martedì 8 gennaio 2013

L'elenco telefonico di Atlantide, di Tullio Avoledo

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

L'elenco telefonico di Atlantide è il romanzo d'esordio di Tullio Avoledo. Il genere, boh, thriller-mystery-avventura-dark comedy-cospirazionista-fantastico... fate voi, Avoledo a queste cose non ci fa caso.

Il protagonista lavora nell'ufficio legale di una banca che è stata appena assorbita da una multinazionale. I dirigenti di questa multinazionale sono persone ambigue e spietate, e iniziano a prendersela con il nostro protagonista apparentemente senza motivo, minacciando di trasferirlo, affidandogli dei compiti sgradevoli e mettendolo in situazioni da cui è impossibile uscire puliti. Inoltre viene circuito da una sua collega, e in qualche modo la tresca arriva all'orecchio della moglie, che lo caccia di casa. Ma questi avvenimenti spingeranno Giulio Rovedo ad indagare più a fondo, scoprendo le reali mire della spietata Bancalleanza, fino a toccare con mano l'incredibile mistero che si nasconde nei sotteranei del suo condominio...

Ho iniziato a leggere questo libro spinto dalle numerose recensioni positive che ho trovato in giro sul web. Dopo le prime 70-80 pagine (su un totale di 530), nelle quali non succedeva niente, l'ho rimesso nella libreria. Non sembrava essere altro che la storia di questo impiegato di banca che ha qualche problema sul lavoro dovuto alla recente fusione con un gruppo più grande. Il protagonista è l'evidente alter-ego dell'autore: fanno lo stesso lavoro, hanno la stessa età, si assomigliano fisicamente, anche i nomi hanno evidenti assonanze (Tullio Avoledo-Giulio Rovedo, insomma...), e per questo sembra quasi che stia scrivendo un romanzo autobiografico "mascherato".
L'ho poi ripreso in mano dopo un mesetto, pensando che, se ha ricevuto tanti pareri positivi, magari una ragione ci sarà.

In effetti dopo migliora, ma secondo me non raggiunge mai vette eccelse.
Avoledo infila in questo romanzo davvero di tutto: tradimenti, fonte dell'eterna giovinezza, Arca dell'alleanza, vecchi nazisti, misteri esoterici, universi paralleli, divinità egizie, complotti internazionali... Forse c'è pure troppa roba, perché nessuno di questi spunti è esplorato a fondo.
SPOILER (selezionare per leggere) - Tutta la (lunga) parte relativa agli universi paralleli, ad esempio, è piuttosto inutile e c'entra poco o niente con il resto del libro. FINE SPOILER
Lo schema potrebbe anche funzionare, grazie all'evidente ironia che pervade ogni riga e alla simpatia del protagonista, ben lontano dal modello dell'eroe: ciciottello, sarcastico, antipatico e in alcuni momenti parecchio stronzo. Eppure, non ce la fa perché il libro è noioso. Ci sono decine e decine di pagine che avrebbero potuto essere tranquillamente tagliate, senza nulla perdere della trama nè del senso generale del romanzo.

C'è da dire che la noia non sta nello stile di scrittura: Avoledo è molto bravo, soprattutto nei dialoghi, e spesso ci si scopre con un sorriso sulle labbra mentre si legge il romanzo. Simpatiche anche le innumerevoli e più che evidenti citazioni della cultura pop degli anni 90. Il punto è proprio che gli avvenimenti degni di nota sono pochi, tante parole usate per non dire niente, e il libro sembra andare avanti a episodi, che spesso non fanno progredire la storia.
Alla fine, molti degli enigmi lasciati in sospeso rimarranno in sospeso, oppure saranno spiegati in modi arzigogolati e discutibili.
E ora occhio all'orribile SPOILER, che qui dico come finisce! Il finale non mi è piaciuto particolarmente, sembra quasi essere un espediente per giustificare tutte le cose che nel romanzo non tornavano del tutto e i vari fili narrativi non completamente esplorati. Inoltre, non mi sembra il finale giusto per un libro di 500 e passa pagine. Un finale così sarebbe stato bene in un racconto o un romanzo breve, ma così il lettore rischia di sentirsi semplicemente deluso. FINE SPOILER

Salvo comunque la bravura di Avoledo nello scrivere e la simpatia dei suoi personaggi: Giulio Rovedo, con il suo sarcasmo, è probabilmente il personaggio più realistico che si sia mai visto in un libro che rientri nei generi che ho già citato all'inizio.

Mi sento di consigliarlo a chi ha più pazienza di me. Non la trovo comunque una lettura imprescindibile.

Dato che si tratta di un romanzo d'esordio, comunque, e non essendone stato completamente deluso, credo che darò un'altra possibilità ad Avoledo. Prendendo spunto da questo articolo di Alex Girola, credo che potrebbe piacermi L'anno dei dodici inverni.
Voi che ne dite? Quale libro di questo autore mi consigliate?

Il Moro

4 commenti:

  1. Mi piace il genere "fate voi"! :D
    Sembra interessante... forse con un po' troppi ingredienti? Mi piacerebbe dare un'occhiata, almeno a quelle 70-80 pagine!

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    1. Mi piacerebbe sapere se in quelle prime pagine l'autore ha semplicemente scritto quello che succedeva a lui in banca... :-)
      Il Moro

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  2. A me piacque... anche se poi non ho letto più nulla di suo :))

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    1. Io non ho ancora recuperato l'altro libro che ho citato... prima o poi lo farò... :)

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