Super Mario Bros - Il film

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Super Mario Bros - Il film riesce in tutto quello che si prefigge, se scendiamo a patti col fatto che non si prefigge di certo di essere un capolavoro. In tutto il film non c'è praticamente altro che citazioni una dietro l'altra, riproposizioni in salsa cinematografica di quello che si è visto nei giochi, con la stessa grafica dei giochi, o almeno dei filmati degli ultimi giochi di Mario. Praticamente una riproposizione uno a uno di un videogioco però fatto a film, un film che non inventa niente ma ripropone identico. Nella scena dove Peach insegna a Mario a saltare e a usare i potenziamenti ho rivisto alla perfezione me stesso quando cerco di giocare a un platform classico di Super Mario: muoio ogni due passi.

Impossibile un confronto con il film del 1993, completamente diverso. Ma è interessante porre l'attenzione sul concetto: laddove il film con Bob Hoskins e John Leguizamo (che di italiano non avevano nemmeno un'unghia, alla faccia del politicamente corretto - Luigi non aveva nemmeno i baffi!) cercava di adattare, prendendo elementi del videogioco e ricavandone una trama adatta al cinema (lasciamo perdere la qualità del risultato), questo nuovo film rifiuta qualsiasi idea di adattamento e ti ripropone il videogioco al cinema così com'è. Stranamente, funziona.

Il concetto quindi non è quello di vendere il film a tutti, anche a chi non conosce il materiale originale, come fanno gli americani con i film Marvel, ma piuttosto rivolgersi proprio a chi il materiale lo conosce più che bene, come fanno i giapponesi con i film tratti dai manga. D'altronde quella di Mario è la serie di videogiochi più conosciuta e venduta nel mondo, quindi si gioca lo stesso abbastanza sul sicuro.
Ecco quindi che non solo gli appassionati, ma tutti quelli che abbiano giocato almeno a un gioco di Mario, magari senza neanche portarlo a termine (impresa dal mio punto di vista ai limiti dell'impossibile), o conoscano solo quelli della serie Mario Party o Mario Kart, potranno riconoscere molte delle situazioni in cui si trova il protagonista, se non le citazioni più "oscure" come il cabinato di Jumpman a inizio film.

Il risultato è un film frenetico e divertente, sia per i "vecchi" conoscitori dei videogiochi, sia per i bambini che, anche se non coglieranno tutte le citazioni, si troveranno comunque di fronte a un discreto spettacolo visivo e delle gag abbastanza divertenti. Certo, niente che rimarrà nella storia, ma credo che ormai possiamo dire di aver superato i tempi in cui tie-in videoludici=cagata abissale.

Noi vecchi rompicoglioni non possiamo però non notare il trattamento riservato a Luigi, del tutto assente per la quasi totalità del film, in favore di una principessa Peach che Mario deve salvare da quarant'anni ma al cinema non si può più far vedere una donna che non sia infallibile e invincibile. Quindi, ecco che il rapito da salvare è Luigi stesso, e Peach diventa coprotagonista. Se quella di avere i capelli sempre perfetti con addirittura la coroncina sempre in testa anche sotto il casco da motociclista è accettabile come gag, il fatto che sappia fare sempre tutto meglio di tutti la rende automaticamente antipatica ai limiti dell'insopportabile. Vedi ad esempio quando vengono buttati tutti insieme giù dal kart del gorilla dorato, gli altri finiscono faccia a terra e lei in piedi perfettamente in ordine, come si fa a non detestarla? 
Dispiace anche per le dinamiche tra i due fratelli che erano potenzialmente molto più divertenti ma sono andate tutte perse.

Questi difettucci non impediscono comunque al film di meritare una visione, anche se non siete fan di Super Mario.

Il Moro