Come ho già fatto qui, qui, qui e qui raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum di Zagor riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla.
Color Zagor n. 13: La prigioniera degli Huron
Questo albo si ricollega a un albo di Toninelli del 1985, dove veniva introdotto il personaggio di Banack, che ha accompagnato lo Spirito con la Scure in alcune avventure prima che conoscesse Cico. Il personaggio è stato ripreso in una storia breve in un Maxi del 2017, dove veniva raccontato il suo primo incontro con Zagor e dove venivano introdotti due personaggi femminili, la trapper Minerva Mac-Mahoney e la ragazzina indiana muta Shika.
Solo a me uno che si lascia cadere dall'alto direttamente sul ginocchio in una specie di citazione della famosa "posa da supereroe" non sembra un mostro di furbizia? |
A differenza di quanto visto in Un uomo in fuga e Ritorno alla casa del terrore, il "riassunto delle puntate precedenti" non occupa più spazio di quanto sia necessario. Purtroppo i dialoghi dei personaggi mentre rievocano le vicende risultano forzati e surreali, ma credo fosse difficile fare di meglio.
Esauriti i convenevoli inizia una storia di inseguimenti e combattimenti nei boschi contro una banda di malvagi indiani Huron, che risulta non particolarmente memorabile, ma senz'altro godibile. Tutto fila liscio con buone scene d'azione. Belli i disegni, con uno Zagor giustamente muscoloso (magari è un po' strano che anche tutti gli indiani abbiano muscoli da fotomodelli) e ben reso il viso dello Zagor giovane, un po' meno quello dello Zagor adulto. Colori purtroppo un po' piatti, abbiamo visto decisamente di meglio in Bonelli.
Peccato per alcuni errori che si sarebbero potuti evitare: come dichiarato da Toninelli su Facebook, il nome della trapper non era Mac-Mahoney, nomenclatura che non credo esista, ma MacMahoney, senza il trattino. L'errore è probabilmente dovuto al fatto che l'unica volta che il nome è stato scritto nella prima storia in cui compariva il personaggio il letterista ha dovuto andare a capo, quindi nel seguito il trattino dell'a capo è diventato parte integrante del nome.
Si nota anche che l'indiana muta a un certo punto si mette a parlare senza motivo (dice "Ma chi... ?" quando la scoprono mentre è appostata [tra l'altro, che io sappia bisogna mettere il punto interrogativo prima dei puntini, chi è più istruito di me mi dica se sbaglio]), prima di ritrovare la voce per un nuovo shock. Probabilmente doveva essere un baloon di pensiero.
Inoltre, la trapper si preoccupa per la giovane indiana perché "non è mai successo che non rientrasse a dormire", il che contraddice decisamente quanto detto nella storia di Toninelli, in cui invece la stessa trapper parlando dell'indiana diceva: "...è sparita come fa spesso! A volte sta via anche diversi giorni... ma torna sempre!"
E, francamente, l'ìndiana cresciuta che si presenta seminuda (sfoggiando chiaramente un fisico degno degli altri indiani, tutti fotomodelli, oltre a nessun timore per rovi e zanzare) mi ha fatto esclamare un "ma vaffa..." per quanto è ridicola.
Comunque scorre bene e si legge con piacere, pur rimanendo una storiella minore.
Pronta per la piscina. |
Zagor 672-673: Le notti di Londra
Ed eccoci al nuovo ritorno del Barone Rakosi, dopo ben quattro storie, a cui possiamo aggiungere le due in solitaria di Ylenia Varga. Ho una mezza idea di recuperare il ciclo completo come ho fatto per Kandrax, ma nel frattempo potete fare un salto su Fumetti Etruschi dove potete leggere l'opinione di un non appassionato su Zagor contro il vampiro (1972), Il ritorno del Vampiro (1981), Vampyr (1998), La dea della luna (2001), Ylenia la Vampira (2009), In cerca di Rakosi (2016).
Come parte dei festeggiamenti per il sessantennale si è deciso di recuperare quello che genericamente è considerato il "nemico numero due" di Zagor, il vampiro Rakosi, il cui fascino si è purtroppo annacquato nel tempo dopo le prime due, imprescindibili storie. Mi sono ritrovato più volte a chiedermi chi fosse quel buffone sghignazzante e dove fosse finito il nobile e mefistofelico vampiro di Nolitta e Castelli...
Questi due albi, scritti da Rauch e disegnati da Della Monica, ormai "disegnatore ufficiale" della saga vampirica, costituiscono la prima parte di una storia che ne occuperà ben cinque.
Così si scrive una storia di Zagor: rispettando i tempi (ultimamente abbiamo visto troppe storie striminzite in un numero di pagine troppo esiguo per la trama che vorrebbero raccontare), senza riassuntoni (chi si è perso i volumi precedenti se li recuperi, come si faceva quando ero giovane e gli asterischi che rimandavano ai volumi precedenti ti spedivano a girare per mercatini con in mano il tuo elenco spiegazzato scritto a biro), dando il giusto peso a tutti i personaggi e mostrando Rakosi come una minaccia costante ma lontana, presente pur senza essere mai mostrato, come è dalla sua prima apparizione.
Se vogliamo trovagli dei difetti possiamo parlare dei vampiri "minori" che vanno giù come birilli, manco le armi di Zagor fossero bagnate col sangue di Dampyr. Quei paletti spuntati sfondano i toraci dei vampiri come punteruoli in dei fogli di carta.
Splendidi i disegni di Della Monica, che passa dalle foreste alle fumose vie di Londra con leggiadria.
Ben descritta anche la tensione amorosa tra Frida e Zagor, che sembrano sempre sul punto di cascare l'uno nelle braccia dell'altra ma l'ingombrante presenza del promesso sposo Manfred li tiene separati. Non mi piace solo quando Zagor se ne esce con frasi da feuilleton come "mia cara Frida" o "la mia Frida", o come il saluto freddissimo che le rivolge quando la rivede dopo tanto tempo. Piccolezze.
Zagor + n.2: La palude dei misteri
Per questo secondo volume si torna alla storia unica, dopo le storie brevi della volta scorsa. Probabilmente andranno avanti alternate, in questo modo. Io preferirei le storie brevi sempre, ma va bene anche così.
Ritorna anche Edgar Allan Poe, che nelle storie di Zagor oltre a essere l'autore che tutti conosciamo è anche un agente segreto al servizio della base di Altrove. So che molti lettori si lamentano ogni volta che sentono parlare di Altrove sulle pagine di Zagor, ma francamente non capisco perché: io la adoro!
Purtroppo, in questo speciale di Altrove non c'è traccia, e francamente pure Poe non è che faccia granché.
La storia in sé parte bene, con il mistero di questa creatura soprannaturale in forma di donna che vive nella palude. Peccato che andando avanti la creatura in questione diventi un elemento quasi marginale, mentre Zagor se la deve vedere con i soliti banditi trafficoni. Oltretutto la trama risulta a momenti un po' confusionaria, con i banditi e gli evasi, che se non ci fossero stati sarebbe stato lo stesso, anzi sarebbe stato meglio, soprattutto nel finale, quando Zagor sembra essere in più posti contemporaneamente e in tutti c'è qualcuno che lo prende a fucilate, mentre Bennet se ne vaga per la palude per cavoli suoi e non si è capito bene a cosa dovesse servire, se non per reincontrare l'indiana e far così pensare che potrebbe nascere una relazione.
Il buon spunto iniziale, che sembra davvero uscire da qualche leggenda indiana, risulta quindi sprecato, così come è sprecato il personaggio di Poe: si fosse chiamato Astragalo sarebbe stato lo stesso, tanto non fa nulla che ci faccia capire che lui è effettivamente Edgar Allan Poe. Se metti in mezzo un personaggio di questo calibro, oltretutto uno dei pochi personaggi realmente esistiti ad avere un ruolo in Zagor, la storia dovrebbe girare intorno a lui (come è successo in passato) o quantomeno dovrebbe avere una parte importante.
Il buon spunto iniziale, che sembra davvero uscire da qualche leggenda indiana, risulta quindi sprecato, così come è sprecato il personaggio di Poe: si fosse chiamato Astragalo sarebbe stato lo stesso, tanto non fa nulla che ci faccia capire che lui è effettivamente Edgar Allan Poe. Se metti in mezzo un personaggio di questo calibro, oltretutto uno dei pochi personaggi realmente esistiti ad avere un ruolo in Zagor, la storia dovrebbe girare intorno a lui (come è successo in passato) o quantomeno dovrebbe avere una parte importante.
Possiamo arrivare al massimo a una sufficienza risicata, grazie solo ai bei disegni di Chiarolla.
Il Moro
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