morellini

Uscito nel 2019, quell'anno Il diario dell'estinzione vince anche il Premio Italia come miglior romanzo fantasy. In realtà è più horror che fantasy a parer mio, ma si sa che i generi letterari stanno nell'occhio di chi guarda.
Siamo nel 1885 a Londra, e una coppia di investigatori di Scotland Yard indaga su un misterioso suicidio. In realtà i due costituiscono una sorta di cellula per indagini su eventi strani e insoliti, un po' come Mulder e Scully per l'FBI. Lefevre (non so se si scriva così, ho ascoltato l'audiolibro) è quello pratico, duro e manesco quando serve, mentre Buckingam è lo scienziato specializzato in materie occulte. Le loro indagini li portano a scoprire le mostruose macchinazioni di un tremendo avversario.

martedì 3 giugno 2025

Samurai Jack


Samurai Jack recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

"Ma come si è ridotto Samurai Jack?" E' la prima cosa che viene in mente guardando il primo episodio dell'ultima stagione, e vale sia direttamente, riguardo al protagonista, sia indirettamente, riguardo alla serie a cui da il nome.

Ma andiamo con ordine. Ho adorato Primal, quindi, come avevo anticipato nel relativo articolo, mi sono procurato l'intera serie di Samurai Jack a opera dello stesso autore, Genndy Tartakovsky.
La serie è andata in onda a partire dal 2001 per quattro stagioni, ed è la storia di un samurai cresciuto nell'antico Giappone e addestrato con l'unico scopo di sconfiggere un'entità malvagia, il demone Aku, che spadroneggiava sulle sue terre. Forte della sua spada magica, l'unica arma in grado di ferire Aku, il samurai sfida il demone a duello e questo, vistosi sul punto di essere sconfitto, crea un portale temporale che trasporta il samurai millenni nel futuro.
Il samurai si ritrova così in un mondo nel quale la tecnologia ha raggiunto livelli fantascientifici, diventando una sorta di spazioporto abitato da creature provenienti da ogni regione dello spazio. Ma, soprattutto, è una dittatura sotto il giogo di Aku, che ha avuto campo libero per millenni per conquistare e dominare il mondo intero.

martedì 27 maggio 2025

Tre fumetti di Ercole: L'Eroe di David Rubin, Eracle di Edouard Cour, Hercule di Morvan-Looky-Thill

Salve a tutti, È il moro che vi parla!

Qualche anno fa dedicai una serie di articoli a Ercole, in occasione dell'uscita di due nuovi film dedicati al personaggio a breve distanza l'uno dall'altro. Questi sono gli articoli:

Ercole, supereroe senza calzamaglia (né altro) (prima parte delle avventure mitolologiche di Ercole)
Ercole, le dodici fatiche e un mucchio di gente che le prende (seconda parte delle avventure)
Ercole: un mito pieno di muscoli (tutti gli attori che hanno interpretato il corpaccioso eroe)
Ercole: brevi recensioni di qualche film a caso (Hercules - La leggenda ha inizio, Ercole al centro della Terra, Immortals)
Hercules - il fumetto (il fumetto da cui è tratto il film con The Rock)
Hercules il guerriero - recensione (il film con The Rock)

Ora riprendo quella serie di articoli per parlare di tre fumetti che ho letto ultimamente e che hanno di nuovo come protagonista il nerboruto eroe.


L'eroe, di David Rubin (2017) recensione

L'eroe, di David Rubin (2017)

David Rubin riscrive la storia di Ercole, tenendosi abbastanza fedele al mito, o meglio ai miti classici che lo riguardano. Ha però la felice intuizione di non ambientarlo nell'antica Grecia, ma in un regno senza tempo in cui convivono elementi antichi e moderni. Perché il tempo di Ercole è il tempo del mito, Ercole è il predecessore e l'archetipo di tutti gli eroi che sono venuti dopo di lui e quindi non può essere limitato ad agire in un momento preciso. La sua storia abbraccia tutta la Storia, trascendendola e diventando l'essenza stessa di tutte le storie di eroi.

martedì 20 maggio 2025

Opinioni in pillole, videogiochi Android: In Between, Kingdom Rush, Into the dead 2: Unleashed

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso, ho raccolto qui le mie opinioni su tre videogiochi disponibili per piattaforme Android.


In Between

In Between usa uno stile molto triste e malinconico, con colori scuri, per raccontare la storia di un uomo morente. In pratica, non è uno spoiler perché si vede subito, è tutto il sogno di un moribondo, che ogni tanto fa dei riferimenti a episodi della sua vita passata. Riferimenti che possono avere anche ripercussioni sul gioco: ad esempio, dopo una scenetta in cui la madre insegna al protagonista bambino che per non avere paura del buio deve affrontarlo, c'è una serie di livelli in cui il quadro viene lentamente invaso dall'oscurità mentre le si dà le spalle, oscurità che invece arretra se ci si volta verso di essa.
Il gioco è un platform-puzzle in cui possiamo manipolare la gravità: con il pollice sinistro (io ho giocato su cellulare) facciamo correre il personaggio, con il destro decidiamo se la gravità ci deve tirare su, giù, a sinistra o a destra.

Concept interessante, peccato che il gioco sia talmente difficile che l'ho mollato a metà del secondo gruppo di livelli. Non posso mica diventare cretino a ripetere per cento volte lo stesso quadro perché non ho mosso il personaggio nel centesimo di secondo preciso. Basta fare un mezzo passetto in più o  tenere premuto lo schermo per un decimo di secondo di troppo o troppo poco per mandare il personaggio a cadere su spuntoni o altre sfighe. Magari con un joypad invece dei comandi a schermo migliorerebbe un po', ma ci credo poco. Nemmeno i platform che giocavo da ragazzino erano così frustranti, giuro (beh, qualcuno sì).


Kingdom Rush

Kingdom Rush è il primo episodio di una serie di successo, che ha generato svariati seguiti e spin-off, perfino un gioco da tavolo. Uscito originariamente in flash nel 2011, la versione per Android è arrivata due anni dopo, e attualmente è l'unico gioco della serie disponibile gratuitamente sul Play Store.

Si tratta di uno dei più famosi esponenti del genere "tower defense", in cui bisogna difendere la propria base da orde di nemici che generalmente non fanno altro che avanzare in modo piuttosto stupido. In questo caso quello che dobbiamo fare noi è piazzare ai lati del loro cammino delle torri che sparano da sole, con la possibilità di potenziarle. Abbiamo quattro tipi di torri: gli arceri, i maghi, l'artiglieria pesante e i fanti, utili per rallentare le ondate. In più si potranno piazzare in qualsiasi punto della mappa degli altri fanti che respawnano periodicamente e un eroe, più potente degli altri.

Il gioco è "davvero" gratuito, nel senso che si possono acquistare degli altri eroi che però non sono molto più potenti dei quattro di base a disposizione, e delle gemme per acquistare degli utili oggetti consumabili quali energia o esplosivi, gemme che però possono essere raccolte anche guardando un po' di pubblicità (o meglio, facendo partire le pubblicità sul cellulare mentre facciamo altro).


Il gioco è divertente e ipnotico, fa venire continuamente voglia di farci una partita. Fino alla fine della campagna principale volevo giocare in continuazione. Poi, una volta conclusa quella si sbloccano delle missioni aggiuntive, e lì devo dire che mi è un po' passata la voglia.

Probabilmente i giochi di tipo strategico non sono il mio pane, e in effetti non ne sono mai stato un appassionato, fatto sta che da quel punto diventa davvero difficilissimo, almeno per me. Le ondate sembrano non finire mai, i nemici sono potentissimi, le risorse sempre insufficienti.
Mi è sembrato anche difficile se non impossibile impostare una propria strategia. Se nei primi livelli potevi ad esempio scegliere se disseminare torri poco potenti in tutta l'area o concentrare gli attacchi in punti strategici, negli ultimi bisogna seguire strategie ben precise che prevedono di provare almeno dieci volte ogni quadro fino ad imparare a memoria le diverse tipolodie di nemici delle varie ondate e aver tentato i diversi approcci fino a trovare "quello giusto". Non mi vergogno di ammettere di aver dato più di una sbirciata alla guida strategica ufficiale: Ebbene, mi è successo di aver seguito alla lettera la guida e perdere lo stesso! Probabilmente non ho potenziato le torri nell'ordine esatto, oppure ho usato la meteora nel momento o nel punto sbagliato. Un approccio che da "strategico" diventa "trial and error", e non fa per me.
Per fortuna si può abbassare la difficoltà in qualsiasi momento, e la situazione è un po' migliorata. Tra la difficoltà inferiore e l'esperienza sono riuscito ad andare avanti senza più bisogno di seguire la guida, e al momento mi rimangono da completare solo più due missioni, delle quali però non riesco a sopravvivere nemmeno a metà delle ondate!



Into the dead 2: Unleashed

Forse non tutti sanno che Netflix mette a disposizione alcuni videogiochi per smartphone in versione completa per i suoi abbonati. Into the dead 2 è uno di questi giochi, che ho prontamente installato sul mio tablet.

Si tratta in effetti di un gioco di corse in 3D, come il noto Temple Run. Quelli dove il personaggio corre schivando ostacoli e raccogliendo monete o altro, gli store Android e IOS sono pieni di cloni con vari personaggi come Sonic o Super Mario.
In Into the dead 2, sebbene il principio sia simile, invece di una grafica cartoonesca abbiamo uno stile realistico e un mucchio di zombi.
Niente monete sospese da raccogliere, quindi, giusto qualche pacco di munizioni ogni tanto. Dobbiamo attraversare di corsa lande infestate di morti viventi facendoci strada sparando. 
Il gioco funziona con le meccaniche tipiche dei "giochi da cellulare", quindi livelli brevi ognuno con una serie di obbiettivi secondari, tipo uccidere un certo numero di zombi con un'arma specifica. Soddisfando gli obbiettivi secondari si sbloccano nuove armi, armi che possono anche essere potenziate con i soldi ottenuti sempre con gli obbiettivi secondari.

All'inizio è difficile capire dove conviene spendere i soldi, perché visto che una volta ottenuti i trofei degli obbiettivi secondari non è più possibile rifarli quindi la quantità di soldi disponibili nell'intero gioco è limitata.


C'è anche una serie di missioni secondarie, che mettono alla guida di personaggi diversi dal protagonista, e a volte in situazioni particolari, come missioni in notturna con il visore a infrarossi o simili. Sono in genere più facili della storia principale, perché non ci sono gli obbiettivi secondari e quindi si può stare più attenti a schivare gli zombi invece che a ucciderli. In particolare la prima di queste missioni secondarie si svolge in un'ambientazione completamente diversa: la New York infestata dai fantasmi di Ghostbusters! Nei panni di una recluta dovremo farci strada tra orde di spetti insieme a Peter, Egon, Ray e Winston, i cui volti sono disegnati con l'aspetto che avevano nei cartoni, ma più realistici.

C'è da dire che, a parte quello dei Ghostbusters, le altre "storie secondarie" risultano poco interessanti perché troppo facili. Non essendoci gli obbiettivi secondari come nella missione principale è più facile risparmiare munizioni schivando semplicemente gli zombi e tenendosele per quando serve davvero.

Ammetttiamolo: sparare agli zombi è divertente! Il gioco è frenetico e appagante. Inoltre, cosa che manca da quasi tutti gli altri giochi di questo tipo, c'è una trama! Certo, è una trama banalissima e semplicissima che si limita a due parole scambiate alla radio tra il protagonista e la sua famiglia tra un livello e l'altro, ma c'è, e da un senso al nostro correre come pazzi in mezzo a cadaveri ambulanti putrefatti.

Si nota a lungo andare una certa ripetività, ci sono molte armi a disposizione da vincere ma gli zombi sono tutti uguali: più sono grassi e più sono resistenti, alcuni stanno fermi sul posto e altri ci corrono incontro, e lì finisce la varietà dei nemici. Ci sarebbe stato bene qualche nemico diverso, o qualche altra missione particolare, tipo alla guida di un veicolo. Ci sono dei veicoli su cui salire, ma vanno avanti da soli mentre noi sventagliamo a destra e a sinistra una mitragliatrice dalle munizioni infinte, e il casino su schermo è tale che non ci si capisce nulla e si continua solo a tenere premuto il tasto di sparo mentre esplode tutto. Noioso.
La missione dei Ghostbusters viene in nostro aiuto perché è l'unica a presentare dei nemici diversi dagli zombi, e anche l'unica ad avere un boss, altra cosa di cui si sente la mancanza. Un boss solo in tutto il gioco e in una missione secondaria, e dai.

L'unico boss presente nel gioco.

Divertente e gratuito se avete l'account Netflix. Non sarà perfetto, ma che volere di più?
Si consiglia però l'uso di un tablet, su un cellulare i nemici possono risultare troppo piccoli, e inoltre il personaggio alza l'arma quando sta puntando un nemico (il puntamento è automatico, basta essere abbastanza vicini), ma è un movimento che su uno schermo piccolo può risultare impercettibile e portare a sprecare un mucchio di munizioni. Ci sarebbe stato bene un mirino o qualcosa di simile.

Il Moro


Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.

martedì 13 maggio 2025

Opinioni in pillole, film per bambini ma anche no: Ozzy - Cucciolo Coraggioso, Il regno dei bravi bambini, Soul, Uno Rosso

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Nell'articolo di oggi andiamo a parlare di alcuni film che dovrebbero essere per bambini, ma il cui target non è proprio a fuoco.
Essendo che accumulo questi commenti tra le bozze per raccoglierli in articoli tematici, alcuni potrei averli visti davvero parecchio tempo fa.


Ozzy - Cucciolo Coraggioso (2016) recensione

Ozzy - Cucciolo Coraggioso (2016)

I proprietari di un cane vanno in vacanza per un mese, e lo lasciano in quello che sembra un resort per cani. Questo però invece che lo splendido albergo che sembrava si rivela essere ne più e né meno che una prigione, in cui i cani vengono obbligati a costruire cose tipo giocattoli per animali e simili. E, proprio come nella tipica prigione che avete visto in tutti i film carcerari, ci sono i secondini sadici, il direttore spietato, il mafioso con relativi scagnozzi, e tutto il solito campionario di cliché da film carcerari. Però sono cani.

La storia prende un po' da Fuga da Alcatraz, un po' da Le ali della libertà, parecchio da Fuga per la Libertà, ma sono sicuro che potrete riconoscerne altri. Se siete appassionati di film carcerari siete nel posto giusto. Se siete anche dei cinofili, avete trovato il paradiso. 

Ozzy - Cucciolo Coraggioso (2016) recensione

Rimane però un film per bambini. Come lo facciamo un film per bambini mantenendo però tutti i cliche carcerari di questo sottogenere? Semplice, non cambiamo una virgola della trama e dell'ambientazione ma facciamo i salti mortali tripli e carpiati per non mostrare la violenza tipica del genere carcerario. E questo a volte diventa abbastanza surreale, come quando per "torturare" il protagonista lo prendono a cuscinate, ma con aria mortalmente seria!

Sarebbe un film nella media, godibile come tutti i cartoni per bambini degli ultimi anni, se non fosse per questi strani contrasti che ti fanno fare strane smorfie mentre lo guardi, cercando di anticipare cosa si inventeranno nella prossima scena per non far vedere il protagonita pestato a sangue dagli scagnozzi del mafioso o altre cose del genere.



Il regno dei bravi bambini (2013) recensione


Il regno dei bravi bambini (2013)

Appena ho visto l'immagine su Amazon Prime mentre cercavamo un film da guardare ho detto: questo film fa paura di sicuro, guarda che faccia 'sto tizio! E mio figlio subito: guardiamolo, guardiamolo!
Vedendo la locandina qui sopra, potete darmi torto?

Film russo del 2013, c'è una bambina pestifera (almeno nelle intenzioni degli autori o comunque nei giudizi della sua famiglia, a me non sembra che faccia nulla di terribile), tanto che i suoi famigliari l'ultimo dell'anno (giorno in cui in Russia passa Babbo Natale a portare i doni) desiderano che al suo posto ci sia una brava bambina. Detto fatto, suonano alla porta e in un bel pacco ecco una bambina perfetta, ordinata, studiosa, rispettosa, diligente e chi più ne ha più ne metta. E la pestifera di prima? Semplice, dopo essere stata cancellata dalla memoria della sua famiglia viene portata via per finire in quello che ha tutta l'aria di un campo di rieducazione, in cui si insegna ai bambini a essere, appunto, bravi bambini. Tutti i metodi sono validi, lavaggio del cervello compreso.
Per fortuna il suo cane e il suo gatto non l'hanno dimenticata, e si ingegnano per andare a riprenderla.

Il regno dei bravi bambini (2013) recensione

Narrato come una favola nera, colpisce per la crudeltà che traspare in molti momenti. Ci sono parecchi passagi spaventosi, sia per gli automi-orologio pieni di lame e spuntoni, sia per i pesanti metodi di rieducazione che per gli inquietanti "bravi bambini", per non parlare del tizio sul poster, che appare parecchio schizofrenico. 

Niente male per un film televisivo per bambini le scenografie e gli effetti speciali in CGI, peccato per delle prove recitative che fanno gridare vendetta al cielo, in un film in cui l'unico che non sembri essere stato raccattato dalla strada subito prima dell'inizio delle riprese è proprio il cattivo. Non che sia De Niro neanche lui, comunque.
Consigliato ai bambini coraggiosi. Gli adulti potranno comunque apprezzare gli evidenti riferimenti ai regimi totalitari retti da governanti con personalità infantili, che spiano i loro cittadini e reprimono la protesta con il lavaggio del cervello (film russo, ricordo). Non roba che si trova spesso nei film per bambini. 


Soul (2020) recensione

Soul (2020)

Film della Pixar che si insinua nel solco di cose come Inside Out, con argomenti più "seri" di quelli che compaiono nella maggior parte dei film per bambini. Poche gag in favore di una storia fiabesca, e che non si risparmia qualche colpetto al cuore. Mio figlio ci è rimasto male quando, all'inizio, il protagonista muore...
Muore proprio nel momento in cui, finalmente, sembra che tutto stia per iniziare a girare nel verso giusto in una vita fin'ora inutile. Chiaro che non abbia nessuna voglia di raggiungere la "luce", quindi fa e disfa finché va a finire nel luogo dove si raccolgono le anime prima di incarnarsi. Nei suoi tentativi di tornare sulla Terra prima che i medici stacchino la spina al suo corpo si finge "mentore" di un'anima problematica...

La Pixar ci mostra qui la sua versione dell'aldilà, mettendo insieme un'anima che non si rassegna alla morte e un'altra che non ha nessuna intenzione di iniziare a vivere, doppiati molto bene in italiano da Neri Marcorè e Paola Cortellesi. 

Soul (2020) recensione

Da una parte Soul è un film stupendo, in grado di suscitare forti emozioni grazie anche alle splendide musiche (sempre che vi piaccia il jazz, ovviamente) e al magnifico lavoro grafico, in grado di presentarci una New York così viva e vitale da sembrare più vera del vero e un mondo dell'aldilà fatto di poetici colori pastello ma che non disdegna paesaggi e momenti inquietanti.
Il punto è che queste emozioni le suscita negli adulti. E' chiaro che, come anche per Inside OutSoul si rivolge agli adulti, perché è necessario avere un certo bagaglio di esperienze per cogliere le varie sfumature e farsi coinvolgere nel modo giusto. E forse anche per accettare un protagonista che per buona parte del film ha ben poco di positivo.
Comunque a mio figlio è piaciuto lo stesso, anche se non ha colto proprio tutto, quindi direi che il film è più che promosso.


Uno Rosso (2024) recensione

Uno Rosso (2024)

Questo film funziona al contrario degli altri presentati fin'ora in questo articolo: sul catalogo Prime è indicato come inadatto ai minori di 16 anni. Un film dove The Rock e Capitan America devono salvare Babbo Natale. Ma perché? Boh, forse per tutelare le loro giovani menti dalla spazzatura...
Quindi, mentre gli altri film di cui parlo in questo articolo sono film teoricamente per bambini ma che in realtà parlano agli adulti, vuoi per le citazioni o per le tematiche trattate, spesso incomprensibili a dei bambini, questo è un film per bambini fatto e finito. Ma inadatto ai minori di 16 anni sul catalogo della piattaforma online che lo distribuisce in Italia. Cioè, la stessa classificazione di Bone Tomahawk. Ma l'avete visto Bone Tomahawk? Ma che cazz...

Uno Rosso (2024) recensione

A parte queste considerazioni, devo dire comunque che nonostante abbia sentito parlare molto ma molto male di questo film io non l'ho trovato così pessimo. Alla fine è una commedia/action natalizia, che utilizza tutti gli stilemi tipici dei film di supereroi ma li applica a Babbo Natale, Polo Nord, Krampus e compagnia cantante. Lo guardi e te ne dimentichi immediatamente dopo, puro e banale intrattenimento per famiglie che non fa né più e né meno di quello che si propone.
Ma non fatelo vedere ai vostri figli che vi arrestano.

Il Moro

martedì 6 maggio 2025

Opinioni in pillole, libri di fantascienza mai finiti: Universi, Inverso, Central Station, Guerra per l'eternità.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!  

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di quattro libri che NON ho letto per intero, tendenzialmente perché mi sono rotto le balle prima.


Universi, di Stanislav Lem recensione


Universi, di Stanislav Lem

Universi, pubblicato da Mondadori nella collana Oscar Moderni - Baobab, è una raccolta di racconti dell'autore polacco, noto in particolar modo per il romanzo Solaris.
Dovrebbe essere una raccolta integrale o quasi, sicuramente è un volume abnorme, 1500 pagine, non l'ho pesato ma credetemi che tenerlo in mano mentre si è seduti sul water non è proprio comodo.
Ho preso questo libro in biblioteca, ma devo dire di non essermelo goduto granché. I racconti più belli li avevo già letti tutti (in particolare ho adorato quelli del ciclo Fiabe per robot), ma gli altri mi hanno un po' stufato, in paricolar modo quelli degli altri due cicli, Cyberiade e I viaggi del pilota Prix. Il primo ciclo parla di due inventori in grado di inventare qualsiasi cosa, alle prese con re e personaggi da fiaba. Le atmosfere sono in effetti quelle fiabesche già tipiche di Fiabe per robot, ma i racconti risultano spesso troppo lunghi e tutti abbastanza simili tra loro. Stesso difetto per I viaggi del pilota Prix, che abbandona l'atmosfera fiabesca in favore delle avventure di un pilota spaziale, avventure di stampo abbastanza realistico, Prisx è in effetti un astronauta e non un pilota di razzi alla Dan Dare, impegnato più a fare calcoli su rotte tangenti e campi gravitazionali che a sparacchiare contro alieni con la pistola a raggi, come invece mi aspettavo dopo aver letto i volumi precedenti. Interessanti, ma anche qui un po' noiosi e ripetitivi, alla fine ho letto solo i primi tre o quattro. I restanti racconti non sono tematici, ma ormai mi ero stancato e non sono andato avanti molto (non sono arrivato a pagina mille, per dire).
A parte quelli di Fiabe per robot che ho amato alla follia, i racconti di Stanislav Lem mi sono sembrati tutti buoni, ma nessuno davvero eccezionale (opinione mia, ci tengo a sottolinearlo prima di essere sommerso di insulti, che questo è uno di quegli autori che è meglio non toccare). Credo che il modo migliore di consultare questo volume, chiaramente un'edizione da collezione, sia di tenerlo lì e leggere un racconto ogni tanto, alternandolo con altro. Io invece dovevo restituirlo alla biblioteca pena l'invio di esattori nerboruti, quindi così ho fatto, senza troppi rimpianti, prima di portarlo a termine. I miei polsi ringraziano, le mie sedute sul water saranno meno faticose.

martedì 29 aprile 2025

JRPG per console portatili retrò: Shin Megami Tensei: Strange Journey e Half-minute Hero

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Stavolta parliamo di due JRPG, che non c'entrano nulla l'uno con l'altro se non per il fatto di essere usciti per due console portatili ormai vecchiotte e di essere appunto due JRPG. E anche per quello ho dei dubbi. 


Shin Megami Tensei: Strange Journey recensione

Shin Megami Tensei: Strange Journey

Gioco uscito nel 2009 per il Nintendo DS, facente parte dell'infinita saga di Shin Megami Tensei (qualcosa tipo 50 o 60 giochi). 
Ad avermi attirato verso questo gioco particolare, (oltre al fatto che possiedo un Nintendo DS che non mostra ancora intenzione di mollarmi) è l'ambientazione fantascientifica. Si sa infatti che la stragrande maggioranza dei JRPG ha ambientazioni fantasy o al massimo ibride. In Strange Journey, invece, la componente fantascientifica risulta preponderante, anche se ci sono i demoni.
Caratteristica di tutta la saga è infatti la possibilità di evocare dei demoni come alleati per combattere al nostro fianco... ma andiamo con ordine.

martedì 22 aprile 2025

Zagor: La figlia di Dharma, Wyandot, Manitoba Pearl

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla! 

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.

La figlia di Dharma, Zagor N. 714-716 recensione

La figlia di Dharma, Zagor N. 714-716, di Jacopo Rauch e Esposito Bros

Dharma la strega è personaggio secondario di una storia di una vita fa (1976, per l'esattezza). La stessa Dharma è tornata come antagonista principale in una storia del 2002, insieme alla figlia Nayana, e la stessa figlia ritorna ulteriormente in solitario in una storia del 2018. Almeno credo, queste informazioni le ho prese da una ricerca sul sito della Bonelli, ma la verità è che l'unica di queste storie che ricordo davvero è la prima. E' perché era anche la più bella, o perché l'ho letta quando ero giovane e non avevo letto altri millemila fumetti prima? Probabilmente entrambe le cose. E mi sa che anche in Bonelli pensino che io non sia l'unico, visto che il titolo della storia è La figlia di Dharma, mica Nayana, nonostante di Dharma quasi non si parli.

martedì 15 aprile 2025

Opinioni in pillole: Deadpool & Wolverine e Star Trek - Section 31

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni più o meno brevi, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. 
Di solito cerco di mettere insieme le opinioni in modo che ci sia almeno un "tema". Stavolta semplicemente butto lì la mia su due film abbastanza recenti, proprio perché se faccio passare troppo tempo poi qualsiasi discussione al riguardo muore (anche perché non è che si meritino di essere discussi a lungo).


Deadpool & Wolverine (2024)

Deadpool & Wolverine (2024)

Deadpool & Wolverine è in pratica lo Scary Movie della Marvel.

Non so se sia l'ingresso nella Disney o semplicemente una mancanza di idee, ma il punto è che questo invece di essere un film con dignità di film è una continua corsa alla citazione e al cameo in cui ogni tanto fa capolino un tentativo abbozzato di trama, ma timidamente, senza farsi notare troppo, altrimenti gli spettatori si distraggono dalle stupidaggini. Una quantità di rimandi, parodie e prese in giro di tutto l'universo cinematografico Marvel, indietro agli albori fino addirittura a Blade, degna appunto di quei film nati apposta per sbeffeggiarne altri, solitamente prendendo di mira un intero genere. Da Scary Movie a Hot Shots a L'aereo più pazzo del mondo (stiamo andando MOLTO più indietro di Blade!) e chi più ne ha più ne metta. Si vede che i produttori del MCU pensano di fare ormai genere a sé.

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