Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
China Mieville ha una particolare predilizione per le "città".
Ogni suo romanzo sembra essere ambientato in una città dalle caratteristiche peculiari, sulle quali l'autore costruisce la sua storia.
La città di New Crobuzon in cui è ambientato Perdido Street Station è un particolarissimo calderone di razze, magia e tecnologia, che sembra quasi una versione fantasy-steampunk delle metropoli tentacolari immaginate dagli scrittori di cyberpunk.
Il secondo capitolo della trilogia del Bas-Lag, poi, La città delle navi, è ambientato in una città in movimento sul mare, formata completamente da navi collegate una all'altra da ponti e corde.
La città in cui è ambientato Un regno in ombra sembra Londra, ma al di sotto della sua superficie si muovono creature bizzarre dagli incredibili poteri.
Nel romanzo per ragazzi Il Libro Magico due ragazzine scovano per caso il passaggio verso una versione parallela di Londra, dove finiscono tutte le cose che i londinesi perdono, abitata da creature fatate.
E poi c'è questo La città e la città, che già nel titolo ci fa intuire che ancora una volta sarà la città la vera protagonista.
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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martedì 27 febbraio 2018
venerdì 23 febbraio 2018
Pinkerton S.A. (Supernatural Affairs), recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Pinkerton S.A. - Supernatural Affairs è una miniserie in sei numeri, edita nel 2010 dalla Star Comics e scritta da Andrea Aromatico, già autore di Nemrod.
Discendente del fondatore della mitica agenzia privata di investigazioni, Dick Pinkerton si guadagna (molto) da vivere come conduttore televisivo che si occupa di smascherare sedicenti maghi e sensitivi... Esattamente come Alberto Sordi in Sono un fenomeno paranormale.
Anche qui le sue certezze sono destinate a subire un duro colpo, ma a differenza che per l'Albertone nazionale queste rivelazioni non fanno ridere, anzi.
Pinkerton S.A. - Supernatural Affairs è una miniserie in sei numeri, edita nel 2010 dalla Star Comics e scritta da Andrea Aromatico, già autore di Nemrod.
Discendente del fondatore della mitica agenzia privata di investigazioni, Dick Pinkerton si guadagna (molto) da vivere come conduttore televisivo che si occupa di smascherare sedicenti maghi e sensitivi... Esattamente come Alberto Sordi in Sono un fenomeno paranormale.
Anche qui le sue certezze sono destinate a subire un duro colpo, ma a differenza che per l'Albertone nazionale queste rivelazioni non fanno ridere, anzi.
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recensioni,
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lunedì 19 febbraio 2018
La forma dell'acqua - Shape of water
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ormai è chiaro che Guillermo Del Toro ha due anime, così come due sono principalmente i generi dei film che dirige e di cui scrive le sceneggiature.
Con Blade 2 Del Toro ha firmato uno dei migliori action-fantasy tamarri di sempre, ed ha quasi bissato con Hellboy 2. Da queste parti abbiamo già parlato anche di Pacific Rim (due volte), che però non è riuscito ad essere allo stesso livello nonostante il materiale di base lo rendesse il film più difficile da sbagliare di sempre. Cioè, robottoni contro mostri giganti, già solo con questa frase hai vinto.
La forma dell'acqua non è un action tamarro come i succitati, ma si avvicina piuttosto a quello che è considerato da molti (me compreso) come il suo capolavoro: Il labirinto del fauno. Ed ecco il secondo genere preferito dal regista, queste specie di fiabe horror, fatte di atmosfere sognanti in cui però la realtà penetra con violenza, sconvolgendone l'equilibrio.
Il labirinto del fauno era quello in cui questa tematica era più evidente, visto che su di essa si basava tutta la trama, ma era presente anche ne La spina del diavolo, il più "horror" delle fiabe horror di Del Toro.
E anche qui abbiamo queste stesse atmosfere fiabesche, ma sbagliereste pensando di andare a vedere un film per famiglie (come avreste sbagliato con gli altri due titoli appena citati).
Ormai è chiaro che Guillermo Del Toro ha due anime, così come due sono principalmente i generi dei film che dirige e di cui scrive le sceneggiature.
Con Blade 2 Del Toro ha firmato uno dei migliori action-fantasy tamarri di sempre, ed ha quasi bissato con Hellboy 2. Da queste parti abbiamo già parlato anche di Pacific Rim (due volte), che però non è riuscito ad essere allo stesso livello nonostante il materiale di base lo rendesse il film più difficile da sbagliare di sempre. Cioè, robottoni contro mostri giganti, già solo con questa frase hai vinto.
La forma dell'acqua non è un action tamarro come i succitati, ma si avvicina piuttosto a quello che è considerato da molti (me compreso) come il suo capolavoro: Il labirinto del fauno. Ed ecco il secondo genere preferito dal regista, queste specie di fiabe horror, fatte di atmosfere sognanti in cui però la realtà penetra con violenza, sconvolgendone l'equilibrio.
Il labirinto del fauno era quello in cui questa tematica era più evidente, visto che su di essa si basava tutta la trama, ma era presente anche ne La spina del diavolo, il più "horror" delle fiabe horror di Del Toro.
E anche qui abbiamo queste stesse atmosfere fiabesche, ma sbagliereste pensando di andare a vedere un film per famiglie (come avreste sbagliato con gli altri due titoli appena citati).
venerdì 16 febbraio 2018
Demon Hunter Severian - La signora dei cancelli della notte, di Giovanni Anastasi
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Questa è una recensione su commissione, nel senso che sono stato contattato dalla casa editrice (parecchio tempo fa, devo ammettere) che me ne ha mandato una copia chiedendo una recensione. Questo ovviamente non significa che questo articolo sia di parte: soldi non me ne sono arrivati! ;-)
Edito dalla piccola ma validissima casa editrice Acheron Books, Demon Hunter Severian - La signora dei cancelli della notte è un libro uscito nel 2014, di genere storico-fantasy-investigativo.
martedì 13 febbraio 2018
Enthiran
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ok, ho visto un film indiano.
Il titolo dovrebbe essere Enthiran, ma lo si trova anche come Endhiran o come Robot.
All'epoca della sua uscita, nel 2010, fu il film indiano più costoso fino allora prodotto, con un budget corrispondente a 21 milioni di dollari americani, ampiamente recuperati (al momento il primato spetta a Baahubali 2: The Conclusion, un film storico-epico costato 39 milioni).
Vai di trama:
lo scienziato Vaseegaran crea in laboratorio un androide ultrasofisticato, al quale dà le proprie fattezze. L'androide è in grado di leggere e imparare qualsiasi cosa in pochi secondi, può ballare come Nurejev e combattere come Chuck Norris. Nel lungo tempo necessario per costruirlo lo scienziato ha tralasciato la fidanzata Sana, e per farsi perdonare le "presta" per qualche giorno il robot durante il periodo di test sul campo, prima di presentarlo alla commissione che deciderà per il suo utilizzo a scopi militari.
Seguono una serie di gag tra il divertente e l'esilarante su questo robot invincibile e incapace di mentire che si confronta con il mondo con l'innocenza di un bambino. Gag che non disdegnano né la comicità più parlata né quella più fisica, con rapidi scambi di battute e balletti leggiadri che contrastano con l'idea di un robot indistruttibile. E la scena delle zanzare è meravigliosa.
Verso la metà del film il robot viene dotato di sentimenti, e qui iniziano i problemi veri, perché ci vuole veramente un attimo a innamorarsi della fidanzata dello scienziato...
Ok, ho visto un film indiano.
Il titolo dovrebbe essere Enthiran, ma lo si trova anche come Endhiran o come Robot.
All'epoca della sua uscita, nel 2010, fu il film indiano più costoso fino allora prodotto, con un budget corrispondente a 21 milioni di dollari americani, ampiamente recuperati (al momento il primato spetta a Baahubali 2: The Conclusion, un film storico-epico costato 39 milioni).
Vai di trama:
lo scienziato Vaseegaran crea in laboratorio un androide ultrasofisticato, al quale dà le proprie fattezze. L'androide è in grado di leggere e imparare qualsiasi cosa in pochi secondi, può ballare come Nurejev e combattere come Chuck Norris. Nel lungo tempo necessario per costruirlo lo scienziato ha tralasciato la fidanzata Sana, e per farsi perdonare le "presta" per qualche giorno il robot durante il periodo di test sul campo, prima di presentarlo alla commissione che deciderà per il suo utilizzo a scopi militari.
Seguono una serie di gag tra il divertente e l'esilarante su questo robot invincibile e incapace di mentire che si confronta con il mondo con l'innocenza di un bambino. Gag che non disdegnano né la comicità più parlata né quella più fisica, con rapidi scambi di battute e balletti leggiadri che contrastano con l'idea di un robot indistruttibile. E la scena delle zanzare è meravigliosa.
Verso la metà del film il robot viene dotato di sentimenti, e qui iniziano i problemi veri, perché ci vuole veramente un attimo a innamorarsi della fidanzata dello scienziato...
giovedì 8 febbraio 2018
Paul Gerrard per i Masters Of The Universe!
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
I nostri amati MOTU continuano ad ispirare artisti di livello.
Oggi andiamo a prendere in esame quelli creati dall'inglese Paul Gerrard, che lavora principalmente con la computer grafica, e che ha deciso di condividere i suoi lavori in conseguenza dell'annuncio di un prossimo film sui MOTU.
I suoi Masters virano decisamente dal lato horror (cosa che abbiamo già visto più volte in queste gallery, è evidente che i MOTU hanno un aspetto horror nascosto che molti artisti hanno visto e voluto tirare fuori). Addirittura, questa volta anche i personaggi buoni sono così mostruosi da sembrare cattivi... :-)
Vi lascio alla gallery!
I nostri amati MOTU continuano ad ispirare artisti di livello.
Oggi andiamo a prendere in esame quelli creati dall'inglese Paul Gerrard, che lavora principalmente con la computer grafica, e che ha deciso di condividere i suoi lavori in conseguenza dell'annuncio di un prossimo film sui MOTU.
I suoi Masters virano decisamente dal lato horror (cosa che abbiamo già visto più volte in queste gallery, è evidente che i MOTU hanno un aspetto horror nascosto che molti artisti hanno visto e voluto tirare fuori). Addirittura, questa volta anche i personaggi buoni sono così mostruosi da sembrare cattivi... :-)
Vi lascio alla gallery!
lunedì 5 febbraio 2018
GEEK LEAGUE: il mio totem geek
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Abbiamo già parlato della GEEK LEAGUE.
E' quindi tempo di passare al primo post della lega, e abbiamo deciso di parlare di un argomento personale, in modo da poterci presentare al meglio.
E l'argomento è: il nostro personale totem geek!
Cioè ciò che per noi più rappresenta il nostro essere appassionati di questi argomenti.
Quando è stato proposto questo argomento io subito sono stato d'accordo, poi ho pensato: e io che cavolo ci metto?
Non sono mai stato un appassionato di action figure, e non ho in giro per casa i giocattoli della mia infanzia (ho ancora tutti i miei Masters, ma sono chiusi in uno scatolone).
Ho pensato alla mia collezione di fumetti: in effetti quella rappresenta piuttosto bene una delle mie passioni, essendone allo stesso tempo l'oggetto. Eppure, riguarda solo i fumetti, e non ce li ho nemmeno in casa (non ci stavano) ma in una stanza/magazzino separata.
Ho pensato anche al primo fumetto che ricordo di aver letto e che ha fatto nascere in me la passione, ma ne ho già parlato su questo blog e comunque è insieme agli altri, non è che ne abbia fatto una reliquia.
Ci sarebbe il mio orologio di Zagor. L'ho fatto io, con compensato, colori e pennelli. Ho pronto un post dove spiego come ho fatto a farlo, di prossima pubblicazione. Quello è un simbolo del mio amore per il personaggio dei fumetti che ha segnato la mia infanzia (e continua a farlo, visto che non sono mai cresciuto) e l'ho fatto per la cameretta di mio figlio, giusto per vedere se riesco a portarlo sulla buona strada. Ma, no, non va bene neanche quello.
Io non sono un nostalgico. Il fatto che mi piacciano i videogiochi vecchi non vuol dire che quelli nuovi mi facciano schifo, e lo stesso vale per film, serie tv e quant'altro. E allo stesso tempo, nonostante viva perennemente con la testa tra le nuvole, sono anche un tipo piuttosto pratico.
Abbiamo già parlato della GEEK LEAGUE.
E' quindi tempo di passare al primo post della lega, e abbiamo deciso di parlare di un argomento personale, in modo da poterci presentare al meglio.
E l'argomento è: il nostro personale totem geek!
Cioè ciò che per noi più rappresenta il nostro essere appassionati di questi argomenti.
Quando è stato proposto questo argomento io subito sono stato d'accordo, poi ho pensato: e io che cavolo ci metto?
Non sono mai stato un appassionato di action figure, e non ho in giro per casa i giocattoli della mia infanzia (ho ancora tutti i miei Masters, ma sono chiusi in uno scatolone).
Ho pensato alla mia collezione di fumetti: in effetti quella rappresenta piuttosto bene una delle mie passioni, essendone allo stesso tempo l'oggetto. Eppure, riguarda solo i fumetti, e non ce li ho nemmeno in casa (non ci stavano) ma in una stanza/magazzino separata.
Ho pensato anche al primo fumetto che ricordo di aver letto e che ha fatto nascere in me la passione, ma ne ho già parlato su questo blog e comunque è insieme agli altri, non è che ne abbia fatto una reliquia.
Ci sarebbe il mio orologio di Zagor. L'ho fatto io, con compensato, colori e pennelli. Ho pronto un post dove spiego come ho fatto a farlo, di prossima pubblicazione. Quello è un simbolo del mio amore per il personaggio dei fumetti che ha segnato la mia infanzia (e continua a farlo, visto che non sono mai cresciuto) e l'ho fatto per la cameretta di mio figlio, giusto per vedere se riesco a portarlo sulla buona strada. Ma, no, non va bene neanche quello.
Io non sono un nostalgico. Il fatto che mi piacciano i videogiochi vecchi non vuol dire che quelli nuovi mi facciano schifo, e lo stesso vale per film, serie tv e quant'altro. E allo stesso tempo, nonostante viva perennemente con la testa tra le nuvole, sono anche un tipo piuttosto pratico.
venerdì 2 febbraio 2018
GEEK LEAGUE - la scheda
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Insieme ad altri eroi della nerdaggine come me, sono stato chiamato dal blogger Miki Moz di Moz O'Clock per far parte della sua squadra di supereroi della cultura pop/nerd/geek e qualsiasi altra etichetta vogliate affibbiargli.
Lo scopo è riunire persone (SUPER persone!) con interessi comuni, in un collettivo che possa scegliere un argomento e sviscerarlo come si deve, con articoli a tema, guest post, e chi più ne ha più ne metta.
La prima missione è presentarsi al mondo, quindi ecco qui la mia scheda da supereroe!
NOME: Il Birraio
ALTER EGO: Il Moro
SPAZIO WEB: Storie da birreria, Ucrònia
CODICE: H0010
CHI È: Quello che porta da bere quando i ragazzi della Geek League sono stanchi e assetati. Ma si fa pagare. E' Il Birraio, mica Lo Scemo.
SUPERPOTERI: particolarmente ferrato nella fantascienza in genere.
PUNTI DEBOLI: abbastanza scarso nel fantasy e nella narrativa non di fantascienza.
PERCHÉ HA SCELTO LA GEEK LEAGUE: Perché da quando grazie ai social questi sono diventati argomenti sacri, con fan che diventano fanatici e urlatori pronti a difendere il proprio punto di vista con insulti e ban, serve qualcuno che ci rida su e ricordi a tutti che "sono solo canzonette".
Gli altri membri? Non ve li dico. La squadra completa sarà svelata nel primo post della Geek League, il 5 di febbraio, che verterà su un argomento personale dandoci modo di fare un'ulteriore presentazione: l'oggetto geek che ci rappresenta.
Stay tuned.
Il Moro
Insieme ad altri eroi della nerdaggine come me, sono stato chiamato dal blogger Miki Moz di Moz O'Clock per far parte della sua squadra di supereroi della cultura pop/nerd/geek e qualsiasi altra etichetta vogliate affibbiargli.
Lo scopo è riunire persone (SUPER persone!) con interessi comuni, in un collettivo che possa scegliere un argomento e sviscerarlo come si deve, con articoli a tema, guest post, e chi più ne ha più ne metta.
La prima missione è presentarsi al mondo, quindi ecco qui la mia scheda da supereroe!
NOME: Il Birraio
ALTER EGO: Il Moro
SPAZIO WEB: Storie da birreria, Ucrònia
CODICE: H0010
CHI È: Quello che porta da bere quando i ragazzi della Geek League sono stanchi e assetati. Ma si fa pagare. E' Il Birraio, mica Lo Scemo.
SUPERPOTERI: particolarmente ferrato nella fantascienza in genere.
PUNTI DEBOLI: abbastanza scarso nel fantasy e nella narrativa non di fantascienza.
PERCHÉ HA SCELTO LA GEEK LEAGUE: Perché da quando grazie ai social questi sono diventati argomenti sacri, con fan che diventano fanatici e urlatori pronti a difendere il proprio punto di vista con insulti e ban, serve qualcuno che ci rida su e ricordi a tutti che "sono solo canzonette".
Gli altri membri? Non ve li dico. La squadra completa sarà svelata nel primo post della Geek League, il 5 di febbraio, che verterà su un argomento personale dandoci modo di fare un'ulteriore presentazione: l'oggetto geek che ci rappresenta.
Stay tuned.
Il Moro
giovedì 1 febbraio 2018
30 anni di Hellraiser in Italia: i videogiochi di Hellraiser
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Questo post fa parte del ciclo dedicato ai 30 anni di Hellraiser in Italia, iniziativa a cui partecipo insieme ad altri colleghi blogger malati come me.
Forse leggendo il titolo vi sarete fatti delle illusioni. Mi dispiace deludervi: non esistono videogiochi ispirati a Hellraiser.
Ma ci sono cumunque un paio di storie interessanti da raccontare al riguardo.
Ci sono stati due tentativi di portare Hellraiser sul media videoludico. Giusto per confondere un po' le idee, parto dal secondo.
Nel 1995, prima dell'uscita del quarto film della saga, i Magnet Interactive Studios annunciarono un videogame per PC intitolato Hellraiser: Virtual Hell.
Si sarebbe dovuto trattare di un horror (chiaramente) con visuale in prima persona, in stile Doom.
Dal punto di vista della trama (che non sarebbe stata scritta da Barker) si sarebbe trattato di un plot nuovo, slegato da quanto visto in film e fumetti. Secondo quanto dichiarato dal designer Doug Barnett, il gioco avrebbe dovuto rispettare lo "spirito" dei film, quindi presentare un sottomondo pieno di bizzarrie mostruose tra cui anche alcune nuove, come Pinball, che avrebbe lanciato sfere d'acciaio contro il giocatore.
Questo post fa parte del ciclo dedicato ai 30 anni di Hellraiser in Italia, iniziativa a cui partecipo insieme ad altri colleghi blogger malati come me.
Forse leggendo il titolo vi sarete fatti delle illusioni. Mi dispiace deludervi: non esistono videogiochi ispirati a Hellraiser.
Ma ci sono cumunque un paio di storie interessanti da raccontare al riguardo.
Ci sono stati due tentativi di portare Hellraiser sul media videoludico. Giusto per confondere un po' le idee, parto dal secondo.
Nel 1995, prima dell'uscita del quarto film della saga, i Magnet Interactive Studios annunciarono un videogame per PC intitolato Hellraiser: Virtual Hell.
Si sarebbe dovuto trattare di un horror (chiaramente) con visuale in prima persona, in stile Doom.
Dal punto di vista della trama (che non sarebbe stata scritta da Barker) si sarebbe trattato di un plot nuovo, slegato da quanto visto in film e fumetti. Secondo quanto dichiarato dal designer Doug Barnett, il gioco avrebbe dovuto rispettare lo "spirito" dei film, quindi presentare un sottomondo pieno di bizzarrie mostruose tra cui anche alcune nuove, come Pinball, che avrebbe lanciato sfere d'acciaio contro il giocatore.
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