Può non essere immediato inquadrare A normal lost phone in un genere videoludico.
È un'avventura testuale, ma con una parte grafica e sonora. Ma forse sarebbe meglio parlare di storia interattiva, visto che non è propriamente un'"avventura" e che gli enigmi proposti sono pochi e abbastanza banali. Comunque con grafica, per quanto statica, e musica, quella niente male.
Il gioco è da giocare su cellulare, e simula un cellulare: una volta aperto, è come se teneste in mano un telefonino trovato per caso. Inizialmente si può accedere solo alla sezione dei messaggi, leggendo i quali si può iniziare a raggranellare un po' di informazioni sul proprietario del telefono, tra cui anche il fatto che è scomparso.
Sempre leggendo i messaggi si può intuire la password per accedere alla casella mail, e da lì la password per accedere ad un'altra sezione, da qui a una chat, e così via.
Come un virtuoso del voyeurismo, il giocatore è tenuto a farsi i cavoli del protagonista Sam, "spiando" letteralmente la sua vita fino al momento della perdita del telefono.
Abbiamo già parlato della natura "ludica" abbastanza scarsa: si gioca tutto sulla narrazione. Più avanti ne parliamo sotto spoiler, ma prima terminiamo le considerazioni che può leggere anche chi abbia intenzione di giocare.
La trama, dicevamo, è di genere psicologico: ci si addentra quindi nei pensieri e nelle emozioni del protagonista, raccontati attraverso i rapporti con le persone con cui si scambia messaggi, mail e quant'altro.
Ci sono alcune sezioni pesantucce. Intanto, per aumentare il realismo della simulazione di un telefono trovato per caso, ci sono anche alcuni scambi di messaggi che non servono per mandare avanti la storia. Per fortuna pochi, e comunque bisognava metterli. Però ci sono anche alcune sezioni con degli spiegoni su cui torniamo dopo sotto spoiler, e lì è un po' pedante, seppur chiarificatore su argomenti sui quali c'è molta confusione.
La trama è abbastanza interessante, ed è impossibile non entrare in sintonia con il precedente possessore del telefono. E' accompagnata da una grafica perfettamente funzionale e da delle belle canzoni, tutte un po' tristi, che si può ascoltare a piacere tramite il riproduttore musicale del telefono simulato.
La storia quindi è valida così come la realizzazione, ma soprattutto è l'idea di fondo ad essere interessante: uno dei molti esempi di come la tecnologia può fornire nuovi modi di raccontare storie. A tutti gli effetti si tratta di quello che un tempo avremmo definito "romanzo epistolare", con mail ed SMS al posto delle lettere, e una limitata interattività (non c'è modo di influire sulla trama, solo alcune password da intuire dal testo per sbloccare l'avanzamento della lettura).
Intrigante, da provare anche solo per l'originalità.
A questo punto due ultime considerazioni sotto SPOILER:
Il Moro
L'idea è stupenda, sai?
RispondiEliminaHanno reso interattivo un gioco che si può fare anche dal vivo.
Non male, certo migliorabile.
Moz-
Margini di miglioramento ce ne sono sempre...
EliminaIl gioco sembra interessante anche se su cellulare non gioco mai, a dire il vero.
RispondiEliminaA dire il verissimo, ultimamente gioco pochissimo in genere.
Cmq il tema particolare potrebbe avere anche una funzione educativa. Non so se "educativo" sia il termine giusto ma mi pare che vengano veicolati dei messaggi significativi.
Sì, il tema principale è proprio quello di veicolare dei messaggi significativi, ma l'idea potrebbe essere applicabile a qualsiasi tipo di storia.
EliminaL'ho giocato diverso tempo fa, mi è piaciuto moltissimo, praticamente divorato in breve tempo. La trama è veramente gestita bene e ti fa sempre venire voglia di sapere cosa verrà dopo. Poi il tema centrale dell'opera è tratto veramente bene e ti fa comprendere le difficoltà che si prova nel farsi accettare dopo determinate scelte.
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