Cyberstorm, del canadese Matthew Mather, è uscito nel 2013 negli Stati Uniti e nel 2014 in Italia, per Fanucci. Quella di cui parliamo adesso invece è la versione audiolibro, uscita nel 2016 sulla piattaforma Audible di Amazon.
Matthew Mather è un esperto di sicurezza informatica (oltre ad aver lavorato nel campo delle nanotecnologie, nelle previsioni meteo e nella digitalizzazione delle cartelle cliniche), e nello scrivere questo libro si è avvalso della consulenza di altri esperti nel campo, per cercare di immaginare quali sarebbero le conseguenze di un collasso totale della rete informatica. Ora, io non sono un guru ma sono comunque un tecnico informatico, e mi riesce difficile immaginare che un attacco informatico, per quanto colossale e devastante, possa portare alle conseguenze viste in questo libro. Credo che esista una certa compartimentazione che rende difficile attaccare tutti i server di tutte le aziende contemporaneamente, oltre a sistemi di backup e ripristino. Inoltre è tutto eccessivamente connesso, tipo la caldaia del palazzo che si può accendere solo tramite internet. Possibile che non abbia nemmeno un cavolo di interruttore? Chi crea un sistema di riscaldamento che si può accendere solo con l'app del telefonino? Se io sono un vecchietto che non sa usare lo smartphone devo andare ad abitare da un'altra parte? Ma ricordiamoci comunque che il libro è ambientato qualche anno nel futuro, quindi si può immaginare che l'autore abbia teorizzato una informatizzazione ancora più approfondita e invadente di quella attuale, che già è notevole. E poi è lui l'espertone di sicurezza, mica io.
C'è una parte introduttiva davvero trooooppo lunga, nella quale ci vengono presentati tutti i vicini di casa del protagonista e i suoi rapporti con loro, e le difficoltà che sta attraversando la storia con la moglie, principalmente a causa dei genitori ricchi e nobili di lei. Servirà pure per prendere confidenza con i personaggi e creare affezione, ma io l'ho trovata mortalmente noiosa, anche perché in forma di audiolibro dura qualche ora.
Poi comincia a non funzionare più internet, e in seguito spariscono anche elettricità e acqua potabile. E non si sa quale sia la causa, perché il focus della vicenda rimane su questo gruppetto di persone che abitano in un palazzo a Manhattan che in realtà non sa niente, quindi non sappiamo se siano stati i cinesi, i russi, gli iraniani, gli alieni o chissà chi. Nè all'autore interessa approfondire questo aspetto.
Il centro della vicenda è quello che succede se i servizi si bloccano, durante una delle peggiori tempeste di neve di sempre (questa è proprio sfiga, eh), in un posto come Manhattan, dove sono ammucchiate milioni di persone che non hanno accesso diretto a coltivazioni, allevamenti o qualsiasi fonte di sostentamento che non sia saccheggiare un supermercato.
Ci sono gli ovvi attacchi non solo all'informatizzazione eccessiva e sregolata, all'usanza americana di produrre solo quello che serve nell'immediato, alla politica aggressiva nei confronti di paesi come Iran e Cina, e cose così, ma il problema è che sono trattate in modo molto didascalico: quando i personaggi attaccano a parlare di questi argomenti i dialoghi diventano di colpo sermoni surreali, rivolti evidentemente al lettore, che potrebbero essere scritti in un saggio divulgativo e che spezzano il ritmo della narrazione (sebbene a volte insegnino cose interessanti).
A parte questi inserti, il libro scorre bene. Rientra nel filone dei "catastrofici", mostrando una (poco originale) New York sommersa dalla neve e al buio, nella quale il protagonista e i suoi compagni devono passare di colpo dal desiderio di controllare le notifiche sul cellulare come pensiero principale al dover trovare da mangiare per le loro famiglie, oltre a proteggersi dagli attacchi degli altri che vorrebbero impossessarsi di quello che hanno, visto che uno di loro è uno di quei catastrofisti che ha passato metà della sua vita ad accumulare scorte proprio per poter affrontare un'eventualità del genere. Le speranze di un rapido ritorno alla normalità che si affievoliscono sempre di più, gli espedienti (anche tecnologici, nonostante il blocco della rete) per sopravvivere e per continuare ad essere una comunità, la mancanza di informazioni sulla natura dell'evento e su quello che sta succedendo nel resto del mondo, il degrado di una società dove basta poco per mettere in mostra il lato bestiale delle persone, tutti argomenti affrontati in un modo in grado di trasmettere la giusta dosa di angoscia.
Mi sembra solo un po' esagerato vedere i primi episodi di cannibalismo ad appena un mese dall'evento, ma non avendo mai vissuto una situazione del genere immagino che qualunque opinione sia valida.
Il finale purtroppo è abbastanza deludente, parliamone sotto SPOILER:
Tirando le somme, direi che avessi letto questo libro probabilmente non mi sarebbe piaciuto granché. La versione audiolibro, però, ha una marcia in più, dovuta principalmente a due cose.
La prima è che è narrato tutto in prima persona, il che aumenta decisamente il coinvolgimento: in questo modo si ha davvero la sensazione che il protagonista ci stia raccontando la sua storia, piuttosto che qualcuno ci stia leggendo un libro.
Il secondo è la bravura del narratore, Osmar Miguel Santucho, che riesce davvero a imprimere una personalità diversa ad ogni personaggio con piccole modifiche al tono di voce, al punto che spesso non si ha bisogno che venga specificato quale personaggio sta parlando per riconoscerlo.
Il Moro
Altri post sugli audiolibri:
Sherlock Holmes contro Dracula
The Expanse 2: Caliban, la guerra
The Expanse 1: Leviathan, il risveglio
Time Deal
Mado' che delusione! Già i catastrofici mi annoiano di loro, uno stile del genere (e quel finale) mi avrebbero ammazzato! Grazie della dritta ;-)
RispondiEliminaFigurati! ;-)
EliminaGrazie per questa recensione non conoscevo questo audiolibro.
RispondiEliminaImmagino che abbassando la soglia dell'incredulità con una serie di "Ammettendo che..." "Ammettendo che..." si possa ascoltare come un gradevole post-apocalittico.
Direi gradevole e niente di più.
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