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martedì 26 luglio 2016
Ingress, il papà di Pokemon GO.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
I Pokemon sono proprio una di quelle cose di cui non mi è mai fregato niente.
Non ho mai giocato a uno dei millemila ideogiochi a essi dedicati, non ho mai visto una sola puntata del cartone e l'unico personaggio di cui conosco il nome è Pikachu (e nemmeno sono sicuro che si scriva così).
E anche l'idea stessa del gioco non è che mi esalti tanto. Andare in giro ad inseguire animaletti virtuali visibili solo attraverso lo schermo dello smartphone? Ma mi ci vedete alla mia età?
Per carità, non sono un detrattore assoluto, e spero di non passare nemmeno un qualunquista come tutti i telegiornali italiani: non credo che Pokemon GO sia IL MALE, è semplicemente un modo di giocare ai videogiochi nuovo, diverso dal solito, interessante per alcuni, ridicolo per altri. Ma le facciate contro i pali della luce le battevamo già consultando Facebook dal cellulare, e prima ancora leggendo il giornale, quindi se pure la smettessero di dirci d guardare dove andiamo sarebbe meglio, grazie.
E tutti quelli che dicono che Pokemon GO sia il segnale del declino della società moderna, magari non lo scrivano su Facebook dal loro telefonino, che dall'altro lato dell'autobus/panchina/sdraio su cui stanno seduti non sono distinguibili in nessun modo dal tipo seduto al loro fianco e che sta smanettando coi Pokemon.
Ciononostante avevo deciso di provare lo stesso il gioco, perché bisogna pur sapere di cosa diavolo stanno parlando tutti, no? E diciamo pure che è gratis, altrimenti non mi avrebbe visto nemmeno col binocolo.
E?
martedì 19 luglio 2016
Cargo, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Cargo è un film di fantascienza Svizzero del 2009. Cioè, fanno i film anche in Svizzera! Quanti film svizzeri avete visto nella vostra vita? Di fantascienza, poi?
Il pianeta Terra sta diventando rapidamente inabitabile a causa di un collasso ecologico. Gli abitanti emigrano in massa verso immense megalopoli orbitanti, sperando di poterle usare come trampolino di lancio verso un luogo migliore.
Il luogo in questione è Rhea, un pianeta abitabile di grande bellezza, una terra promessa a una distanza un tempo incommensurabile, ora a pochi anni di viaggio a velocità prossime a quella della luce.
Il viaggio per Rhea, però, è talmente costoso che solo pochi privilegiati possono permetterselo.
Se tutto questo vi ricorda qualcosa, velocità della luce a parte, è perché guardate i telegiornali.
La dottoressa Laura Portmann, per procurarsi i soldi necessari per il viaggio su Rhea, dove già vive la sorella con i figli, accetta di servire come medico di bordo per un cargo spaziale, diretto verso un pianeta-miniera a quattro anni luce dalla Terra. Una missione di 8 anni, gran parte dei quali da passare in ibernazione.
I membri dell'equipaggio rimangono svegli uno per volta, a turni di durata di 8 mesi e mezzo, per controllare che tutto fili liscio. 8 mesi e mezzo da passare in solitudine all'interno di un'astronave enorme e allo stesso tempo soffocante.
Ma succede qualcosa durante il turno di Laura. E la sensazione di non essere l'unica ad aggirarsi per gli infiniti, angusti corridoi della nave potrebbe non essere solo frutto di paranoia...
Cargo è un film di fantascienza Svizzero del 2009. Cioè, fanno i film anche in Svizzera! Quanti film svizzeri avete visto nella vostra vita? Di fantascienza, poi?
Il pianeta Terra sta diventando rapidamente inabitabile a causa di un collasso ecologico. Gli abitanti emigrano in massa verso immense megalopoli orbitanti, sperando di poterle usare come trampolino di lancio verso un luogo migliore.
Il luogo in questione è Rhea, un pianeta abitabile di grande bellezza, una terra promessa a una distanza un tempo incommensurabile, ora a pochi anni di viaggio a velocità prossime a quella della luce.
Il viaggio per Rhea, però, è talmente costoso che solo pochi privilegiati possono permetterselo.
Se tutto questo vi ricorda qualcosa, velocità della luce a parte, è perché guardate i telegiornali.
La dottoressa Laura Portmann, per procurarsi i soldi necessari per il viaggio su Rhea, dove già vive la sorella con i figli, accetta di servire come medico di bordo per un cargo spaziale, diretto verso un pianeta-miniera a quattro anni luce dalla Terra. Una missione di 8 anni, gran parte dei quali da passare in ibernazione.
I membri dell'equipaggio rimangono svegli uno per volta, a turni di durata di 8 mesi e mezzo, per controllare che tutto fili liscio. 8 mesi e mezzo da passare in solitudine all'interno di un'astronave enorme e allo stesso tempo soffocante.
Ma succede qualcosa durante il turno di Laura. E la sensazione di non essere l'unica ad aggirarsi per gli infiniti, angusti corridoi della nave potrebbe non essere solo frutto di paranoia...
martedì 12 luglio 2016
Bone, di Jeff Smith. Recensione.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Bone è una serie a fumetti pubblicata in America tra il 1991 e il 1994, scritta e disgnata da Jeff Smith. Sono 55 numeri, ma in libreria potete trovare un colosso strappaborse che li raccoglie tutti in un unico volume. E la scelta non è casuale, visto che quella che viene raccontata è un'unica, lunga storia divisa in capitoli.
Il genere è il fantasy, e in effetti i tre protagonisti, i Bone appunto, ricordano molto gli Hobbit: piccoletti, buffi, e del tutto fuori posto nelle vicende in cui vengono coinvolti loro malgrado. E, come gli Hobbit, saranno ovviamente proprio loro a svelare un coraggio e una forza d'animo inaspettati, che permetteranno loro di salvare capra e cavoli.
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