martedì 16 marzo 2021

Opinioni in pillole sulle ultime storie di Zagor. Dicembre 2020, gennaio e febbraio 2021

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Qui trovate la mia opinione sul numero zero del team-up tra Zagor e Flash, ma non è l'unica uscita zagoriana di questo inizio 2021.
Ho deciso quindi di raccogliere in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum di Zagor riguardo alle ultime tre storie uscite. Così, perché non si butta via niente.

Zagor la missione di Drunky Duck recensione

La missione di Drunky Duck (Color Zagor n°12, dicembre 2020) di Moreno Burattini e Bane Kerac

Non mi ha fatto impazzire questo Color, L'ho letto volentieri ma credo che mi dimenticherò completamente della storia in pochi giorni. Lo spunto dei cruciverba da decifrare è interessante, ma proprio per questo avrebbe secondo me dovuto essere sfruttato di più. Io avrei apprezzato di più una storia più cervellotica ma con meno azione, con un canovaccio del genere, anche perché l'azione non era niente che non avessimo già visto.
E poi non mi è piaciuta la smacchiettizazione di Drunky duck, come non mi era piaciuta in precedenza quella del barone La Plume. Sono personaggi comici, facciamogli fare i comici. Rendendoli "seri" gli togli parte della loro caratterizzazione, rendendoli personaggi "comuni", normali, tutt'altro che memorabili. Qui se al posto di Drunky Duck ci fosse stato chiunque altro sarebbe stato esattamente lo stesso.


Zagor la nave fantasma recensione


La nave fantasma (Maxi Zagor n°41, gennaio 2021) di Antonio Zamberletti e Alessandro Chiarolla.

A me piacciono le storie "mysteriose", pur essendo un lettore solo saltuario di Martin Mystere. Sono uno dei (pochi?) che si esalta per la presenza di Altrove tra le pagine di Zagor. Non a caso in una delle fanfiction su Supermike che ho scritto il protagonista ha rapporti proprio con Altrove...
Ho trovato ottima la prima parte, sule navi, e quando strizzi l'occhio a Carpenter stai sicuramente facendo qualcosa di giusto. Meno la seconda parte sull'isola, nel quale forse l'autore voleva tirare fuori qualcosa "alla Lost" ma con troppo pochi elementi e spazio a disposizione per riuscirci. Giusto non spiegare nel dettaglio le origini dei guerrieri e dei loro animali lasciando alcune cose nel mistero (anche se si intuisce da un dialogo che potrebbero arrivare da un mondo parallelo) e, in generale, a differenza di quanto ho letto in altri commenti, non ho trovato un eccessivo "spiegazionismo", se non quello necessario per far andare avanti la storia.
Personaggi secondari un po' insipidi, il cattivo è talmente generico che cinque minuti dopo aver letto l'albo non mi ricordavo già più come si chiamava, e avrei apprezzato un approfondimento un po' maggiore della storia tra Zarkoff e la figlia di Coleman, così è talmente appena accennata che anche se non ci fosse stata del tutto sarebbe stato esattamente lo stesso.
Ai disegni di Chiarolla bisogna fare un po' l'abitudine, è uno stile non troppo realistico e non è detto che debba piacere a tutti, a me piace e trovo che dia il proprio meglio proprio nelle ambientazioni marine.
Però mi è dispiaciuta davvero l'introduzione all'albo scritta da Burattini, che si è sentito in dovere di "mettere le mani avanti" dichiarando addirittura prima che potessimo leggere la storia che "già Nolitta faceva così".
Ma a questo punto siamo arrivati? Si è sentito criticare talmente tante volte perché Zagor non è più quello di Nolitta che deve continuare a ripetere che invece lo è ancora, adesso anche all'interno dei redazionali dei fumetti stessi oltre che sui social e sul suo sito? E' il curatore che da troppo peso alle critiche o le critiche che sono eccessive?

Al di fuori di questa storia in particolare, è proprio una questione di atteggiamento con i lettori. Sembra quasi che Burattini stia attuando una specie di "servilismo aggressivo". Vuoi la storia fatta in un certo modo? Eccotela, e che ti vada di traverso.
Intendiamoci, io apprezzo Burattini sia come autore che come curatore. Ma quando deve fare il comunicatore si lascia prendere dal nervoso e scrive di getto buttando giù articoli ed editoriali pieni di rabbia.
Penso anche che fare il curatore di una serie "storica" come Zagor sia tremendamente difficile, perché devi mantenere un equilibrio tra tradizione e innovazione, cercando di accontentare i lettori vecchi e nel frattempo attrarre quelli nuovi, che hanno gusti COMPLETAMENTE diversi. Però per riuscirci, almeno secondo il mio modestissimo parere, bisogna agire sulle storie (cosa che secondo me Burattini sta facendo bene) e sulle scelte editoriali (e lì secondo me si potrebbe fare qualcosa di più, come si fa ad esempio per Tex, ma immagino che queste decisioni vadano prese dalla casa editrice e non basti la volontà del curatore), non cercare di convincere i vecchi lettori che stanno leggendo quello che vogliono leggere e sono loro che non capiscono.
Credo anche che abbia un'immagine distorta del suo pubblico. Si sa che chi si lamenta urla un sacco mentre quelli a cui le cose vanno bene se lo tengono per sé. Quando si ha a che fare con il pubblico questa è una cosa di cui bisogna tenere conto. Invece Burattini mi dà l'impressione di uno che da troppa importanza alle critiche, lasciando che condizionino il suo modo di lavorare, e non tenga invece abbastanza in conto i pareri positivi che pure ci sono.
Che poi abbia dei "detrattori" è sicuramente vero, ma sono una minoranza che non riuscirà mai a convincere nemmeno piangendo in cinese, e sono sicuramente meno di quanto lui sembra pensare.


Zagor Lupi e agnelli recensione

Lupi e agnelli (n.665/666/667, iniziato a dicembre 2020 e finito a febbraio 2021) di Tito Faraci e Marcelli Mangiantini. 

Ho apprezzato l'intenzione di questa storia più che la sua realizzazione. Io apprezzo sempre ogni "variazione sul tema" e credo che Zagor debba accogliere al suo interno diversi generi, e questo plot si prestava grandemente a una storia di stampo "giallo". Invece è la componente western a farla da padrone, che per carità va bene, ma sono convinto che avrebbe giovato un maggiore dosaggio del "mistero".
Ora farò uno spoiler su "Omicidio sull'Orient Express", invito chi non abbia visto il (i) film o letto il libro a non andare oltre.

Il fatto che tutti o quasi i personaggi che Zagor incontra facciano parte del complotto ricorda appunto il romanzo di Agatha Christie, con il problema che è subito evidente dall'inizio, soprattutto per chi ha già visto almeno il film in questione. Sarebbe stato meglio mantenere il mistero molto più a lungo, ad esempio non rivelando subito che il dottore stava in realtà avvelenando l'indiano, ma anzi presentandolo come un personaggio positivo. O rendendo il prete più subdolo, facendo sì che le sue sembrassero quasi richieste legittime invece che vere e proprie minacce.
Questo avrebbe permesso di ottenere una trama più "gialla", genere che in Zagor è già comparso ma saltuariamente, mentre di storie western ne abbiamo in quantità, e di stupire con dei colpi di scena.
E il personaggio del giustiziere mascherato, francamente, del quale oltretutto ho indovinato l'identità alla prima apparizione, non serve quasi a niente ai fini della trama. Quel personaggio andava secondo me eliminato o approfondito.
L'idea che ho avuto, e che magari è completamente sbagliata, è che Faraci avrebbe forse voluto scrivere una storia dai toni più gialli, perché gli elementi ci sono tutti, ma non ne sia stato in grado (e, dato che stiamo parlando di un autore affermato ed estremamente eclettico, mi sembra improbabile) oppure che abbia ricevuto ordini dall'"alto" di mantenere la storia lineare e semplice da capire, come se Zagor avesse ancora il target di pubblico giovanissimo degli esordi.
So che alcuni lettori si lamentano delle storie troppo complicate o poco lineari. Ma ce ne sono anche altri, tipo me, che invece vorrebbero un'alternanza. Storie semplici, western, sparatorie, inseguimenti. Storie fantastiche e "weird". Storie Horror. Storie complicate con un sacco di personaggi, intrighi e colpi di scena. Tanto, sappiamo che Zagor può affrontare questo e altro. ;-) 

Il Moro

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Le mie fanfiction (gratuite) su Zagor:

Tutti i miei articoli su Zagor

2 commenti:

  1. Come sai a gran sorpresa quest'anno sono diventato lettore di Zagor... che già a scriverlo non ci credo neanche io :-D

    Io vado pazzo per le storie che ruotino intorno a un "libro misterioso", di qualunque genere siano, eppure "La missione di Drunky Duck" non mi ha preso, trovandola troppo focalizzata sulla caratterizzazione dei personaggi comici. Scoprendo qui che potevano essere ancora più comici! Non è stata una lettura sgradevole, ma decisamente non mi ha preso.

    Come sai lo speciale "La nave fantasma" mi è piaciuto e sono d'accordissimo: la prima parte la trovo anch'io decisamente migliore della seconda. Non so esprimermi sulla questione "Zagor com'era una volta", ma la mia impressione da nuovo lettore, estraneo alle discussioni, è che comunque è stata una bella lettura.

    Sicuramente a parlare è la mia tifoseria decennale per Tito Faraci, che adoro e inseguo di testata in testata, così come l'aria texiana di "Lupi e agnelli" probabilmente è più nelle mie corde, ma oserei dire che mi è piaciuta. L'avere già subito tutte le carte scoperte, compreso il colpo di scena più che ovvio, ha reso l'idea alla Agatha Christie che citi più alla Colombo, dove già sai chi è l'assassino ma non sai come si arriverà alla risoluzione. E poi onestamente vedere Zagor trattare da amici i suoi nemici aggiunge quel senso di "thriller" che non gusta affatto: ad un certo punto mi sentivo "circondato", in quella città abitata da infami!

    Sono d'accordo con te sulla questione editoriale. Ovvio che mi piacerebbe un editore che cambiasse la testata seguendo i miei consigli e i miei gusti, ma sarebbe pura follia. Non si potranno mai accontentare tutti e non si potranno ai convincere gli "eterni critici", un editore dovrebbe ignorare tanto le lodi quanto le critiche, così come i consigli, e impostare una testata come pensa sia meglio per rispettare il personaggio. Se no esce pazzo e non serve a niente :-P

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    1. Sì, perché l'impressione che uno si può fare leggendo le opinioni in rete è sbagliata. Si sa che chi critica sente il bisogno di sbandierarlo ai quattro venti Mentre chi apprezza se lo tiene per sé. Dare importanza all'unico che ti critica ignorando i 10 secondo cui stai facendo un buon lavoro, è fare un torto ai 10.

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