Ho trovato un lavoro lontano da casa, quindi devo stare parecchio tempo in macchina tutti i giorni. Al mattino va bene perché c'è Il Ruggito del Coniglio che mi tiene compagnia, al pomeriggio quando torno a casa è un po' più triste, perché in radio non c'è niente di interessante e ascoltare metal ad alto volume dopo un po' diventa noioso anche per me. Quindi ho fatto l'abbonamento ad Audible di Amazon e ho saccheggiato la loro libreria di tutto quello che mi sembra vagamente interessante.
Ora, come audiobook in italiano non è che si trovi poi tanto di quello che piace a me. Soprattutto calcolando che ho già detto quasi tutto Lovecraft è un bel po' di Poe (ah ah, che sagace gioco di parole), che sono le cose che si trovano di più e addirittura in più versioni.
Questo Time Deal era etichettato come fantascienza, quindi l'ho preso un po' a scatola chiusa, senza informarmi prima. Che fosse uno "young adult" l'ho quindi poi scoperto ad ascolto già iniziato.
Ora, lo young adult è diverso dal "libro per ragazzi". La diffusione del termine credo sia iniziata più o meno in contemporanea l'uscita dei romanzi di Twilight, ma presumo che sia possibile trovare qualche esempio precedente di libri di questo tipo. Comunque sia, il genere che ricade sotto l'etichetta di "young adult" col tempo si è standardizzato in una serie di regole non scritte, che lo rendono qualcosa di diverso, forse una sottocategoria, rispetto al generico "romanzo per ragazzi".
La cosa più importante per un autore che voglia scrivere young adult sembra essere tenere a mente il target di riferimento, quindi adolescenti tra i 13 e i 20 anni circa. È l'età della ribellione, in cui i ragazzi iniziano a mettere in dubbio l'ordine costituito, l'autorità dei genitori, a chiudersi nelle loro stanze frustrati perché sono obbligati a sottostare a delle regole che non hanno contribuito a creare e che non capiscono fino in fondo.
Per questo i romanzi young adult, oltre a prevedere come protagonisti ragazzi della stessa età del target di riferimento, vedono quasi sempre storie di ribellione, spesso contro l'autorità di un mondo distopico che impone loro regole severe e strampalate. Spesso i protagonisti hanno anche rapporti conflittuali con i loro genitori, che possono essere assenti, o troppo severi, o autoritari, o stupidamente supini all'autorità, o semplicemente cattivi, oppure un mix di tutte queste cose. Tutto studiato a tavolino per far sì che i lettori possano immedesimarsi.
Spesso hanno anche una storia d'amore tormentata, avversato da qualcun altro degli elementi in gioco, quale l'autorità genitoriale o quella costituita, o le usanze di quella particolare ambientazione, o altro.
Tutto questo non vi fa pensare che anche Romeo e Giuletta sia uno young adult? Età giovane, amore tormentato, genitori che non capiscono i figli, ambientazione distopica con la città divisa in due dalla faida tra due famiglie rivali... Non c'è nessun dubbio che buona parte dello young adult si ispiri all'opera di Shakespeare, ma ci sono ancora un paio di caratteristiche da elencare.
Spesso i protagonisti hanno anche qualche caratteristica che li rende speciali. Possono essere "prescelti" per qualche motivo, tipo per essere discendenti di qualcuno, oppure avere capacità o poteri particolari, comunque qualcosa che li rende diversi e in qualche modo superiori agli altri. E anche questo mi sembra evidentemente pensato per soddisfare la voglia degli adolescenti di non essere solo "uno tra tanti".
Io di young-adult ne ho letto qualcuno, ma mi basterebbe anche solo vedere i film tratti da questo tipo di romanzi per trarre le conclusioni che avete appena letto. Vedete che potete riuscire a far entrare tranquillamente in questo schema i vari Hunger Games, Divergent, Maze Runner, The Giver, eccetera.
Una cosa da cui i film fortunatamente ci salvano ma che mi sembra essere ricorrente nella maggior parte dei romanzi young adult è la tendenza a usare dodici parole per dire una cosa per cui ne sarebbero bastate tre. Una frase come "rimase seduto sulla veranda a guardare il tramonto" può diventare "rimase seduto sulla sua poltrona nella veranda della villetta che fu di suo padre fino a che la luce rossastra del tramonto dipinse di fuoco le pareti delle case che lo circondavano, e si decise ad alzarsi solo quando il rosso si trasformò in grigio restituendo al paese l'aspetto squallido di sempre". Esempio inventato da me, e posso dire di aver visto anche di peggio.
L'allungamento del brodo sembra essere la caratteristica principale dello stile degli scrittori di young adult, l'introspezione dei protagonisti raggiunge vette psicanalitiche che nemmeno un saggio di Freud, e la ripetizione dei concetti più e più volte sembra studiata per fare ricordare gli elementi importanti del romanzo a dei lettori con delle teste dure come la pietra.
Ora, quasi tutto quello che trovate elencato qui sopra è presente anche in Time Deal di Leonardo Patrignani. Con l'aggravante che gli allungamenti di brodo in un romanzo scritto possono anche essere letti in fretta o saltati, in un audiolibro te li becchi proprio tutti.
Time Deal si svolge in un futuro in cui il mondo è stato devastato da una catastrofe nucleare, e si è salvata solo un'isola nel Pacifico dove la civiltà è rifiorita senza alcun contatto con il resto del mondo. Su quest'isola, dove si trova la città di Aurora, circondata da campagna e piccoli paesi, c'è una netta divisione tra quartieri ricchi e quartieri poveri. Una potente industria farmaceutica immette sul mercato un farmaco chiamato appunto "Time Deal", che garantisce nientemeno che l'eterna giovinezza.
Il farmaco blocca totalmente l'invecchiamento, ma per poterne usufruire è necessario essere "affiliati", cioè seguire una serie di regole particolari. Molti quindi rifiutano di sottostare a queste regole e di conseguenza di prendere il farmaco, ma la T.D. Pharma è sempre più potente ed è riuscita a rendere il farmaco obbligatorio in molti casi, ad esempio per accedere ad alcuni lavori.
In questa ambientazione abbiamo Julian, orfano che deve badare alla sorellina, che vive nel quartiere povero e fa un lavoro da 13 ore al giorno in fabbrica e che rifiuta il farmaco, e la sua innamorata Ailinn, che è figlia di un avvocato molto influente ed è invece affiliata, per volontà del padre.
Anche qui abbiamo l'utilizzo di troppe parole e di concetti ripetuti, come tipico dei romanzi che ho letto di questo genere.
In questo rientra anche l'uso insensato ed esagerato del "come".
"Aggrottò le sopracciglia, come una persona che si chiede cosa sta succedendo."
"La sua espressione si fece cupa e tesa, come quella di chi si rende conto di aver dato retta alle persone sbagliate per tutta la vita."
"Sbarrò gli occhi, come chi è terrorizzato da ciò che ha davanti."
Decine di volte! Insomma!
E poi ci sono alcune cose che non tornano anche a livello di sceneggiatura.
Ad esempio, è possibile prendere il Time Deal al compimento dei quindici anni, e infatti ci sono in giro un mucchio di vecchi con l'aspetto da adolescenti. Ora mi chiedo, visto che tutti sanno che l'apice della forma fisica si raggiunge intorno ai 25 anni, perché diavolo qualcuno vorrebbe avere per l'eternità l'aspetto di un ragazzino? Non c'è spiegazione se non "per mantenere i protagonisti nell'età giusta per il target di riferimento".
Inoltre, le regole dell'affiliazione, che metà di Aurora non accetta anzi rigetta come se fossero merda, non mi sembrano niente di grave. Sembra che si tratti semplicemente di prendere parte una volta al mese a degli incontri e qualche altra piccolezza che non viene mai davvero chiarita.
Per quanto sia evidente che la big pharma in questione non sia una ditta di beneficenza e ci sia qualcosa di poco chiaro dietro alla diffusione del Time Deal a dei prezzi risibili, che metà della popolazione rifiuti l'immortalità per motivi di principio a me sembra una stupidaggine.
Abbiamo poi passaggi che bollano l'immortalità in sé, senza nemmeno legarla alle macchinazioni della big pharma di turno, come, e cito, "orrore indicibile e contro natura". Cioè, gente, l'eterna giovinezza! Come fa a farvi schifo l'eterna giovinezza?!
Vabbè, quest'immagine è così finta che un po' fa schifo anche a me. |
La sospensione dell'incredulità è quindi davvero dura da sostenere, e questo mi ha fatto digrignare i denti per tutto il tempo. A questo si aggiungono gli allungamenti di brodo che in audiolibro ho scoperto essere davvero insopportabili.
Aggiungiamo poi l'impressione, che avete già potuto presumere da quello che avete letto, che l'autore aderisca o quantomeno si rivolga a un pubblico che aderisce al movimento no-vax, e le palle cascano ancora di più.
E, oltretutto, la storia finisce, ma lasciando aperta una enorme sottotrama, che, evidentemente, l'autore spera di sviluppare in futuri romanzi.
L'unica cosa che mi ha spinto ad ascoltare fino alla fine, oltre alla scarsa offerta di audiobook di fantascienza, è una vaga curiosità su quelli che dovrebbero essere i fini ultimi della multinazionale farmaceutica malvagia di turno (in questo caso "uninazionale" visto che al mondo c'è una nazione sola). Un po' poco.
C'è di peggio in giro. Anche nel campo dello young adult. Twilight, per dirne uno. Ma è tutto lo young adult in sé che ha dei problemi.
Oppure sono io che sono vecchio e acido.
Il Moro
Ok, io non commento mai (mai, sul serio) una recensione. Ma in questo caso, anche se accolgo con serenità tutte le critiche, e ci rifletto sopra com'è giusto che sia, mi sento in dovere di spiegare che NO, mai nella vita io sto dalla parte dei no-vax :) Ci mancherebbe anche. Porto avanti questa crociata da anni. Sono a favore della scienza e dei vaccini in età pediatrica. Lo so, è un paradosso aver affidato proprio a una casa farmaceutica il ruolo di antagonista in questa storia, e capisco da dove nasca l'incomprensione. Ma l'intento era quello di analizzare le conseguenze della mala gestione di un vero e proprio miracolo scientifico. Infatti, Adam Coven nella storia rappresenta la parte sana della ricerca medica. E sta chiaramente dal lato giusto. Sulla questione della presunta assurdità di chi non accetta l'eterna giovinezza, debbo dirti che ho fatto scattare sondaggi di fronte ad aule magne piene di ragazzi, e considerando questo specifico target di età (e non uno più maturo, come, ahimè, il mio) quel tipo di prospettiva viene vista come il male assoluto. Incredibile, eh? Ma i ragazzi hanno una visione diversa della vita. E della natura.
RispondiEliminaÈ tutto, scusa l'invasione. Ti saluto, grazie del pezzo e delle osservazioni, di cui farò tesoro. E grazie anche per il solo fatto di essere un ascoltatore di audiolibri, mercato ancora piccolo nel nostro Paese.
Leonardo Patrignani
il tuo impegno a favore dei vaccini è assolutamente lodevole, ma l'impressione che io ho ricavato dal romanzo è quella, non solo per la casa farmaceutica nel ruolo del cattivo ma anche e forse soprattutto per l'atteggiamento della gente dei confronti del farmaco. Cioè, pochissimi o addirittura quasi nessuno sa con certezza che il farmaco può avere degli effetti collaterali, per quanto estremamente rari. Il farmaco a quanto pare costa poco o niente, e gli effetti benefici sono infiniti. L'unico problema apparente è che bisogna andare a qualche riunione ogni tanto, eppure viene rifiutato da metà della popolazione con ostinazione. E' comprensibile che alcuni si rendano conto che grazie all'affiliazione la ditta si trasformerà presto in un organo di governo assoluto, ma non mi sembra possibile che addirittura metà della popolazione non sia disposta a pagare questo prezzo in cambio dell'immortalità, Cioè, l'immortalità, mica pizza e fichi. In questo senso ricorda, o almeno l'ha ricordato a me, l'ostinazione di chi rifiuta i vaccini per ragioni puramente ideologiche e non supportate da prove mediche. Poi, ovvio che la mia interpretazione non deve essere l'interpretazione di tutti.
EliminaQuesti sondaggi di cui parli sono interessanti. Mi viene da pensare che dei giovani che hanno tutta la vita davanti possano vedere la morte come una prospettiva remota, che non ha ancora fatto in tempo a diventare spaventosa ai loro occhi. Io da ragazzino ero terrorizzato dalla morte... La prospettiva di non sapere cosa sarebbe successo dopo mi teneva, letteralmente, sveglio la notte. Paradossalmente lo accetto di più adesso. Ma mi sa che io sono un caso strano... ;-)
Grazie del commento!
Capisco in effetti che tu possa aver fatto quel ragionamento sulla società di Aurora. Ne parlerei per ore, di tutte le motivazioni dietro a ogni scelta narrativa, ma diventerei noioso (e prolisso) :D
EliminaSì, ti confermo che i ragazzi mirano al cambiamento (curiosità di vedere come cambia il corpo, voglia di crescere, tensione verso l'ignoto e i varchi delle varie soglie, chissà), e non si preoccupano della morte ma del qui e ora (in genere), dunque il sondaggio finisce in quel modo, cioè con: "il farmaco non lo prenderei manco per sbaglio" (un po' come il mio Julian, e anche come Aileen, se fosse libera di scegliere). Se lo ripropongo al circolo delle bocce, il sondaggio finisce in maniera opposta, ovviamente.
Chiudo facendoti un mini regalo (spero gradito!). Ho da poco aperto una produzione di audiolibri. Per ora su Soundcloud abbiamo tre racconti e un estratto. Visto che tu viaggi in auto e ascolti storie, magari ti piacciono, o semplicemente ti tengono compagnia. Uno dei racconti (Tu non esisti) è mio ed era stato pubblicato su Robot. Me lo sono narrato da solo in questo caso. Se vuoi darmi un parere, la cosa mi rende felice (scrivimi pure a leonardopatrignani@gmail.com) visto che non ci sono tanti ascoltatori di audioracconti in giro. La pagina è: https://soundcloud.com/darshanrecordings
Saludos y gracias!
Leo
Me lo segno e ci faccio subito un salto.
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RispondiEliminaIo sono nelle tue stesse condizioni ma alla narrativa preferisco i documentari, reperibili molto spesso gratuitamente dai siti ufficiali di festival o su YouTube. Ho provato degli audio-racconti e sono carini, ma con la narrativa tendo a distrarmi.
RispondiEliminaSe non sbaglio su Audible c'è la serie "The Expanse", la serie TV mi è piaciuta per un po' di episodi e mi riprometto di approfondire. Magari è fantascienza che potrebbe piacerti ;-)
Non ho visto la serie, ma ho già preso tutti gli audiolibri da Audible... conto di iniziare il primo stasera! ;-)
EliminaFammi sapere, che nel caso ti seguo :-P
EliminaMi ricordo che il figlio di Reitman aveva fatto un film su un argomento del genere con protagonista la Theron ed era il fratello di Owen Wilson se non mi sbaglio.
RispondiEliminaQuello mi sfugge del tutto.
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