martedì 2 aprile 2019

Storia di un videogiocatore

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Su questo blog i post più "personali" sono una rarità. Si possono tranquillamente contare sulle dita di una mano: qui raccontai come iniziò il mio amore per la lettura,
qui del mio rapporto con il gioco del calcio,
in questo post della Geek League parlai delle sigle musicali che mi sono rimaste più impresse,
e qui trovate qualche riflessione buttata giù nel giorno del mio quarantesimo compleanno.
Poi, qua e là potete trovare qualche accenno, ma dovete cercarvelo.
Oggi ho deciso di parlare di nuovo un po' di me, giusto per arrivare a cinque post e occupare una mano intera, rivelandovi il mio rapporto con i videogiochi durante la mia vita, anzi, con i videogiochi che di più mi sono rimasti nel cuore, per motivi diversi e non necessariamente per la qualità dei giochi stessi.
Non si parla, qui, dei migliori videogiochi a cui ho giocato. Si parla di quelli che mi sono rimasti dentro. che mi hanno accompagnato a lungo dopo averli terminati, e che magari mi accompagnano ancora.
Ci sono vari motivi per cui un gioco può rimanerti attaccato. Per la qualità intrinseca, perché la sua trama ti ha toccato qualcosa nel profondo, perché l'hai giocato in un periodo particolare, o perché ad esso è legato un ricordo specifico. Questi sono i miei.

Il mio primo videogioco fu una console per Pong da attaccare al televisore con due joystick. Credo che i miei l'avessero presa usata, comunque ricordo che ci giocai molto poco: smise di funzionare abbastanza in fretta.

Mi sembra che avesse più o meno forma e colori simili a questa, ma con levette al posto delle rotelle. La mia è nell'immondizia da tempo immemorabile, ormai.




Avanti veloce: un successivo natale, non chiedetemi le date, arrivò un Commodore 64 con un po' di cassette. Ricordate le cassette? Ne ho già parlato un'altra volta (anche in quel post, tra l'altro, c'è qualche ricordo personale). Ricordo che non sapevo usarlo quindi rimase lì per un giorno o due, poi rientrando a casa trovai mio padre a giocare ad Arkanoid. Fu il mio primo gioco dopo Pong, ci ho dedicato molto più tempo che a qualsiasi altro gioco del C64 che avevo (non ci metteva neanche tanto a caricare, non più di una decina di minuti!), e ci giocava spesso anche mio padre. Ci scambiavamo suggerimenti, facevamo a chi riusciva ad andare più avanti, a volte arrivavo a casa da scuola e mi diceva "sono arrivato al livello X!", non tanto sfidandomi a fare di meglio, ma piuttosto per parlare di un interesse che avevamo in comune.
Ricordo che la paletta si controllava con i due tasti CTRL del Commodore.
Ho provato qualche volta a usare il Commodore per qualcosa di diverso dal giocare, ma non sono mai riuscito a combinare niente. Ricordo di aver provato a copiare listati lunghissimi da manuali o riviste, perdendoci ore, per poi vedere una pallina andare su e giù, o addirittura (il più delle volte) un bel messaggio di errore.
Qui il mio speciale sui cloni di Arkanoid.


Arkanoid

In seguito arrivò il Sega Mega Drive. Stranamente non ho un titolo a cui sono particolarmente legato per questa console, nonostante tutto il tempo che le ho dedicato. Il primo che ho comprato, insieme alla console (a cui era allegato Sonic) fu Mystic Defender. Ricordo con grande piacere Rocket Knight Adventures, Eternal Champions (qui tutti i miei post su Eternal Champions), Gunstar Heroes, Streets of Rage 2, Golden Axe 3 (qui tutti i miei post su Golden Axe), World Of Illusion, Mickey Mania, Shinobi... ma nessuno di questi si è guadagnato un posto speciale nel mio cuore, che andasse al di là della semplice ammirazione per un bel gioco.

Non è passato alla storia e in effetti non è che fosse poi eccezionale, ma ci ho giocato lo stesso un sacco.


In quello stesso periodo la mia passione per i videogiochi cominciò a manifestarsi anche fuori casa, complici il buon numero di cabinati presenti nei bar dei dintorni. Ricordo che potevo farmi anche tre o quattro chilometri in bicicletta per recarmi in un bar in un paese vicino, frequentato da compagni di scuola. All'epoca però non c'erano i cellulari e io non stavo sempre a telefonare a tutti: se per caso (e capitava spesso) al bar non c'era nessuno poco male, aveva sempre uno o due bei cabinati in cui infilare i miei soldi.
Così mi appassionai a Bomberman, non ricordo quale versione, al quale spesso non disdegno di fare una partita ancora oggi, ma sopratutto al re delle sfide al bar: Street Fighter II, in particolare la versione Champion Edition (che avevo anche sul Mega Drive, ma non era la stessa cosa. Anche perché le buscavo regolarmente da mio fratello, come in qualsiasi altro gioco di botte, peraltro).
Street Fighter c'era al bar vicino alla mia scuola (facevo già le superiori), e non so quanti soldi ci si sia fatto il gestore durante le pause pranzo. A un certo punto era arrivato ad affittare una stanzetta a fianco del bar dove ha piazzato: uno Street Fighter II, due Champion Edition e un turbo. Una stanza per quattro cabinati di Street Fighter, ed era sempre talmente piena che non ci si riusciva a respirare (e all'epoca si poteva ancora fumare nei bar, quindi immaginatevi l'atmosfera).
Code interminabili prima di poter sfidare il campione del momento, e magari essere sbattuti fuori con due "perfect" di fila. Sì perché io me la cavavo abbastanza bene, ma non ero un campione. Comunque, quanto tempo ho passato in mezzo a quella bolgia ad aspettare il mio turno...


Character Selection
Quante mazzate madama Doré.

La musica è cambiata quando è arrivato Puzzle Bobble. Non mi batteva NESSUNO a Puzzle Bobble. Ricordo che nei dintorni c'erano solo un paio di persone che erano più o meno al mio livello, con gli altri non c'era storia. Arrivavo al bar con un gettone solo, sicuro che per buona parte del pomeriggio mi sarebbe bastato. E se non c'era nessuno da sfidare comunque ero in grado di finirli, almeno fino al 3 (al 4 non ho mai giocato) con un gettone solo ogni volta. Chi si ricorda i balordissimi quadri 8 e 16?
Anche Puzzle Bobble generava dei bei capannelli di gente, ma non al livello di Street Fighter. E ho notato che l'età media era parecchio più alta.

Puzzle Bobble


Nel frattempo a casa è arrivata la PlayStation, la console della svolta, con l'avvento dei giochi in 3D (qualcosa esisteva già prima, ma non ci avevo mai giocato).
Il mio primo gioco per la PlayStation fu Final Fantasy VII,  e fu epocale.
Primo gioco in 3D. Primo gioco con cinematiche. Primo JRPG, e di conseguenza primo gioco più complesso di un platform e con una trama che richiedeva più di tre righe per essere scritta. E che trama. E che personaggi. Mai visto niente del genere. Ricordo che riuscii a sconfiggere il boss più forte del gioco (Ruby Weapon, mi pare) solo un anno dopo. Non capivo una mazza di inglese (avevo pure fatto francese alle medie!) ma mi sono giocato tutto il gioco con il dizionario sottomano.
Qui la mia personale classifica dei JRPG.

Final Fantasy VII


Poi i giochi si susseguono con troppa rapidità perché possa ricordarli (grazie anche alla pirateria, che rendeva disponibili giochi a manciate). Alla PlayStation seguì la PlayStation 2 e il PC, giochi belli, Soul Reaver, Silent Hill, Metal Gear, God Of War, Soul Calibur, Baldur's Gate... Ma niente che mi sia rimasto davvero nel cuore.

Silent Hill 2
Dovessi sceglierne uno, comunque, sarebbe questo.

Poi sono andato a convivere, le PlayStation sono rimaste a mio fratello e le mie macchine da gioco principali sono diventate il PC, e in tempi più recenti un Nintendo DS che mi è stato regalato e il tablet.
Su PC voglio citare i primi due Bioshock, che ho adorato, ma è uno (o meglio, tre) il gioco che mi sono portato più dentro nella mia carriera di videogiocatore adulto: Mass Effect (qui la recensione).
La trama non era eccezionale, ma l'ambientazione era meravigliosa (molto debitrice nei confronti di Star Trek, di cui sono un grande fan), i dialoghi incredibili e i personaggi erano così fantastici che volevo loro bene quasi come se fossero persone vere. Quando ho finito il gioco mi è letteralmente dispiaciuto, perché non li avrei più rivisti.


wallpaper_mass_effect_01_1920x1200.jpg

E facciamo un ulteriore salto in avanti, con il gioco che è l'ultimo della lista e quello che mi ha colpito di più in tempi recenti (ma ammetto di non esservi legato come agli altri titoli citati): Undertale, da me giocato sul tablet Android. Qui la recensione di Undertale.

Undertale


Gioco ancora, ma l'avvento dell'età adulta e di un figlio (e il fatto che amo anche i fumetti, i film, le serie TV, i libri... ) mi ha lasciato con molto meno tempo per seguire le mie passioni (compreso scrivere e aggiornare questo blog), così a qualcosa dovevo rinunciare, e quello che di più ne ha risentito sono proprio i videogiochi.

Ma se dovessi sceglierne uno, uno solo tra tutti i titoli citati, un solo titolo da eleggere come quello che più di tutti è rimasto avvinghiato al mio cuore direi...
Arkanoid.
Non ho mai giocato a nessun altro gioco insieme a mio padre.

Il Moro.

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8 commenti:

  1. Bioshock letteralmente adorato, tutti e tre, e Mass Effect anche, mi manca il terzo e Andromeda ma li recupererò certamente ;)

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    1. Andromeda manca anche a me, e temo che continuerà a mancare, perché non ho più il tempo e la costanza da dedicare a titoli così lunghi e impegnativi, purtroppo...

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  2. Mi sa che siamo dello stesso periodo, anch'io ho iniziato con Pong anche se mi ricordo un Joystick circolare tipo i pad analogici di oggi.
    Ero piccolissimo ed infatti di Pong e dell'Intellivision ho ricordo molto vaghi visto che ci giocavano più mio fratello e mia sorella.
    Ad Arkanoid ci sono legatissimo anch'io anche perché mi ricordo le lunghe sessioni di gioco con un mio compagno di classe delle medie che è tuttora uno dei miei migliori amici.

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    1. Di pong ne esistevano diverse versioni, ho già visto sia i joystick che le rotelle.

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  3. Bel post, nonostante quello che pensa molta gente i videogiochi sono una forma di intrattenimento molto interessante e varia.

    Silent Hill e Metal Gear sono titoli che mi sono piaciuti tantissimo.

    P.S. Mi mancano tantissimo quei pomeriggi estivi al mare dove negli stabilimenti bruciavo gettoni su gettoni sui cabinati di Metal Slug e Puzzle Bobble. La cosa più bella era osservare i campioni per carpirne i segreti, per poi farsi i belli con gli amici con il nuovo segreto imparato.

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  4. Che bei tempi i bar con i cabinati e le sale giochi ma... non ho mai giocato ad un Metal Slug, giusto qualche partita da un amico ma non ne sono mai andato pazzo.

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