Stories Untold, da me scaricato gratuitamente grazie alle promozioni dell'Epic Store, è uscito nel 2017 per Windows e Mac sviluppato da No Code.
Cavalcando l'onda nostalgica per tutto ciò che proviene dagli anni '80, il gioco si propone come una sorta di avventura testuale "potenziata", unita a un punta e clicca a schermata semi fissa a enigmi e con anche una parte di esplorazione in soggettiva.
Ci sono quattro storie, affrontabili dall'inizio in qualsiasi ordine, ma non avrebbe senso. Sebbene le prime tre sembrino scollegate, la quarta tira le fila di tutto.
Proviamo ad esaminarle una per una.
La prima storia, House Abandon, è, come dicevamo, un'avventura testuale, con però l'aggiunta di effetti grafici. Noi vediamo effettivamente il computer e la tastiera con cui giochiamo alla storia, come se stessimo interpretando un personaggio che a sua volta gioca ad un'avventura testuale, e sono presenti anche musiche e ulteriori effetti visivi (principalmente la luce della lampada che si accende e si spegne), in momenti particolari del gioco. Per quanto ben scritta e in grado di creare una certa atmosfera, aiutata dalla veste grafica, si tratta di una storiella horror completamente surreale senza capo né coda, con il vantaggio di poter ogni tanto far fare qualche salto sulla sedia al giocatore grazie alle musiche o ai pochi effetti grafici.
Il parser è molto limitato e riconosce pochi comandi, comunque anche troppi visto che arrivare al fondo è praticamente obbligatorio. Non ci sono enigmi, difficoltà di nessun tipo, non c'è esplorazione, praticamente non c'è gioco: ci si limita ad andare avanti e leggere la storia. Se escludiamo la parte grafica, ben fatta, l'ho trovata abbastanza scarsa rispetto a quasi tutte le avventure testuali che ho giocato fin'ora, e che il più delle volte sono state create da una persona sola con intenti puramente ludici, tanto che vengono tutte diffuse gratuitamente. E' evidente che lo scopo qui è raccontare una storia piuttosto che far giocare a un gioco, storia che però, non è un granché.
Questo è anche l'episodio che più di tutti spinge sul pedale della nostalgia, con il computer dalle forme che ricordano quelle dei primi, vetusti dinosauri videoludici ai rumori che lo stesso emette.
La seconda storia, The Lab Condut, implica una parte grafica decisamente più importante, ed è divisa in due fasi. Nella prima bisogna seguire una serie di istruzioni che portano ad accendere e spegnere interruttori su una pila di macchine visualizzate in una schermata fissa per compiere un particolare esperimento, poi si passa a scrivere al computer come nella prima storia. In questo caso si tratta di una storia di genere fantascientifico, anche qui di per sé niente di che, ma ormai è chiaro che il finale tronco non lo è necessariamente per davvero...
Anche dal punto di vista ludico è abbastanza limitato, visto che bisogna limitarsi a seguire pedissequemente le istruzioni che ci vengono impartite.
La terza storia, The Station Process, è quella la cui trama ha meno senso, per non dire che non ne ha. Stavolta ci troviamo all'interno di una cabina in una qualche postazione di comunicazione artica. Arrivano delle istruzioni a video da seguire. Ad esempio ti viene detto di sintonizzarti su una certa stazione radio, che ti dice dei numeri (in inglese e senza sottotitoli, comunque presenti nella maggior parte delle scene del gioco), poi devi cercare quei numeri all'interno di un microfilm piuttosto difficile da consultare (è scritto piccolo e con dei colori che fanno venire male agli occhi, e i comandi per girare e zoomare le pagine funzionano un po' come vogliono), poi scrivere i codici corrispondenti ai numeri che abbiamo trovato su un terminale. Insomma, è noioso perché si tribola inutilmente, non sono veri enigmi, bisogna solo seguire le istruzioni come capre e rovinarsi gli occhi sul microfilm.
Poi abbiamo una parte più grafica in cui si può camminare in mezzo alla neve, con una visuale in soggettiva ma possibilità di interazione con l'ambiente limitata ai soli due o tre interruttori che dobbiamo accendere per andare avanti, e si capisce che il protagonista è lo stesso del secondo episodio. La trama non la spoilero ma non potrei neanche volendo, era talmente surreale e priva di senso che me la sono dimenticata dieci minuti dopo aver finito l'episodio.
La quarta storia, The Last Session, è quella che tira le fila del tutto, mischiando elementi di gameplay dalle altre tre. Dobbiamo quindi sia camminare come nel quarto episodio, sia seguire le istruzioni nelle schermate fisse sia del terzo che del secondo episodio, e infine tornare a sederci alla tastiera del primo a scrivere, con l'aggiunta di alcuni effetti sonori e visivi al momento giusto, come già visto.
Senza spoilerare (stavolta mi ricordo), il brutto di questo episodio è che già subito all'inizio si capisce qual è il bandolo della matassa, e quindi tutto il resto dell'episodio è solo un ripercorrere la strada che ha portato lì. Insomma, è piuttosto noioso perché sai già come finisce. Solo proprio nel finale si risolleva un po' con un colpo di scena abbastanza interessante.
Inoltre l'interattività è ridotta davvero al minimo, ancora di più che negli episodi precedenti, anche nella parte testuale ci si deve praticamente limitare a seguire le istruzioni, senza poter fare altro che rimanere dentro binari prestabiliti molto "stringenti".
Inoltre, il modo in cui vengono tirati i fili, quello svelato all'inizio del quarto episodio, si rivela talmente banale da far cascare le braccia.
Stories Untold ha ottenuto votazioni altissime dalle riviste di settore, in genere tra l'8.5 e il 9.
Il che mi fa pensare che i recensori di quelle riviste non abbiano mai giocato un'avventura testuale in vita loro.
Questo gioco ha una cornice molto interessante, un'avventura testuale "moderna" mixata con una specie di punta e clicca a schermata fissa, una buona idea che purtroppo non è sufficiente per farmi piacere questo gioco, che ha due difetti principali, che mi rendo conto essere molto soggettivi.
Il primo che è l'interattività è talmente limitata da farlo assomigliare più a una visual novel o a un racconto (poco) interattivo, piuttosto che a un gioco. Gli enigmi sono assenti, non c'è nessuna difficoltà, solo istruzioni da seguire caprinamente.
Il secondo è la trama, che ha questo colpo di scena, ai tre quarti dell'avventura, che oltre ad essere banalissimo rende automaticamente noioso giocare quasi tutto quarto il episodio.
Inoltre io ho un odio viscerale per tutte le storie oniriche e surreali.
Per quanto possa ammirare l'idea e il contorno, per quanto possiate venirmi a dire che si tratta di un racconto sulle responsabilità e sul senso di colpa in un media, quello videoludico, dove la maggior parte delle trame consiste nell'andare avanti sparando (la maggior parte, non tutte), ho trovato questo gioco interessante giusto quel tanto che basta da arrivare fino alla fine, ma solo grazie alla brevità del tutto (non so se si arriva a quattro ore in totale), e deludente in molte cose.
E ho anche la netta sensazione che il nostalgismo sia uno degli elementi che più ha contribuito ad elevarne la valutazione.
Il Moro.
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Probabilmente è come dici: il nostalgismo ha fatto la differenza nella valutazione finale.
RispondiEliminaAmbienti e oggetti sembrano essere presi paro-paro da Stranger Things, dopotutto.
Non sono esperto della cosa, ma effettivamente mi avrebbe anche interessato se fosse stato tutto meglio, dalla giocabilità alla storia (soprattutto).
Moz-
Sì, se sbagli la storia sbagli tutto, in particolare in un titolo come questo che sulla storia si basa quasi interamente.
EliminaL'occhiolino a Stranger Things e a quel tipo di estetica è evidente.
Potrebbero fare dunque un gioco proprio su ST.
EliminaMoz-
Io ho giocato a uuello per cellulari, non era neanche male!
EliminaInteressante, conosciuto solo adesso, però un acquisto potrebbe anche starci ;)
RispondiEliminaMah, a me non è piaciuto, ma mi è andata bene perché l'ho preso con le promozioni dell'Epic Store quindi non l'ho pagato niente... ;-)
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