Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Michael Moorcock è principalmente conosciuto per i suoi romanzi fantasy, in particolare per la saga di Elric di Melniboné, ma nella sua vasta produzione ci sono anche diversi romanzi e racconti di fantascienza.
Ne Il corridoio nero del 1969, Michael Moorcock ci racconta di un uomo solo nello spazio, con la responsabilità della famiglia ibernata. Hanno intrapreso questo viaggio con l'unica astronave a disposizione verso un pianeta simile alla Terra, fuggendo da un mondo in rovina.
Con una serie di flashback Moorcock ci narra di come il mondo sia preda di nazionalismi xenofobi sempre più gravi. Lo straniero diventa il "nemico", dapprima lentamente, con discriminazioni sociali e sui posti di lavoro, poi sempre più apertamente. In Inghilterra, patria dei protagonisti, iniziano a venire considerati stranieri e quindi apertamente odiati anche gli irlandesi e i gallesi. In alcuni casi anche i vicini di casa vengono evitati, chiunque non faccia parte del proprio nucleo ristretto è visto con sospetto. L'odio sfocia in scontri aperti che incendiano le strade.
Tutta la parte dei flashback è una riscrittura di un romanzo che la moglie di Moorcock, Hilary Bailey, aveva iniziato e mai finito di scrivere. Tutta la parte sull'astronave invece è farina del sacco di Moorcock.
Il protagonista riesce a fuggire su un'astronave portandosi dietro tutta la famiglia e alcuni amici, viaggiando a velocità prossime a quella della luce verso un mondo lontano e disabitato, da popolare.
Famiglia e amici però sono in ibernazione e lui rimane solo per anni. Solitudine che porta la sua mente a vacillare.
Pian piano la situazione peggiora, e visto che il libro è tutto scritto dal punto di vista del protagonista, anche noi lettori non riusciamo più a capire con precisione cosa sia reale e cosa no. Perfino i flashback iniziano a perdere di attendibilità.
Il libro è breve, la parte iniziale è un po' noiosetta ma dal momento che il protagonista inizia a "sclerare" diventa tutto molto più interessante. E' effettivamente difficile capire cosa stia succedendo, e fino alla rivelazione finale sarà impossibile capire quale è la verità. Un'ottima lettura quindi, non un romanzo destinato a rimanere piantato nella mia memoria ma comunque tempo ben speso.
Ho scoperto solo dopo averlo letto che Il corridoio nero è il secondo libro di una trilogia iniziata con Il veliero dei ghiacci e finita con I riti dell'infinito e che Wikipedia mette sotto il titolo Travelling to Utopia. In realtà a leggere le trame non mi sembra esserci nessuna connessione tra i tre, al massimo una continuità di temi (il viaggio verso una terra promessa) ma solo tra i primi due.
Il Moro
Segnato nella mia lunghissima lista dei desideri.
RispondiEliminaLa mia ormai è più alta di me... 😅
EliminaMolto interessante, conosco decisamente di più i libri di Moorcock a tema fantasy. Lo metto nella lista dei recuperi; sicuramente è un tema oggi decisamente attuale.
RispondiEliminaSì, non l'ho fatto apposta ma il tema dell'isolamento oggi ci sta. Anche chi è messo peggio però non è "così" isolato, per fortuna... 😅
EliminaIo nemmeno sapevo che si fosse cimentato anche con i racconti di fantascienza. Io per ora sono ancora fermo al primo volume di Elric della Fanucci.
RispondiEliminaQuesto lo metto subito in lista.
Merita abbastanza, anche perché è corto e può infilarsi agevolmente anche in mezzo a una nutrita lista di lettura!
EliminaUelà, trama intrigantissima che mi stuzzica assai: segnato! Grazie della dritta ;-)
RispondiElimina