giovedì 6 giugno 2019

Zagor le origini - Clear water

zagor le origini clear water recensioneSalve a tutti, è il Moro che vi parla!

Non è possibile per me fare una recensione oggettiva di una miniserie che porta come titolo "Zagor le origini".
Non mi è possibile restare indifferente di fronte all'ingresso nell'era moderna di un personaggio che più di ogni altro mi ha accompagnato nella mia crescita, dall'infanzia fino adesso.
Da un po' di anni ho diversificato le mie letture quel tanto che basta da non aver più tempo di rileggere gli stessi albi, Ma fino al numero, boh, 400 o giù di lì, i miei albi di Zagor sono consumati per tutte le volte che li ho riletti.

Questo primo primo volume della miniserie che racconta nuovamente le origini dell'eroe ha, finalmente, un taglio talmente moderno da colpire come un cazzotto, confrontato con la tradizionale e ormai superata gabbia bonelliana. La disposizione delle vignette e il taglio delle inquadrature hanno finalmente recepito la lezione della scuola francese, ancor prima che americana. E il meraviglioso uso dei colori, che diventa anche espressivo con il forte contrasto tra rossi e verdi, e il modo in cui gli oggetti sullo sfondo sfumano nel colore per rendere l'idea della profondità, così lontano da decenni di "numeri cento" dalle colorazioni piatte e appiccicate su disegni che non tenevano conto del fatto che sarebbero stati colorati. Benvenuto Zagor, vecchio amico mio, nell'era moderna. Era ora.
Mentre lo leggevo l'occhio di mio figlio quattrenne è caduto sulla splash page con la sagoma di Zagor sullo sfondo nella capanna in fiamme, e mi ha chiesto: "è Batman?" (personaggio del quale peraltro per ora conosce solo i giocattoli). Ragazzo, tra un paio d'anni ti darò qualcosa da studiare...




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La prima pagina è già un'emozione.

Parliamo anche un po' della trama. Il solito Moreno Burattini riscrive la storia delle origini di Zagor senza modificarla in alcun modo, limitandosi a riempire alcune zone d'ombra, con l'intenzione per i prossimi numeri di andare a integrare quanto raccontato nel classico nolittiano Zagor racconta con quanto visto in albi successivi che hanno trattato diversi episodi del passato di Zagor. Ecco, questo minaccia di essere un'arma a doppio taglio.
Torniamo a Batman, e in generale al fumetto supereroistico: le origini di Batman vengo rinarrate ogni due per tre, in continuazione, al punto che se vedo ancora una volta quelle perle che cadono per terra nel vicolo vado io a prenderle a calci. Questo presumo che serva per venire incontro ai nuovi lettori, per i quali le principali case editrici americane, ma la DC in particolare, hanno una grande attenzione.
In Bonelli hanno probabilmente scelto un altro tipo di approccio: ripubblicare le origini di Zagor in una miniserie al di fuori della serie principale invece di rinarrarle nella serie principale, miniserie presumibilmente recuperabile senza troppe difficoltà anche in futuro, e l'hanno resa appetibile per un pubblico più giovane, sperando così di accaparrarsi nuovi lettori.
Il pubblico giovane, però si troverebbe, nella serie regolare, di nuovo alle prese con la classica gabbia, che tanto piace al pubblico di lunga data. Continuerebbe a comprarlo lo stesso?
Pubblico giovane che, diciamo la verità, non esiste. Questi manco li fai avvicinare a un'edicola, figurati a Zagor.
Ecco quindi che quelli che comprano questa miniserie sono gli stessi che leggono Zagor da trent'anni. Quelli che questa storia già la sanno. Storia che, per quanto possa essere resa più moderna, manca giocoforza di una delle sue componenti principali: la sorpresa.



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Burattini sa che si sta rivolgendo a un pubblico che conosce già le origini di Zagor, anche se probabilmente spera che la legga anche qualcun altro. Per questo non fa neanche finta di mantenere un certo mistero di fondo, scegliendo di non giocarsi un colpo di scena finale che tanto conosciamo già tutti.
Ora, se volete ditemi pure che spoilero su una storia di cinquant'anni fa, d'altronde anche Burattini spoilera nel primo numero di questa miniserie.
Nell'originale Zagor Racconta, storia per altro meravigliosa, noi scopriamo che l'intento degli Abenaki era di vendicarsi del massacro perpetrato dal padre di Zagor solo quando lo scopre Zagor stesso, alla fine della storia. Un colpo di scena fulminante, che sconvolge il lettore tanto quanto il personaggio. Qui, invece, lo sappiamo fin da subito.
È chiaro che Burattini, scegliendo di rivolgersi ai lettori di vecchia data, non poteva più giocarsi questo colpo di scena.
Eppure, se lo scopo è di portare nuovi lettori alla serie, forse avrebbe dovuto scrivere questa storia pensando a loro, lasciando che venissero anche loro colpiti da una storia delle origini atipica, in cui si trovano a parteggiare per un personaggio oscuro, roso dal desiderio di vendetta, per poi scoprire che era nel torto.

Dai, alla fine un po' di obbiettività sono riuscito a mettercela.
Aspetto comunque con ansia le prossime uscite, anche se so già come va a finire, perché vedere il mio personaggio preferito in un fumetto di taglio così moderno e ben realizzato mi causa un'emozione che va a scavare nel profondo. È un po' come tornare un ragazzino.

Il Moro.

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5 commenti:

  1. Mi hai fatto venire voglia di leggerlo anche a me! ;-) Cheers

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  2. Beh, con Diabolik ha funzionato: da anni ormai, ogni anno, vengono raccontati (in un formato del tutto diverso dall'albo mensile classico) le origini o gli episodi del passato remoto dei personaggi principali.
    Quindi, a meno che i bonelliani non siano lettori difficili (e non per qualità di gusti, ma per abitudini) perché no?
    Interessante, comunque, almeno il primo lo prendo^^

    Moz-

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    Risposte
    1. Non ho mai amato diabolik, non sapevo di questi "remake", mi informerò.
      Comunque, frequentando i gruppi Facebook, posso dire che sì, i lettori di fumetti Bonelli sono di gusti difficili. :-)

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    2. Più che altro restano ancorati troppo a ciò che è. Da un lato ci sta, dall'altro... su, ogni tanto uscite dagli schemi!

      Moz-

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