mercoledì 22 settembre 2021

Io e Dune

Dune Villeneuve recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla! 

Di articoli sul nuovo Dune ne sono stati già scritti un sacco e una sporta, quindi per proporvi qualcosa che non abbiate già letto mille volte ho pensato di parlare del mio rapporto con quest'opera negli anni. 

Ero ancora un ragazzino quando trovai i volumi della saga, nella versione pubblicata all'interno della collana Cosmo Oro, nella biblioteca del mio paese. Però non c'erano tutti, né c'era internet per informarmi, e dalle quarte di copertina non era chiaro (o comunque io non avevo capito) né quanti fossero né quale fosse il loro ordine. Finì che ne lessi tre o quattro, ma nell'ordine sbagliato. Tipo prima il quarto poi il secondo poi il terzo, qualcosa del genere. Il primo non c'era.
Vi lascio immaginare quanto siano nebulosi i miei ricordi a riguardo. 

Dune Villeneuve recensione
Dune Villeneuve recensione
Saranno stati questi? Mah.
Dune Villeneuve recensione

In seguito, credo qualcosa tra 10 e 15 anni fa, ho comprato due raccolte con i 6 libri di Frank Herbert a 20 euro l'una, due volumoni così grossi e pesanti che è impossibile tenerli in mano.
Grazie a quelle raccolte ho letto i primi due volumi della saga. Ammetto di non essere mai andato oltre, quindi il secondo volume della raccolta è ancora nuovo. 

Dune è per la fantascienza quello che Il Signore degli Anelli è per il fantasy, non sono io il primo a dirlo.
Un worldbuilding maestoso e credo tuttora insuperato. Se vogliamo trovare delle opere che siano riuscite a creare mondi più complessi dobbiamo cercarle in media diversi, dove abbiano avuto più tempo per svilupparsi. Serie televisive, giochi di ruolo, roba in cui abbiano messo le mani un sacco di autori e che si sia evoluta nell'arco di anni.
E il mondo di Dune è al servizio di una storia intricata e complessa, profonda e affascinante. E i nomi sono bellissimi, ho sempre adorato i nomi di Dune, sia quelli delle persone che delle cose che dei pianeti. "Sardaukar". "Harkonnen". "Bene Gesserit". Senti come suonano bene.

Però è pesante. Scritto con uno stile lento e barocco, che un editore dei tempi moderni boccerebbe senza pietà. Magari lo salverebbe per gli altri aspetti dell'opera, ma lo stile non sopravvivrebbe a una sessione di editing. E' così e lo sapete, non protestate.
Una cosa che detestavo erano i dialoghi, pagine e pagine di dialoghi in cui c'era la frase detta dal personaggio seguita da quello che pensava, che di solito era il contrario di quello che diceva, poi la frase dell'altro personaggio seguita dal suo pensiero, e via così per paginate intere, alla faccia del POV fisso. Leggere i primi due libri è stato splendido ma faticoso e, visto che tutti dicono che i libri successivi sono meno belli, non ho mai avuto il coraggio di andare avanti. I due bisonti sono ancora nella mia libreria, in attesa di essere ripresi in mano. Prima però temo che dovrò fare un po' di ginnastica. 

Dune Villeneuve recensione
Ed ecco i balenotteri nella mia libreria, insieme ad alcuni degli altri libri che devo ancora leggere. Solo in questa libreria ce ne sono altri due scaffali, ma se contiamo quelli che ho in ebook di librerie ne riempirei sei o sette. Ho da leggere da qui all'eternità, e ancora ne compro.


Più o meno nello stesso periodo, non ricordo se prima o dopo aver letto i libri, vidi il film. Non al cinema (è del 1984, avevo 6 anni), ma ricordo la videocassetta acquistata credo insieme a qualche giornale. 

Quello di David Lynch è un film che ha un sacco di difetti, ma rimane comunque un filmone di fantascienza. Non l'ho rivisto prima di scrivere questo articolo, anzi, saranno passati sicuramente più di 15 anni dall'ultima volta, fai pure 20. Le mie considerazioni quindi sono basate sul ricordo del film che si è sedimentato nel mio cervello nel corso degli anni.

Dune Villeneuve recensione
Questa immagine l'ho trovata su internet, la mia VHS chissà dov'è finita.
Dovrebbe essere questa, comunque.

Per gli anni in cui è uscito, e anche in cui circolava la videocassetta, Dune di David Lynch era da considerare un kolossal. Una roba come non se ne vedevano molte. Esistevano, si, altri film con grandiosi effetti speciali, ma ne usciva uno ogni tanto. Un film del genere si distingueva per l'aspetto tecnico oltre che per quello puramente stilistico, mentre quello odierno di Villeneuve gioca in un campionato superaffollato, in cui escono una decina di film basati su effetti speciali spettacolari ogni anno, e gode di un budget inferiore al più scrauso dei film Marvel. Budget che oltretutto se ne sarà andato per la maggior parte per pagare tutti gli attori famosi infilati in ruoli secondari, per i quali si poteva benissimo ripiegare su facce meno note e il film non ne avrebbe risentito minimamente.

Dune Villeneuve recensione
Ho idea che metà del budget se ne vada per pagare questi.

Essendo io uno di quelli a cui il Dune di Lynch è piaciuto, non sono riuscito a guardare questa nuova riduzione senza fare dei paragoni (la miniserie del 2000 ammetto di non averla vista).

Villeneuve ha scelto per il suo film un design più "realistico". E' tutto preciso, asettico, rigido. I suoi personaggi vivono seguendo dottrine di tipo militare, i suoi ambienti sembrano caserme, la città che si vede nell'avvicinamento dall'alto è fatta di edifici bassi dalle forme squadrate, adatti per fronteggiare le tempeste di sabbia, senza nessun fronzolo, nessuna concessione alla bellezza. Solo fredda efficienza: chi si trova su Arrakis è lì per fare un lavoro, mica per divertirsi.

Capisco e rispetto la scelta, ma non la condivido.

Magari i miei ricordi del libro sono fallaci, ma dal libro mi è rimasta questa impressione di come tutto fosse barocco e arabeggiante, sia nei vestiti che negli ambienti, ma anche nella descrizione della società. Nel film di Villeneuve ben poco di questo è rimasto, giusto i costumi delle Bene Gesserit e un abito cerimoniale indossato dalla madre di Paul. Lynch invece aveva spinto di più su questo aspetto preferendo inserire a momenti elementi quasi surreali pur di rispettare questo stile. Certo, mai come avrebbe fatto Jodorowsky con la sua grande opera incompiuta (quella sì che mi sarebbe piaciuta), ma l'aveva fatto, e a me queste cose in un film piacciono, se non diventano pesanti. Preferisco la ricercatezza e lo stile alla fredda efficienza.

Dune Villeneuve recensione

Ho trovato banalizzate alcune scene, sempre rispetto ai miei ricordi delle stesse, su tutte quella del test delle Bene Gesserit e quella con il proiettile-insetto che ti ammazza appena ti muovi. O le labbra dei mentat, che nel libro e nel film di Lynch erano macchiate per l'uso di un particolare succo che li aiutava nel loro mestiere, qui invece hanno una specie di tatuaggio che trovo molto meno interessante. Anche la realizzazione del barone Harkonnen mi è piaciuta molto meno di quella di Lynch, che era molto ma molto più laido, schifoso e perverso. E vogliamo mettere questi scudi personali invisibili (che tra l'altro Duncan Hidao penetra con una facilità disarmante, e non venitemi a dire che rallenta prima di colpirli perché non lo fa) con quelli cubettosi e stupendi del film precedente?

No, mi dispiace ma il Dune di David Lynch vince a mani basse per quanto riguarda lo stile, almeno per i miei gusti personali.
Quello di Villeneuve invece vince per quanto riguarda la sontuosità della messa in scena e delle musiche, per la scrittura che non ha paura di togliere elementi superflui (ma fichi), per i dialoghi, per la bravura degli attori, per il montaggio.
Anche lì, comunque, non è tutto rose e fiori. Alcuni elementi sembrano difficili da capire per chi non ha letto il libro, altre cose avvengono troppo velocemente (su tutte il duello alla fine, qui spogliato di ogni caratteristica etnica-religiosa-tradizionale che aveva nel romanzo per diventare quasi una banale sfida da parte di un bullo di quartiere), al punto che, nonostante le due ore e mezza che il mio fondoschiena poggiato su quelle sedie scomode ha sentito dal primo all'ultimo minuto, viene voglia di dire che il film avrebbe giovato di una decina di minuti in più.
Com'è e come non è, credo che alla fine potrei riguardare più volentieri il Dune vintage invece di questo.

Il che non significa che non mi sia piaciuto. Anzi, un "blockbuster autoriale" come questo è una ventata d'aria fresca per questo cinema stantio che sembra capace di sfornare solo prodotti cucinati in serie che si occupano più di spuntare delle liste di elementi da inserire per motivi commerciali o ideologici che di raccontare delle storie. Grazie quindi a Villeneuve e a chi ha creduto nel suo progetto per aver riportato al cinema uno dei romanzi più importanti della fantascienza tutta, e per averlo fatto in un modo così valido.

E ora speriamo solo che gli facciano fare il seguito, se no mi arrabbio davvero!

Il Moro

Articoli correlati:

Enemy, di Denis Villeneuve, e il romanzo da cui è tratto

Arrival, di Denis Villeneuve, e il racconto da cui è tratto

Blade Runner 2049

11 commenti:

  1. Credo che siano libri ostici da leggere in tenera età, ma se poi lo fai nell'ordine sbagliato... Il livello di difficoltà è incredibile! :--)

    Io mi ritengo fortunato ad aver affrontato la saga ora, in vecchiaia, e mi sta piacendo da matti (sono a 20 pagine dalla fine di Children of Dune). Si nota un po' datata in alcune sue parti, ma molti dei suoi argomenti sono ancora validissimi.
    Il film di Villeneuve l'hai descritto bene con una parola: freddo. È freddo anche il deserto di Arrakis! Ben fatto, realistico, ben recitato, cast da paura... Però anche per me il film di Lynch (di cui ho scritto qualche giorno fa) ha un fascino superiore, pur con le sue ben più numerose imperfezioni (e non per colpa del regista).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, mi piace rendermi la vita difficile... 😁
      Sì, il fascino del film di Lynch è superiore, perché lui non ha avuto paura di spingere sull'acceleratore del surreale, mentre Villeneuve si mantiene molto di più sul realistico. Aveva molti difetti, ma chissà come sarebbe una "director's cut" di Lynch invece della versione rimaneggiata dalla produzione che abbiamo avuto.

      Elimina
    2. Purtroppo pare che non la vedremo mai, Lynch ha detto che non gliel'hanno fatto fare il film che voleva lui, e anche se c'è del girato in più, non rappresenta la sua visione. Un po' come Alien 3 di fincher, altro film massacrato dai produttori...

      Elimina
  2. L'universo narrativo di Dune l'ho sempre accuratamente evitato, ma noto diverse chicche nella tua collezione.
    "La morte ci sfida" di Lansdale ce l'ho anch'io (anche se l'ho letto e adorato in eBook), "Connessione computer" ce l'ho avuto per anni sullo scaffale in quella stessa identica edizione, trovata su bancarella, poi topo non so quanti anni ho pensato bene di liberarmene, quando cioè era chiaro che non l'avrei mai letto. (Magari invece mi sbaglio e sta ancora lì, da tempo immemore non spulcio più la sezione "fantascienza", nascosta da un quintale di DVD!).
    Il ciclo degli Slan di Van Vogt credo di averlo iniziato una quindicina d'anni fa ma non sono andato oltre le prime pagine. Proprio come Dune sono storie che trovo troppo simili al fantasy per considerle fantascienza, quindi sono inibito alla lettura. "Notturno" di Asimov lo conserva ancora mio padre, credo in quella stessa edizione o forse la prima, non ricordo bene.
    Di libri che vorrei leggere anch'io ne produco a getto continuo, il problema è che sono molto umorale nelle letture quindi se non arriva il momento giusto è inutile provarci, che non farei che bruciarmi titoli. Quindi certi libri stanno lì per decenni in attesa :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, quasi tutti i libri in quello scaffale sono lì da prima che nascesse mio figlio. Anzi, non è vero, perché la libreria è nuova: prima erano in un altro scaffale!

      Elimina
  3. Alla fine, subissato di libri che non leggerò mai, mi sono convinto che un libro non letto vale quanto uno letto: è anch'esso una rappresentazione del tuo carattere e del tuo gusto, esattamente come lo è uno letto :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, d'altronde se lo hai comprato è per leggerlo, no? E c'è anche un'ulteriore indicazione, che sei un accumulatore seriale di libri!
      L'ebook è la mia rovina, non oso nemmeno controllare quanti ne ho nel lettore a prendere polvere virtuale...

      Elimina
  4. Sul duello finale non ricordo com'era la trattazione del libro. Nel film, contrariamente a molte scene in cui Villeneuve ha seguito una sua visione e non i cliché cinematografici, la scena mi è sembrata stantia e vista cento volte. Per la serie figurati se, una volta che i protagonisti trovano finalmente salvezza dalla loro condizione disperata, non c'è un cretino che mette i bastoni fra le ruote. Anche a me la scena non è piaciuta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, nel film sembra un galletto che ha paura del nuovo gallo nel pollaio. Nel libro la cosa era molto più preparata e aveva tutto un altro senso.

      Elimina
  5. Dopo aver visto i due film di Dune è evidente che senza una certa infarinatura generale dei romanzi molti dettagli si perdono, ma soprattutto non si può giudicare degnamente l'opera. Secoli fa avevo tentato di leggere il primo romanzo della saga di Herbert ma all'epoca ero nel pieno della mia scoperta della prosa di Robert E. Howard, e quindi non c'era spazio per qualcosa che non fosse avventura pulp ed epica dell'eroe solitario. Ovviamente il romanzo non mi prese granché e lo misi sullo scafale. Prima o poi mi devo decidermi a recuperarlo.

    Vedo che anche tu come me sei un accumulatore di libri stile harkonen :P

    Quello di David Lynch è barocco, sognante, maestoso ma ha il difetto di dipingere il protagonista come il messia sceso in terra fin da subito (tipo prescelto da opera fantasy scadente) e un andamento traballante della storia che soprattutto nel film subisce pesantemente il peso di tagli e semplificazioni (rendendo difficile capire cosa sta succedendo e il perché). Poi i verbi della sabbia di Carlo Rambaldi sono ancora oggi la cosa più bella messa in scena in entrambi i film.

    Il film di Villeneuve è più chiaro, esprime meglio la coralità della storia, è più "realistico" e un ottimo cast. Dall'altra le musiche non mi sono piaciute per niente, il fatto che il tono sia più serio rispetto a quello di David Lynch toglie molta forza la suo immaginario e alcune scene perdono il mordente (tipo la prova con la Bene Gesserit o il primo incontro con i Freman).

    Alla fine a mio giudizio non ci possiamo lamentare, sono entrambi ottimi film. Alla fine la palma del vincitore è un po' a gusto personale. Comunque sono per il team David Lynch.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tanto fanno anche i ricordi, non ho più riguardato il film di Lynch quindi mi sono rimaste le cose belle e i problemi me li sono dimenticati, comunque anch'io sono team Lynch.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
;