giovedì 23 maggio 2019

Undead - gli immortali, di dare Dacre Stoker e Ian Holt. Il seguito ufficiale di Dracula!

undead gli immortali seguito dracula recensione
Salve a tutti, È Il Moro che che vi parla!

Dracula è uno dei personaggi più riutilizzati da altri autori oltre al suo creatore, secondo forse solo a Sherlock Holmes. Ma quello di cui andiamo a parlare è l'unico, vero, seguito ufficiale di Dracula.
Questo perché tra i nomi dei due autori figura uno che di cognome fa Stoker.

Apriamo una piccola parentesi sui due autori, riportando le loro biografie come sono scritte nel libro.
Dacre Stoker
Di origine canadese ma da anni residente negli Stati uniti, è il pronipote di Bram Stoker, il famoso autore. Campione mondiale di Pentathlon e allenatore del team canadese di Pentathlon alle Olimpiadi di Seul del 1988, vive nel South Carolina con la moglie e i loro due figli. Undead è il suo primo romanzo.
Ian Holt
È appassionato di Dracula fin da giovane, tanto che ha visitato la Transilvania e ha anche passato una notte tra le rovine dello storico castello del Conte nella città di poenari. Membro della Transilvania Society of dracula, vive a Long Island ed è storico, documentarista, e sceneggiatore. Undead è il frutto di anni di ricerca sul mito dei vampiri e sulla figura di dracula.

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Il pronipote di Stoker è quello a sinistra.

Non ci è dato sapere quale sia stato l'effettivo apporto di Dacre Stoker al romanzo, oltre a metterci il cognome. Su Wikipedia si accenna al ritrovamento di alcuni appunti del famoso prozio. Se volete potete anche crederci.

Dalle premesse questo libro non sembra portare nulla di nuovo. L'idea di collegare le figure di Dracula e quella di Jack lo squartatore non è di per sé una novità, ad esempio io ricordo di quando l'aveva fatto Kim Newman in Anno Dracula, anche se in modo molto diverso. E nemmeno collegare Dracula a Elizabeth Bathory è una novità. Ricordo ad esempio la trilogia de I diari della famiglia Dracula, di Jeanne kalogridis (Se vi interessa il gossip, credo che rimanga cugina della sceneggiatrice Laeta Kalogridis, che ha scritto tra le altre la sceneggiatura di Alita Angelo della Battaglia insieme a James Cameron, ma anche di Shutter Island e, ehm, Terminator Genisys).

i diari della famiglia dracula

I diari della famiglia dracula, che ho letto anni fa e quindi ricordo solo più o meno,  era un'operazione abbastanza interessante. Esattamente come nell'originale Dracula, era scritto a lettere, articoli di giornale e pagine di diario (rientra quindi nella descrizione di "romanzo epistolare"). La prima parte era ambientata prima degli eventi narrati in Dracula, la seconda durante gli eventi stessi, la terza era in effetti un seguito di quelle vicende. I diari erano redatti da personaggi secondari delle vicende di Dracula oppure da personaggi nuovi, e uno di questi era appunto il diario di Elizabeth Bathory, nella trama una delle tre spose di Dracula oltre che la cugina.

Undead- gli immortali Abbandona questa forma di romanzo, per utilizzare un stile di narrazione più classico. Narratore in terza persona e ciao.

Elisabeth Bathory, dicevamo. Probabilmente la seconda vampira più famosa della storia dopo Dracula, come lui ispirata a un personaggio realmente esistito: era infatti una contessa ungherese, che le cronache riportano come cosi crudele che leggere la sua pagina su Wikipedia è peggio di qualsiasi libro dell'orrore. Sembra che lei e il suo entourage abbiano ucciso tra le 100 e le 300 persone (sono stati trovati dei diari che parlano di un numero totale di 650 vittime, ma sono stati poi etichettati come dei falsi storici), e che facesse il bagno nel sangue di giovani vergini pensando che mantenesse bella la sua pelle. È stata ovviamente dipinta come un vampiro prima nel folclore popolare e poi in molte opere di narrativa, diverse volte in coppia con Dracula, ma non sono riuscito a capire quale sia stata la prima.


Elisabeth Bathory

Sia ne I diari della famiglia Dracula e in Undead - gli immortali viene presentata come una parente di Dracula (forse anche in Anno Dracula, ora non ricordo). Questo sembra avere delle radici storiche.

In Undead - Gli immortali si accenna a una parentela tra i personaggi storici di Elizabeth Bathory e Vlad Tepes III. La seconda moglie di Vlad, Ilona Szilàgyi, sarebbe stata cugina di Stephan Bàthory, alleato di Vlad durante la campagna per la riconquista del trono che gli era stato sottratto, nonché nonno di Elizabeth Bathory. Ho provato a fare qualche ricerca in rete per capire se questo sia vero. Pare che in realtà Ilona fosse cugina del re d'Ungheria Matthias Corvinus. Non ho trovato accenni ad un'eventuale parentela tra il re e Stephan Bàthory, che comunque era effettivamente nonno di Elizabeth nonché alleato di Dracula. Se qualcuno riesce a illuminarmi meglio, lo faccia pure nei commenti.


Vlad tepes III

Ma torniamo a parlare del libro.
Niente di nuovo sotto il sole, dicevamo. Ah ah, sotto il sole, che fine umorista.
Tutto quanto risulta dalle premesse è roba bene o male già vista.
Andando avanti per fortuna le cose cambiano, facendosi più interessanti, a partire dall'introduzione di Bram Stoker stesso come personaggio.

Interessante anche vedere come personaggi del romanzo Dracula vengono maltrattati. Jack Seward è dipendente dalla morfina, Jonathan Harker è un vecchio alcolizzato, eccetera. Questa spietatezza degli autori si traduce anche in interessanti colpi di scena (un paio dei quali, bisogna dire, ampiamente prevedibili. Attenzione agli spoiler, che ho trovato abbondanti in altre recensioni e che cercherò di evitare).


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Mi piace anche come vengono resi i personaggi, con una psicologia complessa che viene descritta senza perdersi in eccessive elocubrazioni mentali o introspezione.
È facile affezionarsi e parteggiare per questi perdenti, al punto che anche le vicende in cui è coinvolto inizialmente il giovane Quincy Harker, figlio di Jonathan e Mina, risultano interessanti da seguire, anche se apparentemente slegate dalla vicenda principale.

Anche il personaggio del poliziotto, con la carriera distrutta dal non essere riuscito a risolvere un caso eclatante, e di conseguenza sbeffeggiato dai colleghi che non lo prendono più sul serio, ma allo stesso tempo dotato di un'acuta mente analitica e di una tenacia da mastino, non è davvero niente di originale. Ma ciò non toglie che sia un personaggio abbastanza divertente da leggere ed esaltante quando rivela le sue vere capacità sollevando la maschera da vecchio avvinazzato disilluso.


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Ora, io Dracula l'ho letto che andavo tipo in seconda superiore, quindi i miei ricordi saranno probabilmente tutti sballati, comunque mi sembra proprio che Dracula fosse descritto né più e né meno che come un mostro.
Coppola l'ha in parte riabilitato, dotandolo di sentimenti e di risvolti tragici. Un'operazione perfettamente riuscita, anche perché calata in un film bellissimo.
Ma l'erede di Stoker e il suo degno compare arrivano a trasformare il vampiro in una porta di eroe oscuro. Fa quasi pensare che l'autore abbia voluto avvicinare Dracula alla figura del vampiro dei romance young adult che va di moda ultimamente, eroe bello e dannato.
Anche altri concetti sembrano più ripresi dal film di Coppola che dal libro, nel quale i protagonisti erano tutti personaggi decisamente più "puri" ed eroici.
Non c'è niente di male, in realtà, in questa operazione. Dracula è stato trattato anche molto peggio di così nelle altre sue apparizioni in narrativa. Anzi, questo suo essere un po' sul filo del rasoio potrebbe addirittura aggiungere fascino al personaggio, caricandolo di ulteriori significati tragici (non nuovi, abbiamo già detto che in questo libro non c'è nulla di nuovo). Cattivo, ma non perfido. Spinto dalle circostanze ad agire in modi riprovevoli. Perseguitato da persone che credono di combattere una guerra giusta, senza capire che si stanno muovendo contro uno che è (o vuole essere) considerato un eroe e un difensore della cristianità contro il nemico turco.

Il punto è che avrei accettato più facilmente tutto questo in un libro che non avesse avuto in copertina il nome di Stoker. Pensavo che sarebbe stato più fedele alla visione originale.
Quanto è giusto giudicare un'opera in base alle aspettative che si hanno su di essa? Forse poco. Ma allo stesso tempo, quanto è giusto da parte dell'autore spingere proprio su queste aspettative, legate al nome che porta?
Sia come sia, una volta superato il primo scoglio iniziale delle cose già viste e il secondo di un Dracula troppo lontano dall'idea che me ne ero fatto, il libro scorre via bene, con una storia non troppo intricata, leggera e abbastanza interessante. Gli sviluppi verso il finale, pur non essendo imprevedibili, sono comunque abbastanza appassionanti, e ammetto che man mano che andavo avanti a leggere c'era la voglia di continuare per sapere cosa sarebbe successo dopo.

Un libro che è quindi poco più di un'operazione commerciale, ma un'operazione commerciale abbastanza ben fatta da non farmi pentire di averci speso il mio tempo.

Il Moro.

2 commenti:

  1. Interessante, onestamente credo che l'apporto Dacre sia stato veramente minimo (visto che non ha pubblicato da solo come romanziere), ma mi fa piacere che la lettura non sia stata una perdita di tempo.

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    Risposte
    1. Almeno quello... :-D
      Sì, Stoker avrà probabilmente messo solo il nome, visto che nella vita fa tutt'altro.

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