martedì 4 aprile 2023

Quetzalcoatl, di Rocca e Mitton

Quetzalcoatl, di Rocca e Mitton, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Le civiltà azteca, Maya, tolteca e in generale le civiltà del centroamerica precolombiano mi hanno sempre affascinato, al punto che io stesso le ho utilizzate all'interno della mia saga ucronico-fantascientifica Ucrònia. Due dei racconti sono ambientati nell'impero di Teotihuacan, e un Maya è uno dei personaggi principali della saga... ma non volevo parlare di questo, anche se è il mio argomento di conversazione preferito.

Proprio perché ho scritto dei Maya, spesso cerco materiale su di loro, peccato che se ne trovi poco. Non parlo tanto di saggi storici (che comunque sono spesso poco soddisfacenti perché molte cose di quei popoli semplicemente non si sanno), il mio cruccio è che ci siano poche storie ambientate in quel luogo e in quel tempo, e quelle poche hanno sempre di mezzo i conquistadores. Mi piacerebbe leggere qualcosa di ambientato "prima" dell'arrivo dei bianchi (e vale la stessa cosa anche per gli indiani nordamericani). A oggi, non mi viene in mente niente a parte Apocalypto di Mel Gibson. 
Questo Quetzalcoatl, scritto da Simon Rocca e disegnato da Jean-Yves Mitton, non è diverso, ma almeno è in gran parte ambientato tra gli aztechi senza l'intervento dei conquistadores, che puntualmente arrivano.

Un prete legato all'inquisizione (ma questo non vi tragga in inganno: è uno dei pochi personaggi positivi della vicenda) viene incaricato di raccogliere la confessione di una prigioniera, Maïana Ome Xochitla, accusata di crimini orribili, tra cui eresia e stregoneria (per le quali è destinata a un processo dall'esito prevedibile), ma che soprattutto è stata amante sia di Montezuma II che di Cortez. Coloro che hanno chiamato il padre confessore sperano che questi possa indurla a rivelare, durante la confessione, l'ubicazione dell'Eldorado...

Quetzalcoatl, di Rocca e Mitton, recensione

I flashback costituiti dai racconti della donna costituiscono quindi la maggior parte del racconto, flashback drammatici che aprono gli occhi al prete appena giunto su un mondo dove a odio e violenza si aggiunge altro odio e altra violenza, e dove la vita umana vale ben poco.

Come ricostruzione storica forse lascia un po' a desiderare, affondando le sue radici piuttosto nel mito della violenza e della brutalità delle civiltà precolombiane del centroamerica, con i loro sacrifici umani e il disprezzo per la vita, e dei conquistadores, così bramosi di ricchezze da non fermarsi di fronte a nulla.

I disegni sono splendidi, migliori che in altri fumetti di Mitton che ho letto. Non so se sia il suo capolavoro grafico, ma lo sospetto. Peccato solo che le facce degli indios tendano ad assomigliarsi un po' tutte.
Splendidi, tanto che dispiace per queste vignette così piccole. Ci sono fantastiche immagini di massa, con centinaia di persone, magari nelle meravigliose città azteche,  che avrebbero meritato una splash page e che invece sembrano quasi scomparire, schiacciate in finestrelle minuscole. 

Quetzalcoatl, di Rocca e Mitton, recensione

Ma non sono solo i disegni, anche la storia è appassionante. La storia di questa poveretta che sopravvive sempre per il rotto della cuffia e riesce anche ad avere un ruolo di primo piano nella Storia, pur senza avere quelle caratteristiche di genialità o incrollabile forza di volontà o cose simili che caratterizzano spesso personaggi in questi ruoli, è intrigante. Una storia cupa e drammatica, con una protagonista emotiva e appassionata, forte e dolce allo stesso tempo, a cui non si può che affezionarsi.

E poi, se ci metti maya e aztechi io sono già contento.

Ho una certa allergia per il fumetto francese, ma in questo caso non posso che essere contento di aver dedicato del tempo a quest'opera facente parte della collana Historica, che raccoglie in due volumi i sette originali.

Il Moro

Altri fumetti francesi di cui ho parlato sul blog:

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