giovedì 7 novembre 2019

Zagor le origini 6 - L'eroe di Darkwood

zagor le origini 6 L'eroe di DarkwoodSalve a tutti, È il moro che vi parla!

Siamo alla fine di questa miniserie, ed è ora di tirare le somme. Ma prima, qualche parola sul sesto numero.

Il sesto volume di Zagor - Le origini ha la caratteristica di essere diviso in due metà nettamente separate. Nella prima viene recuperato il personaggio di Manuel, il trapezista che per primo ha insegnato a Zagor a volteggiare tra i rami degli alberi, personaggio creato appositamente per questa miniserie. La prima metà e anche la più interessante proprio in quanto inedita, ma non solo. Ci sono momenti toccanti che colpiscono, e uno Zagor ancora scosso dagli eventi che l'hanno coinvolto, trascinato dal furore della gioventù, che non disdegna di uccidere un nemico colpendolo di sorpresa alle spalle.
Nella seconda metà, e lo stacco si avverte distintamente, torniamo al remake/riassunto di un episodio classico, che è un po' la cifra stilistica di questa miniserie. L'albo in questione è Il re di Darkwood, che poi è la seconda parte di Zagor racconta, dal momento in cui Zagor incontra i Sullivan alla sua prima apparizione al raduno dei sakem nella radura della piccola acqua.



Risultati immagini per il re di darkwood

In originale questa storia occupava poco più di mezzo albo, e così è anche qui , Ma questi albi sono decisamente più corti di quelli normali, e quindi è nuovamente necessario riassumere. Grazie al fatto che la storia originale era già breve di per sé questa volta non c'è troppo effetto "bignami", si sente un po' solo nel momento dell'apparizione di Zagor in mezzo alle fiamme, che in originale aveva decisamente più pathos. Questo nonostante l'aggiunta dell'apparizione di un'aquila di fuoco nel cielo, relegata però in una vignetta minuscola, al punto che stona e forse era perfino meglio non metterla. Un'aquila di fuoco nel cielo dovrebbe occupare almeno mezza pagina, non una vignettina nell'angolo. Maggiore enfasi è stata invece data allo scontro con il sakem dei Wyandot Oga-Ito, che per l'occasione si è pompato almeno sei mesi in palestra.

Molto belli i disegni di Oskar, alla sua seconda prova su Zagor (relativamente, perché la prima era un volume della collana Cico - A spasso nel tempo, quindi senza Zagor e ambientato ai tempi della rivoluzione francese), e soprattutto fantastici i colori, come nel resto della miniserie.  Le ombre della foresta, i riflessi del fuoco durante il duello, l'effetto sfumato dei brevissimi flashback, tutto molto bello.

Questo ultimo si piazza quindi tra i migliori numeri della miniserie, e ora è il tempo di tirare le somme.

Nell'articolo sul primo numero credo di aver già detto tutto quello che c'era da dire su questa miniserie. Vi invito a rileggerlo, per non ripetermi.
A serie conclusa, non posso che confermare la prima impressione.
Abbiamo due numeri iniziali molto belli, dove colpisce l'uso sapiente dei colori e della gabbia libera in quanto novità, e dove Burattini ha saputo ben riannodare i fili di avventure narrate ad anni di distanza, aggiungendo anche cose nuove. Ci sono dei difetti, come la scomparsa del colpo di scena sul padre di Zagor (sì, lo sapevamo già tutti, ma se vuoi attirare nuovi lettori...) e si inizia a sentire il fastidio delle parti riassunte (ma fumetti di lunghezza normale a colori sarebbero costati di più, immagino. Orfani, con foliazione normale, costa 4.90 contro i 3.90 di Zagor - Le origini).
I volumi 3 e 5 sono nient'altro che riassunti di precedenti speciali, con tutte le conseguenze del caso: l'effetto bignami, con poche aggiunte (accompagnate da qualche polemica) e qualche modifica non necessariamente gradita (il cambio dell'aspetto degli Unktehi un po' mi ha infastidito).
Il volume 4 mi ha generato qualche riflessione che vi invito a rileggere, sull'edulcorazione della versione giovanile di Zagor e del ruolo del padre. Fatti che contrastano con la resa visiva delle uccisioni in questa miniserie, rese più crude (leggi: c'è più sangue che schizza in giro del solito). In questo si può vedere un certo parallelismo con il film L'ultimo dei mohicani del 1992: anche lì i "cattivi" erano i Wyandot (sapevate che Wyandot e Uroni, o Hurons, sono la stessa cosa?) e il loro aspetto è identico, e le uccisioni sanguinolente non possono che richiamare quelle del film.

Una miniserie quindi di qualità altalenante dal punto di vista della storia narrata, con tutti i pregi e i difetti di cui abbiamo già parlato, ma resa splendidamente dal punto di vista grafico.
Ora sta all'indole di ognuno: sono più importanti i disegni o la storia?
Se siete di quelli che danno più importanza alla resa visiva, grazie all'ottimo uso della gabbia libera e agli splendidi colori questa miniserie con voi vince a mani basse.
Se invece, come me, guardate di più alla storia, i difetti sono un po' troppi per passarci sopra. Personalmente, avrei preferito rimanere al bianco e nero con un maggior numero di pagine a disposizione per dare più respiro alla trama, per quanto i colori siano davvero ben fatti.

Cosa ne penso io l'avete letto. Il mercato saprà dire se l'esperimento è riuscito o meno.

Il Moro

Qui parlai di:

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4 commenti:

  1. Davvero curiosa l'operazione bignami di questi volumi, che sto seguendo con i tuoi post: sbaglio o non esistono uguali? Di solito le origini le si inventa un po', qui invece si riassumono cose già dette...

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    1. Si riassumono cose già dette aggiungendo qualcosina.
      Per quanto riguarda le origini dei personaggi abbiamo già visto di tutto e il contrario di tutto nei comics americani: quelle di Batman sono state riraccontate mille volte senza cambiarle, altri personaggi le hanno viste stravolte anche più di una volta. Vale tutto... :-)

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    2. Però quella non è la nostra tradizione, o almeno quella Bonelli: una volta aperta una immancabile parentesi sul passato dell'eroe di turno non ci si sta a ritornare miliardi di volte come nei comics americani. O si riscrivono in continuazione per rincorrere le mode del momento. (Negli ultimi anni gli autori di Diabolik si sono avventati sulle sue origini inventando la qualunque, ma sono appunto parentesi.)
      Da quello che ho capito, poi, questa serie non sta limitandosi a raccontare le origini: riassume intere storie già apparse in collana. Questo mi stupisce...

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    3. Infatti, tutta l'operazione lascia un po' perplessi. Il gioco dovrebbe essere quello di riannodare tutte le informazioni sul passato di Patrick Wilding prima di diventare Zagor sparse qua e là negli anni per la serie in una narrazione coerente. Magari è valido per i nuovi lettori che le vecchie storie non le hanno lette, ma per chi le conosce come me risulta essere in parte solo un remake, bello da vedere ma comunque riassunto visto il minore numero di pagine dedicato a storie che in originale avevano più spazio. Ci sono anche delle parti inedite, ma troppo poche per giustificare l'operazione. Meglio quindi farla molto più lunga, ma proponendo storie praticamente identiche all'originale? Mah.
      Io avrei preferito piuttosto qualcosa di completamente nuovo, parlando da esperto conoscitore della saga... :-)

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