Gli universi di Ailus è la prima raccolta di racconti di genere Sword&sorcery di autori italiani realizzata dal movimento "Italian Sword&sorcery", che si prefigge appunto lo scopo di riportare in auge questo genere che è la base della letteratura fantasy e oggi è troppo spesso dimenticato, relegato a una ristretta nicchia di appassionati che si ritrovano costretti a rileggere sempre le stesse, vecchie storie, visto che le nuove sono sepolte sotto una montagna di spazzatura fantasy clonata malamente da Terry Brooks.
Meritoria quindi è l'opera del movimento, che ha base in un blog e un in sito web, Hyperborea, per il quale ho collaborato anch'io con un articolo.
Ma passiamo ad esaminare la raccolta in questione.
L'uomo dal pugnale d'oro di Mauro Longo è un'avventura sword&sorcery, classica per il genere, pure troppo: quando si nomina lo sword&sorcery quello che viene in mente è esattamente "questo". Quale miglior racconto per introdurre la raccolta?
L'orrore volante di Paolo Motta è un racconto breve e abbastanza originale nel suo genere, non perfetto e forse anche un po' pedante ma divertente.
La cripta dell'arcimago di Andrea Gualchierotti e Lorenzo Camerini ci racconta cosa succede quando un giovane mago si sente troppo sicuro di sé. Uno stile non perfetto per una buona storia, con alcuni incantesimi interessanti. È sempre bello quando la magia non si limita agli incantesimi base di D&D.
Il canto dell'ultima primavera, di Donato Altomare, è una favola, con tutti i topos del genere, ma scritta nello stile dello Sword & sorcery. Il quale, in fondo, ha anche nelle fiabe le sue radici.
Vittime imperiture, dell'onnipresente Alessandro Forlani, è una godibile parabola sul vecchio adagio: "attento a ciò che desideri, potrebbe avverarsi", scritta come una fiaba horror con il consueto vocabolario aulico a cui l'autore ci ha abituato.
Il tempio di Premaliuk, di Francesco La Manno (anche curatore della raccolta e principale esponente del movimento Italian sword&sorcery), ci porta nel bel mezzo di una campagna di conquista da parte del Khan, mostrandoci cosa può succedere quando i condottieri affidano le sorti delle loro campagne a esseri che non hanno nulla di umano. Francesco, mi sa che per i nomi dei mongoli io e te usiamo le stesse fonti... ;-)
Il marchese decollato, di Max Gobbo, si rifà chiaramente a Il visconte dimezzato, è un raccorto divertente e scritto in uno stile desueto che lo rende delizioso.
Ridi, luttuosa, e io verrò da te, di Francesco Brancoli, è un racconto dall'impianto molto classico, su un guerriero che in un momento d'ira accetta un patto con un dio della guerra... Quel genere di cose che non può finire bene. Abbastanza già visto, ma con alcune immagini visivamente interessanti. Il guerriero della rosa sembra un personaggio di Soul Calibur.
Il volume è completato da un'appendice con due brevi saggi:
Il signore delle tempeste, di Stefano Stacchini, sull'omonimo romanzo di Tanith Lee, e Med-fantasy - ricapitolando, di Francesco Coppola, un interessante articolo scritto "senza peli sulla lingua" sul fantasy mediterraneo, e in particolare di origine, e a volte anche ambientazione, italiana.
Nel complesso una raccolta davvero interessante, un ottimo esempio di cosa può essere un genere letterario ormai di nicchia in mano di autori italiani bravi, appassionati e volenterosi. Ma soprattutto bravi.
Senza contare le belle illustrazioni che adornano ogni racconto.
Consigliato agli appassionati del genere, e a chi non lo conosce e potrebbe così scoprire un'alternativa al fantasy piatto e imitativo che riempie, purtroppo, le nostre librerie.
Il Moro
Ciao,
RispondiEliminabell'articolo, grazie. Ero appunto interessato a questo volume.
Volevo segnalare che il link "Italian Sword&sorcery" non funziona.
Me ne sono accorto anch'io, è possibile che abbiano chiuso il sito nel frattempo, mantenendo il solo https://hyperborea.live/
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