Ok, questo Songbird del 2020 è il primo film di fantascienza con il Covid-19 come tema centrale, almeno che io sappia. L'ho visto grazie alla segnalazione del Zinefilo, che mi ha incuriosito.
Si ipotizza che il Covid abbia continuato a mutare, peggiorando in ogni nuova incarnazione. L'ultima qui presentata ha nome Covid-23, il che ci fa pensare che sia ambientato nel 2023 e che in realtà sia un altro virus: il nome Covid-19 sta per "COronaVIrus Disease 2019", che indica un tipo di Coronavirus osservato per la prima volta nel 2019, quindi questo dovrebbe essere un nuovo tipo di Coronavirus osservato per la prima volta nel 2023. In realtà nel film si parla di varianti e di un virus che continua a mutare, e c'è da dire che le reali varianti del Covid-19 con le nomenclature che conosciamo hanno iniziato a saltare fuori quando il film era già in lavorazione.
Fatto sta che questa nuova variante ha elevate mortalità e contagiosità, e si trasmette per via aerea. Ecco quindi che la quarantena si è fatta feroce, nessuno può più uscire di casa, ed esiste un'app per cellulare che misura la febbre (non ho capito bene se nota anche altri sintomi che possano ricondurre al Covid, nel film sembra che misuri solo la febbre). Quest'app è collegata al servizio pubblico ed è obbligatorio usarla su sé stessi ogni mattina: se si risulta infetti (o quantomeno febbricitanti) ecco che arrivano di corsa i militari a prenderci e ci portano direttamente nella zona di quarantena, da cui nessuno è mai uscito.
Alcune persone sono però naturalmente immuni. Costoro ricevono un braccialetto giallo e possono andare in giro come vogliono, però girando si impregnano del virus che, ricordiamo, è nell'aria, quindi non possono comunque incontrare nessuno.
Il protagonista è un rider immune, che fa le consegne. E in tutto il film gli unici immuni che vediamo sono appunto quelli che fanno le consegne e alcuni agenti governativi.