martedì 14 settembre 2021

Star Trek - La serie animata

Star Trek - La serie animata recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ebbene sì, nonostante sia da decenni appassionato di Star Trek, quasi al punto di potermi definire un "trekker" (ma non conosco tutti gli episodi a memoria, quindi non posso rientrare nella categoria) prima di oggi, data astrale giugno 2021, non avevo mai visto la serie animata di Star Trek, data astrale 1973-1974. 
Come sanno anche i sassi, la serie animata è il seguito della serie classica, quella con Kirk & co., che aggiungendo due stagioni alle tre originali dà un senso alla "missione quinquennale" di cui parla la mitica sigla iniziale.

Stiamo parlando di un cartone Filmation, come i Masters, e con i Masters ha in comune il continuo riciclo delle stesse, identiche animazioni. Con la differenza che i disegni dei Masters erano migliori. 22 episodi da 20 minuti, per un totale di 7 ore e rotti, e non credo che il totale delle animazioni di Kirk superi i cinque minuti consecutivi.
E scordiamoci anche i meravigliosi fondali dei Masters, questi non sono di certo allo stesso livello qualitativo, però riescono lo stesso a essere sufficientemente evocativi, non soffrendo dei limiti imposti dal budget della serie con le sue rocce di gomma. Qui abbiamo ambienti acquatici, pianeti sconvolti da vulcani in eruzione, immense architetture aliene.

Anche l'equipaggio ha subito dei cambiamenti. I personaggi principali ci sono quasi tutti: manca la bionda attendente del capitano, Janice Rand, personaggio comunque minore il cui compito principale è portare il caffè, sostituita dalla più appariscente donna-gatto M'Ress, che sostituisce saltuariamente Uhura alle comunicazioni. 
Si nota di più l'assenza del povero Chekov, che già era stato introdotto solo durante la seconda stagione di TOS per avere contemporaneamente una "quota russa" e una "quota giovane". Evidentemente queste esigenze non erano così sentite per la serie animata. Qui è stato sostituito da Arex, alieno con tre braccia e tre gambe.
Entrambi i personaggi nuovi fanno altre sporadiche apparizioni in romanzi e fumetti, in particolare compaiono in ruoli minori nella serie di romanzi New Frontier, facenti parte dell'equipaggio della USS Trident, trasportati insieme nel futuro.

Star Trek - La serie animata recensione
L'equipaggio con le due "new entry" al centro.

La "canonicità" della serie animata è oggetto di discussione, ma lo è anche quella della TOS, visto che molte cose che vi compaiono vengono poi contraddette o semplicemente scompaiono dalle serie successive. Comunque vi viene svelato ad esempio anche il secondo nome del capitano Kirk, Tiberius, e introdotto per la prima volta il ponte ologrammi.

La serie fu anche una delle più costose dell'epoca, nonostante la povertà delle animazioni, principalmente per il cachet da pagare agli interpreti della serie originale che sono tornati a doppiare i loro personaggi, e in molti casi anche gli alieni e vari personaggi secondari. Anche il doppiaggio italiano mantiene quasi tutti gli stessi doppiatori.

Star Trek - La serie animata recensione


Canonica o meno che sia (Roddenberry la considerò non canonica, ma in seguito sembra che sia stata reinserita... Ma stare dietro a cosa sia canonico e cosa no in Star Trek è materia per nerd di alto livello) la serie può essere considerata a tutti gli effetti un seguito diretto dell'originale. Stessi personaggi, stesso stile. Guardando ogni episodio non si può non sentirsi di nuovo sul ponte della vecchia, cara Enterprise, alle prese con nuove forme di vita e di civiltà. Rimane intatto il "sense of wonder", l'esplorazione avventurosa, la sensazione di uno spazio abitato da forme di vita incredibili e meravigliose e la voglia di conoscerle tutte. Tutta roba sparita dalle più recenti incarnazioni di Star Trek, dai film a Discovery a Picard e a Lower Decks.

Star Trek - La serie animata recensione

Voglio riallacciarmi di nuovo al già citato articolo sull'episodio di Halloween di Star Trek. Lì dissi che a Uhura, nonostante fosse rimasto l'ufficiale più alto in grado a bordo mentre gli altri erano in missione, non venne dato il comando della nave. Troppo donna e troppo nera per dare ordini a dei maschi bianchi nel '67, probabilmente, anche per Star Trek. Al suo posto si insidiò al comando DeSalle, che era l'assistente del capo ingegnere, personaggio comparso in tre episodi e un paio di romanzi.
Nella serie animata evidentemente c'era qualche libertà in più, o forse i tempi stavano già cambiando (passano sei anni da quell'episodio), perché Uhura qui ottiene una volta l'onore del comando, e lo usa anche in modi niente male. Mi ha ricordato la mia adorata Janeway, che prima ti spara e poi ti chiede cosa vuoi! Si scende armi in pugno e giù botte!
Bisogna comunque dire che, anche in questo caso, i membri maschi dell'equipaggio erano tutti inabilitati per via dell'influenza di una sorta di "canto di sirena".
Per avere Uhura al comando c'è stato quindi bisogno di rendere inabili prima tutti gli uomini, mozzi compresi, e per il famoso bacio interraziale tra lei e Kirk, che tanto scandalo fece all'epoca, si scomodò l'influenza di un telepate alieno. C'era sempre bisogno di una "forza maggiore", per giustificare queste cose, pare. 

Il Moro.

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10 commenti:

  1. L'ho apprezzata più di certe serie moderne di ST più blasonate, inoltre è qui che abbiamo scoperto per cosa sta la "T" tra James e Kirk, quindi secondo me è abbastanza canonica ;-) Cheers

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    1. Il "canone" di Star Trek per me è abbastanza una barzelletta... Diciamo solo che mi è piaciuta, come dici tu, più delle serie più moderne!

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    2. Solo i mitici hanno un secondo nome che finisce in -ius, tipo l'ultimo boyscout che di secondo nome fa Cornleius :-P

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  2. Credo di averla intravista qualche volta da piccolo.
    Più che Filmation, sembra di Hanna e Barbera...
    L'alieno a tre gambe è anche un attore porno? 😝

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    1. Essendo solo un personaggio secondario nella serie, è probabile che arrotondi con un secondo lavoro... 😉

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  3. Da piccolissimo la beccavo ogni tanto su qualche canale locale, ma sebbene Star Trek fosse una religione a casa mia non provai molto trasporto per la serie: non so, certe cose mi colpivano solo con gli attori in carne e ossa, per le serie animate coi misteri preferivo Scooby Doo :-D
    Però ricordo che già da ragazzino ci rimasi malissimo dall'assenza di Checov, che grazie al casino della distribuzione italiana era un personaggio fisso sin da subito quindi trovai inaccettabile quella mancanza.

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    1. Povero Chekov, c'è in poche puntate, lo fanno recuitare con un orrido parrucchino, e lo eliminano pure dalla serie animata!

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  4. Personalmente non mi dispiace, al netto di animazioni veramente povere, riusciva come dici tu a dare un senso di meraviglia e mistero molto allettante (che essendo un cartone gli sceneggiatori si potevano permettere delle idee irrealizzabili nella serie tv, tipo il simil dio azteco che fungeva da guida tirannica per le nuove civiltà).

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    1. E anche alcune splendide ambientazioni che nella serie "live action" ci sognavamo.

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