martedì 7 febbraio 2023

Cyberpunk: Edgerunners

Cyberpunk: Edgerunners recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

In origine era Cyberpunk (meglio noto come Cyberpunk 2020, che in realtà è il nome della seconda edizione), gioco di ruolo cartaceo che ha avuto diverse edizioni ed aggiornamenti nel tempo, compresa un'espansione dedicata a Nathan Never. Il gioco era a sua volta basato sulle prime opere di fantascienza "cyberpunk" a opera di autori come William Gibson o Bruce Sterling. 

Il termine "cyberpunk" si può utilizzare per indicare qualsiasi opera di fantascienza ambientata in un futuro cupo con tecnologia avanzata, che veda tra i suoi elementi una "disumanizzazione" legata all'uso smodato della tecnologia, spesso con veri e propri innesti cibernetici sugli umani, e/o la presenza di un mondo virtuale (o "cyberspazio") a cui accedere e tramite cui scambiare e, principalmente, rubare dati. 
Molte sono le opere con queste caratteristiche e possono essere anche molto diverse tra di loro, ma al giorno d'oggi quando si dice "cyberpunk" il pensiero va subito a quello fissato nell'immaginario da William Gibson e da Cyberpunk 2020, dove anche l'ultimo dei barboni si può permettere un braccio o un occhio bionico e l'unico sfondo possibile è la tentacolare città sempre buia di Blade Runner. Questa è l'ambientazione che ritroviamo, ovviamente, anche nel recente videogioco di successo Cyberpunk 2077. Almeno credo.

Cyberpunk: Edgerunners recensione
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Cyberpunk: Edgerunners recensione
Sopra: il gioco di ruolo, l'espansione di Nathan Never, quello che viene da molti considerato il primo romanzo cyberpunk (quando ancora non si chiamava così), il primo romanzo del genere di Gibson e la famosa antologia di Sterling. Sotto: la famosa scena della balconata di Blade Runner e un'immagine di Cyberpunk 2077

Non ho mai provato il videogioco da cui questa serie animata è tratta (da qualche anno sono diventato allergico agli open world, colpevoli di farmi perdere ore e ore in quest secondarie di nessuna importanza, sono abbastanza vecchio da pensare di non avere più tanto tempo da perdere... A ciò aggiungiamo che ho forti dubbi che il mio PC sia in grado di farlo girare decentemente. Vecchio di merda anche lui). Non sono nemmeno un grande amante della letteratura cyberpunk più classica, trovo Gibson mortalmente noioso, di Sterling credo di non aver mai letto niente, l'unico romanzo cyberpunk (inteso nel senso più classico e immediatamente riconoscibile, come dicevamo) che al momento ricordo di aver letto è Snow Crash di Neal Stephenson (altre cose le trovate linkate a fondo articolo). Oltre naturalmente a Nathan Never, in particolare i primi anni, che ho amato. Nonostante la mia scarsa conoscenza, il cyberpunk è ormai talmente entrato nell'immaginario collettivo, almeno di quello degli appassionati di fantascienza, che in questo Cyberpunk: Edgerunners mi sono subito sentito a casa.

Cyberpunk: Edgerunners recensione


Cyberpunk: Edgerunners non ha bisogno di spiegare nulla, perché bene o male sappiamo già tutto, anche senza aver giocato al videogioco. Città enorme e buia, povertà, disuguaglianze sociali, innesti bionici, megacorporazioni malvagie, gli ingredienti sono sempre gli stessi. Ecco quindi che si può partire dritti e filati con la storia.

Storia a sua volta piuttosto classica, già vista e non solo nelle storie provenienti dal Giappone: giovane dalla vita complicata e di bassa estrazione sociale trova uno sbocco, uno scopo e una rivalsa nel crimine. Lui ha qualche dubbio, poi le cose si incasinano ancora di più e non può più tirarsi indietro.
Un canovaccio classico, sviluppato bene, con personaggi interessanti ma anch'essi rientrano negli stereotipi tipici da cartone animato giapponese. Almeno il finale non è una roba surreale e incomprensibile, gli anime, manga e videogiochi fantascientifici ultimamente mi fanno spesso questo scherzo.

Cyberpunk: Edgerunners recensione

L'anime è ben realizzato dal punto di vista tecnico, anche se a momenti sembra un po' discontinuo. Ci sono dei momenti in cui i personaggi sembrano disegnati da un'altra mano, se capite cosa intendo, e ogni tanto delle scene statiche che sembrano fatte per risparmiare. Sempre belle comunque le animazioni, in particolare quelle ultraschizzate con gente che gesticola in modo folle delle scene d'azione.

Presumo che chi conosce il videogioco possa trovare numerose citazioni, sia dal punto di vista narrativo che grafico, magari ambienti in cui lui stesso è stato nel gioco. Ho trovato questo video su Youtube che mette le ambientazioni a confronto. Costoro hanno sicuramente un motivo in più per apprezzare questa serie, che comunque è perfettamente godibile da chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il genere. In effetti, l'uscita della serie ha avuto come conseguenza diretta un aumento di vendite del gioco, quindi c'è stato un effetto inverso. Ci sono state anche altre conseguenze sul gioco, ad esempio la cyberpsicosi: è presente nel gioco di ruolo cartaceo, è importante in Edgerunners, ma nel videogioco se ne parla solamente. Ora però è stata prodotta una mod che inserito la cyberpsicosi anche nel gioco, con un effetto grafico simile a quanto visto nella serie, così se si esagera con gli impianti si va fuori di testa, cosa che nel gioco normale non è contemplata (qualche giocatore me lo confermi, queste sono cose che ho letto in giro ma come dicevo io non ci ho giocato). Questa era una mod, ma anche qualcosa è stato fatto anche dal punto di vista ufficiale: la patch 1.6 del gioco si chiama Edgerunners Update, e tra le altre cose aggiunge dei segreti relativi alla serie che i giocatori possono trovare girando per la città, quali missioni, vestiti e armi. Si può trovare la giacca del protagonista di Edgerunners, per dirne una.

Cyberpunk: Edgerunners recensione

Probabilmente l'intento degli autori era quello raccontare nient'altro che una delle mille storie che avvengono sotto i cieli scuri di Night City. Se è questo il caso l'esperimento è perfettamente riuscito. Pur non essendo perfetta per i difetti già elencati (a cui aggiungerei uno "scontro finale" pittosto forzato e dall'esito scontato, visto che  - SPOILER - il "cattivo" è presente anche nel gioco, non si può farlo morire nella serie, no? - FINE SPOILER - ) si tratta di una serie godibile per tutti grazie all'alto contenuto adrenalinico, che guadagna diversi punti se conoscete il gioco di ruolo cartaceo, e imperdibile per i videogiocatori.

Sebbene siamo lontani dalla qualità di Arcane, possiamo dire che finalmente ci stiamo lasciando alle spalle il binomio "tie-in videoludico=cagata colossale". Prima o poi guarderò anche The last of us, promesso.

Il Moro

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4 commenti:

  1. Grande Moro! Ottima e dettagliata recensione, come sempre. Io ho un piccolo amore per il genere, perché, per me, è secondario al mio grande amore, che è il post-apocalittico. Il videogioco faceva schifo (l'ho giocato) e, sull'anime, condivido in pieno quel che dici in questa recensione: calo della qualità del disegno, ma storia lineare e con finale non a cazzo come in Evangelion, per intenderci, o in Last Hope o altri anime che partono bene e poi vanno in vacca.
    Saludos!

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    1. Questi maledetti anime e videogiochi di fantascienza che finiscono a cazzo, spesso con il protagonista che fluttua su sfondo bianco!

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  2. Non ho visto niente del gioco ma questa serie l'ho davvero apprezzata, bevendomela in un soffio. Il powerloader capisci che mi ha conquistato il cuore ^_^
    Ho recuperato anche qualche fumetto di questo universo, finora ne ho letto solo uno ma ci ho ritrovato tutto: lo chiamano cyberpunk ma è un noir classicissimo semplicemente ambientato in un futuro e con persone potenziate. Apprezzato anche il fumetto, quindi direi che mi sto addentrando anch'io in questo universo, sebbene continui a rimanere lontano dal videogioco.

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    1. Io il videogioco lo eviterò volentieri, questi giochi dove giri senza scopo a fare missioncine che ti danno premi risibili non fanno per me, ho bisogno di una trama da seguire e non ho tutto questo tempo da perdere. Non sapevo che avessero fatto dei fumetti, mi informerò.

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