Salve a tutti, È il moro che vi parla!
Memorie di un cuoco d'astronave di Massimo Mongai, lo sceneggiato radiofonico.
Il libro di Massimo mongai è del 1997 e ha vinto il premio Urania, ma io non l'ho mai letto. Ho invece ascoltato lo sceneggiato radiofonico del 2001.
Prima ancora della trama quello che salta di più all'occhio (cioè,
all'orecchio) è la struttura dello sceneggiato stesso. La storia passa in
secondo piano, quando è inframezzata da una tale quantità di lunghissimi
intermezzi musicali.
Ogni due per tre parte una canzone, solitamente
canzoni pop degli anni '80/'90. Tendenzialmente ci sono parti recitate di
due/tre minuti al massimo (e anche di meno) seguiti da canzoni riprodotte
per intero, quindi con durata media di quattro minuti. Facendo un calcolo a
spanne, oltre i due terzi di ogni puntata sono occupati da canzoni che
abbiamo già sentito tutti almeno cento volte. Aggiungiamoci la sigla
iniziale e quella finale, e in ogni puntata, la cui durata è poco sotto la
mezz'ora, abbiamo al massimo, quando va bene, un quarto d'ora di
sceneggiato.
Questo è fastidioso, perché non c'è niente di male a fare puntate da un
quarto d'ora. Così, mi viene da pensare che avessero degli episodi da dieci
minuti ma prendessero più sovvenzioni se arrivavano a mezz'ora, o qualcosa
del genere.
Per quanto riguarda la trama, si tratta di una serie di
simpatiche storielle slegate l'una dall'altra, in cui seguiamo le vicende di
questo cuoco d'astronave che si trova ad avere a che fare con alieni
bizzarri in problemi strampalati, molti dei quali creati da lui stesso.
Attori bravissimi e dialoghi incredibilmente ben scritti, storie
mediamente poco interessanti ma abbastanza divertenti. Non ci fosse da
mandare avanti le canzoni in continuazione mi sarebbe piaciuto molto di più.
Il libro, se vi interessa, lo trovate qui, probabilmente è meglio dello sceneggiato.
Alice nel paese della Vaporità, di Francesco Dimitri (2010).
Ho letteralmente adorato Pan, il precedente libro di Francesco
Dimitri, al punto che è sempre tra i primi che mi vengono in mente se penso
a quali siano i miei romanzi preferiti di autori italiani. Questo Alice nel paese della vaporità, del 2010, l'ho comprato poco dopo aver letto Pan, ma per
qualche motivo misterioso è rimasto a prendere polvere su uno scaffale per
anni. Non è nemmeno lontanamente quello che era lì parcheggiato da più
tempo, comunque, dico sempre che non mi resta abbastanza vita da vivere per
leggere tutti i libri che ho già, e continuo a comprarne.
Dopo questo
libro, ho perso completamente di vista Francesco Dimitri. Devo andare su
Wikipedia per scoprire che ha scritto altri tre romanzi dopo questo, per un
totale di 6 romanzi nel giro di una quindicina d'anni, non quello che si
dice un autore prolifico.
Alice nel paese della vaporità non è bello come Pan,
diciamolo subito, ma è comunque un buon libro.
Si tratta di una sorta
di incrocio tra una generica ambientazione steampunk da gioco di
ruolo, Alice nel paese delle meraviglie e qualcosa
di La storia infinita. Detto così sembra poco originale, ma in
realtà leggendo capiamo che c'è di più.
Lo steampunk sembra quasi una
sorta di scusa per vendere il libro agli appassionati, perché se ne vede
pochissimo, è limitato a poche pagine iniziali. In seguito alice si sposta
nello Steamland, una sorta di "wasteland" postapocalittica ricoperta dalla
Vaporità, una specie di nebbia che, oltre a funzionare come fonte di energia
se incanalata nel modo corretto, procura allucinazioni se respirata senza
precauzioni.
Qui il libro prende una sua identità, seguendo vagamente
il canovaccio di Alice nel paese delle meraviglie semplicemente come una base su cui poi andare a costruire qualcosa di più
personale.
Il libro è ben scritto e scorre in fretta. Posso affermare con sicurezza che un altro autore con lo stesso materiale avrebbe scritto almeno una trilogia, se basta. Dimitri invece non si fa scrupoli a eliminare tutto il superfluo e a mantenere la sua storia asciutta... a momenti pure troppo. C'è in effetti un momento centrale in cui si ha quasi l'impressione di leggere un riassunto. Tre libri no, magari neppure due, ma almeno un cinquantina di pagine più ci sarebbero state bene.
Verso la fine si vira un po' sul surreale, e come ho già detto altre volte io odio il surreale, ma stavolta non è stato pesante, anzi, grazie a un interessante spunto metanarrativo è riuscita a piacermi anche quella parte.
Marco Mancassola - La vita erotica dei superuomini (2008)
Questo audiolibro è letto da Riccardo Ricobello, uno di quegli attori dei quali si può dire che rende appassionante anche la lista della spesa, come ho già detto in passato, peraltro. Ebbene, ho scoperto che anche lui ha dei limiti.
A leggere la quarta di copertina, che se volete trovate sulla pagina Audible dell'audiolibro, avevo pensato che fosse un thriller con venature erotiche, magari in modo
ironico. Ecco, no.
Inizialmente non sembra altro che una fanfiction
pruriginosa, in cui i protagonisti hanno casualmente lo stesso nome di
famosi supereroi. Cioè, in teoria sono quelli stessi supereroi invecchiati,
ma in pratica non gli assomigliano per niente. Le personalità sono diverse,
e il fatto di essere invecchiati impedisce loro di usare gran parte dei loro
superpoteri.
Ora, come cavolo si fa a scrivere una scena di sesso con
Reed Richards che non usa i suoi poteri di allungamento? E'
come darsi la zappa sui piedi da soli. Per fortuna più avanti ci
sono altre scene in cui, invece, si allunga.
Ho ascoltato la prima ora e mezza con il dito spesso sull'"avanti veloce", prima che qualcosa della paventata trama da thriller saltasse fuori... per poi sparire subito. Diventa un po' più interessante quando si inizia a scavare nell'ossessione di questo signore anziano che dovrebbe essere Reed Richards per l'amante, un'astronauta molto più giovane di lui, ma anche quelle parti sono semplicemente troppo lunghe e ripetitive. Dopo un po' si ricomincia con l'avanti veloce.
Il romanzo è diviso in macrocapitoli, ognuno dedicato a un diverso supereroe
(con assoluto spregio dell'universo fumettistico di appartenenza):
nell'ordine Reed Richards dei Fantastici 4, Batman, Mistica degli X-Men, poi
c'è un capitolo dedicato al detective che indaga sugli omicidi e uno per
Superman.
Da questa mescolanza di supereroi di diverse case editrici
capiamo anche che la conoscenza del mondo dei supereroi da parte dell'autore
è superficiale, o quantomeno che non gli interessa. Mai, nemmeno per un
istante, si ha durante il libro la sensazione di essere in un futuro del
mondo descritto nei fumetti. Le citazioni, soprattutto nell'universo Marvel,
non servono solo a far contenti i fan, ma anche e soprattutto a dare
l'impressione di esssere in un mondo condiviso, in cui i supereroi agiscono
da anni e interagiscono tra di loro. Invece, in questo romanzo le citazioni
sono pochissime e spesso nemmeno corrette o riferite solo ad altri
avvenimenti di cui si parlerà più avanti nello stesso libro. L'idea è che
l'autore abbia utilizzato dei nomi famosi, e mi piacerebbe sapere come ha
avuto le licenze, per scrivere una storia tutta sua che avrebbe funzionato
esattamente allo stesso modo senza di essi ma avrebbe venduto cento volte di
meno. Lo stesso Reed Richards qui è ridotto a essere solo uno scienziato di
fama, invece che l'uomo più intelligente del pianeta capace di costruire
macchine del tempo e portali interdimensionali. La cosa più emozionante che
gli capita (a parte scopare come un riccio una ragazza più giovane di suo
figlio) è dover decidere se accettare la candidatura dell'amante per una
missione spaziale.
Sono andato avanti usando spesso l'avanti veloce per quattro ore di ascolto (e senza mai perdere il filo!), sperando che qualcuno finalmente uccidesse questa copia sfigata di Mr. Fantastic, possibilmente nel modo più doloroso possibile (dato che la sinossi parla di omicidi e che lui riceve un paio di velate minacce durante la storia è ovvio che il suo capitolo finisca così), e con la vaga curiosità di arrivare al capitolo di Batman, poi la noia ha vinto e ho mollato. Da evitare.
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Qui trovate gli altri romanzi fantasy-fantastici di cui ho parlato sul blog
Nello specifico, romanzi italiano di genere fantastico:
L'isola dei liombruni, di Giovanni De Feo
Il 18° vampiro, di Claudio Vergnani
Il Grigio Levriero, di Paolo Palmisano
Nightbird, di Lucia Patrizi
N di Menare e Riviera Napalm
Memorie di un cyborg, di Alex Zaum
Time Deal di Leonardo Patrignani
Storie di romanticismo, creature orribili e mostri giganti. di Michele
Borgogni
Gli universi di Ailus, AA.VV.
Hydrostasis, di Mirko Dadich
Spacefood - la nuova gastronomia siderale, di Andrea Coco
Demon Hunter Severian - La signora dei cancelli della notte, di Giovanni
Anastasi
Il posto delle onde, di Lucia Patrizi
Ambrose, di Fabio Carta
Tramonti a mezzanotte, di Aristide Capuzzo
De Bello Alieno, di Davide Del Popolo Riolo
Poison fairies - I re delle macerie, di Luca Tarenzi
Sarranieri Schianta Diavoli, di Massimo Mazzoni
Poison Fairies - La guerra della discarica, di Luca Tarenzi
Arma Infero, di Fabio Carta
Ghites - Imago Mortis, di Samuel Marolla
Rebirth - volume 1, di Antonio Pantaleoni e Fabrizio Rigante
Terminal Shock, di Giovanni De Matteo
La guerra del 13, di Massimo Mazzoni
Le storie di Perfection, di Germano "Hell" Greco
Masche e La Morte Mormora, di Fabrizio Borgio
My little moray eel, di Lucia Patrizi
Il giorno del drago, di Mala Spina
Punto Nemo e Il Seme Di Azathoth, di Domenico Attianese
Fata a vapore, di Alexia Bianchini
I senza-tempo, di Alessandro Forlani
L'elenco telefonico di Atlantide, di Tullio Avoledo
Ritmo, di Massimo Mazzoni
Dov'è Joker, di Marcello Nicolini
Girfriend from Hell, di Germano M.
e, ovviamente, giusto per farmi un po' di pubblicità, la saga di Ucrònia scritta
da me e MaXalla, Chaveyo scritto da me e Luigi Iapichino (che non è proprio fantastico ma, ehi, fatemi causa) e il mio Zombi S.p.A.
Sono rimasto indietrissimo col tuo blog e comincio a recuperare da qui, perché hai citato alcuni titoli che mi incuriosiscono da tempo immemore senza aver mai trovato il coraggio di iniziarli. Ti ringrazio, perché mi hai regalato del tempo libero, visto che adesso è sicuro che non li inizierò :-D
RispondiEliminaAh ah, sempre lieto di rendermi utile!
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