Io ci posso pure provare a recensire un libro di Alfred Bester, ma non è che sia così facile.
Il problema è che Bester è matto. E le sue follie possono piacere come non piacere.
Io personalmente non riesco a decidermi. A volte lo adoro, a volte lo destesto.
Il suo libro più famoso, The stars my destination, tradotto in Italia sia come Destinazione Stelle che come Tigre! Tigre!, è un capolavoro della fantascienza riconosciuto da tutti, me compreso. Leggetelo.
Però bisogna anche dire che è tra i suoi libri meno "bizzarri" e fuori dagli schemi, come è invece questo I simulanti (The Deceivers, 1981).
Fuori dagli schemi nei personaggi, nella trama e nello svolgimento della stessa, tanto che per tutto il libro si ha la sensazione di andare alla deriva, senza capire esattamente che storia stia cercando di raccontarci il vecchio Alfred.
Abbiamo un sistema solare completamente colonizzato, nel quale le diverse comunità mondiali hanno preso possesso dei diversi pianeti e satelliti più o meno abitabili del sistema solare. Venere, per esempio, viene ribattezzato Venerucci in onore di Amerigo Vespucci e colonizzato dagli italiani, mentre su Ganimede è presente una fiorente comunità Maori, luogo ed etnia di origine del protagonista Rogue Winter.
Come il Gully Foyle di Destinazione Stelle, anche Winter ha dei vistosi tatuaggi in faccia, in questo caso due soli sulle guance, simbolo della schiatta reale da cui discende ma che rinnega, preferendo passare la sua vita viaggiando e offrendo i suoi servizi ai vari governi. Winter è infatti un sinergista, un esperto nel capire le correlazioni tra gli eventi. Capacità che sfiora il soprannaturale, e infatti nelle sezioni del romanzo in cui la usa Bester si lascia andare a deliri comprensibili solo a lui e al suo protagonista.
Ma la storia inizia quando Winter incontra Demi, che si finge umana ma è in realtà un membro dell'unica altra razza senziente conosciuta, una dei misteriosi abitanti di Titano, creature in grado di assumere qualunque forma. I due si innamorano, e la scena di sesso con una mutaforma è, beh, molto "Alfred Bester".
Si continua con una trama che a momenti sembra improvvisata, e non è detto che non lo sia, con un protagonista alla ricerca della sua bella scomparsa, trascinato da eventi al limite del surreale. Il dialogo con il computer, per dirne uno.
Non un libro eccezionale, ma divertente. Ma se non avete mai letto Bester fatevi fuori prima Destinazione Stelle.
Il Moro
Prendo nota dell'autore che sono sicuro di aver incrociato nel mio peregrinare tra le bancarelle, anche perché la copertina me la ricordo.
RispondiEliminaè un autore da scoprire. Poi, o lo si ama o lo si odia.
EliminaBester e' sempre stato uno sperimentatore ,un pionere :ha sempre cercato di spingersi verso i limiti dello scrivere ...
RispondiEliminaInfatti, alcuni dei suoi romanzi contengono elementi quasi grafici, con le parole disposte nella pagina a formare nei disegni. L'incubo dei traduttori... :-)
EliminaChe roba strana, mi hai molto incuriosito. Voglio provare a leggere queste bizzarie, speriamo bene.
RispondiEliminaAh, a proposito, chissà se su Venerucci passano il tempo a bere vino e suonare mandolino. :D
Alfred Bester va provato, o lo si ama o lo si odia. Se non l'hai mai letto, ti consiglio comunque di provare a leggere prima Destinazione Stelle.
EliminaPurtroppo ho letto il libro tempo fa, e non ricordo se c'erano descrizioni delle abitudini dei venerucciani... :-D