Il mio amore per la coppia Spencer & Hill non è un mistero. Non ho visto tutti i film di Bud, sono più di cento. Ma alcuni li ho visti almeno cento volte, e cento altre volte ancora li rivedrò. Ho perfino scritto una fanfiction su trinità e Bambino, e ovviamente prima mi sono rivisto, di nuovo, i due
Trinità. Non mi stancheranno mai.
Il personaggio che Bud Spencer ha portato al cinema, che in ogni film si ripete con poche variazioni, è diventato un'icona che gli ha valso il soprannome di "gigante buono".
Ma non era solo questo.
Oltre alla nota carriera nel nuoto e nella pallanuoto, che gli è valsa riconoscimenti internazionali, aveva il brevetto di volo per l'elicottero e per l'aereo, era tra i soci fondatori di una compagnia aerea, ha lanciato una linea di jeans, suonava il sassofono e il pianoforte, ha scritto canzoni (alcune per
Lo chiamavano Buldozzer e dei testi per cantanti come Ornella Vanoni e NIco Fidenco), sapeva parlare spagnolo, portoghese, francese e tedesco.
Non solo sganassoni. Ma noi lo ricorderemo soprattutto per quelli, perché è con quelli, con quel suo modo di fare, con quel suo intervenire per fare giustizia anche senza averne voglia, che ci ha fatto ridere e tenuto compagnia, ed è con quelli che è passato alla storia.
Se ne va un pezzo della mia giovinezza.
Ti immagino salutare con quella risata secca, "ahah!, e spronare il cavallo per scomparire in lontananza. Di una cosa puoi star certo: appena mio figlio sarà abbastanza grande rivedremo insieme i tuoi film per altre cento volte.
Il Moro