Il 18° vampiro è un romanzo di Claudio Vergnani del 2009, primo di una trilogia (gli altri due non li ho letti, per ora).
E' la storia di un gruppo di ammazzavampiri piuttosto scalcagnati.
Sono dei disperati, disoccupati o comunque poveracci che per qualche soldo accettano di uccidere vampiri agli ordini dell'"amica", il cui nome non viene mai pronunciato. Anche lei, comunque non è meno scalcagnata di loro, solo che ha un po' di soldi a disposizione.
Le missioni si svolgono in modo abbastanza semplice: ricognizioni, esclusivamente di giorno, di solito in cascinali abbandonati in campagna, e conseguenti uccisioni di vampiri isolati e altrettanti scalcagnati, senza veri rischi.
Alcune missioni riescono meglio di altre, capita di trovare "nidi" di vampiri ben forniti e farne così fuori un bel po' in un colpo solo, ma capita anche che vadano male, e ci scappa il morto. Ma sono casi limite.
Forse l'eccessiva sicurezza spinge i nostri ammazzavampiri del sabato pomeriggio a sfidare una preda più grossa, seguendo una pista che li porta dritti a un "maestro", un vampiro millenario.
Detta così sembra quasi una cosa da ridere, con personaggi buffoneschi e situazioni paradossali, ma non è così. Il 18° vampiro è un romanzo cupissimo, drammatico, assolutamente horror, senza nessuna concessione all'ironia. I protagonisti sono dei disadattati, gli antagonisti sono dei mostri crudeli e terrificanti.
L'essere uscito nel 2009, in piena ondata Twilight con i suoi vampiri romantici e affascinanti, ha sicuramente contribuito al suo successo. Il contrasto con i vampiri luccicanti odiati da tutti gli amanti dell'horror, il ritorno a una figura di vampiro malvagio e imperdonabile, all'epoca hanno avuto un gran peso nelle recensioni.
Se però sleghiamo il libro dal momento storico in cui è uscito, troviamo sì un romanzo con un approccio intrigante e scritto molto bene, ma anche piuttosto noioso.
Tra un momento in cui succede "qualcosa" e un altro ci sono pagine e pagine (e pagine e pagine e pagine...) di nulla o quasi, in cui i personaggi vanno in giro per cascinali o si avvicinano lentissimamente alla loro meta, facendo tutte le tappe intermedie che si possono immaginare. Quanto dura la scena della festa prima che succeda davvero qualcosa? Per quanto si aggirano inutilmente tra i festaioli? E questo è solo uno degli esempi.
Troppe sono le parti in cui la storia va avanti lentissimamente, o si ferma del tutto.
Il libro ha comunque caratteristiche intriganti, partendo dall'approccio al tema che pur non essendo del tutto inedito almeno non è qualcosa che abbiamo già sentito mille volte, fino al profondo realismo: c'è una forte attenzione a mantenere tutto "terra terra", i vampiri sono orribili e squallidi, i protagonisti... anche, per quanto possano esserlo degli esseri umani (e possono). Nessuno è un supereroe, nessuno si lascia andare ad azioni eroiche, né ci sono situazioni paradossali da film: quello che fanno i protagonisti è quello che probabilmente farebbe chiunque di noi trovandosi nella stessa situazione.
Il romanzo ha avuto una seconda edizione riveduta e corretta. Non so se sia stato snellito o ampliato, spero la prima (tagliare un po' di girovagamenti inutili del protagonista non potrebbe fare che bene a una storia che comunque resta valida) ma temo la seconda, visto che è stato diviso in due volumi, dal titolo rispettivamente di Grimjank e Il giorno dei morti.
Il libro inoltre ha avuto due seguiti, Il 36° Giusto e L'ora più buia, più uno spin-off con protagonista uno dei personaggi principali della trilogia, Per ironia della morte.
Il Moro
All'epoca dell'uscita, Vergnani era mio amico di facebook ma solo tempo dopo ho scoperto questo libro, e ho scoperto che tutti nel mio gruppo di facebook l'avevano letto e l'avevo adorato. Incuriosito mi sono ripromesso di leggerlo anch'io ma sono passati più di dieci anni e ancora non ci sono riuscito, e ritrovatomi poi fuori da quel social Claudio non l'ho più sentito. Però ho continuato ad incontrare lodi sperticate per la sua opera: sai che sei il primo in assoluto che ne dà un giudizio più critico?
RispondiEliminaIl guaio è che hai indicato il problema che più mi devasta e più infiamma il mio "blocco del lettore", cioè scene non strettamente funzionali alla storia e quelli che io chiamo "allungamenti di brodo". Che magari sono scritti benissimo, ma sempre allungamenti di brodo rimangono.
Visto poi che il problema principale della Gargoyle Books è che stampa romanzi dalle cinquemila pagine in su, tutte su carta marmorea per un peso di totale di una tonnellata e mezza, ecco che il mio rapporto con i titoli della casa è sempre stato di forte allontanamento.
Sarei quasi tentato di leggerlo, finalmente, per saggiare il problema che citi, ma temo che non succederà: nel campo della narrativa tollero esclusivamente romanzi che non usino una sola parola di più di quella necessaria, quindi anche se il problema che indichi fosse la metà dell'entità che racconti... sarebbe comunque troppo per me!
Sì, anch'io ho sempre letto solo lodi sperticate, ma secondo me è perché è uscito durante l'ondata di vampiri sperluccicanti di Twilight. Rispetto alla moda, questo sembrava il ritorno alle origini che gli amanti dell'horror auspicavano.
EliminaNon che sia brutto, la storia e i personaggi sono interessanti ma, ecco, un centinaio di pagine in meno, magari...
Io non solo sono amico di Vergnani ma a suo tempo ho contribuito all'ondata di entusiasmo collettivo quindi mi dichiaro colpevole. :D Tuttavia è vero che il libro contiene alcuni passaggi a vuote e scene poco funzionali alla trama, bisogna essere obiettivi e riconoscerlo. L'entusiasmo rimane però e se dovessi compilare una ipotetica lista dei dieci migliori romanzi horror italiani degli ultimi venti anni " Il 18 Vampiro" sarebbe in classifica.
RispondiEliminaNon leggo molto horror, né italiano né straniero, quindi devo per forza fidarmi della tua parola! 😁
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