Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di alcune miniserie a fumetti pubblicate a Sergio Bonelli Editore.
Lilith, di Luca Enoch
La seconda miniserie "a solo" di Luca Enoch dopo Gea vede nuovamente l'autore sia ai testi che ai disegni. Come Gea, consta di 18 albi nel solito formato ma con foliazione maggiorata.
La storia narra di una "crononauta" che proviene dal lontano futuro, futuro in cui la razza umana è stata quasi completamente sterminata da una sorta di virus senziente che è rimasto dormiente all'interno del corpo di alcuni umani fin dai suoi albori. Compito di Lilith è quindi quello di viaggiare nel tempo scoprendo i vari portatori nelle diverse epoche e distruggendo il virus, strappandolo letteralmente dal corpo dell'ospite. Chiaramente l'ospite non sopravvive al processo.
La saga mi è piaciuta di meno rispetto a Gea, soprattutto le prime storie. Questo principalmente perché Lilith si limita quasi ad andarsene in giro a massacrare i suoi obbiettivi, forte di superpoteri che la rendono totalmente inarrestabile. Si sa che quando il personaggio è troppo superiore rispetto ai suoi avversari diventa antipatico. Fortunatamente poi iniziano a insinuarsi i dubbi , si scoprono verità nascoste, e la storia si fa più interessante.
Plaudo soprattutto all'approfondita ricerca storica per la ricostruzione di avvenimenti, personaggi e ambienti. Per la saga di Ucrònia ho fattocosì e posso dire che ci metto più tempo a documentarmi che a scrivere.
Una bella serie, non all'altezza di Gea ma comunque molto valida.
E poi lei è sempre nuda, come Gea guarda caso. Ma almeno Lilith non è una ragazzina.
Martin Mystere: le nuove avventure, seconda stagione
Se la prima stagione era stata carina anche se tutt'altro che imperdibile, questa seconda oltre ad essere più breve è meno interessante sotto tutti i punti di vista. Le storie sono un misto di remake/riassunti in chiave moderna e storie nuove, con un filo conduttore a unire i vari volumi. Nel complesso bei disegni e bei colori, ma a parte quello rimane ben poco di questa operazione. Meglio la prima stagione, conveniva fermarsi lì.
Attica, di Giacomo Kelson Bevilacqua
Bevilacqua scrive e disegna questa miniserie in 12 numeri per la Bonelli nel 2021.
Bevilacqua è noto per A panda piace, che va un sacco su Instagram e compare in svariate riviste, vignette con protagonista un panda che fa discorsi psicologici e filosofici (e tristi). Mai piaciuto.
Allo stesso modo non mi è piaciuto l'unico altro fumetto di Giacomo Bevilacqua che ho provato a leggere Il suono del mondo a memoria. Non solo non sono riuscito a finirlo, non sono arrivato nemmeno a un quarto, per fortuna me l'hanno regalato.
Ho deciso però di dare lo stesso una possibilità a questa miniserie, in quanto decisamente più in linea con i miei gusti: si tratta infatti di una storia di action/fantasy/fantascienza edita nell'etichetta "Audace" della Bonelli, che presenta fumetti "dal taglio più maturo rispetto ai classici standard dell'editore", così recita la pagina di Wikipedia. Sarà, ma questo Attica appartiene né più e né meno che al genere "Young Adult", quindi ho dei dubbi su quanto sia più "maturo" della media della Bonelli.
Ci sono infatti degli adolescenti problematici che di colpo si trovano investiti di una missione: liberare Attica, città-stato che a quanto pare copre buona parte dell'attuale Grecia, dal dittatore che la governa e che l'ha chiusa tra alte mura, separandola dal resto del mondo. Per farlo hanno a disposizione capacità soprannaturali che non sapevano di avere, ma chiaramente non sono gli unici.
La trama rispecchia quindi gran parte dei romanzi young adult fantascientifici, e il fatto che ogni tanto dicano le parolacce e ci sia un personaggio che beve e si fa le canne non basta per me a farne un fumetto "maturo", ma il punto è se la storia è bella, no?
La storia è bella, i personaggi sono simpatici e viene voglia di sapere cosa succederà loro. Le verità dietro alle loro origini e ai misteri di Attica si scoprono poco a poco in maniera intrigante. Non è tutto oro quello che luccica: ci sono alcune forzature (perché questi tizi, che non hanno nemmeno mai visto Attica da vicino, dovrebbero decidere di arrivare a sacrificarsi per salvarla?) e le diverse citazioni "pop" non sempre sono ben inserite nella trama. Verso la fine sbanda anche un po' troppo verso un surreale un po' metanarrativo che non mi è piaciuto molto.
Vengono ovviamente citate alcune tematiche sociali, sappiamo che l'autore è sensibile a questi argomenti, in particolare il razzismo, la paura del diverso, il fascismo, insomma tutti i temi che danno fastidio alla Lega; e l'ansia da social network, l'ossessione della bellezza e dell'approvazione altrui, l'esteriorità a discapito dell'interiorità, il tutto applicato invece che alla rete ad Attica stessa e ai suoi abitanti.
I disegni non sono eccezionali, ma fanno bene il loro dovere.
Insomma una storia discreta, che vale la pena leggere, sapendo che non racconta nulla di nuovo ma lo racconta abbastanza bene. Non aspettiamoci però aspettarsi nulla di trascendentale.
Darwin, scritto da Michele Masiero e disegnato da Luigi Piccatto, Renato Riccio e Matteo Santaniello
Parecchi anni fa scrissi un articolo su Darwin di Paola Barbato e Luigi Piccatto, appartenente all'ormai defunta serie dei Romanzi a fumetti Bonelli, volumi di circa 300 pagine contenenti ognuno una storia autoconclusiva. Già all'epoca mi ero lamentato: pur basato su premesse interessanti, il fumetto era una maledetta fregatura, perché non era autonclusivo per niente. Pareva piuttosto una miniserie mancata, un primo capitolo di qualcos'altro. Nessuno dei pur interessanti spunti "misteriosi" che aggiungevano pepe a una altrimenti banale storia di sopravvivenza trovava una conclusione o una spiegazione, non valeva nemmeno come una "storia dal finale aperto", ma proprio una "fine primo tempo", che tradiva lo spirito della collana e il lettore, dato che un seguito non era stato minimamente annunciato. All'epoca ne sconsigliai caldamente l'acquisto.
Darwin dei Romanzi a fumetti Bonelli è uscito nel 2012 (cavalcando un po' l'ondata emotiva della famosa, presunta profezia maya sulla fine del mondo). E poi il seguito che nessuno ormai si aspettava davvero è arrivato, anche se ci è voluto un bel po': la miniserie di 8 numeri da 60 pagine l'uno intitolata Darwin è del 2019. Giusto sette anni di attesa.
Ne sarà valsa la pena? Spoiler: ma neanche per le balle.
Fin da subito è stato chiaro che questa miniserie non aveva nessuna intenzione di dare una spiegazione ad alcuno dei misteri visti nel primo volume, anzi, ha iniziato ad aggiungerne altri. I personaggi fanno cose senza senso spostandosi da un luogo a un altro senza darci la pena di spiegarci perché, tra una minchiata mistica e l'altra. Ci sono delle parti decenti, che sono tutte quelle dove gli avvenimenti sono quelli più tipici delle avventure di sopravvivenza post-apocalittica, ma per la maggior parte del tempo potremo capire ben poco di quello che sta veramente succedendo.
L'ultimo volume, poi, è un capolavoro di presa per il culo: invece di cercare di dare una spiegazione anche solo a uno dei misteri disseminati qua e là, preferisce prendere una deriva onirica in cui non si capisce assolutamente nulla, praticamente delle immagini buttate lì a caso senza nessun nesso tra di loro. Non sto scherzando, si ha la sensazione che gli autori dovessero per forza finire la serie perché ormai gliel'avevano pagata, ma non avessero più voglia e abbiano deciso di riempire l'ultimo numero con immagini a caso, che tanto non lo leggeva nessuno.
Sicuramente una delle cose peggiori mai prodotte dalla Bonelli e non solo. Da evitare come la peste.
Grouchonomicon, di autori vari
Si tratta di una raccolta di 13 albi in cui autori diversi dai soliti (con l'eccezione di Paola Barbato e Luigi Piccatto, già all'opera su Dylan Dog) si cimentano in storie brevi con protagonista assoluto Groucho. Parliamo di autori molto noti, quali Zerocalcare, Giorgio Cavazzano e altri. Non metto l'elenco, ma sono tutti nomi che conoscete sicuramente.
Come in tutte le raccolte di racconti, ce ne sono di belli e di meno belli. Qui c'è da segnalare una qualità media piuttosto alta, con punte notevoli. Leggere questo Grouchonomicon è stato meglio rispetto alla quasi totalità degli albi di Dylan Dog che ho letto in vita mia. Consigliato.
Il Moro
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