giovedì 10 ottobre 2019

Zagor le origini 5: La Grotta sacra

La grotta sacra - Zagor Le Origini 05 coverSalve a tutti, è il Moro che vi parla!

Ormai l'andazzo di questa miniserie l'abbiamo capito, e in linea generale ciò che ho detto per i volumi precedenti vale anche per questo.

La Grotta Sacra è in pratica il remake dello speciale numero 13 del 2001 Darkwood Anno Zero, con in più alcuni riferimenti a quanto svelato nella storia A volte ritornano, Zagor 549/550 (Zenith 600/601). L'introduzione annuncia che c'è anche qualcosa preso dal romanzo Zagor di Davide Morosinotto, ma non avendolo letto non saprei dire cosa. Da qui in poi è presente qualche spoiler, per quanto si possa parlare di spoiler su storie che comunque sono già state raccontate anni fa, seppure in forma leggermente diversa.

Il problema è lo stesso dei volumi precedenti, in particolar modo del terzo: sono riassunti di storie pensate per il doppio e più delle pagine. Per quanto presentati in bella forma, in questo caso con i bei disegni di Giovanni Freghieri, colonna portante di Dylan Dog, gli splendidi colori di Luca Saponti, e come per gli altri volumi l'abbandono della classica gabbia bonelliana, sempre riassunti sono.
La Grotta Sacra è forse riuscito un po' meglio del terzo volume, perché si sono potuti eliminare alcuni personaggi secondari la cui effettiva utilità nell'economia della storia era relativa, ma anche così le pagine finali hanno una brusca accelerata che toglie del tutto il pathos al sacrificio di Shyer e allo scontro tra le due creature mitiche.



Non ho ben capito come mai il mostro sul fondo dell'abisso si sia trasformato dalla forma di un Unktehi come si è visto in Darkwood Anno Zero e A volte ritornano, cioè delle specie di draghi, alla massa informe che si vede anche in copertina. Credo che sia questo l'aspetto legato al romanzo di Davide Morosinotto, in cui compare qualcosa del genere, da quello che ho letto in giro. Mi sta pure bene voler infilare nella miniserie anche quanto scritto in quel romanzo, mi dispiace però che in questo modo vada perso il riferimento ai "serpenti cornuti" della mitologia di molte tribù indiane (ne parlai, insieme ad altri "mostri giganti", in questo articolo sul sito di Ucrònia).

Incisione raffigurante un serpente cornuto.


Chissà perché poi Freghieri, ben abituato all'horror di Dylan Dog, disegna lo stregone malvagio Pohaska con un aspetto un po' ridicolo, là dove Ferri era riuscito a renderlo, nonostante la pancetta e le calze a righe, piuttosto inquietante.

Certo che vedere Zagor armato solo di scure che minaccia un orso che pesa tre volte lui è uno di quei piaceri che non mi stancherà mai! :-D

Col prossimo numero tireremo le conclusioni sull'intera miniserie! Alla prossima!

Il Moro

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