giovedì 22 aprile 2021

L'impero dei cadaveri: zombi, steampunk e noia

L'impero dei cadaveri recensione
Salve a tutti, È il moro che vi parla! 

Ok, stavolta sarò breve, anche perché c'è poco da dire.

L'impero dei cadaveri è un film di animazione giapponese del 2015.

Siamo negli anni 70 del 1800. L'economia globale si basa sull'uso degli zombie, anche se qui vengono chiamati più spesso Cadaveri o Frankenstein, in omaggio all'uomo che ha inventato il metodo per rianimare i morti. I corpi risvegliati sono privi di volontà, ma possono essere programmati per svolgere compiti anche abbastanza complessi con l'aiuto della macchina analitica di Babbage, che scrive il "software" da usare in questi automi di carne. 

L'inizio e l'ambientazione zombi-steampunk sono la cosa più interessante del film, perché dopo comincia una trama spionistica e d'azione con manciate di personaggi che non si sa bene cosa ci stiano a fare, condita con scene d'azione e di combattimento stilose in stile anime giapponese e profondissime frasi filosofiche pronunciate da ragazzini, anche questo molto giapponese.

L'impero dei cadaveri recensione

La prima ora risulta piuttosto pesante e confusa nella trama, gira intorno alla ricerca degli appunti originali del dottor Frankenstein, il cui prodotto era superiore a tutti quelli che l'hanno seguito. Lunghe inquadrature fisse e mute che fanno tanto cinema d'autore, e fanno anche tanta noia. La seconda parte è un po' meno noiosa perché sale il tasso di azione, ma ancora più confusa, con tanto di cattivo con piano totalmente delirante e un giapponesissimo finale surreale e incomprensibile in cui succedono "cose" senza nessun senso perché tanto è fantasy. Ma in questo caso non è nemmeno fantasy! Per non parlare della ginoide che desidera avere dei sentimenti ed è triste perché non riesce a provare emozioni, praticamente un ossimoro con le gambe (e le tette, abbondanti tette), e della scenetta dopo i titoli di coda che non c'entra niente con quanto visto prima! Basta, per carità!

L'impero dei cadaveri recensione

Citazioni sparate completamente a caso non migliorano la situazione. Per dirne una, il protagonista è John Watson, ma a parte il fatto di essere un dottore non ha niente altro in comune con il personaggio letterario. Se si fosse chiamato Gianni Bui sarebbe stato lo stesso.

Si salva l'estetica che fonde lo steampunk agli zombi. Le schede traforate, le serrature con i rulli a combinazione che vengono "hackerate" dagli zombi infilandogli aghi nel cervello, è tutto molto bello da vedere, peccato che la trama sia un vuoto totale che si cerca di riempire buttandoci dentro filosofia spicciola e metafora sociale già vista e stravista.

Insomma, l'unico motivo di interesse di questo film è proprio l'ambientazione. Un po' poco.

Film saltabilissimo, peccato perché l'idea era abbastanza interessante.

Il Moro

4 commenti:

  1. Non completamente in disaccordo con te, ne ho scritto settimana scorsa se ti interessa, diciamo che senza la tecnica, l'ambientazione e qualche spunto filosofico interessante sarebbe stata spazzatura, ma non lo è, però sicuramente potevano gestirlo meglio. Comunque è tratto da un romanzo.

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    1. Sì l'avevo letto, non è proprio spazzatura ma si poteva fare decisamente di meglio. L'estetica comunque non è niente male. Non sapevo che fosse tratto da un romanzo.

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  2. Non amo gli anime quindi non mi ha stupito provare delusione per questo film: non mi ha dato fastidio proprio perché mi ha provocato l'indifferenza che ogni anime mi provoca :-P
    Mistero sul perché chiamare i personaggi con veri nomi di altri noti personaggi senza però alcun motivo: addirittura è stato evocato Ivan Karamazov del tutto a casaccio. Ma perché?
    Comunque è divertente che a fine Ottocento il protagonista faccia riferimento ad una nota fake news, o meglio "cazzatona" (cioè il mito infondato dei 21 grammi del peso dell'anima) almeno trent'anni prima che in America, nei primi del Novecento, un pittoresco dottore la ipotizzasse per la gioia dei giornalisti che, annoiati, la ingigantirono inventandola di sana pianta. Un curioso anacronismo che mi ha divertito più dell'intera trama ^_^

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    1. Una "cazzatona" così potente da essere retroattiva! 🤣

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