Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ed eccoci alle posizioni 11-20 di questa mia personalissima classifica dei picchiaduro a scorrimento degli anni '90.
Al fondo del post trovate tutti i link alle altre pagine della classifica e a tanti altri post interessanti.
Bando alle ciance e andiamo a cominciare!
20 - Dungeons & Dragons: Tower of Doom (arcade, Capcom, 1993)
Il primo gioco della Capcom su licenza di D&D, infatti si pone enfasi su aspetti RPG quali classi, esperienza, magie, oggetti, upgrade delle armi
Grafica decisamente sopra la media rispetto alle altre produzioni dell'epoca, comprese le altre di Capcom. Buono il numero di mosse disponibili, ma alcune non servono a niente (francamente, accovacciarsi a che serve?). C'è un semplice sistema d'inventario che consente di usare una notevole quantità di oggetti o magie, ma anche in questo caso a volte è complicato usarlo nel mezzo della rissa, e gli oggetti da lancio servono a poco. Non ne sono sicuro, ma credo che sia stato il primo beat'em up a scorrimento a introdurre l'inventario.
C'è una trama, scritta in uno stile che ricorda una partita a un GDR. Ci sono stanze segrete da esplorare per raccogliere monete e oggetti preziosi con cui fare acquisti in negozi che però ci vendono solo i ben poco utili oggetti da tiro di cui sopra. Abbiamo anche numerosi bivi nel percorso che aumentano la rigiocabilità
L'enorme numero di colpi che serve per buttare giù la maggior parte dei nemici, contrapposta alle due scorregge sufficienti per consumare tutta l'energia dei personaggi, rendono il gioco estremamente difficile da giocare da soli. Una partita da soli in sala giochi fino al completamento del gioco doveva costare più o meno come comprarsi il cabinato. Questo è il motivo principale per cui non gli ho fatto scalare altre posizioni in classifica.
C'è una trama, scritta in uno stile che ricorda una partita a un GDR. Ci sono stanze segrete da esplorare per raccogliere monete e oggetti preziosi con cui fare acquisti in negozi che però ci vendono solo i ben poco utili oggetti da tiro di cui sopra. Abbiamo anche numerosi bivi nel percorso che aumentano la rigiocabilità
L'enorme numero di colpi che serve per buttare giù la maggior parte dei nemici, contrapposta alle due scorregge sufficienti per consumare tutta l'energia dei personaggi, rendono il gioco estremamente difficile da giocare da soli. Una partita da soli in sala giochi fino al completamento del gioco doveva costare più o meno come comprarsi il cabinato. Questo è il motivo principale per cui non gli ho fatto scalare altre posizioni in classifica.
19 - Knight of Valour (arcade, IGS, 1999)
E' considerabile un "seguito spirituale" di Warriors of fate, visto che anch'esso si basa sulla "Storia dei tre regni". Ambientato quindi nella Cina medievale, offre cinque personaggi selezionabili e quattro segreti, un numero consistente di mosse a disposizione (comprese alcune in grado di spazzare lo schermo), buona varietà di nemici e situazioni, bivi, un semplice sistema di inventario (simile a quello di quasi tutti i giochi di IGS, mutuato dal secondo capitolo di Dungeons & Dragons), una trama (o qualcosa che gli somiglia).
Ne sono uscite altre due versioni, Knights of Valour Plus che dà da subito 10 personaggi selezionabili, e Knights of Valour Superheroes nella quale i personaggi selezionabili sono stati portati a 11 e sono state aggiunte nuove mosse speciali.
Ha avuto anche diversi seguiti, ma sono usciti dopo gli anni '90, quindi ne parleremo nell'eventuale prossimo articolo sui picchiaduro degli anni 2000.
18 - Sengoku 2 (arcade e Neo Geo, SNK, 1993)
Molto simile al primo episodio, anche qui gli stessi due personaggi non selezionabili, ma partono già armati di spada. I personaggi principali non possono raccogliere altre armi, ma ci sono più potenziamenti disponibili, e con effetti diversi, per i tre personaggi evocabili.
La trama parla di viaggi nel tempo, quindi i protagonisti saltano da un'epoca all'altra senza troppi problemi. Essendo armati di spada, i nemici normali vanno giù con un colpo solo, quelli un po' più grossi con due o tre, solo i boss sono un po' più coriacei. Anche noi però andiamo giù altrettanto facilmente. Ambientazioni e nemici interessanti e divertente da giocare, e un po' più facile del predecessore. Mi sarei aspettato comunque una maggiore varietà di nemici e situazioni, visto che si viaggia nel tempo.
Esiste un ulteriore seguito, Sengoku 3, ma è uscito nel 2001, quindi ne parleremo se mai farò un articolo sui picchiaduro degli anni 2000.
17 - Shadow Force (arcade, Technos, 1993)
Ambientato in un setting fantascientifico, presenta quattro personaggi tra cui un cyborg e un uomo-coyote.
Grafica e sonoro non eccezionali, ma ha il maggior numero di tasti a disposizione di tutti i giochi di questo genere (servono ben sei tasti per giocare, due pugni, due calci, salto e "possessione"), e poi le diverse combinazioni (colpo alto, medio e basso), le prese e le mosse speciali ne fanno senza dubbio il picchiaduro a scorrimento con il maggior numero di mosse a disposizione (probabilmente superato solo dai successivi beat'em up in grafica 3D), e ci sono pure le smart bomb. A ciò aggiungiamo quella che è la caratteristica principale di questo gioco: la possibilità di prendere possesso del corpo dei nemici (ammetto di non avere capito il nodo della trama che permetterebbe di farlo). Ci sono dieci tipi di nemici che possono essere "posseduti", ognuno con un suo set di mosse, chiaramente meno ampio di quello enorme dei personaggi principali.
Vari e interessanti anche nemici e situazioni, con nastri trasportatori, cose da rompere e così via.
Alla fine di ogni livello, e anche del gioco se si gioca in due, c'è una sezione di combattimento uno contro uno utilizzando un nemico. Se si gioca da soli sono solo punti, ma se si gioca in due è uno scontro all'ultimo sangue visto che il perdente si trova decurtato di un credito! Dato che c'è un finale diverso a seconda del personaggio che si sta usando, lo scontro tra i due giocatori alla fine del gioco serve a determinare quale finale si vedrà.
L'estrema difficoltà del gioco nelle parti finali rende questa sfida obbligatoria tra i due giocatori piuttosto fastidiosa, visto che essere in due è l'unico modo per avere qualche speranza (e anche così bisogna buttarci dentro monete a raffica).
Purtroppo l'enorme set di mosse è in realtà poco utile, visto anche che c'è ben poca differenza tra colpi alti e colpi bassi. Infatti molti giocatori preferiscono la versione giapponese, nonostante sia decurtata di molti contenuti: solo tre tasti disponibili e completamente rimossa la sezione in cui si sfida l'altro giocatore, il che rende anche possibile finire il gioco in due, con in più l'aggiunta di finali extra per ogni possibile coppia.
Anche la versione giapponese mantiene purtroppo l'elevato grado di difficoltà.
Vari e interessanti anche nemici e situazioni, con nastri trasportatori, cose da rompere e così via.
Alla fine di ogni livello, e anche del gioco se si gioca in due, c'è una sezione di combattimento uno contro uno utilizzando un nemico. Se si gioca da soli sono solo punti, ma se si gioca in due è uno scontro all'ultimo sangue visto che il perdente si trova decurtato di un credito! Dato che c'è un finale diverso a seconda del personaggio che si sta usando, lo scontro tra i due giocatori alla fine del gioco serve a determinare quale finale si vedrà.
L'estrema difficoltà del gioco nelle parti finali rende questa sfida obbligatoria tra i due giocatori piuttosto fastidiosa, visto che essere in due è l'unico modo per avere qualche speranza (e anche così bisogna buttarci dentro monete a raffica).
Purtroppo l'enorme set di mosse è in realtà poco utile, visto anche che c'è ben poca differenza tra colpi alti e colpi bassi. Infatti molti giocatori preferiscono la versione giapponese, nonostante sia decurtata di molti contenuti: solo tre tasti disponibili e completamente rimossa la sezione in cui si sfida l'altro giocatore, il che rende anche possibile finire il gioco in due, con in più l'aggiunta di finali extra per ogni possibile coppia.
Anche la versione giapponese mantiene purtroppo l'elevato grado di difficoltà.
16 - Gaiapolis (arcade, Konami, 1993)
Particolare picchiaduro a scorrimento verticale con elementi RPG, che di fatto si riducono alla possibilità di salire di livello e una trama, narrata tramite scene di intermezzo tra un livello e l'altro, quadri disegnati in stile anime e semianimati. Tra il momento in cui ho giocato al gioco e quello in cui ho scritto questo articolo, la trama me l'ero completamente dimenticata, per cui presumo che non fosse un granché.
Tre personaggi disponibili, tra cui una fata e un drago umanoide. Come mosse abbiamo solo l'attacco normale, un affondo e una specie di attacco rotante, uguali per tutti e tre. Non si può correre né saltare. Tra i bonus che si possono raccogliere ci sono degli "aiuti", come dei nanerottoli che ci accompagnano e combattono insieme a noi, con una propria barra di energia che si rigenera se li si tiene vicino a noi invece di mandarli all'attacco con il tasto apposito, e dei gioielli che permettono di lanciare una magia. Come in Golden Axe, se si utilizzano più gioielli assieme la magia è più potente.
Una grafica ben rifinita, nemici vari e a tratti inquietanti (come quella specie di uomini riccio), boss fight spettacolari (e difficilissime).
Inoltre al game over al giocatore viene fornita una password con la quale alla successiva partita potrà ricominciare dall'inizio dell'ultimo stage visitato.
15 - Gaia Crusaders (arcade, Noise Factory, 1999)
Il mondo è stato distrutto da un'orda di demoni, e noi siamo i guerrieri prescelti che possono scacciarli e iniziare la ricostruzione.
Cinque personaggi più altri due sbloccabili con l'avanzare del gioco, interessante ambientazione fantasy postapocalittica che si esplicita in fondali affascinanti, tra i migliori del genere, così come tra le migliori risultano le musiche, seconde forse solo a quelle di Violent Storm. Non si può correre, ci sono poche mosse a disposizione e non si possono fare prese, sostituite da un interessante sistema di magia: ogni tanto saltano fuori sfere da raccogliere associate ai classici quattro elementi, che permettono ai personaggi di incamerare una magia da lanciare a piacere. Ogni personaggio ha una particolare "affinità" con un elemento, e quindi l'effetto della magia sarà diverso a seconda del personaggio che la raccoglie: un personaggio affine all'aria spazzerà via tutto lo schermo con una magia d'aria, ma non riuscirà a lanciare più che un proiettile con una magia di elemento diverso.
Grafica da cartoon, come cartoon sono l'introduzione le scene d'intermezzo. Tre nani da un mondo fantasy vengono evocati nel nostro mondo da una partita a un gioco di ruolo. Si materializzano in un negozio di articoli sportivi e, opportunamente vestiti e armati, iniziano a spaccare teste in giro.
Ognuno dei tre nani ha un'arma specifica, e si può cambiare in ogni momento tra l'uno e l'altro. Da segnalare una certa profondità tattica negli scontri con i boss, e una serie di nemici uno più folle dell'altro, come i ninja nudi con i genitali censurati.
Peccato che il multiplayer non sia supportato in tutti i livelli: se si gioca in più di uno capita che alcuni pezzi costringano a giocare il solo player 1, e gli altri stanno a guardare.
13 - Streets of Rage 3 (mega Drive, 1994)
In realtà la cartuccia che ho consumato sul Mega Drive era quella di Streets of Rage 2, al punto che credo sia il gioco di questo genere che ho terminato più volte dopo Golden Axe III. Il terzo capitolo l'ho giocato poi molto tempo dopo, e mi è sembrato migliore, quindi ho scelto questo come rappresentante della saga in questa classifica. Ha più personaggi selezionabili, più mosse, molti nemici nuovi, vari e interessanti, varietà di situazioni, bivi nel percorso, gameplay più veloce.
La versione giapponese, intitolata Bare Knukle III, ha un personaggio segreto in più rispetto a quella occidentale portando il totale dei personaggi a un ottimo sette, di cui tre segreti. Il personaggio rimosso era uno stereotipo gay da film comico, ci sarà un nesso? :-)
Gli elementi fantascientifici nella trama sono più evidenti nella versione americana, ma è solo perché hanno censurato un po' di sangue trasformando alcuni nemici in cyborg. Anche la trama è stata cambiata e resa più "leggera", ma a meno che non sappiate il giapponese non noterete la differenza...
La versione giapponese, intitolata Bare Knukle III, ha un personaggio segreto in più rispetto a quella occidentale portando il totale dei personaggi a un ottimo sette, di cui tre segreti. Il personaggio rimosso era uno stereotipo gay da film comico, ci sarà un nesso? :-)
Gli elementi fantascientifici nella trama sono più evidenti nella versione americana, ma è solo perché hanno censurato un po' di sangue trasformando alcuni nemici in cyborg. Anche la trama è stata cambiata e resa più "leggera", ma a meno che non sappiate il giapponese non noterete la differenza...
I quattro diversi finali aumentano di più la longevità.
Ci sarebbe anche un capitolo non ufficiale, Streets of rage remake, che oltre ad essere il miglior Streets of Rage di sempre (piccola precisazione: ho scritto questa sezione della classifica prima dell'uscita di Streets of rage IV, al quale non ho ancora giocato) è un gioco così bello che scalerebbe parecchie posizioni in questa classifica (arriverebbe tra i primi cinque, tipo), ma essendo una produzione amatoriale ho deciso di escluderlo (e poi non è degli anni '90, anche se lo stile è quello). Voi comunque cercatelo, che è gratuito.
12 - Warrior Blade - Rastan Saga Episode III (arcade, Taito, 1991)
Il primo Rastan Saga (solo Rastan in occidente) è un ibrido tra un picchiaduro e un platform, uscito nel 1987. Pesantemente ispirato a Conan il barbaro, non solo nell'assonanza del nome: tutto nel gioco richiama quelle atmosfere, e c'è anche una schermata con il barbaro ormai invecchiato e diventato re, assiso su un trono, a raccontare la sua storia... ricorda niente?
Il gioco ebbe un notevole successo, grazie anche alle splendide musiche, che alcuni indicano ancora come tra le migliori mai realizzate per un arcade.
Ebbe un sequel abbastanza dimenticabile, e approda negli anni '90 con questo terzo episodio, in cui il gameplay viene cambiato radicalmente, diventando un picchiaduro a scorrimento in 2.5 D come più o meno tutti gli altri di questa classifica.
Ovvio che viene subito da pensare a Golden Axe, uscito due anni prima, che ha praticamente lo stesso setting, ma ricordiamo che il primo Rastan è antecedente.
Ha la particolarità di utilizzare enormi cabinati con doppio schermo, come X-Men l'anno successivo (ma non è una novità, ad esempio anche lo sparatutto Darius II del 1989 usava due schermi e in alcune versioni addirittura 3). Anche gli sprite sono molto grandi e hanno molte animazioni (parlando di un gioco del 1991), peccato per la povertà dei fondali. I nemici sono pochini, ma arrivano con diverse combinazioni di armi e armature. Anche la quantità di mosse a disposizione è maggiore di quella media dell'epoca, seppur non eccezionale confrontata ai giochi degli anni successivi, ma c'è la particolarità che le mosse sono differenti a seconda della distanza dal nemico (cosa ripresa poi da Golden Axe III). Anche qui come in Golden Axe si possono fare magie, ma la modalità è differente: prendendo un bonus si evoca un mago che ci segue, e dandogli una pedata lo si "convince" a lanciare una delle diverse magie a sua disposizione. A differenza che in Golden Axe, si possono anche raccogliere armi diverse, inoltre risolvendo dei livelli bonus si possono acquisire nuove abilità. Ci sono poi alcuni livelli molto più rapidi, in cui si è a cavallo di diverse bestie, e bivi nel percorso.
Altra differenza con Golden Axe, dove i nemici sono sempre umani, i boss sono per lo più simili a quei demoni inarrestabili di cui si legge in molte storie di Conan. Le mosse e la posizione dei tre personaggi cambiano leggermente durante gli scontri con questi boss.
Il protagonista di questo gioco è in tutto simile a Conan: non è un eroe, e tutto ciò che gli interessa è raccogliere tesori, depredare, compiere missioni come mercenario. Soddisfacente.
Calcolando l'anno di uscita, Warrior Blade - Rastan Saga Episode III è un giocone.
La saga ha avuto un ulteriore, dimenticabile seguito in 3D su PS2 e XBox
11 - Princess Crown (Saturn, Atlus, 1997)
Il gioco è un misto tra un brawler e un GDR, Si tratta quindi di esplorare città e parlare con personaggi, accettare missioni e salire di livello, per poi infilarsi in dungeon o strade dove si può essere attaccati a caso. La maggior parte dei combattimenti è uno contro uno.
La protagonista ha numerose mosse di attacco e difesa a disposizione, ma ogni mossa consuma energia, e se si consuma tutta si rimane per qualche istante scoperti e vulnerabili.
La grafica è un 2D lineare semplicemente meraviglioso, una vera perla che conferma la capacità del Saturn di gestire la grafica 2D.
Ero indeciso se inserire o no questo titolo in classifica, vista la sua natura ibrida che lo fa stare più vicino a un gioco di ruolo che a un picchiaduro. In pratica, è un JRPG che invece di avere i combattimenti a turni o con altri sistemi simili ha combattimenti in stile picchiaduro a scorrimento.
Ma volevo arrivare a 80 giochi, e ho preferito inserire questo che mettere qualche altra porcheria a fondo classifica.
Le caratteristiche da gioco di ruolo ne fanno di gran lunga il gioco più lungo e con la trama più interessante, ci voleva poco. Per quanto sia interessante, comunque, a meno che non sappiate leggere il giapponese è impossibile da seguire (quindi posso solo presumere che sia la più interessante, ma non credo di sbagliarmi). Non è mai uscita nemmeno una traduzione amatoriale, in rete si trova solamente una guida dettagliata con la trascrizione della maggior parte dei dialoghi in inglese, da tenere sottomano e consultare, beh, in continuazione.
E' stata fatta anche una conversione per PSP nel 2005, con giusto qualche operazione di debug. Ma sempre in giapponese.
E anche per oggi abbiamo finito, appuntamento alla prossima settimana, con l'ultimo articolo di questa serie!
Qui trovate i link a tutte le pagine di questa classifica.
Posizioni 71-80
Posizioni 61-70
Posizioni 51-60
Posizioni 41-50
Posizioni 31-40
Posizioni 21-30
Posizioni 1-10
E vi metto già anche i link relativi alla classifica degli anni 2000:
Posizioni 11-20
Posizioni 1-10
e dei giochi amatoriali creati con OpenBOR:
Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.
Il Moro
Grazie, spero che aumentino la leggibilità. A me il bianco su sfondo nero, piaceva, ma in diversi mi hanno detto che rendeva faticoso leggere a lungo.
RispondiEliminaNiente, speravo che arrivando le posizioni alte avrei trovato qualche gioco a me noto, ma non ne conosco uno manco per sbaglio!!! Aspetto le prime posizioni...
RispondiEliminaSono tra quelli a cui cascavano gli occhi con il bianco su nero, quindi evviva i nuovi colori ^_^
Ho fatto bene a cambiare i colori,allora!
EliminaQuelli nelle prime dieci posizioni sono tutti abbastanza famosi, quindi riuscirai sicuramente a trovare qualcosa che conosci!
Che ricordi! Li devo riscoprire tutti! E sono molto curioso di vedere i primi 10 ;)
RispondiEliminaQuelli sono i più famosi, te li ricorderai sicuramente.
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