martedì 1 settembre 2020

Tenet, il nuovo arzigogolato guazzabuglio di Christopher Nolan.

tenet recensione
Salve a tutti, è il Moro che vi parla!

Scrivo questo articolo a mente freschissima, visto che sono appena arrivato a casa dopo la visione di Tenet al cinema

Tralasciamo tutte le considerazioni su quanto possa essere stato piacevole tornare al cinema dopo tanto tempo (ma le sedie sono sempre state così dure?).
Parliamo invece del film in sé, anche se ormai l'ha già fatto chiunque. Sì, hanno già parlato tutti di questo film, e la mia opinione non è di sicuro più valida delle molte altre che avrete già letto. Non vi invito nemmeno a leggerla, non ne uscirete migliori e non capirete meglio il film, la scrivo perché, come si suol dire, ho un blog e non ho paura di usarlo!

Come tutto in tempi di comunicazione da social, dove si hanno al massimo tre righe per esprimere un concetto, anche per questo film sembrano esistere solo due giudizi possibili: capolavoro o merda. Trattamento a cui i film di Nolan vengono sottoposti spesso e volentieri.
Questo film non è né un capolavoro né una merda, ma non posso nemmeno dire che il giusto sta nel mezzo. Il giusto è una risposta più articolata e di conseguenza più lunga e barbosa da leggere. Che vita difficile, eh?
Ah, ci sarà qualche spoiler, niente di grave ma è comunque meglio che ve ne andiate se non avete ancora visto il film.



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Allora, ho trovato la prima parte del film di una noia mortale. Credo che fosse più o meno la prima mezz'ora/tre quarti d'ora, ma mi è sembrata molto più lunga. Il punto è che la prima parte nient'altro è che un film di spionaggio, con tutti gli schemi narrativi e i cliché del genere, e io odio i film di spionaggio. Ne salvo giusto qualcuno di James Bond, perché sono film d'azione con lo spionaggio come pretesto.
Sapete come funziona un film di spionaggio? C'è un protagonista che non sappiamo chi sia né perché faccia quello che fa, che va in giro a parlare con gente e la gente gli dice cose, senza che noi dobbiamo sapere chi siano o come facciano a sapere quelle cose né perché debbano andare a dirle a lui. La prima parte di Tenet è tutta così, una tale noia che mi stava venendo una barba più lunga di quella del protagonista senza nome (che ho poi scoperto essere il figlio di Denzel Washington). C'è anche il cliché stra-abusato del protagonista che va a parlare con uno che sta mangiando al ristorante, ordina anche lui e se ne va mentre gli stanno portando la sua ordinazione. Ma basta, veramente.

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- Per non parlare di quando ti perquisiscono e tu gli dici di offrirti prima una cena, vecchio mio. Credo che l'avesse detta per primo Charlie Chaplin, ma noi non l'abbiamo sentito perché il film era muto.
Non dobbiamo indagare troppo a fondo sugli oggetti che vanno indietro nel tempo. Alcune delle cose che fanno questi oggetti sono credibili, altre meno, facciamo che quelle non credibili non le ho capite io, va.
Man mano che si va avanti l'arzigogolamento, invece di districarsi, diventa ancora più intricato. Si intuisce che force nel futuro ci sono due organizzazioni avversarie, delle quali forse una delle due è la Tenet, forse no. Sia come sia, il motivo per cui questi hanno iniziato a mandare roba nel passato appare vago e senza molto senso, sarò sempre io che non l'ho capito, ma mi sembra solo un pretesto per poter fare (bellissime) scene in cui qualcuno va in avanti nel tempo e qualcun altro indietro.
Il problema di questo film, secondo me, a parte la noiosissima parte iniziale, è che molte cose che non avevano bisogno di essere complicate sembrano essere state complicate apposta, e altre che non servivano inserite a forza per rendere il film più difficile da seguire possibile, perché Nolan deve essere quello che fa i film complicati e quindi li fa.

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Pausa bionda. Lo so che ve lo siete chiesto: è alta uno e novanta.
Anche la sua sottotrama, della donna del boss prigioniera del marito, è originale come un prescelto nel fantasy. Ma almeno è raccontata bene.

Posso presumere che il senso del film sia una specie di gioco metanarrativo: come molte azioni del film, che all'inizio non si capiscono e che trovano una spiegazione quando avviene la giusta inversione temporale, così il film non si capisce a fondo fino al finale, che va quindi visto come un invito a ripensare tutto il film a ritroso.
A Nolan giocare con il tempo piace, e in questo film si diverte a farlo come mai prima, eppure secondo me il risultato finale è inferiore a, beh, a tutte le altre sue pellicole.
Nolan dissemina il film di riferimenti al piacere di seguire una storia senza preoccuparsi di capirla a fondo, riferimenti come quel "l'ignoranza è la nostra salvezza", a vivere gli eventi senza sforzarsi troppo a capirli, ripetuti più volte, che sembrano voler essere un invito non tanto al protagonista ma piuttosto allo spettatore a non cercare di capire tutto ma di lasciarsi trascinare dalla storia.
Peccato che questo contrasti fortemente con l'idea che dà il film stesso di ferrea precisione. Cioè, si vede che Nolan ha costruito la storia pensando a un qualcosa di inappuntabile, un complicato gioco di andirivieni temporali dove nulla è lasciato al caso. E allora perché durante la visione mi inviti a non pensarci troppo? Sembra quasi una scusa per non essere riuscito nel tuo intento.

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- Qua ci mettiamo una supercazzola con scappellamento a destra.
- Sarchiaponi ne abbiamo?

L'impressione finale che mi ha lasciato il film è di aver bisogno di una seconda visione per capire tutto. O quasi tutto, perché alcune cose mi hanno dato l'idea di essere state fatte in modo da non essere comprensibili e basta. Però non sono sicuro che questo mi vada bene. Siamo sicuri che sia una buona idea fare un film in modo che servano due visioni per capirlo (a parte che così un solo spettatore fa due visioni, con guadagni corrispondenti)? Boh, probabilmente ci sono casi in cui va bene e altri no.
Per conto mio, è difficile che mi venga la voglia di rivedere questo film. Il senso del tutto si capisce, anche se bisogna stare bene attenti (e sembra che non tutti ci siano riusciti visto il proliferare di articoli nei cui titoli compaiono le parole "Tenet" e "spiegazione"), ma alcune cose come già detto sfuggono e basta, e questo rende il film a tratti piuttosto noioso (soprattutto all'inizio).
Poi saranno anche le sedie troppo dure, per carità.
Da applaudire comunque l'ottimo utilizzo della musica e alcune delle scene di combattimento dove ci sono cose vanno avanti nel tempo e altre indietro, coreografate in modo quasi magico. Purtroppo nell'assalto finale, dove questo effetto avrebbe dovuto essere portato fino a farci esplodere dal mal di testa, c'è semplicemente troppo casino, e a parte qualche "effetto speciale" particolare come quello del palazzo fatto crollare metà in avanti e metà all'indietro sembra solo una scena di guerra generica dove qualcuno ogni tanto corre al contrario.

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Per quelli a cui fosse sfuggito: il termine "tenet", così come alcuni dei nomi utilizzati nel film ("sator" e "arepo") si riferiscono al famoso "quadrato del sator", una misteriosa iscrizione palindroma trovata su molti edifici di prima epoca cristiana, anche molto antichi, ad esempio ce n'è uno a Pompei risalente a prima dell'eruzione (79 d.C.). Il significato è tutt'ora misterioso e io non mi ci dilungherò oltre visto che sono stati scritti già numerosi saggi sull'argomento, in rete trovate un mucchio di informazioni se volete cercarle.

Il Moro

6 commenti:

  1. premessa che lo devo ancora vedere

    cit.: L'impressione finale che mi ha lasciato il film è di aver bisogno di una seconda visione per capire tutto.

    Io: allora Perfetto! E' un tipico film di Nolan

    sull'altra considerazione
    > alcune cose mi hanno dato l'idea di essere state fatte in modo da non essere comprensibili e basta.

    Ho sempre avuto l'impressione che anche questo Nolan lo faccia intenzionalmente. Forse ha piacere di voler ricalcare questa peculiarita' di Stanley Kubrick?

    La cosa che mi preoccupa di piu' e' invece che se fosse vero che Nolan seguisse le orme di SK, tanti altri autori ho notato sembrano voler fare i fighi a imitare entrambi, innescando cosi' una delirante spirale di nuove produzioni cinematografiche film e serie tv dove non ci si capisce una mazza e davvero comincio a sospettare che la cosa possa anche essere intenzionalmente voluta per il fine di lucro se non di indurre a comprare due biglietti o quanto meno sicuramente per garantire altrettante vendite del dvd/bd mentre, le serie tv, tutte on demand ormai, nascono giusto con la possibilita' di poter pigiare il tasto del telecomando per tornare indietro per rivedere le scene piu' criptiche e rapinose

    Aggiungerei ancora che in tempi in cui certi film non mi evocano alcun piacere di rivederli di nuovo (a differenza di tante altre produzioni d'epoca) proprio per questo motivo, i film di Nolan li rivedo sempre volentieri invogliato dall'auspicio di coglierci ogni volta qualche nuovo dettaglio che mi era sfuggito nelle visioni precedenti (proprio come mi e' sempre capitato con quelli di SK)

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    1. LA mia impressione è che Nolan stavolta abbia esagerato con questa cosa del dover rivedere i suoi film. Quelli più intricati, nonché i miei preferiti della sua produzione, Memento e The Prestige, non ho avuto assolutamente bisogno di rivederli, anzi, non ho mai avuto voglia di rivederli perché ormai i colpi di scena li conoscevo già. Che poi voglia seguire le orme di Stanley Kubrik è assolutamente vero, non so se l'ha dichiarato esplicitamente ma sicuramente Interstellar si inserisce tuffandosi a pesce nel solco lasciato da 2001.
      A me piace dovermi impegnare quando guardo un film o una serie. Per dire la mia serie preferita degli ultimi anni è Legion, che non è proprio semplicissima. Ma preferisco che mi vengano dati tutti gli indizi per capire già con una sola visione, non mi va di dovermi andare a cercare i particolari giocando con l'avanti e indietro del telecomando. Ovvio che si tratta di un mio gusto personale.

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  2. Questa recensione la considero il miglior lavoro di Nolan: senza il suo film non l'avremmo mai avuta e sarebbe stato un peccato ^_^
    Ho sghignazzato dall'inizio alla fine, e il mio acidume anti-Nolan ne ha gioito. In un cinema di Roma del 2000, dove insieme ad altre due persone in sala ho visto "Memento", ho salutato in Nolan un geniale autore temporale: anni dopo mi è sorto il dubbio che Nolan non abbia altro "contenuto" da offrire al mondo che giochetti narrativi finto-complicati.
    A me piacciono i film che veicolano messaggi complicati, ma i maestri lo fanno in modo semplice: Nolan non ha messaggi complicati, anzi non ha alcun messaggio, semplicemente ha intorbida le acque per dire in modo complicato una cosa semplice. E' come dire "scemo chi legge" in aramaico, non è complicato il messaggio ma lo strumento con cui il messaggio si veicola.
    Il fatto che dopo duemila anni ancora si tiri fuori il Sator significa che Nolan non sta più seguendo Kubrick: il suo idolo è ora Dan Brown, cioè il Qualunquismo al Potere. Il suo prossimo film palerà di Templari rettiliani che usano le scie chimiche per cercare il Santo Graal ad Atlantide, sepolto in braccio agli astronauti che non sono mai stati sulla Luna :-D (Quest'ultima è una citazione di Interstellar, tanto per dire che Nolan è già a buon punto...)
    P.S.
    La didascalia su Charlie Chaplin è geniale, te la dovrò rubare! :-D
    Scherzi a parte, l'altra sera Italia1 ha mandato in Prima TV "2 gran figli di..." con Owen Wilson, che si apre su un dottore che controlla la prostata e il paziente gli dice "Prima dovrebbe invitarmi a cena". Il dottore fa un sorriso nervoso e poi risponde: "Complimenti, non me l'ha mai detto nessuno".

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    1. Ah ah, quanto hai ragione! Anch'io ho amato alla follia Memento e pure the prestige, ma hai perfettamente ragione: dopo ha iniziato a complicare le cose semplici, dovrebbero assumerlo all'inps o in qualche altro ente dove per fare una pratica ti servono dodici richieste, ventidue marche da bollo, quattro regali agli impiegati e fai una giravolta, falla un'altra volta.

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  3. Premesso che alcuni film di Nolan mi sono piaciuti molto, qui ho paura che il "divertissement" intellettuale sia andato a scapito di spessore e sviluppo dei personaggi, e riduzione di molte situazioni, come hai detto tu, a cliché (del resto tutta la faccenda del milionario borioso russo cafone è un cliché dall'inizio alla fine).
    Quindi non così bello come film, e complicato da trovate paradossali sul tempo, che a volte hanno confuso la storia (anche se poi, volendo e se uno pensa che ne valga la pena, si capisce tutto o quasi, ma quelle scene al contrario le devo ancora mandare giù).

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    1. Le scene al contrario a pensarci bene, anche a visione terminata, si capiscono. Sono altri gli snodi di trama che continuano a sfuggire. Nolan ha deciso di ingarbugliare ancora di più una storia già ingarbugliata perché ormai lui ha la fama di quello che fa i film complicati e li complica anche quando non è ora. MA il problema principale è che io guardando questo film non mi sono sentito tanto stimolato a capirlo quanto piuttosto annoiato: capita quando non si crea nessuna empatia con dei personaggi così piatti. Il cattivo macchiettistico volendo potremmo considerarlo come ripreso dai cattivi di James Bond...

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