martedì 15 giugno 2021

Opinioni in pillole: le ultime storie di Zagor. Le storie di Molti Occhi, Corpo speciale

  Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come ho già fatto qui e qui, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum di Zagor riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi non ha già letto i volumi di cui si parla.


Zagor + n.1 - Le storie di Molti Occhi

Autori vari, maggio 2021.

Zagor + n.1 - Le storie di Molti Occhi recensione


Ok, partiamo subito a toglierci il sassolino dalla scarpa: la copertina è veramente brutta. Mi dispiace perché potrei passare per uno dei nostalgici per cui dopo Ferri non è più esistito nulla, non è così, ho apprezzato molte delle copertine di Piccinelli, ma questa sembra un collage venuto male. Se doveva esserci uno Zagor che compariva nel fumo di un fuoco da campo, doveva avere almeno un aspetto "fumoso", surreale. Invece qui sembra che per puro caso, mentre Molti Occhi sta parlando ai marmocchi sotto un albero storto in cui è piantata una freccia non si sa da chi né perché nessuno l'abbia tolta, visto che farsi una freccia nuova è un lavoro che richiede un certo impegno, Zagor compaia appeso a una liana a sua volta appesa al nulla passando proprio sopra il fuoco, con un'espressione sorridente e quasi ebete che fa non poco contrasto con la scure pronta a colpire che ha in mano. Per la copertina del primo numero della nuova collana, potevano pensarla meglio.

Zagor + è la nuova collana  che sostituisce i Maxi, ed era pure ora, di tutte le storie raccontate nei Maxi giusto tre o quattro mi hanno lasciato almeno un ricordo, non dico un "buon" ricordo, ma "un" ricordo. La maggior parte aveva l'aria di storie senza nessuna differenza da quelle della serie regolare, che quindi non giustificavano in alcun modo l'uscita su un numero extra. Si salvano giusto gli ultimi con le storie brevi.
Ma la natura dei Maxi voleva probabilmente essere quella di proporre storie lunghe ma autoconclusive a un pubblico che acquista Zagor solo saltuariamente e non ha voglia di aspettare un mese o due per vedere una storia conclusa. Come si porrà in questo senso la collana Zagor +
Per ora abbiamo un numero minore di pagine (dalle 288 pagine corrispondenti a circa tre volumi regolari dei Maxi alle 192 degli Zagor +, circa due volumi) e uscite più ravvicinate, uno ogni tre mesi invece che ogni quattro. Il primo numero costa 6.90 € contro i 7.90 degli ultimi, quindi se facciamo un rapporto tra prezzo e numero di pagine i Maxi costavano meno (per l'esattezza, 2,7 centesimi a pagina contro 3,5). Spese annuali per comprarli tutti: 23,70 € per le 864 pagine annuali dei Maxi e 27,60 per le 768 pagine annuali degli Zagor +.
Si spende di più per avere di meno. Qualcuno in Bonelli i conti li sa fare.

Proviamo ora a smettere di applicare conti da fruttivendolo a quello che, comunque la si pensi, è un prodotto artistico, e parliamo di quello che contiene il primo numero di questa nuova collana.


Zagor + n.1 - Le storie di Molti Occhi recensione

Le storie di molti occhi
Burattini/Voltolini

E' la storia di raccordo, che serve come cornice e come scusa per far raccontare a Molti Occhi le altre. 
In quanto tale è abbastanza difficile da giudicare, ma mi è sembrata carina.
All'inizio viene rinarrata, riassunta, la storia della prima apparizione di Zagor a un raduno di capi indiani, e viene citata anche l'aquila di fuoco introdotta da Burattini in Le origini. E' un inserimento molto meno fastidioso di quello di cui parliamo più sotto, ma è comunque un altro segnale del fatto che si vuole considerare Le origini canonico, e questo è a parer mio un peccato, perché Le origini, come ho già detto, annacqua e banalizza tutte le cose migliori dette nel classico nolittiano Zagor Racconta.

Il tesoro di Kiutuky 
Pistoia/Pozza/Corda

Mi è piaciuta la prima storia, quella con il bambino che ha una scure di Zagor, ma mi ha anche dato un po' fastidio, perché una delle idee che avevo per scrivere una Fanfiction di Zagor riguardava proprio, guarda un po', proprio un bambino che trovava una scure... Nella mia versione Zagor avrebbe dovuto comparire proprio solo nell'ultima pagina o addirittura non comparire del tutto, la storia avrebbe dovuto essere incentrata sul bambino che giocava a fare Zagor e grazie a questa scure trovava un coraggio che non sapeva di avere e che gli permetteva di salvare qualcuno... la sua tribù, sua famiglia, non ero andato così a fondo nello sviluppo dell'idea. Non è la prima volta che mi succede, e neanche la seconda... volendo, nemmeno la terza, ma questa volta non posso neanche accusare qualche hacker misterioso che rovista nel mio hard disk, visto che questa idea era ancora solo nella mia testa...
Comunque sia, la storia mi è piaciuta abbastanza, e il bambino che giocando finge di essere Zagor mi ha ricordato tanto mio figlio, quindi non ho potuto fare altro che intenerirmi. Peccato per i disegni, davvero sottotono, sembrano disegni che si potrebbero vedere in qualche pubblicazione "minore", tipo quelli di molti fumetti del Monello o dell'Intrepido. Sì, ho esempi datati, sono anziano.

Il Morbo
Faraci/Venturi

La seconda storia è un tentativo di trasporre Zagor in chiave manga, come testimoniato dalla disposizione delle vignette e dal taglio delle inquadrature, oltre che da personaggi strampalati che starebbero bene  appunto in un manga western, dove i cattivi sono spesso cattivi "perché sì" e non c'è niente di strano in carri senza cavalli e armi improbabili come pugni atomici. Un esperimento, un divertissement se vogliamo, che giustamente è stato relegato in una storia breve in un numero speciale. Il risultato poteva essere migliore, ma ben venga questo tipo di "variazioni sul tema" che ci permette di leggere storie diverse dal solito. Nella serie regolare non l'avrei appoggiato.

I guerrieri fantasma
Venzanetti/Esposito Bros

Buona la breve storia di assedio con i fantasmi, ma soffre del solito problema: troppo poche pagine a disposizione. Dialoghi troppo lunghi, troppo poco tempo per dare enfasi a quello che sta succedendo. La velocità con cui gli assediati accettano come reale la presenza di tre spiriti all'esterno e più surreale degli spiriti stessi. Sempre belli i disegni degli Esposito Bros.

La casa nella foresta
Rohl/Perconti

L'ultima è un horror talmente classico che non ho neanche voglia di commentarlo, sa più di che altro di riempitivo. A meno che non vogliamo considerarla in quanto porta in Zagor delle scene più crude di quelle a cui siamo abituati.

In media possiamo dire che il numero è buono ma non brilla, in linea con i precedenti Maxi con le storie brevi.



Zagor n. 722 - Corpo speciale 

Burattini/Verni, Giugno 2021

Zagor n. 722 - Corpo speciale recensione


Questo è l'albo speciale per il sessantennale di Zagor. Solita foliazione e sempre in bianco e nero, ma una storia autoconclusiva e un simpatico allegato gratuito: una ristampa anastatica (cioè identica all'originale, a parte una minuscola scritta in quarta di copertina che rivela la sua natura) del primissimo volumetto a striscia di Zagor, La foresta degli agguati. Il volume era stato già ristampato per un cofanetto da collezione, ma in questo modo hanno potuto prenderlo anche i lettori di Zagor che non stanno dietro alle operazioni di marketing (non si vede, ma sto alzando la mano).

La storia è assolutamente valida. Spesso ci sono problemi con le storie di Zagor che occupano un volume intero, Zagor da il suo meglio sul lungo, e sono uscite cose belle anche sui Maxi con le storie brevi, ma con il centinaio di pagine spesso si tribola. In questo caso, però, la lunghezza è quella giusta. L'utilizzo di uno schema narrativo già visto nella serie, il corpo speciale dell'esercito, permette di non perdersi tanto in chiacchiere per introdurlo e passare subito al vivo dell'azione.
Certo, c'è da dire che la storia rimane parecchio in sospeso. Vengono introdotti due nuove sottotrame che probabilmente avranno conseguenze in futuro, e quindi la storia, seppur autoconclusiva, non è considerabile completamente a sé stante. Ma è comunque un piacere da leggere, con un adorabile Zagor furioso impegnato in belle scene d'azione. 

Delle due sottotrame che sono state aperte qui, quella dei cecchini non sembra promettere sviluppi particolarmente interessanti, anzi, per come è finita potrebbe anche chiudersi qui. Ma non si sa mai. Più interessante l'altra, con l'indiano roso dall'odio verso Patrick Wilding. C'è da dire però che l'indiano in questione è troppo poco caratterizzato graficamente. Non lo distingueresti in mezzo a un gruppo di indiani, e un cambio di disegnatore lo renderebbe irriconoscibile. Un errore, o non c'è davvero la volontà di utilizzarlo di nuovo? Io ammetto di non ricordarmi già più il suo nome...

Attenzione, SPOILER da qui in avanti.

Zagor n. 722 - Corpo speciale recensione


Mi aspettavo che Zagor rivelasse in qualche modo la verità; quando poi ho visto che il cattivo urlava suo il vero nome sono stato sicuro che l'indiano avesse sentito. E' stato probabilmente un buon modo di sviare il lettore, facendogli credere una cosa per poi mostrargli il contrario, ma è stato anche un po' anticlimatico, perché ci ha fatto aspettare un cambiamento, o anche solo l'apparizione di un nuovo nemico, quando invece il fumetto si è concluso con la chiusura classica del fumetto seriale, in cui tutto rimane come quando è iniziato.

C'è comunque un problema di continuity: nella miniserie Le origini sono stati rivisti alcuni aspetti della vicenda narrata in Zagor Racconta, e a quegli aspetti si fa riferimento qui invece che alla storia originale. In particolare, in Zagor Racconta Solomon Kinski non sapeva nemmeno che i Wilding avessero un figlio, mentre qui salta fuori che sapeva addirittura il suo nome e l'ha detto a qualcuno, cosa che concorda piuttosto con quanto visto in Le origini.
Per quanto Burattini insista a dire che in Le origini non ha riscritto la storia narrata in Zagor Racconta andando piuttosto a riempire dei vuoti, in realtà l'ha riscritta eccome, almeno in parte. E purtroppo le parti che ha riscritto erano proprio le migliori, banalizzandole. Posso accettarle finché rimangono in un extra (ma comunque mi danno fastidio, non tanto perché sia stata "tradita" la tradizione, ma proprio perché quanto raccontato da Nolitta era, semplicemente, meglio. Ne parlai qui), ma qui le ha portate nella serie regolare. Va bene che in America è normale modificare le origini dei personaggi man mano che si va avanti, ma qui non si fa, soprattutto per sostituirle con origini meno interessanti.


Il Moro

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